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mercoledì 24 aprile 2013

L’arte della seduzione (Nicole Kidman)









… Quando ti accoccoli tra le mie braccia e il tempo ci sfiora con la sua dimensione … tutto si ferma, tutto giace, siamo sospesi tra vita e morte, tra spazio, tempo e gravitazione! Allora il tuo respiro è come il rumore del mare in una conchiglia … tutto il bene del mondo ci sfiora in un attimo! E il miracolo si compie! Tra desiderio e follia … tra voglia e pazzia … dove tutto è perfetto! E nella bolla del tempo levitiamo leggeri e inconsapevoli! Non mi negare mai l amore! E' il respiro della vita … ! GV



Per realizzare i nostri sogni, i nostri programmi dobbia­mo convíncere gli altri, portarli dalla nostra parte. Se pren­diamo la parola seduzione nel suo significato più ampio, co­me sé-ducere, condurre con sé, dovremmo dire che siamo sempre impegnati ín una attività di seduzione. Ma c'è anche un significato più ristretto della parola. Quello che indica le attività e la messa in scena che facciamo per renderci interessanti, attraenti sul piano erotico





Nicole ... Nicole ... Che Nicole ... !





Anche gli animali, nella stagione degli amori, vestono una livrea ap­pariscente, emettono odori particolari e svolgono rituali di accoppiamento. Negli esseri umani queste attività sono cul­turali e volontarie, diverse quindi da società a società, da epoca ad epoca, da individuo ad individuo. Al posto della li­vrea c'è l'abbigliamento elegante, l'automobile. Al posto dei ferormoni abbíamo i dopobarba ed i profumi, il maquillage. Per quanto riguarda il corteggiamento, l'umanità si è sbiz­zarrita in mille modi nell'inventare forme e rituali. Tutti gli innamorati desiderano ardentemente conquista­re la persona amata, ed usano tutte le risorse della loro intel­ligenza e della lorò esperienza per farsi riamare. Così il più sprovveduto dei ragazzi, la più timida delle ragazze si butta­no allo sbaraglio. 





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Scattano meccanismi primordiali, engrammi genetici. La donna diventa più bella, gli occhi diventano luminosi, languidi. Si fa più morbida, paziente, sorridente. L'uomo intraprendente, instancabile. Nel film Nuovo cinema     Paradiso di Gíuseppe Tornatore, quando il ragazzo di quattordici anni si innamora, per molti mesi passa le notti davanti alla casa della sua amata. Però  l'innamoramento rende  anche  timídi,  rispettosi.   Noi adoriamo la persona amata, non abbiamo neppure il coraggio di sfíorarla con una mano. Se ci dice di no, restiamo paralizzati, non riusciamo a superare la resistenza, a trasformare il no in sì. I ragazzi molto giovani spesso non sanno come comportarsi. 





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Perciò, quando si innamorano teneramente   di una loro compagna di classe, agiscono în modo tanto maldestro da farla scappare e finire nelle braccia di un altro più brillante e abile di loro. Ad un certo punto, anche l'innamorato più sprovveduto capisce che, se vuol riuscire a conquistare il cuore della donna amata, deve farsi coraggio, trovare       le parole adatte per parlarle, invitarla ad uscire, inviarle un mazzo di fiori, portarla al ristorante. Meglio poi se arriva in motocicletta o in automobile per non farle fare il tragitto in   tram o a piedi sotto la pioggia. Insomma l'amore puro, disinteressato, sincero, ingenuo, non basta a suscitare l'interesse dell'amato. Occorre l'arte della seduzione. 





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Il rapporto dell'innamorato con la seduzione è contraddittorio. Da un lato egli vorrebbe essere amato per quello   che è, senza fare nulla, per il fatto stesso di esistere. Dall'altro è disposto ad usare ogni mezzo per conquistare la persona amata; anche un filtro d'amore, anche l'ipnosi, anche l'inganno, perfino la minaccia. Ma, nello stesso tempo, non vuole che l'altro gli risponda «ti amo» perché è ipnotizzato o per paura, ma perché lo ama davvero. Il vero innamoramento    vuole la libertà. Così ogni innamorato, per rendersi attraente  agli  occhi della persona amata, è pronto a fingere, ad esagerare le proprie capacità. 





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Questa messa in scena cozza contro il desiderio di essere sincéro, di mostràre fino in fondo il proprio ani­mo, di confessare le proprie debolezze, i propri difetti. Il ri­sultato di questa duplice tendenza è stupendo. Ogni inna­morato si sforza di mettere in evidenza quella che considera la parte migliore di se stesso. E fa di tutto per adeguarsi, per essere all'altezza di questa immagine ideale. In sostanza si sforza di essere ciò che vorrebbe essere. Ne scaturisce una formidabile spinta al miglioramento di sé. 






