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martedì 12 febbraio 2013

Le donne di Giuseppe De Nittis





Le donne di Giuseppe De Nittis
peintre des Parisiennes



Giuseppe De Nittis (Barletta, 25 febbraio 1846Saint-Germain-en-Laye, 21 agosto 1884) è stato un pittore italiano vicino alla corrente artistica del verismo e dell'Impressionismo.

Biografia
Giuseppe De Nittis nacque a Barletta nel 1846, figlio quartogenito di Raffaele De Nittis e Teresa Emanuela Buracchia. Prima che nascesse, il padre fu arrestato per motivi politici, e, appena uscì di prigione due anni più tardi, si tolse la vita.[1] Rimasto orfano sin dall'infanzia, crebbe con





Giuseppe De Nittis - Figura di donna, 1880





i nonni paterni, e dopo il suo apprendistato presso il pittore barlettano Giovanni Battista Calò, si iscrisse nel 1861 - contro il volere della famiglia - all'Accademia di Belle Arti di Napoli sotto la guida di Mancinelli e Smargiassi.
Di indole indipendente e insofferente verso qualunque tipo di schema, si mostrò disinteressato alle nozioni ed esercitazioni accademiche, tanto che fu espulso per





Giuseppe De Nittis - Prima-del-ballo





indisciplina due anni più tardi. Assieme ad altri pittori, fra cui Federico Rossano e Marco De Gregorio, si diede alla composizione all'aria aperta (dipingevano generalmente a Portici), specializzandosi nella riproduzione di paesaggi porticesi, partenopei e barlettani. Nel 1864 fu notato da Adriano Cecioni e l'anno successivo fondò la Scuola di Resìna, corrente italiana sul tema del realismo.
A Firenze, nel 1866, si avvicinò ai Macchiaioli e, dopo aver girato l'Italia toccando Napoli, Palermo, Barletta, Roma, Firenze, Venezia e Torino, si trasferì nel 1867 a Parigi dove conobbe Ernest Meissonier e Jean-Léon Gérôme e sposò due anni più tardi la parigina Léontine Lucile Gruvelle, che influenzerà notevolmente le scelte sociali ed artistiche del marito.





Giuseppe De Nittis - La parfumerie violet 






Il 1869 lo vide esporre per la prima volta al Salon, ma la pedissequa imitazione dei colleghi parigini fece infuriare Cecioni, che gli ricordò come il suo talento avesse bisogno di essere espresso con tratti affatto specifici. De Nittis ritrovò immediatamente la propria indipendenza artistica e riscosse grande successo al Salon del '72 con la tela Una strada da Brindisi a Barletta. Nel '74 ebbe ancora elogi per Che freddo!, in cui l'abituale raffinatezza di esecuzione dell'artista pugliese aveva come soggetto le giovani dame parigine, tema che seppe integrare





Giuseppe De Nittis - Nudo con le Calze Rosse 





molto bene nella pittura di paesaggio, meritandosi l'appellativo di peintre des Parisiennes (pittore delle parigine).[2]
Toccò il culmine della sua fama all'esposizione del 1874, tenutasi nello studio del fotografo Nadar e comunemente indicata come data di nascita dell'Impressionismo. Vi espose undici tele. Quell'anno fu poi a Londra dove dipinse scene della vita della capitale inglese.
L'Esposizione Internazionale parigina, nel 1878, riservò grandi onori per De Nittis: fu insignito della Legion d'onore, mentre una sua opera, Le rovine delle Tuileries, fu acquistata dal governo per il Museo del Lussemburgo.





Giuseppe De Nittis - Ondina






Fu assimilabile per certe caratteristiche ai Macchiaioli e agli Impressionisti, ma mantenne sempre un'indipendenza di stile e contenuti.
Morì nel 1884 a Saint-Germain-en-Laye, colpito da un fulminante ictus cerebrale. È sepolto a Parigi, nel cimitero di Père-Lachaise (divisione 11).

