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domenica 31 marzo 2013

Ma cos'è l'amore? (Sophia Loren)








            Ma cos'è l'amore?



E' uno stato di estasi, un complesso di sensazioni che ci fanno sentire felici e appagati, oppure il risultato di una serie di sostanze prodotte dal nostro corpo?



Alcune delle  domande più difficili a cui dare risposta  sono: cos’è l’amore? Da dove nasce? Amore e innamoramento sono la stessa cosa? La tendenza è quella di rispondere dal punto di vista delle emozioni e delle sensazioni. L’amore è quando ci si sente felici in due, quando non esiste altro che la persona con cui stiamo. 





Sophia Loren - Una delle dive più grandi di tutti i tempi!





L’amore è quella “cosa” che ti fa sentire libero, affascinante, privo di ansie e preoccupazioni, che rende tutto più magico. Ma è davvero possibile definire cosa sia? Spesso si tende a generalizzare, nella convinzione che tutti provino le stesse sensazioni, ma in realtà ognuno di noi vive l’amore in maniera differente. E questo perché la visione del rapporto di coppia cambia a seconda delle proprie esperienze, negative o positive. Ma l’amore non nasce dal cuore, né dall’anima. L’amore nasce dal cervello! E questo è un aspetto che trovo molto interessante, perché è proprio dal cervello che nascono tutte le nostre emozioni, i nostri sentimenti e le nostre paure.





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Cos’è l’innamoramento?
Amore e innamoramento non sono la stessa cosa. L’innamoramento è la fase iniziale, quella in cui si mettono in moto, nel nostro cervello, una serie di “scambi ” chimici tramite i quali si arriva ad amare qualcuno. Si dice che “ci si innamora con il naso”, grazie ai ferormoni emessi dalla persona di cui siamo innamorati e che il nostro naso “intercetta” tramite l’olfatto.
 Durante questa prima fase, il nostro corpo è travolto da una serie di messaggi inviati dall’amigdala, la parte del cervello adibita alle emozioni. L’amigdala riceve gli stimoli da tutti gli organi di senso e rilascia la dopamina, un neurotrasmettitore che agisce a livello dei centri del piacere. Ed è proprio la dopamina la grande protagonista dell’innamoramento e della passione





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La chimica del cervello di una persona innamorata è simile quella di un cocainomane, ecco perché ci si sente su di giri e adrenalinici. In seguito, la corteccia prefrontale ci “avvisa” che siamo finalmente innamorati. Ecco che le pupille si dilatano, il viso arrossisce, compaiono i sudori e ci tremano le gambe! Gli esperti pensano che l’innamoramento non sia affatto casuale ma che, al contrario, siano gli scambi tra amigdala e ipotalamo a stabilire di chi ci innamoreremo in futuro. L’ipotalamo è la parte del cervello deputata alla memoria. Gli studiosi affermano che spesso la scelta della persona con cui fare coppia fissa sia legata ai ricordi impressi nell’ipotalamo. Ci si innamora di chi fa riemergere questi ricordi connessi alle primissime esperienze di vita.





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Quando nasce un amore?
I ritmi frenetici di un cervello in fase di innamoramento non possono essere tollerati per troppo tempo, ecco perché la passione, il fuoco e l’adrenalina iniziali tendono a scemare leggermente dopo poco tempo. E’ in quel momento che la natura ha “creato” un altro meccanismo, per far si che la coppia rimanga unita: l’amore.
Nella seconda fase, quella dell’amore passionale e romantico, altri due neurotrasmettitori entrano in gioco: la noradrenalina e la feniletilamina. Insieme alla dopamina creano uno stato di eccitazione e il temporaneo abbassamento della serotonina provoca un sentimento di ossessione nei confronti dell’altra persona. Eccoci nella terza fase dell’amore: qui l’ipotalamo comincia a produrre ossitocina, un ormone legato alle sensazioni di tenerezza e dolcezza. 





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Gli incontri e i  rapporti sessuali inoltre, stimolano la produzione di vasopressina. Questo ormone è legato alla memoria e ci aiuta ad essere fedeli e monogami. Finalmente siamo giunti alla fase finale: l’amore duraturo. Generalmente questo è il momento in cui si cominciano a buttare le bassi per un rapporto stabile, ci si sente uniti più che mai, si entra in una dimensione di totale fusione con l’altro, si progetta la creazione di una famiglia. L’amore tra due persone può essere comparato all’amore di un genitore per un figlio. E’ un sentimento esclusivo e unico, travolgente e viscerale. La vicinanza fisica con la persona amata e la sua costante presenza, stimola la produzione di endorfina





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Questa ha un effetto simile a quello degli oppiacei, riducendo l’ansia e le preoccupazioni, aumentando il senso di relax, tranquillità e intimità con il proprio partner. In questa fase ci si sente molto meno adrenalinici e non si è più travolti da emozioni fortissime come nella prima fase, ma l’endorfina è altrettanto importante nelle relazioni stabili, quelle che durano una vita, perché induce ad una sorta di dipendenza. Secondo alcuni studi sarebbe proprio per questo che, ad esempio, quasi mai il partner fisso venga lasciato per l’amante.


