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domenica 30 giugno 2013

Ossitocina, un ormone dalle molte facce (Rosanna Fratello)









Ossitocina, un ormone dalle molte facce



Quando si conosce una persona, l’ossitocina aiuta a guadarla negli occhi ed a capirne meglio i sentimenti.




Quando si parla di ormoni d’amore molti sanno a cosa ci si riferisce. L’ossitocina è in grado assai meglio dell’alcol (anche in grandi quantità) di far apparire la persona che si ha di fronte sotto una certa luce. Un po’ di questa fantastica sostanza nel naso e persino gli estranei ci ispirano una fiducia maggiore. Nel 2010 Doccheck riportava i risultati di uno di studio, in cui questa sostanza conferiva agli uomini che la inalavano per aerosol una sensibilità pari a quella delle donne. 






Rosanna Fratello - Sono una donna non sono una santa!







Navigando in rete è facile imbattersi in siti equivoci che offrono questa meravigliosa sostanza a prezzi non proprio modici “Liquid Trust” – per donna e uomo, è quanto promette la pubblicità.

Maggiore ricerca
Sarebbe possibile utilizzare l’ossitocina anche in campo medico nelle persone che presentano problemi nei contatti sociali e disturbi del comportamento sociale? Sarebbe bello se fosse davvero così come recita la pubblicità in internet – e come alcuni anni fa si aspettavano anche alcuni scienziati dediti a ricerche sull’ossitocina. “L’ossitocina non è un rimedio favolososo capace di rendere chiunque felice e socialmente estroverso“, rivela Markus Heinrichs dell’Università di Friburgo uno dei maggiori esperti in proposito che da più di dieci anni effettua ricerche sul neuropeptide. Ne conosce anche il rovescio della medaglia quello che gli studi fino ad oggi effettuati menzionano appena – e di cui forse non hanno tenuto conto -.







Rosanna Fratello - Sono una donna non sono una santa!






Ossitocina imprevista: da anche invidia e malignità
Nel 2009 è apparso sul “Journal of Biological Psychiatry” un articolo di Simone Shamay-Tsoory dell’Università di Haifa. Se si gioca un pizzico dell’ormone accresce l’invidia per il vincitore e nel gioco d’azzardo stimola addirittura il gusto della sopraffazione in caso di vincita. E questo è solo uno dei primi articoli che hanno contribuito a far vacillare la fiducia riposta nell’ormone miracoloso. Jennifer Bartz della Mount Sinai School of Medicine in New York ha scoperto che l’ossitocina Oxytocin provocava esattamente l’effetto contrario a quello sperato: nei soggetti particolarmente paurosi e avversi ai contatti sociali contribuiva a ridurre la fiducia e la capacità di collaborazione.







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Gli studi non sono ancora esaustivi
A risultati simili è giunta anche Carolyn de Clerck dell’Università di Anversa. La fiducia e la disponibilità alla cooperazione dovute all’ossitocina aumentano solo quando si conosce perlomeno superficialmente il potenziale Partner. Con un anonimo sconosciuto il “Sympaty-Enhancement” non ha luogo. A questo proposito Carsten de Dreu, dell’Università di Amsterdam, ritiene che l’ossitocina esalti gli elementi di carattere nazionalistico. Gli studenti che hanno preso parte allo studio provavano maggior simpatia per quei soggetti aventi nomi tipici della propria nazione mentre invece provavano una certa avversità per quelli dai nomi tedeschi od orientali. 







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Altri ricercatori hanno però messo in discussione le conclusioni del gruppo di Amsterdam. Dopo un ulteriore “Science”-Paper del gruppo di de Dreu sembra proprio però che l’ossitocina aumenti la fiducia nei confronti dei membri di uno stesso gruppo ma la faccia diminuire verso coloro che non ne fanno parte.

Da persona timida ad addetto alle pubbliche relazioni ?
Quando si conosce una persona l’ossitocina aiuta a guadarla negli occhi ed a capirne meglio i sentimenti. Jennifer Bartz ne è convinta. L’ossitocina non è un mezzo capace di trasformare le persone timide in addetti alle PR. Sono in gioco anche altri fattori geneticamente predeterminati difficilmente influenzabili. Il recettore dell’ossitocina, infatti, è polimorfico. È una mutazione puntiforme che determina la funzione dell‘infondi fiducia







Rosanna Fratello - Sono una donna non sono una santa!






Markus Heinrichs ed il suo Team hanno scoperto che in situazioni di stress il livello di cortisolo non è diminuito nei soggetti che presentavano la variante A del recettore nonostante “l’aiuto ormonale”. In altri studi è emerso che proprio questo gruppo ha, rispetto a alla variante “G”, più problemi di empatia ed una visione più pessimistica della vita. Quando è necessario, le persone che hanno una “G” al posto giusto nel recettore, sono maggiormente disposte a rivolgersi agli amici in caso di problemi.







