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lunedì 30 luglio 2012

Il bacio di Times Square






È il bacio più lungo della storia: sono passati 67 anni ma il mistero di "The Kiss" è ancora fitto come l' abbraccio liberatorio della coppia che fece sognare di gioia l' America e il mondo intero. Ricordate la famosissima foto di Life? Il marinaio che afferra per la vita e inchioda al bacio l' infermiera di bianco vestita sullo sfondo inconfondibile di Times Square. È il 14 agosto del 1945 e la radio ha appena annunciato al mondo libero che la guerra è finita: il Giappone si è arreso. New York è 


Il bacio di Times Square - originale
  

una festa di gioia e follia. «E nell' eccitamento di quell' annuncio» dice oggi George Caldorisi, uno dei due autori di The Kissing Sailor, il libro che pretende di districare la leggenda dell' ignoto marinaio «lui sbucò nel mare di folla dischiuso dalle porte del Radio City Music Hall: deciso a baciare la prima infermiera che avrebbe incontrato». Già, ma lui chi? Gli autori del "Bacio del marinaio" non hanno dubbi: il "kissing sailor" ha un nome e cognome, George Mendonsa, oggi battagliero pensionato del Rhode Island. È lui il simbolo della guerra finalmente finita, l'


Il bacio di Times Square -Alfred Eisenstaedt
  

ignaro marinaio immortalato da Alfred Eisenstaedt, il mitico fotoreporter che in soli quattro scatti seppe fermare per l' eternità quella duplice liberazione: dalla guerra e della sensualità. Ma che prove hanno Caldorisi, un ex aviatore dell' US Navy specializzato in ricostruzioni di guerra, e Lawrence Verria, insegnante di storia proprio di Providence, la città del misterioso marinaio, per sciogliere il mistero lungo quasi tre quarti di secolo? Quella straordinaria foto in bianco e nero sarebbe rimasta un' icona senza nomi e volti se a più di trent' anni dallo scatto una donna non avesse bussato alla porta del 


Il bacio di Times Square - oggi riproduzione Times Square
  

fotoreporter. È un giorno del 1979 quando Eisenstaedt legge con un briciolo di commozione la lettera di una certa Edith Shain. La signora chiede di potere avere una copia della foto: «Perché quella ragazza sono io». Il fotografo decide d' incontrarla. E di acconsentire a quel "riconoscimento" tardivo dopo un rapido e discreto sguardo all' unica parte di corpo ben visibile nella foto: le gambe. Malgrado la benedizione del maestro, però, Edith muore due anni fa senza quel simbolico riconoscimento. E qui la storia si fa più complicata: con un giallo nel giallo. La scoperta della donna spinge Life, la rivista della foto, a lanciare un appello all' ignoto marinaio: perché non viene fuori anche lui? E qui la prima sorpresa: non solo si presentano più marinai, da un certo Glenn McDuff appunto a George Mendonsa, ma


Il bacio di Times Square - Edith Shain
  

anche diverse altre infermiere, con una certa Greta Friedman che sembra avere più chance della stessa Shain... Che fare? Life decide di riconoscere la buona fede di tutti: in fondo in quel giorno di festa a centinaia si abbracciarono a Times Square e chissà quanti pensavano di essere proprio loro quelli della foto. Ma la salomonica sentenza non placa George: che con la stessa irruenza con cui nella foto abbraccia quella che anche lui, ora, è convinto sia Greta, querela Life per i diritti d' immagine. Il libro dei due studiosi raccoglie ora le prove del vecchio marinaio. Che con altro colpo di scena chiama in causa un supertestimone: 



Il bacio di Times Square - oggi


la moglie Rita. È lei la donna che si vede dietro alla coppia in fotografia: è lei la paziente fidanzata d' allora, per strada con quel marinaio, che per celebrare la fine della guerra aveva esagerato con i brindisi, e baciava le ragazze a destra e a manca. Non basta. Mettendo a confronto i pretendenti e la foto, gli studiosi sarebbero riusciti con supertecniche da "Csi" a stabilire che il marinaio è proprio Mendonsa: identificando perfino i tatuaggi. Mistero svelato? Macché. Gli altri aspiranti, ovviamente, non si arrendono: altro che guerra finita. E altro che apostrofo rosa tra "T" e "Amo". Il bacio più lungo della storia sarà, anche questo, un apostrofo: ma resterà per sempre giallo.

