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giovedì 20 giugno 2013

Gesù, femminista ante litteram! (2)





"Quando il prete celebra messa, le donne non devono in alcun modo avvicinarsi all'altare (…) e devono ricordare l'inferiorità del loro sesso, avendo timore di toccare qualsiasi cosa sacra nel ministero della Chiesa".


Significativo anche l'episodio che ha ispirato il libro di Schussler In memoria di lei. È riportato in tutte le versioni evangeliche ed è ambientato durante la cena di Betania, non molto prima della cattura e della morte di Gesù.



Plinio il giovane





Una donna unge con olio prezioso i piedi (oppure la testa, secondo le versioni) di Gesù, in un rito che, per Schussler, era destinato solo a un Messia: dunque, un rito che attribuisce un ruolo profetico alla donna. I curatori maschi dei Vangeli, intervenuti in tempi in cui la donna venne di nuovo emarginata, hanno forse modificato in senso restrittivo il brano (per esempio, manca il nome della donna), ma resta significativo quello che dice Gesù in risposta alle critiche “maschiliste” dei discepoli: “Dovunque sarà predicato l’evangelo, anche quello che costei ha fatto sarà raccontato in memoria di lei” (Matteo 26,13). È un fatto storico che dopo la morte di Gesù le donne presero alla lettera i suoi insegnamenti per l’emancipazione. Fino a che punto? 



Vangelo di Maria di Magdala




 Lo rivela una fonte esterna al dibattito fra i primi cristiani e per questo particolarmente attendibile: il governatore romano Plinio il Giovane (1 secolo d.C.). Plinio stava istruendo processi ai cristiani con alcune condanne a morte e scrisse all'imperatore Traiano. E in una lettera disse di avere sottoposto a tortura due schiave che si definivano ministre, ovvero sacerdotesse: una prova evidente che a quel tempo erano presenti donne-prete



A. Canova - Maria Maddalena





Non solo: dagli Atti degli Apostoli alle numerose Lettere di Paolo (ai Romani, Corinzi eccetera), emerge che diverse donne erano a capo delle prime comunità cristiane. Per esempio Febe, patrona della Chiesa di Cencrea, il porto di Corinto. Altre battezzavano, come Tecla. Le comunità cristiane potevano contare, negli ambienti ellenistici e romani, sulla tendenza da parte delle donne benestanti a partecipare a sette (all'epoca erano di moda quelle pitagoriche e i misteri orfici). Inoltre la casa e la mensa comunitaria erano aree d'azione femminile in cui si riunivano i primi cristiani, si opponevano al primato ebraico e patriarcale del tempio. Donne facoltose garantivano ospitalità e organizzavano i fedeli. Una cosa è certa: fra i cristiani si scatenò ben presto una battaglia sul ruolo della donna. Il fatto che solo Luca indichi Pietro come primo testimone della resurrezione di Cristo viene interpretato dagli studiosi come una traccia del conflitto fra i seguaci di Pietro e quelli di Maria di Magdala, che pure ebbe una funzione carismatica. 



Vangelo Apocrifo di S. Tommaso






Il Vangelo apocrifo di Tommaso riflette questa battaglia. In Tommaso (121) Simon Pietro dice: “Maria sia allontanata di mezzo a noi perché le donne non sono degne della vita. Gesù allora risponde: Ecco, io la trarrò a me in modo da farla diventare un maschio, affinché anch’essa possa diventare uno spirito vivo’ (…)”. E in Tommaso (27) aggiunge: “Quando farete del maschio e della femmina una cosa sola, cosicché il maschio non sia più maschio e la femmina non sia più femmina (…) allora entrerete nel Regno”. E mentre in un altro Vangelo apocrifo, il Vangelo di Maria, si sostiene l’autorità di Maria di Magdala per il fatto che “Cristo l’amò più di tutti gli altri discepoli”, nelle Costituzioni Apostoliche (un testo del 500) si sostiene l’esclusione delle donne dal ministero. E la contraddizione era presente persino in san Paolo, grande organizzatore del cristianesimo primitivo. Si va da quel “Tacciano le donne in assemblea, perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse (…)” nella prima lettera ai Corinzi (14,3-36) fino alla dichiarazione (Galati 3,28) che tutte le distinzioni fra ebrei e greci, liberi e schiavi, uomini e donne sono cancellate e non hanno più alcun significato nel corpo di Cristo. Nelle sue lettere, Paolo si riferisce a donne dirigenti di Chiese.



La cena di Betania





Ministre come Giunia o Prisca avevano da tempo funzioni direttive, erano a un livello simile a Paolo nel movimento cristiano primitivo. Ecco perché gli esegeti, cioè gli studiosi delle scritture, si sono divisi sull’autenticità di quel “tacciano le donne in assemblea” che potrebbe essere stato aggiunto in tempi di restaurazione maschilista. Tempi in cui nelle traduzioni dal greco si preferiva definire le religiose importanti “serve” della Chiesa e non patrone o ministre, allo scopo di sminuirne il ruolo. 