Rosanna Fratello - Sono una donna non sono una santa!







Il sesso influenza l’ormone
Anche un’altra importante differenza di carattere genetico è in grado di influenzare l’effetto dell’ormone: il cromosoma Y. L’ossitocina genera, a seconda dei sessi, risposte assai diverse ad una minaccia (per esempio ad una smorfia od a un gestaccio). Nell’uomo riduce l’attività dell’amigdala, il nostro “centro di valutazione dei sentimenti”, nella donna la aumenta. L’ossitocina avrebbe in esse una funzione di preallarme per i pericoli. Ma anche nei conflitti in un rapporto di coppia, i due generi reagiscono in modo diverso all’aumento dell’ormone: Nelle donne il livello delle α-amilasi diminuisce come segno dell’attività del sistema nervoso simpatico, negli uomini l’innalzamento del livello dell’enzima fa aumentare la tendenza agli scoppi emozionali, ma anche ad comportamento positivo durante i litigi col partner.







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L’ossitocina è monogama, antichissima, è presente perfino nel polpo!
Questo tipo di neuro peptide, dalla struttura relativamente semplice, è antichissimo – dal punto di vista evolutivo – e si ritrova anche, per esempio, negli invertebrati come il polpo. Ma è nelle arvicole che si è riusciti a vedere, per la prima volta, quale sia la sua funzione. Le arvicole delle praterie sono monogame per tutta la vita e accudiscono i piccoli insieme. Non è quindi una sorpresa che presentino un’alta espressione del recettore dell’ormone nel nucleus accumbens del cervello. I loro parenti montani però non hanno un legame di coppia altrettanto stabile e non si ripartiscono neanche i compiti nella gestione della prole. 







Rosanna Fratello - Sono una donna non sono una santa!








Il livello ormonale riscontrato in questi ultimi è nettamente inferiore a quello dei loro parenti. Tramite il blocco dei recettori si può facilmente convertire un’arvicola delle praterie in una di montagna, – perlomeno per quanto riguarda il carattere. L’ossitocina ha un ruolo importante nell’apice del rapporto sessuale, nonché nella lattogenesi durante l’allattamento al seno o nella comparsa delle doglie. Sembrerebbe che, nel corso del suo sviluppo, l’ormone abbia acquisito molte funzioni. Quella di base resta sempre il rafforzamento dei legami sociali più intimi e la concessione di fiducia – probabilmente per l’influenza nell’amigdala.







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E’ un rimedio contro l’autismo e la depressione?
Un buon numero di ricercatori sta valutando se questo effetto particolare potrebbe aiutare i pazienti affetti da autismo o da spettri di malattie ad esso correlate. Alcuni scienziati di Friburgo hanno già iniziato studi clinici anche per pazienti affetti da depressione e sindrome borderline. ”Dai primi dati però”, spiega Markus Heinrichs, “emerge già chiaramente che l’ossitocina da sola non basta”. Solo insieme alla psicoterapia la nuova strategia potrebbe rappresentare una reale alternativa agli antidepressivi già esistenti – perché, a differenza dei principi attivi finora usati, l’ossitocina attacca direttamente l’origine dei disturbi.







Rosanna Fratello - Sono una donna non sono una santa!








Efficace ma non abbastanza
“Riesco a spiegarmi gli effetti descritti negli studi di Heinrichs per il fatto che l’ossitocina si lega ai recettori anche nel resto del corpo: riduce l’attività intestinale, aumenta leggermente la pressione sanguigna e diminuisce i livelli di cortisolo. Pertanto i soggetti sono più rilassati e mostrano un comportamento più socievole.” Valerie Grinevich, del Max Planck Institute for Medical Research di Heidelberg, dubita che lo spray all’ossitocina sia in grado di arrivare fino al cervello. Secondo lei, dagli esperimenti effettuati sui ratti, risulta che l’ossitocina è in grado di funzionare in numerose regioni cerebrali solo quando essa è originata dalle cellule nervose circostanti.
Quel che è certo è che il recentemente acclamato farmaco miracoloso non è in grado di rendere tutti contenti e socievoli e disponibili al contatto. Il suo effetto dipende dalle precedenti esperienze del soggetto, dal suo ambiente e, non per ultimo, dal suo patrimonio genetico.







Rosanna Fratello - Sono una donna non sono una santa!






