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lunedì 25 febbraio 2013

Tristano e Isotta





 La storia di Tristano e Isotta
 
Il primo mito medievale (IX sec) che rompe gli schemi delle caste occidentali di Carlo Magno e sovverte l’ordine delle coppie. Insinua l’amore passione nell’amore nunziale.



Tristano è cresciuto dallo zio, re Marco di Cornovaglia, il quale è sottoposto al pagamento di un gravoso incidente dal re d'Irlanda. Diventato un giovane guerriero, Tristano decide di liberare la Cornovaglia da questa sottomissione e parte per l'Irlanda, dove riesce a uccidere il gigante Moroldo, fratello del re: viene tuttavia ferito con un colpo di spada avvelenato, ma è curato dalla figlia del re, Isotta, che non sa che egli ha ucciso suo zio. Tristano, una volta guarito, torna in Cornovaglia.





John William Waterhouse -Tristan_and_isolde_with_the_potion





Pressato a sposarsi per garantire al trono una successione, re Marco decide di prendere per moglie colei a cui appartiene un capello d'oro, portato dal mare. Tristano, ricordandosi di Isotta, parte per l'Irlanda, ma, appena arrivato, deve combattere un terribile drago. Lo uccide, ma viene ferito e, ancora una volta, curato da Isotta, che si accorge allora che egli è colui che aveva ucciso Moroldo. Rinuncia tuttavia a vendicarsi e accoglie la richiesta di sposare re Marco per sanare le rivalità tra i due regni. Si imbarca dunque con Tristano verso la Bretagna. Intanto la regina d'Irlanda affida all'ancella Brangania un filtro magico, da far bere ai due sposi la notte delle nozze. Durante la navigazione, però, Tristano beve per errore il filtro, credendo che sia vino, e lo offre a Isotta. I due cadono così preda dell'amore.





Hughes_Merle_-_Tristan_and_Isolde





Isotta sposa comunque Marco, facendosi sostituire da Brangania per la consumazione del matrimonio. Seguono mesi di amori clandestini, di trucchi e menzogne, durante i quali i due innamorati rischiano costantemente di essere ingannati dai baroni invidiosi. Un nano malvagio, buffone del re, tenta di farli cogliere sul fatto durante un loro appuntamento notturno nel verziere, ma Tristano si accorge della presenza del re nascosto tra le fronde di un pino e riesce ad avvertire Isotta, che inscena un dialogo del tutto innocente. Scoperti e condannati a morte, i due riescono a fuggire e si rifugiano nella foresta del Morrois. Scoperti da re Marco, Tristano decide di restituire la donna al re, e parte.





La morte di Tristano e Isotta - Biblioteca nazionale di Francia





Si reca allora in Bretagna dove sposa Isotta dalle Bianche Mani, con la quale tuttavia non consuma il matrimonio. Nel frattempo l'innocenza della regina è continuamente messa in dubbio dai baroni malvagi, inducendola a reclamare un'ordalia. Tristano si reca alla cerimonia travestito, e aiuta la regina. Più volte ancora Tristano si reca segretamente in Cornovaglia travestito. Una volta l'accompagna il cognato Caerdino, che offeso per l'ingiuria fatta da Tristano alla sorella (non aveva consumato il matrimonio con Isotta dalle Bianche Mani) vuole vedere con i suoi occhi la bellezza di Isotta la Bionda e l'intensità del suo amore. I due così fanno pace e Caerdino si proclama amante dell'ancella della regina, Brangania. Ferito gravemente durante una spedizione, Tristano capisce che solo Isotta la Bionda può guarirlo e la manda a chiamare, chiedendo che vengano messe vele bianche alla nave con cui verrà, se lei accetta di venire, e vele nere se si rifiuta.





