Se leggete Sedurre il demonio lasciate perdere le
pagine sul ruolo dello scrittore. Possono piacere, forse, a qualche signora
dell’Ohio che sia settantenne (come l’autrice del libro Erica Jong, a questo punto) e che abbia un’idea
dei letterati da film — appunto — americano e per signore: gente divorata dal
Demone della scrittura, che beve molto, seduce leggendo poesie, va a finire i
libri in romantici palazzi cinquecenteschi veneziani, ovviamente fatiscenti.
Però Jong, da decenni aspirante letterata, è una scrittrice. Quando racconta
racconta. Altrimenti non avrebbe venduto 18 milioni
di copie del suo Paura di volare, uscito nel
1973; un po’ romanzo di formazione sessuale ebraico - newyorkese,
versione femminile di largo consumo del Lamento di Portnoy di Philip Roth; molto
libro-apripista che trasformò la rivoluzione sessuale in bestseller, sdoganò
il parlare di sesso tra donne, lanciò la fiction femminile autoironica (non
sempre riuscita).
|
Erica Jong - premiazione 2006 |
Per cui. Se leggete Sedurre il
demonio saltate le parti sulla letteratura e andate alle storie e agli
auto-pettegolezzi dell’autrice. Jong era partita cercando di scrivere un
manuale per scrittori, ha
finito per trattare i suoi argomenti preferiti, il sesso ed Erica Jong.
Jong che si nega al «crudele, sexy» Ted Hughes, poeta vedovo della poetessa
suicida Sylvia Plath (conclude che lei non si sarebbe suicidata); Jong che
non si nega ad Andy Stewart, marito della dea domestica-magnate-diva tv-ora
ex detenuta Martha Stewart (che se la prende molto); Jong nella Los Angeles
anni Settanta tra feste e produttori cocainomani; Jong, scombussolata dall’improvviso
successo, che si ubriaca alle cene perché incontra molti vip ed è
timida; Jong che racconta l’ottimo sesso kundalini con il marito Ken, che non può più
prendere il Viagra in quanto sopravvissuto a un aneurisma all’aorta (son cose
utili). Soprattutto - è il pezzo migliore del libro - Jong poetessa esordiente impegnata in una
delle più deprimenti
fellatio mai descritte su carta stampata.
|
Erica Jong |
A un anziano editore che
dopo un pranzo etilico la invita a vedere la sua collezione di libri rari.
Jong si impegna per mantenere l’altalenante erezione dell’uomo di cultura e
per portare il tutto a buon fine; stimolata dalla vista di una prima edizione
di Leaves of Grass di Walt Whitman, sulla
quale si era, pre-fellatio, significativamente soffermata.
Torna a casa dopo ringraziamenti
vari, convinta di ricevere presto in dono il libro. In effetti, dopo qualche
giorno le arriva un pacco dall’editore: è la prima edizione di Leaves of
Grass, in facsimile. Una lezione di vita, ci
sono donne professioniste che sanno muoversi, ci sono donne pasticcione che
sanno scrivere, ma poi fanno sesso sbadato e si mettono
con uomini sbagliati (è un altro demone, come da titolo). Però certo
gli uomini sbagliati forniscono ottimo materiale per una scrittrice. Jong
ricorda — con pseudonimi o senza — mariti e amanti già comparsi nei suoi
libri (una ventina; oltre a Paura di volare,
sono autobiografici Come salvarsi la vita, Paracadute
e baci, Ballata di ogni donna,
ecc.). Il marito psichiatra cornificato nel romanzo più famoso, il primo
marito matto, il giovane amante Wasp finito, causa droghe e alcol, a vendere
surgelati con un furgoncino. Più vari italiani en passant, nessuno significativo, tutti
elegantemente bastardi. E molto ben recensiti: Jong fa capire che per lei
sono i migliori, anche se bisogna sopportare le loro infernali mamme (un
italiano particolarmente abile riuscì a provocarle un orgasmo accarezzandole
il collo, racconta).