Il taccuino - «A volte, felice, restavo sotto gli improvvisi acquazzoni. Perché, credetemi, l’atmosfera io la conosco bene; e l’ho dipinta tante volte. Conosco tutti i colori, tutti i segreti dell’aria e del cielo nella loro intima natura». Così racconta Giuseppe De Nittis, nel suo Taccuino di memorie, del suo periodo di formazione napoletano, caratterizzato dal suo





Giuseppe De Nittis - Le bal





immedesimarsi nella natura, che cambiava davvero al mutare delle stagioni e delle ore del giorno. La carriera di pittore lo porterà più in là, a Parigi e a Londra, grandi scenari urbani e capitali moderne dell’arte e della mondanità che dipingerà rivoluzionando l’idea stessa della pittura, raccontandone le storie del quotidiano e della sua improvvisa mutevolezza.
De Nittis è uno pittori – insieme a Hayez, Boldini, Signorini, i Macchiaioli – che hanno segnato un’intera epoca, quella della pittura dell’Ottocento europeo, e regge il confronto con Manet, Degas e gli Impressionisti con cui ha condiviso il desiderio di stravolgere e modernizzare la pittura, scardinando la gerarchia dei generi, nel raggiungimento di quell’autonomia dell’arte che sta alla base della modernità.




Giuseppe De Nittis - Dopo il ballo







Le mostre – Resoconti - “Essenze di donna. Da Boldini a De Nittis: fascino e seduzione nella Belle Epoque” a Palazzo Nicolosio Lomellino
Dal 9 ottobre al 4 novembre, in occasione della seconda rassegna di GenovaInBlu, le prestigiose sale di Palazzo Nicolosio Lomellino di Strada Nuova, in Via Garibaldi 7 a Genova, hanno fatto da cornice alla mostra “Essenze di donna. Da Boldini a De Nittis: fascino e seduzione nella Belle Epoque”, a cura di Enzo Savoia e Stefano Bosi, di Galleria Bottegantica di Milano-Bologna, tra i massimi esperti di pittura dell’Ottocento italiano.
L’evento, realizzato grazie all’azienda statunitense di cosmetica Estée Lauder, che per il secondo anno è tornata a Genova con una mostra nell’ambito della manifestazione GenovainBlu, ha inteso sottolineare il ruolo di protagonista che la donna ebbe negli anni ruggenti della Belle Époque attraverso le opere dei grandi artisti del periodo.





Giuseppe De Nittis - Che freddo!





Unpercorso espositivo composto da 26 dipinti selezionati e di alta qualità per un omaggio all’universo femminile e alla sua rappresentazione da parte dei principali artisti italiani del secondo Ottocento, fra i quali Ambrogio Alciati, Mosé Bianchi, Giovanni Boldini, Ulisse Caputo, Vittorio Matteo Corcos, Giuseppe De Nittis, Gerolamo Induno, Vincenzo Irolli, Antonio Mancini, Vincenzo Migliaro, Luigi Nono, Stefano Novo, Ettore Tito, Edoardo Tofano, Federico Zandomeneghi.
Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento – secolo della modernità e dell’energia per antonomasia – la pittura di molti artisti italiani si fa impetuosa e sperimenta soluzioni di un dinamismo esplicito, in cui l’arte si fa tramite di una dirompente vitalità. Protagonista di questo universo poetico è la donna, che gli artisti amano visceralmente e ritraggono in molteplici fogge e momenti della vita, abbigliata o senza veli, raffinata o modesta, aristocratica o popolana. In lei, infatti, depositaria dei poteri ancestrali del proprio sesso, gli artisti sembrano percepire la musa di una era di rinnovamento accelerato.






Giuseppe De Nittis - Flertation





Una galleria di donne, dunque, interpreti di una femminilità sempre più indipendente, attraverso gli occhi attenti di grandi pittori che ne ritraggono immagini sintetiche e folgoranti, che seducono il pubblico con la qualità eccelsa della pittura e con la percezione immediata della loro vitalità. Ritratti che al tempo stesso colgono quanto suggerito dal poeta di fine Ottocento Charles Baudelaire: quel qualcosa di transitorio che per la donna è la moda di un abito, l’acconciatura di un cappello.
La rassegna espositiva ha offerto un approfondimento del lavoro in particolare di Giovanni Boldini e Giuseppe De Nittis, nonché Federico Zandomeneghi, cantori straordinari della bellezza femminile e tra i protagonisti indiscussi della Belle Époque parigina, attraverso una preziosa selezione di opere, tra cui la celebre Lettera mattutina, il Nudo di donna con calze nere, la Signora in casacca rossa, Prima del ballo, In giardino e Thècle.
Le mostre – Resoconti
De Nittis, in mostra a Padova i capolavori dell'italiano «plus parisien que tous les parisiens»