Markus Heinrichs ne fa una descrizione drammaticamente realista: “Se te ne stai seduto in casa affetto da una forma di fobia sociale e ti prescrivono dell’ossitocina – scommetto che l’unico effetto che avvertirai sarà il naso che cola”.


sabato 29 giugno 2013

G. Rizzolatti: "Neuroni specchio, amor ch’a nullo amato amar perdona"










Sono detti neuroni appassionati perchè esiste un legame intimo, naturale, profondo che lega insieme tutti gli esseri umani




Li chiamano "neuroni specchio", e rappresentano una scoperta ricca di conseguenze psicologiche, filosofiche e sociali. Sono neuroni funzionanti da motori della partecipazione, nel guardare i movimenti e le reazioni emotive di un altro individuo, dei medesimi centri cerebrali che si attiverebbero se noi stessi ne fossimo i protagonisti. Tale immediata empatia, esplicitamente "corporea", è estendibile al campo minato dell'amore?






Neuroni specchio nell'uomo, nella scimmia e nel cane






Giriamo la domanda a Giacomo Rizzolatti, direttore del dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Parma. Bello fantasticare, prima d'incontrarlo, su quello che potrebbe essere l'aspetto di uno scienziato geniale (di Rizzolatti s'è parlato spesso, negli ultimi anni, come possibile premio Nobel), e trovare un personaggio totalmente adeguato alle nostre aspettative. Capelli bianchi e mossi da troppe idee, occhi spiritosi e acuti, aria volatile di chi si aggira in qualche stratosfera inattingibile, Rizzolatti è il celebrato capofila della rivelazione dei "neuroni specchio", con tutto il loro gran bagaglio di ricaschi in ambito relazionale. 






Il sistema neuroni specchio







Scoperti nei primi anni Novanta, testimoniano le ragioni fisiche del riconoscimento degli altri, delle loro azioni e persino delle loro intenzioni.

Professor Rizzolatti: prima di applicare i "neuroni specchio" al territorio dell'amore, può spiegarne in parole povere il significato?
"I neuroni specchio si trovano nelle aree motorie, e descrivono l'azione altrui nel cervello di chi guarda in termini motori. Fino a non molti anni fa, si riteneva che il sistema motorio producesse solo movimenti. Noi, partendo da un approccio etologico, senza convinzioni a priori sulla funzione delle aree motorie, abbiamo scoperto che molti neuroni del sistema motorio rispondono a stimoli visivi. 







Neuroni specchio, la forte empatia






Se vedo una persona che afferra una bottiglia colgo subito il suo gesto perché è già neurologicamente programmata in me la maniera in cui afferrarla. Si verifica una comprensione istantanea dell'altro, senza bisogno di mettere in gioco processi cognitivi superiori. In seguito abbiamo visto che la stessa cosa capita per le emozioni. Per esempio il disgusto. Somministrando a una persona uno stimolo olfattivo sgradevole, come l'odore delle uova marce, si attivano determinate parti del cervello. Una di queste è l'insula, un'area corticale che interviene negli stati emozionali. La sorpresa è stata che, se uno guarda qualcuno disgustato, si attiva in lui esattamente la stessa zona dell'insula. 







Neuroni specchio, la cognizione emotiva






Questo permette di uscire da un concetto mentalistico e freddo, riportando tutto al corpo. Io ti capisco perché sei simile a me. C'è un legame intimo, naturale e profondo tra gli esseri umani. Ama il tuo prossimo come te stesso". In teoria, se provo amore, finirò per passarlo all'oggetto del mio amore. "È la speranza di ogni innamorato, e in parte succede: inseguo, faccio la corte e a volte sono ricambiato. Questo comunque non è il mio campo... Ma senza arrivare all'amore, pensi al sorriso. La reazione a una domanda posta da una persona in maniera gentile e sorridente è completamente diversa da quella ottenuta da chi fa la stessa domanda in modo brusco. Il sorriso passa all'altro, come il riso. Certi comici fanno ridere solo per la qualità della loro risata. Pensi inoltre allo sbadiglio. Si attacca non solo a chi lo guarda, ma anche a chi ascolta una storia in cui viene evocato. Se leggo a mio nipote la frase: il cane sbadigliò, anche il bambino sbadiglia. Basta pronunciare la parola in un contesto narrativo".






Neuroni specchio, sensibilità








Amor che a nullo amato amar perdona quindi?
"Sì. I sentimenti sono contagiosi. Però sappiamo che l'amore è qualcosa di molto complesso, in cui intervengono fattori sociali e culturali... Altrimenti tutto sarebbe troppo automatico. Di sicuro la natura ha creato una società "comunista", non nella suddivisione dei beni, ma nella condivisione delle emozioni. Si tende a stare insieme. C'è la necessità di farlo, anche se certe società, come quella attuale, spingono verso l'individualismo e insegnano l'egoismo".