|
Erica Jong - anni '70 |
Anche loro elemento preoccupante
della maledizione delle donne famose, scrive Jong. Spiega come, mentre gli uomini di successo
attirano femmine devote e adoranti, le celebri e magari un po’ ricche
attraggono disgraziati, sadici, tipi calcolatori che ne sfruttano fama e
contatti. Però Jong si è saggiamente blindata anni fa con un rassicurante
avvocato. Però, nonostante i vari demoni, è contenta perché almeno ora le
letterate non sono più necessariamente zitelle, o senza figli, o disperate, e
si suicidano meno. Ancora però: in una lettera immaginaria a Sylvia Plath, le
scrive: «Quando tu eri viva, era ancora possibile essere uno scrittore e
disdegnare la televisione. Oggi questo è un altro tipo di suicidio … Bisogna
avere una bella presenza e non aver paura di chiacchierare come degli idioti
sullo schermo. Cosa avrebbe mai fatto Emily
Dickinson nel mondo secondo Paris Hilton? ». Poco, probabilmente. Chissà se terrebbe un blog.
|
Erica Jong - anni '90 |
Il paragone con le letterate sublimi e sofferenti è un demone iperpresente
nei libri di Jong (che ha il suo carico di sofferenze, e qui racconta la sua
storia di alcolismo e disintossicazione). Però Jong è un altro tipo:
trent’anni prima di Paris Hilton, usando la scrittura e il patrimonio
familiare di umorismo ebraico, ha spettacolarizzato la sua vita, vita sessuale inclusa, come lei;
invece che in tv, nei libri. Continua a farlo, lo fa anche sua figlia Molly
Jong-Fast (autrice di due
para-romanzi autobiografici); però continua a confrontarsi con le
poetesse morte, a ripensarci, a vivere con la sensazione di essersi ritrovata
con un facsimile. Ps. Però Jong ha guadagnato molti soldi e vive bene. Perché
in un libro così deve citare e lodare la sua beauty farm preferita, tipo
pubblicità occulta? Mancano solo il telefono e l’indirizzo web. Emily Dickinson forse non
l’avrebbe fatto.
|
Per Rosanna Martini63! Ti ringrazio per la stima, ma non sono sorprendente e non sono unico! La verità è che sono disperato come tutti i comuni mortali! Forse per te sono un punto di riferimento ed anche per altre persone, ma la verità è che io sto perdendo i miei punti di equilibrio! L’unica persona che ho non mi appartiene (appartenenza metaforica, nel senso che non posso condividere i suoi pensieri, la sua vita, le sue gioie e i suoi dolori!) Io invece amo respirare l’aria della persona che sta con me, in tutti i sensi. Ma questo non è possibile. A volte è già successo che gli incontri vacillino, anzi temo che lei per trovare pace, voglia troncare tutto per non mettersi più in discussione! Praticamente, per te e le altre potrei anche essere un colosso, ma come quello di Rodi, dai piedi d’argilla! Scusa lo sfogo, forse il Blog sull’amore era anche una ricerca sulla mia identità!
RispondiEliminaTi ringrazio Gabry.
P.S.
Continua a seguire, se puoi sostienimi
Ma cosa succede! Hai inviato un commento quasi disperato, dove dici che il padrone dell’amore (tu) sta per smarrire “l’amore”? Io che stravedo per quello che dici e scrivi non capisco il messaggio. Per il resto so, come tutti, che sei separato da tanto, quindi non sono problemi di famiglia. Allora chi o cosa, all’improvviso, fa vacillare la tua (che poi è anche la mia) fede nell’amore? Non una donna, perché a mio modesto avviso, si getterebbero nel fuoco per stare con te. Anche solo condividere il pensiero o la presenza. A tacer d’altro …..! Cosa ti turba tanto da mettere in discussione le cose fondamentali in cui credi? Forse hai una compagna e il rapporto si è lacerato? Egoisticamente ne sarei “felice” ma non arrivo a tanto. Non credo sia questo il problema nessuna donna sarebbe così folle da perderti. Non solo, ma perderebbe l’amore con la A maiuscola, anche se tu fossi un imbrattacarte. Perché diciamolo veramente uno che imbratta le carte come te è un menestrello, un aedo. Solo grandi poeti, romanzieri e registi hanno descritto l’amore come fai tu e …. non sono tanti! Chi pazza butta alle ortiche un tuo “pensiero” dedicato a lei? Fosse anche uno solo. No, il problema è un altro. Io sarei ben felice di aiutarti, anche senza altri fini, per davvero! E non mi pare ancora vero. Rosanna Martini.
Elimina