Elenco blog personale

domenica 30 settembre 2012

Lei ! (Anna Galiena 5)





 Lei !



MI PIACI - Dunque:  fisikamente mi piaci ... x la tua etå nn 6 male ..... 6 una xsona ke mentalmente sa andare al di la delle apparenze ... 6 una xsona pulita dentro ... ke km me ha pianto tanto ma ke in fondo nn si é arreso .... 






Anna Galiena - Il Marito della parrucchiera








FILM OSÈ - Io penso ke tutti vorrebbero essere 1pò folli ..... pkè le follie sn le unike kose ke nn si rimpiangono mai .... Ah! mai visto 1film osè ma potrei smpr girarne 1 kn te! ke proposta indecente, nn mi rikonosko + e pensa ke nn ho ho neanke bevuto!







Anna Galiena - Il Marito della parrucchiera  2








LAMA D'ACCIAIO - Sei una persona fantastica, una di quelle che riescono con le parole a farti fremere, la tua intelligenza mi taglia come una lama ... forse  non esisti ... o sei frutto del mio inconscio ... so solo che ti aspettavo e non voglio sapere se sei vero o fingi, ti chiedo solo di non giocare con me ... ti prego e te lo chiedo con le lacrime sul viso ...







Anna Galiena - Il Marito della parrucchiera  3








EMOZIONI - Qst emozioni mi stanno travolgendo e io nn ho paura di kadere ... kapirå anke lui ... ora ke ti ho trovato nn voglio perderti …



ABBRACCIO - Sai, è proprio da 1abbraccio ke a volte si possono kapire tante kose ... molti mi hanno abbracciata, ma in nessuno mai ho sentito, kome kon te, quel tremore che entra dentro e così skappavo o mi kiudevo km 1riccio...







Anna Galiena - Cuestion de Suerte








UOMINI - Fino a qlk anno fa nn kapivo il suo allontanamento, neanke adesso veramente, ma ho kominciato a guardarmi intorno ... ma gli uomini kn gli attributi sn poki! E poi è arr km 1fulmine a ciel sereno gabry ke x me è 1 maledetto, pke è riuscito in 3gg a farmi sciogliere il sangue nelle vene, a farmi dire ks impensate, a farmi eccitare alla sola idea di 1suo post, kn il suo sapere, l esperienza del suo korpo e della sua anima .., so ke lui è vita e io voglio viverlo, respirarlo, sussultare, senza troppe domande .., e nn me ne frega 1cazzo se una donna nn dovrebbe mai dire qst kose .., voglio gabry! 









Anna Galiena - Cuestion de Suerte  2








IL CORPO - Sai gabry, in tutti questi anni ho imparato a kontrollare il mio korpo, nn potevo fare altrimenti ... del resto nn sn mai stata una tst kalda ... ma mai km in qst momento ho una voglia pazza di essere tua...









Anna Galiena - Cuestion de Suerte  3








FOLLIA - Sai, anke io sono alla ricerka di quella pazza .... a volte si fa raggiungere, altre scivola km grasso kolato .... a volte è kosì dolce  ke quasi mi fa rivoltare lo stomako, altre volte è ripugnante km un veleno ... io nn so bene ki sia ... a volte skappa senza essere inseguita ... poi ritorna piu forte ke mai .... a volte mi fa paura, altre volte la cerko .... io nn so ki sia ...








Anna Galiena - Giorni felici a Clichy








INNAMORARSI - Ma km é possibile innamorarsi kosì di qlkuno senza konoscersi? ...




VOGLIA - Ho una voglia sfegatata di lasciare tutti qua e korrere da te ... ho un gran bisogno di quelle labbra, ma soprattutto di te!




DITO - Posso pensare di sukkiarti il ... dito? Ora il mio è immerso nella nutella ..... 









Anna Galiena - Giorni felici a Clichy  2









LA DOCCIA -  Sto meglio e lo dimostra il fatto ke mi sto rigirando in qs letto kn una smania di te .... io, quella ke ha annullato il suo korpo e le sue emozioni x anni ... ora lo stesso korpo vuole te ... ma kos é ... ho bisogno di una doccia kazzo ... !


sabato 29 settembre 2012

Ci prendono per il naso - I ferormoni






Ci prendono per il naso - I ferormoni


Non lo percepiamo come un odore, ma lo sentiamo a livello inconscio. E forse ne siamo influenzati più di quanto crediamo