La fine di un amore
Non sempre l’assuefazione causata dall’endorfina è positiva per la coppia: spesso infatti può portare alla rottura del rapporto. 





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Il cervello non reagisce più agli stimoli inviati dal mix di sostanze chimiche, e invia altri tipi di segnali, che ci fanno sentire il desiderio di provare le stesse amozioni forti vissute all’inizio. Ecco che la coppia si divide, e si va alla ricerca di un nuovo amore, o meglio di un nuovo innamoramento. Oppure si tradisce per lo stesso motivo: la ricerca dell’eccitazione e della sensazione di vertigine causata dalla dopamina. L’antropologa Helen Fisher afferma che ” l’amore romantico è una forma evoluta di uno dei tre collegamenti primari cerebrali mirati alla riproduzione nei mammiferi – L’impulso sessuale si è evoluto per motivare i singoli a cercare un partner compatibile. 





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L’attrazione, ‘antenata’ dell’amore romantico, si è sviluppata per permetterci di scegliere compagni adatti, mentre il meccanismo cerebrale si è evoluto per consentirci di restare con un compagno abbastanza a lungo per allevare la prole e consentire, così, la sopravvivenza della specie”. Al di là delle ragioni chimiche e biologiche, un amore dura perché noi facciamo di tutto per farlo durare. Sta a noi decidere se continuare a stare con qualcuno o se lasciare che un amore ormai logoro si trascini per inerzia verso una fine inevitabile. Sicuramente, per portare avanti un rapporto negli anni, è indispensabile tanta forza e molto coraggio. La volontà di superare insieme i problemi e gli ostacoli non è dettata solo da scambi chimici, ma anche dalla nostra capacità di rialzarci e lottare per non perdere l’altra persona. Questo è ciò che accade da un punto di vista strettamente scientifico. Molti arricciano il naso quando si tenta di spiegare in questo modo un sentimento così complesso e puro come l’amore, come se lo si volesse profanare e rendere banale. 





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Ma in realtà, capire cosa scatta nel nostro corpo quando proviamo certe emozioni, ci aiuta a capire meglio noi stessi; ci aiuta a spiegare come mai un rapporto, nel corso degli anni, muta e si trasforma, il perché un amore finisce o ancora perché si tende ad innamorarsi spesso della persona sbagliata. Per tutto esiste una domanda, ed è nella natura dell’uomo trovarne la risposta.

sabato 30 marzo 2013

Oliver Sacks - Risvegli







Un semplice neurotrasmettitore, il levo-dopa, è in grado di risvegliare la vita, le emozioni e l’amore, nei pazienti affetti dall’encefalite letargica!



Oliver Wolf Sacks (Londra, 9 luglio 1933) è un neurologo e scrittore inglese, che vive e lavora negli Stati Uniti d'America, autore di diversi libri di successo basati sulle storie cliniche e umane dei propri pazienti e delle loro patologie neurologiche.





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Il suo libro più noto è Risvegli (Awakenings), dal quale è stato tratto il film omonimo con Robin Williams e Robert De Niro, e a cui sono seguiti i noti Su una gamba sola e L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello.
Sacks ha approfondito un genere letterario - quello delle storie cliniche - risalente alla tradizione del XIX secolo. Il suo esempio preferito di questo genere è La mente del mnemonista (Viaggio nella mente di un uomo che non dimenticava nulla) di Aleksandr Lurija.


Biografia
Laureatosi presso il The Queen's College di Oxford, è oggi il titolare di una cattedra di Neurologia presso la Columbia University. Ha vissuto a New York dal 1965, dove ha uno studio. Nei suoi libri, Sacks descrive i casi clinici concentrandosi non soltanto sulle descrizioni scientifiche delle patologie ma anche e preferenzialmente sull'esperienza personale dei pazienti.





Oliver Sacks 2






Molti dei casi che racconta sono incurabili, e il tema principale del racconto è quello dei diversi modi in cui le persone si adattano alle loro diverse disabilità. Nell'ottica di Sacks, tuttavia, l'adattamento non è passivo e giunge a modificare sostanzialmente la stessa base patologica. La concezione di Sacks infatti postula l'unità olistica delle strutture nervose, per cui una funzione danneggiata collocata in una certa area, può essere vicariata e in parte corretta dall'uso sinergico di altre aree. Tipico il caso dell'afasico che riesce a parlare cantando o del discinetico che si muove alla perfezione se accompagnato da musica. Nello stesso senso va inteso l'uso della narrazione così come intesa dalla narratologia.
Da un suo famoso libro, Risvegli, è stato tratto un film in cui Sacks è stato impersonato da Robin Williams e uno dei suoi pazienti da Robert De Niro. Risvegli narra l'esperienza del trattamento di pazienti post encefalitici affetti da encefalite letargica con L-DOPA durante gli anni sessanta.