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Ma non basta. L'innamorato sa che la persona amata ha sogni, desideri, aspirazioni, ideali a cui lui corrisponde solo in parte. Ascolta con attenzione ciò che lei gli dice, prende nota di tutto ciò che lei elogia o critica. Da questi elementi cerca di scoprire quale è il modello ideale che lei ha in men­te, e si sforza di adeguarvisi, di realizzarlo. Così finisce per essere combattuto fra due tendenze. Da un lato vuol realiz­zare il proprio ideale. Dall'altro vuol diventare ciò che la per­sona amata sogna, desidera, corrispondere al suo ideale. Si mette in moto, quindi, un processo di continuo ripensamen­to del proprio modello, della propria ímmagine, di ciò che è giusto essere. E, poiché questa attività avviene in tutti e due, si genera una ricerca bilaterale in cui entrambi, per tentativi ed errori, cercano il miracoloso punto d'incontro fra le pro­prie esigenze profonde e quelle dell'altro. 






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Fra i propri sogni e quelli dell'amato. Fino ad arrivare ad avere dei desideri co­muni, dei sogni comuni. Per le donne il conflitto fra spontaneità e seduzione è an­cora più forte. Esse imparano prestissimo quanto sia impor­tante la seduzione. L'imparano da bambine. Si accorgono che con uno sguardo, con un sorriso, con una mossettina possono ottenere più che con mille capricci. Poi vedono che gli uomini più intelligenti e più forti sono disarmati di fron­te alle moine, alle provocazioni, ai vezzi di donne mediocri e spregiudicate. Capiscono che gli uomini vengono facilmente sedotti sul piano puramente sessuale. Che restano incantati a guardare un seno femminile.
In sostanza si rendono conto che, per conquistare il pro­prio uomo, è essenziale l'apparenza, il fascino, la capacità di farsi ammirare, desiderare. 





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Ma quando sono innamorate vorrebbero anche essere se stesse, sincere, semplici. Anche la ragazza veramente innamorata usa in modo maldestro le arti della seduzione. Ciò che le riesce bene è di rendersi bel­la, piacevole, dolce. Ma poi le batte il cuore, le viene da pian­gere, vorrebbe scappare vía. Resta esterrefatta quando si ac­corge che l'uomo che ama guarda, pieno di desiderío, una sua amica che gli mostra le gambe provocanti. O che si volta ad osservare una prostituta vestita in modo succinto. Allorà si scuote, ce la mette tutta, si trasforma in una vamp. Si but­ta allo sbaraglio. Eppure vorrebbe farne a meno, perché se potesse seguire il suo impulso vorrebbe aspettare, fiduciosa, che lui apra gli occhi e ami solo lei. Nel profondo dell'animo femminile c'è il timore, lace­rante, che l'amore vero, sincero, semplice, non paghi, perché l'uomo è sensibile solo all'artificio, alla manipolazione fem­miníle. 






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Questo dilemma femminile è espresso nella letteratu­ra e nella mitología da due figure archetipiche: la bella ad dormentata e la maga. La prima aspetta, bella e pura, l'uomo dei suoi sogni. L'altra esperta, spregiudicata, conquista il cuore dell'uomo con i suoi incantesimi. La donna innamora­ta si identifica con la prima. Vorrebbe aspettare, con gli oc­chi chiusi, immobile, il bacio dell'amato che arriva su un ca­vallo bianco, e partire con lui. Questo desiderio di essere cercata senza manipolare, la porta spesso ad assistere, con terrore, al pericoloso avvicinarsi della rivale. Senza poter far nulla, senza poter neppure mettere il suo amato sull'avviso. Lei sa che non serve dirgli: “Guardati da quella, dai suoi in­trighi”. L'uomo non le crederebbe. E lei farebbe la figura della gelosa. O, peggio, di una donna invidiosa della bellez­za di un'altra. Ogni volta, nel corso della sua vita, la donna si troverà di fronte ad un dilemma: quale strada seguire? Quel­la ingenua, dei sentimenti sinceri, o quella della manipola­zione? 





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Buona parte della letteratura rosa tratta questo proble­ma. L'eroina, che ama con cuore puro, si trova sbarrata la strada da una rivale spregiudicata che non è veramente inna­morata, ma che non esita ad usare le arti della seduzione. E tutto fa pensare che l'uomo si lasci irretire, ingannare, se­durre. La storia si svolge fra equivoci e incomprensioní in cui, più di una volta, lei è tentata di rinunciare perché l'uo­mo cede, non capisce. Ma resiste e, alla fine, l'amore vero, il sentimento generoso e sincero trionfa. L'arte della seduzione si esercita tanto meglio quanto più si usa l'intelligenza, quanto più si tengono a freno le proprie passioni. Perché in questo modo sappiamo superare i rifíuti, scegliere il momento più adatto, usare spregiudicatamente i gesti e le parole idonee. 