Sto arrivando: non lavarti. È tutta qui la celebre lettera che Napoleone scrive alla moglie Giuseppina. Le quattro parole dell'imperatore dicono tutto di quanto desiderio, passione, eccitazione dipendano intimamente da quella parte del cervello, il sistema limbico, il "cervello delle emozioni" e il rinencefalo, il "cervello degli odori", che abbiamo in comune con alcune delle forme di vita più antiche che popolano il pianeta: gli uccelli e i rettili. Sono proprio gli animali a utilizzare al meglio i messaggi chimici per comunicare tra loro, soprattutto per ciò che riguarda il sesso. Noi umani li  abbiamo  chiamati   ferormoni (attenzione, si dice "ferormoni", non "feromoni", letteralmente: "sostanze eccitanti che conducono un altro individuo verso di sé"). Ma li conosceva già uno degli organismi più semplici e antichi della Terra, il Saccaromices cevevisiae. Questo fungo, il comune lievito della birra, si è posto il problema di come comunicare con gli altri suoi simili. Ha preso una decina di aminoaadi, ha costruito un piccolo peptide, l'ha secreto e sparso intorno a sé. 




Amore e ferormoni




Nel peptide, il cosiddetto fattore di accoppiamento, c'era un messaggio d'amore destinato ad altre cellule di lievito. Scritto in lettere chimiche c'è scritto: «sono qui, raggiungimi». A dimostrazione che Napoleone non aveva inventato nulla.

PICCOLI CHIMICI
Ciò che affascina gli endocrinologi della riproduzione è che più o meno la stessa sequenza di aminoacidi la usiamo anche noi, nel nostro cervello,  per  innescare  la cascata di eventi ormonali che governa sessualità e riproduzione. Ma gli animali continuano a essere più bravi degli uomini,  costretti dall'assenza o dalla povertà  del  linguaggio a usare la chimica per comunicare e per accoppiarsi.



 



Gli specialisti sono gli insetti. Veri virtuosi dell'uso dei ferormoni, sono capaci di riconoscere un partner potenziale grazie a una scia chimica secreta anche a molti chilometri di distanza, come fanno le farfalle e le falene, che hanno il loro organo olfattivo nelle antenne. Ma i ferormoni non servono solo per far l'amore. Le api operaie sono chimicamente 'castrate" e riconoscono la loro regina grazie al "ferormone reale" che produce. Il gatto sparge sui divani o sulla moquette l'orina pregna di ferormoni maschili per delimitare il suo territorio.
Nei roditori, i maschi se ne servono per capire se una ratta è disponibile; le femmine per capire se il maschio è il padre dei propri piccoli; e tutti e due usano i ferormoni per accertarsi che l'altro non sia un parente, col quale non ci si accoppia, attraverso una specie di test del Dna. Il kiwi, un uccello neozelandese incapace di volare, identifica la presenza di un verme sottoterra grazie al suo sviluppatissimo olfatto. La lingua biforcuta dei serpenti individua a distanza la presenza invisibile di una preda. E gli esempi potrebbero essere migliaia.
Nel libro L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello (Adelphi, 1985), il neurologo Oliver Sacks racconta di Stephen, uno studente di medicina che grazie all'uso di farmaci e a una transitoria e misteriosa malattia del cervello diventa un "iperolfattorio" e vive un breve periodo durante il quale, come il suo cane, tutte le sensazioni provenienti dagli altri quattro sensi impallidiscono e si sfocano a paragone di un olfatto incredibilmente sviluppato.


Organo vomeronasale nel gatto



IL SESTO SENSO
Stephen impara a riconoscere a distanza, e con assoluta precisione, la fisionomia olfattoria di chi vive intorno a lui. I messaggi chimici provenienti dagli altri sono vividi, estremamente intensi ed evocativi. Passerà il resto della sua esistenza a cercare di recuperare quelle inebrianti sensazioni, frustrato e deluso di non esserne più capace. Ma c’è qualcosa di Stephen in ciascuno di noi; se non ce ne accorgiamo, dipende soltanto dall'anatomia. Gli animali hanno un organo fatto apposta per leggere le sostanze chimiche disperse nell'aria. Si chiama organo vomeronasale e solo nel 1991 si è scoperto che anche la maggior parte degli uomini adulti lo possiede.
  E' una microapertura semilunare posta alla base della cartilagine centrale del naso, che varia da 0,2 a 2 mm, capace di reagire ai ferormoni e non agli odori (per rilevare i quali c'è la mucosa olfattiva). Le fibre nervose sensitive che partono dall'organo vomeronasale non arrivano alla neocorteccia, sede della coscienza, ma si arrestano prima, in corrispondenza del sistema limbico, il cervello emozionale. Sotto il livello della coscienza, quindi. Per questo, quando un ferormone colpisce il nostro organo vomeronasale, diversamente da un profumo che si percepisce, non ce ne accorgiamo. Ma non vuole dire che il messaggio non sia arrivato.