La storia dei due baci.
Date un’occhiata a questa foto e ditemi se la riconoscete:



Il bacio di Times Square - altra foto di Victor Jorgensen



E’ divertente essere qui dentro, dal monitor riesco a vedere espressioni concentrate e sguardi solo un po’ corrucciati. Occhi che sembrano dire “Sembra una delle foto più famose della storia”, e la chiave è esattamente nel primo dittongo del vostro pensiero: sembra. Sembra quella foto, e non lo è. La foto che avete in mente è stata scattata da Alfred Eisenstaedt a New York il 14 agosto del 1945 durante la parata di celebrazione della vittoria sul Giappone. E’ lo stesso fotografo, reso immortale da questo scatto, a ricordare che “mi muovevo con la mia Leica ma non riuscivo a trovare una inquadratura che mi convincesse. All’improvviso vidi qualcuno vestito di bianco. Mi girai e scattai mentre il marinaio baciava l’infermiera. Se lei avesse avuto un vestito nero, non avrei mai scattato quella foto. Se lui fosse stato in divisa bianca, idem”. Il risultato di quel magico istante eternato da un otturatore fu questo 



Il bacio di Times Square - originale di Eisenstaedt


Venticinque anni dopo, Eisenstaedt ricevette una lettera di Edith Shain. Una dolcissima signora (scomparsa nel 2010 a 91 anni) che sosteneva di essere l’infermiera ritratta in quell’immagine. E siccome in queste cose gli americani ci sanno fare, Life pubblicò la storia di Edith nell’agosto del 1980, chiedendo che il marinaio facesse un passo avanti e si rivelasse. Tutto il mondo è paese, ed ovviamente si presentarono in tredici. Normale, direi: provate a fare un giro a Milano e a chiedere quanti fossero nei pressi del Pirellone quando fu colpito dall’aereo guidato da un pensionato svizzero. Scoprirete che il piazzale era affollato da circa 450.000 cittadini, tutti pronti con il naso all’insù.



Il bacio di Times Square - Jorgensen riprodotto a colori


Altrove ci si sarebbe scoraggiati, ma gli americani – lo abbiamo detto – in queste cose ci sanno fare. Appalto assegnato al Mitsubishi Electric Research Lab (MERL) di Cambridge, Massachusetts, e il marinaio è identificato: George Mendonça. Aspettate, la storia non è finita: Mendonça racconta che il 14 agosto 1945 stava guardando un film con la sua fidanzata Rita quando la coppia sentì le grida di felicità per la fine della guerra. I due escono abbracciati di casa, si perdono nella ressa, Mendonça ne ha bevuti alcuni di troppo e appena vede una (bella) infermiera la abbraccia e la bacia appassionatamente. Tenetevi forte: in una delle quattro fotografie del bacio si intravede proprio Rita, che deve averlo perdonato se è vero che seguirono decenni di sereno matrimonio… Ah, già, ma vi è rimasto il dubbio: e quella prima foto così simile a quella più celebre? Beh, fu scattata dal fotografo della U.S. Navy Victor Jorgensen e pubblicata sul New York Times un giorno dopo quella di Eisenstaedt. Quando si dice la sfortuna: di Jorgensen oggi si ricordano davvero in pochi.