Boys_King_Arthur_-_N._C._Wyeth





Ella accetta, ma la sposa di Tristano, avendo scoperto il loro amore, gli riferisce che le vele sono nere. Credendosi abbandonato da Isotta, Tristano si lascia morire. La donna, arrivata troppo tardi presso di lui, muore di dolore a sua volta. Pentita per le conseguenze tragiche della sua menzogna, Isotta dalle Bianche Mani rimanda i corpi in Cornovaglia, facendoli seppellire insieme.

 

Un mito dell'amore

Il mito si interroga sulle cause e sulle conseguenze dell'amore, inquadrato in una società di cui trasgredisce tutte le leggi razionali, morali e sociali.





Boys_King_Arthur_-_N._C._Wyeth   2





I poeti sono consci della natura provocatoria della vicenda, tanto che tentano spesso di ridimensionarla o di integrarla in modo accettabile nella società, anche abolendo qualsiasi problematica etica. Ma nelle prime versioni della leggenda, il mito si presenta in modo inevitabile come incarnazione di un ideale amoroso, quello della fol amor o dell'amore fatale fondato sul dolore; fin dalla situazione iniziale, esso si connota negativamente: mette in scena l'adulterio, l'incesto, il tradimento del legame feudale; qualsiasi vita gli amanti scelgano (all'interno della società, costretti a continue menzogne e travestimenti; all'esterno della società, durante la vita nella foresta; separati), essi falliscono e sono condannati all'infelicità; l'unica via d'uscita possibile per loro è la morte. In questo esso si contrappone alla tematica dell'amore cortese, incarnata dalla coppia Lancillotto-Ginevra; e questo ne segna anche l'atemporalità, la sopravvivenza nell'immaginario: se l'amore cortese è legato alla società medievale e può essere capito solo al suo interno, il mito di Tristano e Isotta si pone al di fuori, tanto da essere oggetto di continue riprese, dai romantici fino ai giorni nostri.





Edmond Blair Leighton - Tristano e Isotta




Secondo Denis de Rougemont[3], infatti, esso rappresenta una concezione dell'amore tipica del mondo occidentale, contrapponendosi alla letteratura del resto del mondo nell'invenzione di un sentimento reciproco ed infelice — concezione, questa, che ha dato origine alle più celebri storie d'amore della nostra cultura, come Romeo e Giulietta, Piramo e Tisbe ecc. In generale si assiste, nel susseguirsi dei testi e delle differenti versioni, a un appiattimento delle problematiche etiche e sociali poste dagli amanti: nel Tristano in prosa[4], per esempio, gli episodi amorosi si perdono nelle sterminata successione di avventure cavalleresche, e il re Marco viene ridotto a codardo traditore in opposizione all'eroe cortese Tristano.





Gaston Bussiere_Tristan_et_Iseult





Il protagonista viene così integrato nella geste dei cavalieri della Tavola Rotonda, e anzi il suo stesso amore non è più segnato dal dolore, ma gode invece di lunghi periodi di felicità: questa tendenza è presente già nei primi testi come quello di Tommaso d'Inghilterra, nel quale la vita nella foresta, dura e insostenibile in Béroul, assume caratteristiche idilliache. Più tardi Tristano viene reso maggiormente accettabile anche dal punto di vista della moralità cristiana, integrandolo nelle avventure della cerca del Graal.
La critica moderna si è interrogata sulle valenze simboliche di singoli episodi del mito, come quello del perdono concesso da re Marco quando egli trova gli amanti nella foresta, addormentati ma vestiti, e separati dalla spada di Tristano: gli oggetti che il re lascia per segnalare la sua venuta sono stati visti come simboli di perdono, o meglio come richiami al rituale di investitura feudale (la spada, il guanto, l'anello). Ma più in generale la rivalità tra i due uomini è vista come primo segnale del fallimento cui è destinato il rapporto vassallatico medievale.