Ferormone femminile molto intenso





L’ODORE DEL SESSO
Per molti anni gli scienziati hanno creduto che l'evoluzione avesse reso inutile la comunicazione ferormonale, e che gli uomini vi avessero rinunciato. Ma molti esperimenti dimostrano tutto il contrario. La prima ad accorgersene è stata Martha McClintock, che nel 1971 dimostrò su Nature che se prendiamo delle ragazze tra di loro sconosciute e le facciamo vivere insieme, il loro ciclo mestruale (i cui tempi sono regolati da quello stesso ipotalamo che riceve i segnali ferormonali) si sincronizza. Il suo stesso gruppo di ricerca ha dimostrato nel 1998 che sono le ascelle femminili a secernere sostanze completamente inodori che sincronizzano i livelli di Lh, l'ormone che controlla l'ovulazione. E non è tutto. Per replicare i recenti esperimenti della dottoressa Carole Ober, dell'Università di Chicago, è sufficiente disporre di t-shirt indossate per un paio di notti da un gruppo di uomini. Chiedete poi a un gruppo di donne (che non conoscono gli uomini) di annusare le magliette, scegliendo l'odore preferito. Non daranno la preferenza a caso: riconosceranno, senza saperlo, la persona con il sistema immunitario più simile a quello del loro padre.
  Gli esperimenti  dell'Istituto  di Etologia Urbana di Vienna, aggiungono poi che se valutiamo i visi (non visti dalle donne selezionatrici) degli "indossatori" delle magliette, gli odori più eccitanti corrispondono ai volti più simmetrici, cioè più belli.




Sezione del derma con annesse ghiandole sudoripare veicolanti i ferormoni







UN INTESA A PELLE
Chiarito che il nostro corpo è capace di inviare segnali chimici, c'era ancora da studiare cosa succede nel cervello quando siamo esposti ai ferormoni. Ci ha pensato, pochi mesi fa, il gruppo di neurobiologi diretti dalla dottoressa Ivanka Savic, utilizzando la Pet, una tecnica che permette di visualizzare le aree cerebrali che si "accendono" alla presenza di un determinato stimolo. Gli stimoli erano costituiti dagli ormoni maschili, gli androgeni, e da quelli femminili, gli estrogeni, cosi come vengono estratti dal sudore ascellare di uomini e di donne.



Ferormone femminile - Estratetraenol




Annusare ferormoni significa cose completamente diverse per un cervello maschile e per uno femminile. Gli androgeni attivano l'ipotalamo delle donne (cioè la risposta ormonale riproduttiva e sessuale) e alla regione olfattoria dei maschi (una zona legata ai comportamenti aggressivi e difensivi); gli estrogeni scatenano esattamente l'effetto speculare. Come dire: la presenza nell'aria di ormoni del sesso opposto stimola (partner potenziale), mentre quelli dello stesso sesso mettono in allarme (rivale potenziale).
L’attrazione tra due persone non può certo essere solo questione di chimica. C'è molto di più, e lo sanno bene gli psicologi che non amano l'uso del metodo scientifico per indagare la sessualità umana. Ma provate a chiedere a una persona innamorata perché lo è: vi elencherà virtù e qualche volta difetti della persona amata. Se insistete però, la risposta sarà sempre la stessa: non lo so, lo sento "a pelle" Questione di ferormoni.
          
Emmanuele A. Jannini


venerdì 28 settembre 2012

Erica Jong seduce il demonio






Erica Jong seduce il demonio


Sesso a gogò, droga e festini nell’America degli intellettuali





Se leggete Sedurre il demonio lasciate perdere le pagine sul ruolo dello scrittore. Possono piacere, forse, a qualche signora dell’Ohio che sia settantenne (come l’autrice del libro Erica Jong, a questo punto) e che abbia un’idea dei letterati da film — appunto — americano e per signore: gente divorata dal Demone della scrittura, che beve molto, seduce leggendo poesie, va a finire i libri in romantici palazzi cinquecenteschi veneziani, ovviamente fatiscenti. Però Jong, da decenni aspirante letterata, è una scrittrice. Quando racconta racconta. Altrimenti non avrebbe venduto 18 milioni di copie del suo Paura di volare, uscito nel 1973; un po’ romanzo di formazione sessuale ebraico - newyorkese, versione femminile di largo consumo del Lamento di Portnoy di Philip Roth; molto libro-apripista che trasformò la rivoluzione sessuale in bestseller, sdoganò il parlare di sesso tra donne, lanciò la fiction femminile autoironica (non sempre riuscita). 