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Una vecchia leggenda, ripresa nel film Una strega in paradiso, con James Stewart e Kim Novak, dice che la strega non può ínnamorarsi. Se si innamora per­de i suoi poteri. È vero, i grandi seduttori tengono a freno i loro senti­menti. Una delle più affascinanti opere sull'importanza del­la freddezza emotiva nella seduzione è “Le relazioni pericolo­se”. I protagonisti sono due libertini, una donna, la mar­chesa di Merteuil e il visconte di Valmont. Essi dedicano tut­to il loro tempo a manipolare i sentímentí degli altri per farli innamorare e, in questo modo, renderli schiavi o condurli al­la rovina. Sanno usare i più raffinati giochi psicologici per suscitare l'amore: la lusinga, l'adulazione, fanno appello alla compassione, alla tenerezza, fingono un amore sconfinato, una dedizione totale, mettono in scena false partenze, falsi suicídi, simulano nobili rinunce, sentimenti religiosi. Poi, raggiunto il loro intento, usano il loro potere per scopi turpí, come vendícarsi di qualcuno






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O, semplicemente per vincere una scommessa, per ridere con gli altri alle spalle dell'inge­nuo che si è fatto intrappolare. Per riuscire, il seduttore non può avere sentimenti since­ri, deve sempre fingere. In una lettera al visconte di Valmont, la marchesa di Merteuil scrive: «Mia prima cura fu di con­quistare solo gli omaggi degli uomini che non mi piacevano. Mi servivano a procurarmi gli onori della resistenza; intanto mi abbandonavo senza paura all'amante preferito. Ma sicco­me a costui, col pretesto di una mia finta timidezza, non ho mai permesso di accompagnarmi in società, gli occhi di tutti erano sempre fissi sull'amante sfortunato» 





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Degli amanti fortunati, perché non fossero pericolosi, si procurava però sempre qualche segreto, per poterli minacciare e ricattare. «Se provavo qualche dispiacere» aggiunge mi studiavo di assumere un'aria serena ed allegra; ho spinto il mio zelo fino a procurarmi dei dolori volontari per cercare di assumere, nel frattempo, l'espressione del piacere. Ho impiegato la stessa cura e maggior fatica per reprimere i sintomi di una gioia inattesa. Così sono riuscita ad avere sulla mia fisiono­mia quella assoluta padronanza di cui, a volte, vi ho così stu­pito...” Possiamo ora domandarci perché, se è tanto ímportante la freddezza, l'innamoramento sincero viene così spesso ri­cambiato? 


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E troviamo la risposta studiando il meccanismo seduttivo usato dal libertino. Il seduttore finge di essere in­namorato e finge di avere tutte le virtù che la società di quel momento considera più nobili. Lo stato nascente dell'inna­moramento infatti ha uno straordinario potere di contagio. La frase di Dante «Amor ch'a nullo amato amar perdona» è vera. L'innamoramento ha una sua intrinseca potenza sedut­tiva che affascina chi è predisposto. Il seduttore, dunque, finge di essere innamorato, però ha cura di non fare nessun gesto che metta in allarme l'altra per­sona, che la ponga sulla difensiva. L'innamoramento infatti è un abbandono pericoloso, e ciascuno di noi se ne difende. Il seduttore aggira astutamente tutte le difese. Ripete che lui non chiede nulla, che non vuole nulla, che è pronto a spari­re in ogni momento. Ricordate come si comporta la seduttri­ce all'inizio del film Attrazione fatale?






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Il vero innamorato, al contrario, di solito è emotivo, esi­gente, oppressivo e, nello stesso tempo, incerto, timido. Insi­ste, scongiura, poi balbetta, trema, piange. L'innamoramen­to non è mai uno scherzo, non è mai un gioco. Se c'è una co­sa che gli innamorati ignorano, è l'umorismo. L'innamorato fa tutto sul serio. Mette in gioco la sua vita, e ti chiede di mettere in gioco la tua. Chi non è pronto a farlo, chi non si sente attratto a sufficienza, si tira indietro, si difende. Qual­che volta fugge per non alimentare speranze ingiustificate. Questo non accade con il seduttore, perché egli sa fermarsi in tempo, sa aspettare, rassicurare. Non crea mai ansie e paure. Proprio per questo, quando una persona ha dei dub­bi e delle resistenze, finisce per innamorarsi più facilmente del seduttore che di chi l'ama veramente. Quando incontriamo una persona innamorata e non ce la sentiamo di ricambiare i suoi sentimenti, molto spesso preferiamo stare insieme a una persona che non ci impegna. Uno che cí diverte e con il quale può nascere una amicizia, o con cui possiamo avere una avventura erotica. Tanto, ci di­ciamo, se l'altro è veramente innamorato mi aspetterà, supe­rerà la prova. Infatti il vero amore è tenace, non si arrende facilmente. Però nelle fasi iniziali, quando è poco più di una esplorazione, l'amore è anche fragile. 