Lo specchio degli atti motori completi







Esiste, sul versante neurologico, una distinzione tra innamoramento e amore? Attrazione passionale e sentimento profondo?
"L'attrazione sessuale è spiegata per lo più da meccanismi ormonali... Ma posso raccontarle che una scienziata svizzero-americana, Stéphanie Ortigue, ha messo a punto un test comportamentale per vedere se una ragazza è veramente innamorata. Tramite questo test ha esaminato l'effetto di determinate parole gradevoli. Poi, tra di esse, ha inserito il nome del fidanzato o del marito, mettiamo "Paolo". In alcuni casi il nome della persona presunta cara produceva lo stesso effetto delle parole gradevoli, e in altri casi nulla. L'interpretazione dei dati è ovvia".








Neuroni specchio, il teatro e l'emotività







Immaginate le conseguenze sociali della vostra scoperta? Su famiglia, scuola, aziende...?
"Una grande banca nazionale ha mandato poco tempo fa qui da noi a Parma due dottoresse, chiedendo aiuto sul modo in cui migliorare i rapporti negli uffici lavorando su base scientifica. Purtroppo spesso il capoufficio non pensa che, avendo un rapporto empatico con gli altri, li farà lavorare meglio. Viceversa crede di poter avere risultati migliori con il "terrore", ottenendo invece l'effetto opposto. Comunque, in generale, non ci siamo occupati molto delle applicazioni pratiche della scoperta dei neuroni specchio. 







Prof. Giacomo Rizzolatti






Dovrebbero essere i sociologi a puntare su quest'aspetto per migliorare l'empatia. Abbiamo però compiuto esperimenti su quel che producono, a livello neuronale, le opere d'arte, prendendo delle statue greche e deformandole appena: neurologicamente non provocavano più lo stesso esito. L'arte attiva l'insula, la regione delle emozioni, e potrebbe quindi essere un mezzo per ingentilire il nostro comportamento".


L'amore, in quanto emozione, è contenuto nell'insula?
"No: sta più in basso. L'insula è un po' il punto di contatto tra il mondo cognitivo e quello emozionale più primitivo. Antonio Damasio sostiene che le emozioni di base sono già codificate nel tronco dell'encefalo, cioè in una struttura molto arcaica, che abbiamo in comune addirittura con i rettili. Il che significa che la parte emotiva viene prima delle altre, nello sviluppo di una specie di io: l'io primario non pensa, ma reagisce e si emoziona". (Praticamente l’Es. ndr)







Aree cerebrali







Parlando di neuroni specchio viene a mente Narciso, innamorato di se stesso...
"Il narcisismo va nel senso opposto dei neuroni specchio, essendo l'io, per il narcisista, l'oggetto del proprio amore, e non il prossimo. In termini clinici è una forma di nevrosi in cui il malato ha empatia zero verso gli altri. Il narcisista "clinico" non dovrebbe rispondere alle emozioni altrui. È una cosa che vorremmo verificare su individui affetti da forme di narcisismo ma con diagnosi psichiatrica precisa...".







Sbadiglio contagioso







C'è una differenza neurologica tra i vari tipi di amore? Per esempio tra quello materno e quello sessuale?
"È evidente che si tratta di due amori diversi. Tuttavia esiste un ormone, l'ossitocina, che gioca un ruolo importante in entrambi. Serve sia all'attaccamento alla prole sia al partner. Una delle teorie che spiegano il motivo per cui la nostra specie, a differenza di altre, è sessualmente sempre attiva, è questa: grazie alla secrezione di ormoni connessi all'atto sessuale, si crea un legame duraturo con il partner, necessario per accudire in due la prole. Il piccolo dell'uomo ha bisogno di cure per anni. Poi arriveranno il rapporto intellettuale, la condivisione di esperienze, l'abitudine... Ovviamente parlo di tutto ciò a livello elementare. Le sfumature sono infinite. Un altro dato interessante su cui soffermarsi sono le reazioni connesse direttamente a meccanismi ormonali. Il neurofisiologo inglese David Perrett ha fatto scegliere ad alcune donne facce maschili in vari momenti del ciclo mestruale, giungendo alla conclusione che, quando non è fertile, la donna preferisce l'uomo dall'aspetto macho e passionale, mentre nel momento della fertilità opta per il tipo raccomandabile, dalla fisionomia tranquilla e protettiva".






Il sistema neuroni specchio - F5, muove mano e bocca, F1 le dita







Si "specchiano" di più i neuroni femminili o i maschili?
"Decisamente i primi. Il veder soffrire un altro determina molto più dolore nella donna che nel maschio".
Nella prospettiva dei neuroni specchio, vivere insieme dovrebbe far diventare due individui sempre più simili tra loro.

"Non a caso il cane e il suo padrone camminano nello stesso modo... E nelle coppie, quando si creano affinità, si finisce per somigliarsi. Quelle affini sono probabilmente le più felici".



Meccanismo dei neuroni specchio