I monumenti 1



Il mito non si ferma e nel 2010 a Civitavecchia, nella grande provincia di Roma, è stata collocata una statua che deriva dalla fotografia: davanti alla scalinata centrale di piazza degli Eventi (inaugurata alla fine del luglio 2010, nell’ambito dell’ampia riqualificazione della Marina) è stata collocata una statua che 


Il bacio di Times Square - Monumento Civitavecchia Italy
  

illustra la celebre fotografia di Alfred Eisenstaedt, del bacio in Times Square, a New York, scattata il 14 agosto 1945, durante i festeggiamenti seguìti all’annuncio della fine della Seconda guerra mondiale.
Per quanto distante e distaccato da definizioni altisonanti, per questa fotografia non posso evitare l’appellativo di “icona” (e come tale illustra anche la copertina del recente casellario 50 icone della fotografia – Le storie dietro gli scatti, di Hans-Michael Koetzle, pubblicato da Taschen Verlag). Nelle intenzioni della municipalità di Civitavecchia, attraverso l’appassionato bacio del marinaio e della crocerossina (infermiera), questa collocazione si propone di proiettare pace e speranza in un futuro di libertà. La scultura monumentale, di nove metri di altezza e settanta tonnellate di peso, realizzata da Stewart Johnson, rimarrà sulla piazza degli Eventi per quattro mesi (salvo proroghe). Ovviamente, è già meta turistica, con immancabili fotoricordo.

I monumenti 2

Siamo ancora a raccontare che il 10 feb 2012 viene eretto ancora un altro monumento Unconditional Surrender (resa incondizionata), è il nome dell’enorme statua realizzata dall’artista J. Seward


Il bacio di Times Square - Monumento San Diego
  

Johnson realizzata per commemorare la famosa fotografia, scattata da Alfred Eisenstaedt alla fine della seconda guerra mondiale. La scultura è stata installata e scoperta il 10 febbraio nel Mole Park di San Diego.
La foto di Eisenstaedt rappresentava un marinaio nell’atto di baciare un’infermiera a Times Square, il 14 agosto del 1945, subito dopo l’annuncio del VJ-Day (giorno della vittoria). La statua riproduce fedelmente, in grandi dimensioni, l’immagine dei due protagonisti, presi in un abbraccio strettissimo e un bacio passionale. Edith Shain, l’infermiera immortalata nella foto di Eisenstaedt, e alcuni membri del Pearl Harbor Survivors Association Inc., hanno partecipato alla cerimonia insieme a centinaia di residenti di San Diego.
“Questa statua riporta tanti ricordi di pace, amore e felicità”, ha detto Shain. “C’è molto romanticismo nell’opera, ma trasmette una sensazione di speranza per tutti quelli che la guardano. Del momento del bacio non mi ricordo molto, è successo tutto così in fretta ed è accaduto al momento giusto. Non ho nemmeno guardato il marinaio che mi baciava. Ho chiuso gli occhi e goduto il momento, come qualsiasi donna avrebbe fatto”. I marinai presenti alla cerimonia hanno avuto l’opportunità di incontrare la donna della fotografia famosa in tutta la comunità dei Marines, e un po’ in tutto il mondo.


domenica 29 luglio 2012

Ciao maschio!






Ciao maschio

L’uomo over 40 non sa più ascoltare. Ecco perché oggi secondo un sondaggio di CougarItalia.com, il portale dedicato alle donne mature che desiderano conoscere uomini più giovani, una quarantenne su 2 è tendenzialmente una "Cougar", termine ormai di uso comune con il quale si identificano le signore più o meno giovani che, consce della loro femminilità e della loro esperienza, preferiscono accompagnarsi a ragazzi molto più giovani di loro, prestanti e dinamici.



ashton kutcher



Secondo il sondaggio di CougarItalia.com una quarantenne su 2 “scappa” dal partner over 40 perché poco sensibile alle sue esigenze. E proprio per questo oggi più della metà delle quarantenni preferisce un uomo più giovane. 



salma hayek



Secondo loro un ragazzo ventenne o trentenne si dimostra maggiormente in grado di ascoltarle, di capirle e di essere più presente rispetto a un quarantenne o peggio ancora ad un cinquantenne.