Erica Jong - premiazione 2006



Per cui. Se leggete Sedurre il demonio saltate le parti sulla letteratura e andate alle storie e agli auto-pettegolezzi dell’autrice. Jong era partita cercando di scrivere un manuale per scrittori, ha finito per trattare i suoi argomenti preferiti, il sesso ed Erica Jong. Jong che si nega al «crudele, sexy» Ted Hughes, poeta vedovo della poetessa suicida Sylvia Plath (conclude che lei non si sarebbe suicidata); Jong che non si nega ad Andy Stewart, marito della dea domestica-magnate-diva tv-ora ex detenuta Martha Stewart (che se la prende molto); Jong nella Los Angeles anni Settanta tra feste e produttori cocainomani; Jong, scombussolata dall’improvviso successo, che si ubriaca alle cene perché incontra molti vip ed è timida; Jong che racconta l’ottimo sesso kundalini con il marito Ken, che non può più prendere il Viagra in quanto sopravvissuto a un aneurisma all’aorta (son cose utili). Soprattutto - è il pezzo migliore del libro  - Jong poetessa esordiente impegnata in una delle più deprimenti fellatio mai descritte su carta stampata. 



Erica Jong



A un anziano editore che dopo un pranzo etilico la invita a vedere la sua collezione di libri rari. Jong si impegna per mantenere l’altalenante erezione dell’uomo di cultura e per portare il tutto a buon fine; stimolata dalla vista di una prima edizione di Leaves of Grass di Walt Whitman, sulla quale si era, pre-fellatio, significativamente soffermata.
Torna a casa dopo ringraziamenti vari, convinta di ricevere presto in dono il libro. In effetti, dopo qualche giorno le arriva un pacco dall’editore: è la prima edizione di Leaves of Grass, in facsimile. Una lezione di vita, ci sono donne professioniste che sanno muoversi, ci sono donne pasticcione che sanno scrivere, ma poi fanno sesso sbadato e si mettono con uomini sbagliati (è un altro demone, come da titolo). Però certo gli uomini sbagliati forniscono ottimo materiale per una scrittrice. Jong ricorda — con pseudonimi o senza — mariti e amanti già comparsi nei suoi libri (una ventina; oltre a Paura di volare, sono autobiografici Come salvarsi la vita, Paracadute e baci, Ballata di ogni donna, ecc.). Il marito psichiatra cornificato nel romanzo più famoso, il primo marito matto, il giovane amante Wasp finito, causa droghe e alcol, a vendere surgelati con un furgoncino. Più vari italiani en passant, nessuno significativo, tutti elegantemente bastardi. E molto ben recensiti: Jong fa capire che per lei sono i migliori, anche se bisogna sopportare le loro infernali mamme (un italiano particolarmente abile riuscì a provocarle un orgasmo accarezzandole il collo, racconta). 




Erica Jong - anni '70



Anche loro elemento preoccupante della maledizione delle donne famose, scrive Jong. Spiega come, mentre gli uomini di successo attirano femmine devote e adoranti, le celebri e magari un po’ ricche attraggono disgraziati, sadici, tipi calcolatori che ne sfruttano fama e contatti. Però Jong si è saggiamente blindata anni fa con un rassicurante avvocato. Però, nonostante i vari demoni, è contenta perché almeno ora le letterate non sono più necessariamente zitelle, o senza figli, o disperate, e si suicidano meno. Ancora però: in una lettera immaginaria a Sylvia Plath, le scrive: «Quando tu eri viva, era ancora possibile essere uno scrittore e disdegnare la televisione. Oggi questo è un altro tipo di suicidio … Bisogna avere una bella presenza e non aver paura di chiacchierare come degli idioti sullo schermo. Cosa avrebbe mai fatto Emily Dickinson nel mondo secondo Paris Hilton? ». Poco, probabilmente. Chissà se terrebbe un blog. 




Erica Jong - anni '90



Il paragone con le letterate sublimi e sofferenti è un demone iperpresente nei libri di Jong (che ha il suo carico di sofferenze, e qui racconta la sua storia di alcolismo e disintossicazione). Però Jong è un altro tipo: trent’anni prima di Paris Hilton, usando la scrittura e il patrimonio familiare di umorismo ebraico, ha spettacolarizzato la sua vita, vita sessuale inclusa, come lei; invece che in tv, nei libri. Continua a farlo, lo fa anche sua figlia Molly Jong-Fast (autrice di due para-romanzi autobiografici); però continua a confrontarsi con le poetesse morte, a ripensarci, a vivere con la sensazione di essersi ritrovata con un facsimile. Ps. Però Jong ha guadagnato molti soldi e vive bene. Perché in un libro così deve citare e lodare la sua beauty farm preferita, tipo pubblicità occulta? Mancano solo il telefono e l’indirizzo web. Emily Dickinson forse non l’avrebbe fatto.



Erica Jong - oggi