Oliver Sacks 3






In altri suoi libri, descrive casi di sindrome di Tourette, degli effetti del morbo di Parkinson e di fenomeni meno conosciuti, come la visione cieca, la Sindrome di Korsakov e altri.
Tema trasversale alla sua trattazione è quello della "romantic science", ovvero la necessità di promuovere una scienza e una clinica che, pur nel loro assoluto rigore, non dimentichino mai la fondamentale attenzione alla "dimensione umanistica" (nel senso delle necessità e dei bisogni della soggettività umana), che le dovrebbe sempre criteriare.




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Risvegli
Risvegli (Awakenings) è un film del 1990 diretto da Penny Marshall, con Robert De Niro e Robin Williams.
Basato sui ricordi e l'esperienza di Oliver Sacks raccolte in un suo libro omonimo (usato da Harold Pinter come base per la sua opera teatrale A Kind of Alaska messa in scena nel 1982), è stato nominato agli Oscar per miglior film, migliore sceneggiatura non originale e miglior attore (De Niro).
Piccoli cameo del jazzista Dexter Gordon che appare come paziente e dell'allora sconosciuto Vin Diesel che interpreta un inserviente dell'ospedale.





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Trama
Il film racconta la storia vera di un dottore (Oliver Sacks, nella finzione Malcolm Sayer, interpretato da Williams) che, nel 1969, scopre l'effetto positivo di un nuovo farmaco, la L-DOPA, sulla scorta delle nuove evidenze che il farmaco stava allora acquisendo nella terapia del morbo di Parkinson. Egli somministra questa "medicina" ad un paziente affetto da catatonia. Questo stato rappresentava l'evoluzione finale dei danni cerebrali provocati, decenni prima, dall'encefalite letargica, una patologia dovuta a un virus non ancora identificato, che si manifestò come pandemia nell'arco di tempo 1917-1924.





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Il dottor Sayer osservò una somiglianza tra la condizione dei pazienti catatonici a cui somministrò la levo-dopa e l'amimìa e acinesìa tipiche dei pazienti parkinsoniani. Leonard Lowe (interpretato da De Niro) e il resto dei pazienti vengono risvegliati dopo aver vissuto per decenni in stato catatonico e si ritrovano a vivere una vita del tutto diversa dalla precedente.
Sayer ha rimosso tutti i suoi pazienti da uno stato quasi incosciente ma, col passare del tempo, capisce di non poterli fermare dal ritornare di nuovo nello stato "dormiente".





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La Levo-dopa infatti dà rapidamente assuefazione, da qui la necessità di un continuo incremento del dosaggio, con la comparsa degli effetti collaterali tipici come tic, movimenti involontari, allucinazioni e cambiamento dell'umore con note di aggressività e deliri persecutori. Leonard Lowe, il primo paziente ad essere "risvegliato", è anche il primo a sviluppare gravi problemi a causa degli effetti collaterali del farmaco, e tutti gli altri pazienti non vogliono arrivare alla sua stessa situazione.





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Col passare del tempo, Leonard comincia ad avere spasmi per tutto il corpo, a fare fatica a muoversi ed a parlare a causa dei frequenti tic. Leonard, comunque, chiede a Sayer di continuare a dargli la medicina, di controllarlo e di filmarlo poiché vorrebbe un giorno contribuire alla scoperta di un medicinale che potrebbe salvare la vita ad altri. Egli si interessa inoltre ad una donna di nome Paula, il cui padre è uno dei pazienti dell'ospedale.
Leonard e Sayer, inoltre, si scontrano con l'amministrazione dell'ospedale che si rifiuta di permettere loro di far uscire i pazienti. Sayer, riluttante, accetta la decisione mentre Leonard vuole cominciare a vivere la sua nuova vita dopo essere stato per molti anni addormentato.





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Presto però Leonard torna al suo stato catatonico, e ciò si rivela molto difficile da accettare per le infermiere, per Sayer, ma specialmente per la madre di Leonard. Sayer dice al gruppo di assegnazione dei donatori dell'ospedale che, sebbene il "risveglio" non possa essere totale, può essere una ripresa di vita anche solo per un piccolo periodo. Sayer, tuttavia, si sente depresso per non essere riuscito a "risvegliare" del tutto Leonard, ma Eleanor gli rivela che Leonard lo considerava il suo migliore amico. Sayer, ricordando il consiglio dello stesso Leonard di vivere ogni minuto della vita, chiede a Eleanor di uscire a prendere una tazza di caffè insieme.





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