ryan reynolds



Così tra l’ansia legata alla linea che accompagna il gentil sesso in questo periodo dell’anno che vede l’avvicinarsi dell’estate e il crescente bisogno di trovare un partner che le sappia veramente ascoltare, oggi il modello ideale di uomo è rappresentato da attori ventenni come Zac Efron o comunque poco al di sopra dei 30 anni come Ryan Gosling, Ryan Reynolds e Ashton Kutcher.



monica bellucci



L’attore canadese Ryan Gosling (31 anni), protagonista insieme a George Clooney del film “Le Idi di Marzo”, piace particolarmente alle quarantenni romane (33% delle preferenze). Mentre a Milano la maggiorparte delle preferenze (31%) vanno ad un altro attore canadese: Ryan Reynolds (35 anni), protagonista insieme a Denzel Washington del film “Safe House - Nessuno è al sicuro”.



zac efron



A livello nazionale entrambi gli attori hanno registrato il maggior numero di preferenze: la maggiorparte delle quarantenni italiane dichiara infatti di preferire il trentunenne Ryan Gosling (35%) e il trentacinquenne Ryan Reynolds (34%). Tra le altre preferenze espresse dalle donne figurano quelle per Ashton Kutcher (12%), protagonista del film “Toy Boy” e nella vita reale per molto tempo “toy boy” di Demi Moore (di 15 anni più grande di lui), e per Zac Efron (9%) protagonista di “Capodanno a New York” insieme ad Halle Berry, e di "Ho cercato il tuo nome" da poco uscito nelle sale cinematografiche.



elle mcpherson



Oltre alla preferenza per gli attori più giovani quali modelli di uomo ideale, dal sondaggio di CougarItalia.com realizzato su un campione di 2.000 donne italiane, emerge anche uno spiccato malcontento per il comportamento degli uomini over 40, ritenuti egoisti, noiosi e anche superficiali. Ecco perché un’italiana su 2 manda in pensione il quarantenne italiano, ormai incapace di stabilire una relazione vera e duratura.


ryan gosling



Il 32% delle quarantenni ritiene che gli uomini over 40 si avvicinano spesso più per interesse che per stabilire una relazione sincera. Per il 18% i quarantenni sono egoisti, per il 15% tendono a fuggire da qualsiasi responsabilità, per il 13% sono superficiali e per il 12% incapaci di ascoltare.
«La stragrande maggioranza delle quarantenni (52%) afferma invece che con un uomo più giovane ci si capisce di più, ci si può confidare e si può costruire una relazione più autentica e duratura» (Giusy Bianchetti)



halle berry

Pensieri e parole 9 - Twilight saga






FARE L AMORE - Complici di un desiderio centellinato! Atteso, fremente, mentre i corpi si fondono con l anima! Bocche spalancate piene di desiderio, di un nettare d ambrosia! Voglie che esplodono a piene mani, che afferrano, stringono ogni cosa! Braccia, gambe, spalle, sciolte in un mare di beatitudini! Profumi, effluvi, carezze infinite, dolci languori, punteggiati da frasi sconnesse! Una voglia ancestrale di unire e di essere unito! Un rito perpetrato da milioni e milioni di anni, sempre nuovo, sempre incandescente, sempre creativo!  

The Twilight Saga  - Kristen Stewart e Robert Pattinson



BRONCOS - Voglio cavalcarti come un puledro di razza! Un Bronco selvaggio, che scalpita, Nitrisce, Sbuffa, morde! Una forza della natura quando ti aggrappi al collo e senti le vene gonfie per il furibondo galoppo! Qualcosa da stringere e tenere, mentre Scalcia e ansima come una vaporiera!


INCONTRO - Sorpreso, addormentato, confuso! Correre per vedere, per sapere se fosse un sogno o una realtà! Poi in lontananza un volto in mille volti, una voce tra mille voci, due occhi di gatta, due braccia aperte! Un tuffo spericolato, un balzo felino e il mondo non esiste più! Tutte le delizie del mondo, tutte le beatitudini si annullano in un abbraccio! Poi volti, capelli, mani, braccia, bocche, occhi, serrati in un attimo!