Giuseppe De Nittis - Il salotto della Contessa Matilde





Per Giuseppe De Nittis (1846-1884), dipingere significava riprodurre su tela le "atmosfere" dei luoghi e della Natura da lui amati e conosciuti. Luoghi diametralmente opposti fra loro per stile e inclinazione come Londra e Parigi, Barletta e Napoli, eppure resi così profondamente. Lo sfarzo gioioso dei Boulevards Parisiens e le placide vedute londinesi, le pendici del vulcano partenopeo (Paesaggio vesuviano con la neve, 1872), le passeggiate per strade e viali europei (Lungo la Senna, pastello, e Viale al Bois de Boulogne,1882).
L'artista sviluppa una vera empatia con il "creato" che lo mette in condizione di rappresentare quasi gli stati d'animo dei singoli paesaggi. Le sfumature con cui immortala i cieli sono incantevoli e sembrano voler inghiottire il visitatore, come nel caso de La National Gallery e la Chiesa di Saint Martin a Londra, 1877 o Westmister, 1878.
Anche nei dipinti come l'olio su tela In riva al lago del 1875, in cui le silhouette sono appena accennate a mo' dei macchiaioli o degli impressionisti, Peppino, come veniva affettuosamente chiamato dai suoi amici, sviluppa un peculiare punto di vista appropriandosi delle tecniche e plasmandole secondo il suo gusto.





Giuseppe De Nittis - The races at longchamps from the grandstand





La mostra di Padova intende indagare buona parte della produzione dell'artista (fautore, fra l'altro della Scuola di Resina), componendosi di oltre 120 capolavori, in alcuni casi esposti per la prima volta e, provenienti dai musei e dalle collezioni private francesi ed italiane. Del nutrito elenco dei prestiti fanno parte le vedute londinesi che mancavano dall'Italia da lungo tempo, e pezzi dalla collezione dalla Pinacoteca Giuseppe De Nittis di Barletta, nata sui lasciti donati dalla vedova. L'esposizione di Palazzo Zabarella si sviluppa sulla scia della retrospettiva che fu dedicata al pittore nel 2010-2011 dal Petit Palais. Nel caso dell'esposizione padovana, ci si avvale di nuovi tasselli che contribuiscono a fornire un preciso percorso storico–scientifico, fondamentale nella tappa di studi sull'artista, genio indiscusso dell'Ottocento. Le opere esposte a Padova giungono, in questo caso, dal Muées Carnevalet di Parigi, dal Musèe des Beaux- Arts di Reims, e dalla più importanti istituzioni italiane di Bari, Napoli, Firenze, Trieste, Venezia, Piacenza.





Giuseppe De Nittis - Signora in giardino





Proprio in Francia, eletta patria d'adozione, De Nittis raggiunge la maturità artistica e produce le più alte opere (Signora su divano rosso, 1876, e Le femme aux ponpons, 1880). Non fu solo un notevole ritrattista (Autoritratto, 1884, Giornata d'inverno, 1882) ma seppe riprodurre animate scene di interni come ne Il salotto della Principessa Matilde, e Interno con abat-jour,entrambe del 1883.
La mostra in otto sezioni, a cura di Emanuela Angiuli e Fernando Mazzocca, è promossa dalla Fondazione Bano di Padova e dalla Fondazione Antonveneta. È correlata da un prestigioso catalogo edito da Marslio che può essere adottato, a giusto titolo, come testo scientifico, avvalendosi della ricostruzione attraverso le testimonianze degli artisti, dei mecenati ed amici, che conobbero il pittore nell'arco della sua breve vita e carriera.





Giuseppe De Nittis - Sogni_del_mattino_1875 
 





Giuseppe De Nittis “meridionale al sud, francese a Parigi, londinese a Londra”
Così amava definirsi Giuseppe De Nittis e la sua poliedricità d’artista lo conferma. A lungo sottovalutato, De Nittis è stato uno degli artisti più originali dell’Ottocento, impressionista, per la pittura en-plen-air, il taglio fotografico, l’influenza giapponese, ma anche verista e macchiaiolo. Senza mai limitarsi in una categoria.
Di nascita pugliese (Barletta 1846) fu uno dei pochi pittori italiani che entrarono a far parte degli impressionisti internazionali, a pieno titolo, perché seppe amalgamare con maestria il suo passato regionale italiano con gli stilemi artistici acquisiti nei suoi soggiorni all’estero. Nel 1864 conobbe Adriano Cecioni e, insieme a Marco De Gregorio e a Federico Rossano, fondarono la “Scuola di Resina” nota anche come “Repubblica di Portici”. Nel 1867 si recò prima a Roma e poi a Torino, per trasferirsi, dopo una parentesi fiorentina, a Parigi dove nel 1869 espose per la prima volta, unico italiano, al Salon parigino, cui partecipò anche nel 1873 e nel 1874 (con le opere “Che freddo”, “Guidando al Bois” e “Le spighe del grano”). Nel 1870 arrivò nella