Primo Concilio di Nicea






Operazione, però, poco realistica: nel II secolo il filosofo Celso riferiva che fra i cristiani “ci sono i marcelliani, seguaci di Marcellina, gli arpocraziani, seguaci di Salomè, e aòtri ancora di Maria Maddalena e di Marta”. Anche se il cristianesimo si poneva come religione universale, doveva fare i conti con società dove il potere economico e politico era dei maschi. E anche la religione, alla fine, non poteva che riflettere questa realtà. Gradualmente vi fu quindi una restaurazione. Ovunque fosse attuata, si invocava il "fatto" che Eva era stata originata da una costola di Adamo a riprova dell'inferiorità della donna. «Se Adamo diede i nomi agli animali (Genesi 2, 19-20), attribuire un nome nella cultura ebraica, significava prendere possesso» dice il filosofo Mauro Fracas «non lo fa con la donna. È Dio che dà nome alla nuova creatura, ed è quindi l'unico ad accampare diritti su di lei». Altra giustificazione maschilista: era stata Eva a commettere il peccato originale. 



Tiepolo - Santa Tecla





Ma per gli gnostici, che pensavano a un Dio severo della Creazione e a un Dio buono svelato da Gesù, il vero colpevole era stato Adamo che non aveva difeso dall'errore fatale la sua donna: dopotutto, Eva era stata ingannata da un serpente che era in realtà un potente angelo decaduto. Le cose però andarono in un'altra direzione: vinse la restaurazione patriarcale, anche contro gruppi "eretici" come marcioniti, gnostici e montanisti. Il valore dell'elemento femminile era ancora vivo nel I Concilio di Nicea (325) in cui fu riconosciuto il ruolo delle diaconesse nel battesimo e come aiutanti all'altare. Erano meno importanti dei sacerdoti, ma appartenevano pur sempre a un ordine sacro. Nei documenti presentati nel sito www.womenpriests.org, le diaconesse erano ordinate con complessi riti sacramentali. 


Cena di Betania






È vero che due concili locali, quelli di Orange ("Nessuna donna venga ordinata diacono", 441) e di Epoanon ("È abrogata la congregazione delle diaconesse", 517) vietarono il diaconato femminile, ma era ancora una realtà diffusa nel II Concilio di Nicea del 787. Per sette secoli i concili lo avevano riconosciuto. Poi l'esclusione, sancita dal Capitolario di Teodolfo di Orleans nell'800 circa: "Quando il prete celebra messa, le donne non devono in alcun modo avvicinarsi all'altare (…) e devono ricordare l'inferiorità del loro sesso, avendo timore di toccare qualsiasi cosa sacra nel ministero della Chiesa". Nel 1100 si parlava ancora di natura anche materna di Dio e di "madre Gesù" (Anselmo di Canterbury), ma ormai era già iniziata la gara per mandare al rogo le donne come streghe!



Secondo Concilio di Nicea

2 commenti:

  1. Salve sono Benedetta Arduino,
    ho anch’ io un blog sull’amore! Ma non ho mai visto tante notizie, curiosità, autori ed esperienza in materia. Insegno Psicologia dello sviluppo al Liceo Pedagogico. Ho letto che sei docente ed abiti a Salerno. Sei certamente più maturo di me. Dalla foto vedo che sei una persona aperta ed ispiri fiducia. Hai un volto regolare e (civetteria) ti ritengo interessante! Nel blog spazi dalla religione alla psicanalisi dal fatto di costume al delitto passionale dalla letteratura ad una bibliografia immensa. Cercavo una nota all Intervista sull Amore di James Hillman e Google ha trovato te! Dopo la maturità ti porto in vacanza con me e sotto l’ombrellone leggo le tue recensioni. Continua così. Ci sono 122mila contatti, 94 collaboratori, 900 commenti e 296 post! Ti assicuro e difficilmente mi sbaglio, il tuo mi ha lasciato senza fiato per ricchezza e competenza. Beata chi ti sta accanto l amore li è a portata di mano. Auguri, sei un punto fermo, ti seguo sempre. Benedetta67

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  2. Caro Gabry,
    puoi pubblicare sul tuo blog un mio articolo? Credo ti interesserà molto riguarda “I neuroni specchio e l’amore” del Prof. Giacomo Rizzolatti. Pensa è in odore di Nobel per la sua scoperta dei neuroni specchio degli anni 90! Amo il tuo Bolg. A volte lo leggo come un mio diario. E poi mi piaci, ma non avertene a male per tua moglie. Non ho ancora capito se sei separato o sposato. Ma mi intriga leggerti. Ciao, per cose buone. Ti leggo sempre. Debora65

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