The Twilight Saga  - Kristen Stewart e Robert Pattinson 2



IMPRINTING - Passeggiare con te, guardare te, fermarmi con te! Ascoltare te, rendermi conto che la tua voce è più sublime del suo significato! Perdermi nel senso delle tue parole, come il melodioso garrire degli uccelli! 


DOLORE - Sordo, ossessivo, lancinante ottuso, lacerante, il dolore si apre nella mente, nelle viscere, nel pensiero! Lo spirito è immobile, il dolore è fisico, personale, eucaristico! Dilania, squarcia, ottunde, isola, blocca la mente!

The Twilight Saga  - Kristen Stewart e Robert Pattinson 3



AMORE E VITA - E' bello sentirsi dire che manchi a qualcuno! Che vali, che conti, che sei indispensabile, che sei un ossessione! Aumenta la tua voglia di vivere, di avere uno scopo! E bello sapere  che qualcuno ti cerca, a cui piaci! Avere in chi specchiarti, in chi sentirti femmina o maschio pienamente desiderabile!



AMO - Amo il tuo modo di vestire, di incedere, di indossare! Amo il tuo volto, le tue mani, le tue gambe! Amo i tuoi lineamenti pastello, i tuoi capelli espressivi, i tuoi chiffon vaporosi! Amo quando aprì le braccia e mi accogli come una cosa sola!

The Twilight Saga  - Kristen Stewart e Robert Pattinson 4



PROUST - Ora che sei il mio passato, aggredisci come il "tempo perduto" di Proust! Sono assalito dalle tue gambe, dai tuoi occhi, dalla voce, dal incavo del monte di venere, dalle labbra e dalle mani! Mi ossessioni! Il tuo sorriso, la maniera come cammini, i tuoi capelli, i tuoi vestiti, la tua vita, il tuo bacino mi levano il respiro! Mi piace parlare con te, fare l amore, tenerti tra le braccia! La tua immagine è un desiderio ossessivo! 



MAIA DESNUDA - Mi hai sparato tutto quello che sei negli occhi, foto in bikini, a seno nudo, in auto, in pubblici consessi e chi più ne ha più ne metta! Gambe da far impallidire bellerine di fila! Seni da oscurare star del cinema, ma su tutto una femminilità senza pari, lineamenti immortali, come "la maya desnuda" del Goya!


The Twilight Saga  - Kristen Stewart e Robert Pattinson 5



LA FONTE DELLA GIOVINEZZA - Quando passo le dita tra i tuoi capelli e scendo fino al collo, la mia mente si inceppa! Le mani avvertono il calore del tuo corpo, mentre pulsa la vita che scorre in te! Il primo impulso è di ghermire le tue labbra! Quando le sento morbide, avviluppate a me, tutto cessa! E' come bere alla fonte dell eterna giovinezza! Il tempo si ferma in un caleidoscopio di suoni, luci, colori! E mi perdo!


GAMBE, GAMBE - Che gambe, che gambe, le più lunghe, le più sode, mai viste, ma com è possibile una cosa così ... e fossero solo gambe! Inguainate nelle autoreggenti, strette in un tubino scuro alla Bellucci, irrompono nel mio immaginario! Sei proprio bella! Ma bella da morire! C è da impazzire!


The Twilight Saga  - Kristen Stewart e Robert Pattinson 6



ARMANI - Ogni giorno è uno spettacolo, ogni giorno indossi l umore che porti! Ogni dettaglio è testimone di un tassello dell anima! Il colore, la stoffa, il capo, sono strumenti che parlano, gridano, si animano a chi li recepisce! Come muti testimoni dei coloratissimi Metal Hurlant o tenui mix di Armani in un autunno grigio glaciale, cacao dorato o verde metal !


RITRATTO - Capelli lunghi, mesciati, lisci, bocca Purpurea, occhi fulminei, collo elegante, mani audaci, seno prospero, superbo, bacino immenso, vita stretta a palmo di mano, spalle tornite, ginocchia perfette, fianchi larghi a baluardo, accoglienti! E Vesti un incanto!