Giuseppe De Nittis - Ritratto di signora 





capitale francese anche Adriano Cecioni, inizialmente ospite dei De Nittis nella casa frequentata da molti artisti fra i quali c'era Edgar Degas. A Parigi De Nittis ottenne fama e fortuna, ma non dimenticò mai l’Italia di cui ebbe sempre nostalgia, con la tela “Al Bois de Boulogne” inaugurò quella pittura che lo identifica come sensibilissimo cronista della vita moderna della capitale francese.
La “Ville Lumière” era prodiga, in quegli anni di belle donne, mondanità, cultura ed arte, e il pittore pugliese le dedicò numerose opere, quali “Place de la Piramide” e “Lungo la Senna”. De Nittis riuscì a cogliere la città in divenire, nelle sue ricostruzioni moderne. Come moderne sono le corse dei cavalli, nuovo passatempo della nobiltà, che egli ritrasse con dovizia di particolari e gusto per le atmosfere impalpabili. Le bellezze parigine sono il soggetto di molti ritratti femminili, e gli fanno meritare l’appellativo di “peintre des parisiennes”. Le sue donne, sempre “à la page”, si muovono in grandi parchi, lungo le passeggiate, alle corse, nei salotti, nelle stanze delle ricche dimore borghesi. Dedicò una cura particolare ai dettagli dell’abbigliamento, che rivela i segni di una femminilità percepita e rappresentata attraverso una raffinata indagine psicologica. La modella preferita fu la moglie Leontine Gruvelle, sposata a 23 anni, che ritrasse negli ambienti domestici, en “plein air”, in vettura, sull’amaca… Tra queste tele, sono presenti veri capolavori quali “Passeggiata invernale”, “Figura di Donna” e “Giornata d'inverno”
Nel 1876 ricevette la medaglia d’onore d’oro assieme al titolo di Cavaliere della Legion d’Onore. La sua casa diventò luogo d’incontro dell’élite culturale franco-britannica, frequentata, tra gli altri, da Manet, Edgar Degas, Tissot, Zola, Maupassant. Pur continuando a frequentare Napoli e Barletta con ricorrenti soggiorni, fu Parigi la sua città d’adozione. Intorno alla metà degli anni Settanta, anticipando Degas e Manet, sperimentò la tecnica del pastello in grandi composizioni. Fra il 1883 e il 1884 realizzò alcune delle opere più famose, Il salotto della principessa Mathilde e Colazione in giardino. Morì a 38 anni, nel 1884.
Come epitaffio, Dumas figlio scrisse “Qui giace il pittore Giuseppe De Nittis morto a trentotto anni. In piena giovinezza. In pieno amore. In piena gloria. Come gli eroi e i semidei”.



4 commenti:

  1. Ciao sono Laura!
    E’ un bel blog il tuo. La novità che più mi convince è questa scrittura immensa, pensa lo leggo dal divano a 2, 3 metri di distanza. Come un libro e le parole colorate sono una chicca. Un po’ meno le foto, non sempre inerenti al contesto, secondo la moda corrente. Io invece sarei più scrupolosa visto il ricco parterre dei contenuti. Ho visto che il Blog è nato 8 mesi fa. Ci sono 56.823 lettori in continua ascesa. Io è un anno che sono li e non mi ha notato nemmeno un cane. Forse è il modo come assembli gli argomenti e la tua esperienza (hai i capelli bianchi). Io ho venti anni meno di te (43 sig) però da quello che dici e da come appari non disdegnerei una storia con uno così fascinoso. Infatti non è l’età o il fisico che contano ma il feeling, la complicità. Belli i tuoi pensieri. Fanno vibrare. Faccio la giornalista a tempo perso, vorrei insegnare, sono una lettrice incaricata all’Università. Sposata con un fantasma che vedo, non vedo, solo la domenica e ho due figli che sono tutto per me. Perché gli uomini non capiscono? Ho letto a fondo tutto su di te. Sei separato! Hai avuto recenti insulti dalla vita, ma chi non ne ha. Mi chiedo che razza di donne hai avuto se, dopo averti avuto, ti lasciano per chissà chi. Io non ne ho mai visti tipi così. O distratti, o belli e ignoranti, o insensibili e cinici! Ti inoltro la mia mail, mandami il cellulare almeno sento la tua voce. Così mi illudo che non sono sola nell’universo. Non sono brutta, vedi la foto, ma tutti ci provano per 1 solo e inutile scopo. Poi sono solo vuoti a perdere. Laura Mantovani69 N.B. ho già scritto poche parole a giugno 2012 ma qualcuno mi cancellò. E ho cambiato pure la foto del profilo.