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Soprattutto in certe persone gelose e insicure. Il vero amore deve sempre difendersi dalla falsa seduzio­ne. Nella domanda ricorrente «Mi ami?» c'è anche questo quesito «Fai sul serio o scherzi, sei sincero o mi inganni?». E non e facile trovare la risposta. Per questo, nell'amore, ci di­fendiamo, poniamo delle prove, aspettiamo, cerchiamo di decifrare il comportamento dell'altro. L'amore non è solo dono. È anche intelligenza, azione per conquistare la perso­na amata, per superare le difficoltà, per respingere gli attac­chi, per sconfiggeré i rivali che vogliono impadronirsi di chi amiamo. È anche scoperta delle vere intenzioni dell'altro. È decifrazione, scavo in profondità nel mondo della possibile menzogna. È, infíne, azione su se stessi, metamorfosi, perfe­zionamento, superamento delle prove. Tutti i romanzi, tutti film d'amore sono il racconto di questa avventura interiore ed esteriore, di questa ricerca, di questa lotta contro se stes­si e contro il mondo.


4 commenti:

  1. Gabry,
    sono Anita Padovani e insegno biologia. Puoi insistere sulle malattie veneree? Oggi fanno tanti guasti ma nessuno ne parla a fondo ora che ti seguono quasi 90.000 persone non sarebbe male mostrare anche l’altra faccia più subdola del sesso libero e non protetto. Grazie!
    P.S. ho appena scoperto il tuo blog e ti seguo sul mio IPad. Ok Anita65

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  2. Gabry,
    scusami, sono Luisa Ferretti, ma che sono quegli aforismi che stai postando sotto il titolo principale di ogni articolo, di colore azzurro, carattere minus, che inneggiano a stati d’animo e firmati con le sigle RP - VV – GV ? tu mi incuriosisci sempre! Ciao Luisa60

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  3. Ciao Gabry,
    sono Adele Rossi, iscritta da poco e rispondo al tuo post “Perché le donne tradiscono?” del 25 apr u.s. Nel forum la russa Domitilla consiglia di schiacciare il capo a donne che tradiscono marito e amante! Non sono d’accordo! E’ tempo di imitarle dopo secoli di soprusi maschili. Anche se spregiudicate e un po’ puttane, fanno pagare agli uomini quello che hanno dispensato per lungo tempo a noi donne. La cosa che non mando giù, però, è il suo comportamento con un uomo innamorato! Perché solo un uomo innamorato, libero e da lei scelto, poteva sopportare tanta mostruosità. Doveva infierire con i mascalzoni sposati che cercano vittime giovani e indifese. Ma non credo che lei abbia il mio stesso senso combattivo e di rivolta. Una che si tiene il marito, dopo una storia di 10 anni, che lei definisce grande amore, è solo una grande stronza! Certamente il marito le serve per il suo perbenismo e forse per i suoi soldi. Deve essere una che ha solo smania di seduzione e protagonismo. Oppure una prostituta d’alto borgo, che sfrutta gli uomini in cambio di favori. Certo che se dovessi infierire contro un uomo che amo, non mi comporterei così. Lo farei solo con gli stronzi e quelli che si danno tutte quelle fottute arie! Restano a suo carico 10 lunghi anni con lo stesso uomo. Ma parlare di grande amore non sta ne in cielo ne in terra. Chi ama si mette in gioco, perde la testa, non si fa sfuggire il Grande Amore! Più che una donna innamorata sembra una Mata Hari, una che sale e scende dall Orient Express pronta e disponibile con tutti ma a tradire tutti, il marito per primo e poi tutti gli altri. Ma ha dei figli, una famiglia regolare o vive sotto copertura? Vorrei altri particolari, ma solo per dare corpo alla mia ipotesi di Gran Puttana! Una che tradisce il marito senza cercare le basi dell’amore, tradisce solo per il gusto di tradire. Amore, che poi dice di aver trovato, ma tradisce anche quello. Tali comportamenti mi ricordano tanto Madame Bovary e lei sembra solo una “Serpe nel seno”. Sono femminista e detesto gli uomini di cacca, ma che io possa sprofondare, se questo non è un comportamento di una Donna di Merda di una lontana Prima Repubblica! Adele 67

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  4. Oddio ma che le farei a quel grandissimo gran bel pezzo di f che è la kidman! il suo corpo è da sturbo e i moltissimi suoi film la si guarda tenendoselo in mano. E lei questo lo sa benissimo ed infatti è per questo si fa vedere sempre apposta nuda...vero nicole! E chi non se la farebbe questa bella anzi bellissima anzi direi davvero stupenda incredibile stangona così veramente tanto troppo bona com'è?

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