The Twilight Saga  - Kristen Stewart e Robert Pattinson 7

venerdì 27 luglio 2012

Gilda






Gilda


Buenos Aires, 1945: lo scaltro giocatore e baro Johnny Farrell viene assunto da Ballin Mundson, proprietario di una bisca di lusso, e diventa il suo braccio destro. Al ritorno da un viaggio Ballin torna accompagnato da Gilda, appena sposata. L'incontro tra Johnny e Gilda è piuttosto freddo; i due sembrano conoscersi ma non lo danno a vedere. L'irrequieta Gilda sa di essere stata comprata dal marito ma non riesce a comportarsi secondo le regole; spesso Johnny è incaricato di seguirla e ricondurla al dovere. L'odio tra i due rivela un precedente rapporto d'amore deluso. Durante la festa del carnevale un uomo 


Gilda - Locandina
  


viene assassinato nel locale. Ballin fugge inseguito dalla polizia e mette in scena la sua morte: ha bisogno di sparire per un po' di tempo. Johnny, convinto della sua morte, sposa Gilda, beneficiaria del testamento, ed assume le redini dell'organizzazione che si occupa, tra l'altro, del monopolio del tungsteno. Gilda appare finalmente felice ma Johnny la trascura e le rende la vita impossibile tanto da spingerla a fuggire a Montevideo. Lei cerca di ottenere l'annullamento del matrimonio ma Johnny non ne vuole sapere: è un insanabile rapporto di odio-amore. Nel frattempo il locale viene chiuso dalla polizia e Johnny decide di collaborare, consegnando ad un commissario i documenti di Ballin sul monopolio illegale del tungsteno. Gilda intanto decide di lasciare Buenos Aires una volta per tutte e Johnny decide di seguirla per ricominciare una nuova vita insieme. Ma ricompare Ballin, intenzionato ad ucciderli perché lo hanno tradito, ma, 


Gilda - Glenn Ford e Rita Hayworth
  


proprio mentre sta per farlo, è colpito a morte dall'addetto ai bagni del locale, molto amico di Johnny. Ora Gilda e Johnny sono liberi di partire per proseguire la loro storia d'amore.

Critica 1 :Ballin Mundson, proprietario di un casinò di Buenos Aires, che gli serve da copertura per un trust che controlla la produzione del tungsteno, sposa un'ex ballerina, già amata da Johnny, il suo fedele collaboratore. Il triangolo che si regge su un complesso rapporto di amore-odio non si spezza nemmeno con la morte di uno dei tre. Film di culto per i fan di Rita, corpo d'amore ribelle al suo ruolo di oggetto, che canta meravigliosamente "Put the Blame on Mame" e danza splendidamente  "Amado mio". L'assurdità dell'intrigo diventa un difetto secondario in questa miscela di noir e melodramma passionale in cui i dialoghi 


Gilda - Rita Hayworth
  



di Marion Parsonnet sono di un Kitsch che sfiora il sublime. La latente carica omosessuale di questa pietra miliare nella storia del divismo fu scoperta soltanto dalla critica europea.


Critica 2:
Gilda, distribuito nel 1946, ha avuto un successo enorme. Era il film che i soldati americani appena tornati dal fronte andavano a vedere con la moqlie o le fidanzate, le quali spesso tornavano a vederlo una seconda volta per scoprire il segreto del magnetismo di Rita Hayworth. Gilda è stato anche il film che fece della Hayworth l'attrice cinematografica più conosciuta del mondo da quando la prima bomba atomica, che esplose dopo la guerra presso le isole Bikini, venne battezzata “Gilda l’atomica” dall'equipaggio incaricato del lancio con il titolo del film. La rivista «Time» raccontò così l'avvenimento: 'L'equipaggio di tecnici che ha battezzato il 