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  2. Caro Gabry,
    Ti inoltro, aggiornato, il mio commento di 4 mesi fa! Fammi un resoconto! “Cercavo su google delle foto di innamorati per il matrimonio di mia figlia e mi sono imbattuta nel tuo blog per la parola passione! Ho chiesto al tuo motore "cerca" la parola passione in tutti i post me ne ha date 257. Mi sono incuriosita, il tuo blog è nato il 4 giu 2012, hai avuto il primo commento il 7 giu 2012, ora sono 691! Hai inserito 70 post in 1 mese! Pensa mia figlia ha un blog da 1 anno e ne mette 1 a settimana, eppure finora sono solo 48 e i suoi post sono da 2 paginette! Tu invece metti a volte anche 10 foto ad alta risoluzione e a largo campo. Ma come fai? Sono tra la curiosità e la meraviglia. Nell altro tuo blog sulla didattica, ti occupi di argomenti da far venire su i capelli dritti! Mia figlia che è biologa mi ha sequestrato l indirizzo mentre leggevo! Ha detto che dopo il viaggio di nozze non vuole perdere una parola! Ha ripetuto che, a parte la tua immagine che è bella così, tu seduci per i contenuti, per gli scritti e per tutto un modo di fare e di esprimere molto personale. Infatti mio fratello che è medico ha chiosato "ci sono molti contenuti e poche fanfaluche" Da oggi avrai 3 nuovi lettori!” Oggi a febbraio 2013, rileggendo annoto 57.000 lettori! 14.000 visite mensili! 196 post! 691 commenti! E ogni giorno da 600 e 700 lettori! Ti farò scrivere da mia figlia vuole collaborare con te. Pubblica altre tue foto. Mi piaci e piaci a tutta la famiglia! Ciao. Luisa Damiani57

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  3. Ho scritto della tua introduzione iniziale al blog sul “Convegno” di Alciati.
    “I baci desiderati e appassionati incontrano le tinte e le atmosfere del dirompente “Il convegno” di Ambrogio Antonio Alciati (1878-1929). Un bacio voluttuoso anche se i corpi dei due amanti non possono stringersi perché separati da un’inferriata. Questo dipinto appartiene al genere della Scapigliatura, e certamente ha subito l’influenza di Tranquillo Cremona, non solo nello stile pittorico, ma anche nel soggetto rappresentato: i due amanti si avvinghiano appassionatamente come l’edera all’inferriata, che la donna, con il braccio proteso verso l’alto, sembra voler superare. Le pennellate sono vibranti e vaporose, intorno a loro domina il verde del giardino. Un capolavoro.”
    Non so se lo hai letto, ma tempo fa riproposi la descrizione, oggi la sento più vibrante che mai. Ho visto che hai inserito dei post su Ambrogio Alciati e Tranquillo Cremona. Mi piaci ogni giorno di più! SerenaSoriente64

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  4. Ciao Gabry,
    ti ho già chiesto delle cose sulle emozioni e sull’amore in biologia. Grazie per il nuovo post su amore cervello e fedeltà! Ti sono sempre vicina. Ricordi, sono una neo docente di biologia ma ho difficoltà a trovare testi che trattano le relazioni tra cervello, emozioni e sentimenti. Da quello che leggo sei preparato e ricercato nel lessico psichico, ma non vedo tracce di emozioni, dopamina, sesso e amore, cioè del circuito di Papez e delle sue connessioni, senza però entrare nel campo medico. Un po’ alla Quark concetti scientifici ma contenuti divulgativi. I miei lavori spaziano un pò su questi argomenti e mio padre medico, dice che “me le vado a cercare” e si rifiuta di aiutarmi, con la scusa che fa il dottore e non cerca cose strampalate. Nella mia cerchia nessuno ci capisce un c …. scusa ma mi fanno proprio arrabbiare! Un mondo di baci! Rosalba74

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