Gilda - Glenn Ford e Rita Hayworth  2
  


missile con il nome di Gilda, in omaggio all'ultimo film della rossa diva della Columbia, gli ha anche amorevolmente incollato sopra una fotografia dell'attrice. II tributo spontaneo ha fatto guadagnare alla Hayworth altrettanta pubblicità di quanta se n'è assicurata Gilda esplodendo nelle classifiche degli incassi. Si è trattato per la Columbia del più incredibile colpo pubblicitario mai fatto in assoluto. E per di più gratis».
La Hayworth era riuscita a fare della donna dalla moralità ambigua e dai sentimenti instabili prevista dalla storia, una straordinaria presenza sessuale, attorno a cui ruotavano il film e la stessa attenzione del pubblico. Nonostante gli ambienti esotici e gli intrighi internazionali evocati da una sceneggiatura più scombinata del solito, la vera "suspense" di Gilda continuava a riguardare la protagonista, di cui il pubblico si chiedeva per quanto sarebbe riuscita a portare l'abito senza spalline, mantenendolo in bilico sulle preoccupazioni della censura. Nonostante le contraddizioni del personaggio, che con altre attrici sarebbe probabilmente franato nel ridicolo, la Hayworth riuscì a fare del personaggio di Gilda, sensuale, tempestosa, amorale, vendicativa e bellissima, una creatura dal fascino misterioso e irripetibile.
Gilda è anche il film in cui si può sentire per un attimo la vera voce della Hayworth cantare. Se in quasi tutte le canzoni è 


Gilda - Rita Hayworth l'atomica
  


doppiata da Anita Ellis, è con la sua voce che canta e strimpella su una chitarra il ritornello di «Put the Blame on Mame», rivelando una voce melodiosa e intonata. Si sa, del resto, che aveva cantato nella rivista musicale "Charlot's Revue", presentata nel 1940 al Capitan Theatre di Hollywood.
La critica infierì generalmente su Gilda, considerandolo tutt'al più "spazzatura di classe" ma salvando di solito l'attrice.
L'espressione è di Kate Cameron, che ne scrisse sul «Daily News" di New York: «I personaggi dei dramma sono interessanti e ben interpretati, e, anche se la storia ha tutti gli elementi della "spazzatura d'alta classe", il regista Charles Vidor e i suoi sperimentati attori, gli assicurano una certa efficacia e una certa suspense». Ruth Waterbury ha scritto nel «Los Angeles Examiner «Rita Hayworth, che recita per la prima volta in un ruolo drammatico, si dimostra un'intelligente donna di spettacolo. E' un'attrice che riesce ad 


Gilda - Rita Hayworth  2
  



essere molto commovente, dotata di una straordinaria gamma di possibilità drammatiche. Per non parlare della sua bellezza. Il risultato è un melodramma fastoso e affascinante. Se la storia è inverosimile, potete tranquillamente ignorarla concentrandovi sulla protagonista». Louise Levitas sul «New York PM» ha scritto: «Il film oscilla lentamente da un climax all'altro, sempre sul punto di esplodere, ma senza mai riuscirci veramente, tranne quando la Hayworth è presente sullo schermo. Nei suoi aderenti abiti da sera, che riescono appena a contenerla, la Hayworth si muove come un felino, suscitando violente emozioni. La parola magica per Gilda è opulenza».

Critica 3
Nonostante l'enorme successo di pubblico (nelle prime visioni americane Gilda guadagnò tre milioni di dollari), la critica italiana fu abbastanza severa nel giudicare il film. Tra forzature (lo scontro per il controllo di un improbabile monopolio del tungsteno) e poco credibili espedienti narrativi (le circostanze casuali in cui viene a comporsi il triangolo affettivo alla base del plot), Gilda ripercorre molti dei luoghi del noir. A cominciare dalla voce fuori campo (quella del personaggio interpretato da Ford) cui è affidato il compito di 


Gilda - Rita Hayworth "dark lady"
  


accompagnare lo spettatore attraverso la vicenda. Come in altri film coevi dello stesso genere (Detour, La signora di Shanghai, La fiamma del peccato) il suo ruolo di razionale ed oggettiva riproduzione dei fatti entra in conflitto con l'immagine del narratore che emerge dalle immagini, introducendo nella visione elementi di spaesamento e precarietà. Progressivamente, Johnny rivela una personalità disturbata, con elementi di misoginia, sadomasochismo, probabili pulsioni omosessuali. Il tema della latente omosessualità del protagonista che spesso, in tempi di Codice Hays, trovava espressione sotto forma di comportamenti misogini, resta controverso. Glenn Ford


Gilda - Rita Hayworth  3
   


sostenne di essere stato perfettamente consapevole, con George Macready, di dover "interpretare due omosessuali", ma fu smentito dal regista. Le circostanze e le responsabilità del disastroso fallimento della precedente relazione tra Gilda e Johnny restano avvolte nel mistero. Quest'ombra di un passato, ignoto allo spettatore, che grava sulle psicologie e sui comportamenti dei personaggi è un altro elemento ricorrente del noir. Come l'ambientazione in paesi esotici o lontani (in questo caso l'Argentina), «in atmosfere equivoche o sensuali, dove l'eroe occidentale affonda nello smarrimento e nella tentazione della perdita di sé». Fondamentale nella creazione di queste atmosfere è la bella fotografia di Rudolph Matè, che peraltro si sarebbe cimentato nel "noir" anche come regista (soprattutto in Due ore ancora).



Gilda - Glenn Ford e Rita Hayworth  3


La "dark lady"
«...una donna, perché sembra una cosa e all'improvviso, sotto i tuoi occhi, ne diventa un'altra, completamente diversa.» Così, in uno dei tanti dialoghi ambigui ed allusivi che punteggiano il film, si esprime Johnny, per denotare il genere sessuale del bastone da passeggio che l'amico Macready porta sempre con sé, oggetto all'apparenza innocuo, ma munito al suo interno di una micidiale lama di acciaio. La figura della "dark lady", spregiudicata, infedele, dannatrice è forse il carattere più tipico e 


Gilda - Rita Hayworth  4
  


popolare del noir. Tuttavia, come nota il critico cinematografico Renato Venturelli, non è infrequente il caso di ritratti femminili la cui ambiguità è solo il prodotto di un distorto sguardo maschile. È così anche per Gilda. La sua ricerca di libertà, i suoi atteggiamenti provocatori, i suoi tradimenti, rappresentano un tentativo di risolvere il conflitto tra la persona reale e la maschera di oggetto del desiderio che le è stata imposta. Rivelatore, al proposito, lo strip-tease, avvolto in un'atmosfera onirica, in cui, mentre canta (peraltro doppiata, come in tutti gli altri pezzi musicali del film) Rita scatena la fantasia di pubblico e spettatori, pur togliendosi un solo guanto.
A partire dagli avvenimenti legati alla carriera dell'attrice, la cui immagine, dal cambiamento del nome, sino al colore e all'attaccatura dei capelli, fu costruita a tavolino dagli studios (soprattutto la Columbia Pictures), inevitabilmente, nel personaggio di Gilda sono stati individuati riferimenti a Hollywood, come macchina per la produzione dei sogni, e allo star-system. Il fatto che la prima bomba atomica fatta esplodere nel dopoguerra, 


Gilda - Glenn Ford e Rita Hayworth  4
  


sull'atollo di Bikini, fosse stata soprannominata Gilda dai soldati e che Franklin Delano Roosevelt, dopo l'uscita del film, definisse l'attrice "una formidabile istituzione americana" testimoniano dell'impatto esercitato da quell'interpretazione sull'immaginario collettivo. Fu il primo ruolo drammatico dell'attrice, che, negli anni successivi, non riuscì più a sottrarsi al personaggio della femme fatale; dal successivo La signora di Shanghai, diretto nel 1947 dal marito Orson Welles, continuando con Gli amori di Carmen del 1948 (ancora Charles Vidor) e con Trinidad del 1952, diretto da Vincent Sherman.