Tristan und Isolde. Herbert James Draper (1863-1920





Si è visto nel matrimonio con Isotta dalle Bianche Mani il profilarsi del motivo, molto presente nella letteratura dei secoli XII e XIII, dell'uomo tra due donne: tale motivo è lungamente sviluppato da Tommaso d'Inghilterra[1], che "classifica" anche i protagonisti delle due coppie in base al grado di felicità data dal possedere l'amore spirituale o l'amore fisico: Marco, per esempio, ha solo il corpo di Isotta, ed è quindi considerato più felice di Isotta dalle Bianche Mani che non ha né il cuore né il corpo del marito.
Anche il linguaggio è stato frutto di analisi, per esempio nei giuramenti ambigui che costellano la vicenda (come quello di Isotta che, dopo aver guadato un fiumiciattolo in groppa a Tristano travestito da pellegrino, si sottopone serenamente all'ordalia giurando di non aver mai avuto tra le gambe altro uomo che il marito e quel pellegrino del fiume!); le continue menzogne degli amanti li pongono in una situazione di sovversivi, in una cultura che considera tutt'uno la parola e l'oggetto.


Tristano il poeta
Tristano viene spesso designato come poeta e cantore, fin dai primi testi francesi, e così per esempio il lai di Maria di Francia[2] è indicato come opera sua. Ma è soprattutto nella letteratura posteriore che si compie l'identificazione della personalità e del destino dei due tipi: il poeta, come Tristano, è in grado di provare amore vero e per esso soffre, ed è talvolta tenuto al margine della società; non di rado poeti occitanici o romantici si paragonano a lui, come August von Platen che vi individua l'immagine dell'essere che ricerca la bellezza, tenta di cogliere in essa l'infinito ma contemporaneamente dispera di poter mai saziare il suo desiderio: e il fine definitivo di entrambi è la morte






Anna Costenoble - Tristano e Isotta





Isotta l’adultera
Isotta introduce un tipo nuovo nella letteratura amorosa, o meglio lo ricrea: il suo è il dramma dell'adulterio, del quale vengono in un certo qual modo fissati i parametri, che rimarranno immutati fino a oggi: Isotta vive una doppia vita amorosa, quella dell'amante e quella della moglie, quella dell'amore-passione fatalmente proteso alla morte e quello dell'amore nuziale rispettoso della norma e della tradizione; questi due amori sono inconciliabili come sono inconciliabili i due uomini cui sono rivolti: Tristano, sottomesso a un ordine che pure deve tradire, e il re Marco, giusto conservatore proprio di quest'ordine.

4 commenti:

  1. Questo blog sull’amore è equilibrato, tocca la psiche, la socialità, la passione, l arte e la scienza. Il tutto con gusto ed equilibrio, rigore e professionalità, ma sempre con quella leggerezza che non sfocia mai nella pedanteria. Di solito i blog e i siti sull’amore o sono scientifici o sdolcinati, cioè o ermetici chiusi nella disciplina medico - psichica o mielosi - evanescenti al limite del gossip. Inutile dire che mi sei simpatico. In primavera ti mando degli scritti e ne vedrai delle belle! Ti bacio. Maria De Angelis65

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  2. Dear Gabry,
    Now you read everywhere from New York and we are a large group of girls aged! Congratulations, photo more beautiful and great. Excellent texts and widespread on many topics. Bello also the religious aspect that never escapes you. I like you, I like what you write and how you handle things. Are you a fixed point. Continues we will be many. From New York a big ok! I embrace you. Abigail White59

    Caro Gabry,
    Ormai ti leggono dappertutto e noi da New York siamo un folto gruppo di ragazze stagionate! Complimenti, foto sempre più belle e grandi. Ottimi testi e molto diffusi su tanti argomenti. Bello anche l’aspetto religioso che mai ti sfugge. Mi piaci, mi piace ciò che scrivi e come tratti le cose. Sei un punto fisso. Continua saremo in tante. Da New York un grande ok! Ti abbraccio. Abigail White59



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  3. Gabry,
    Tu sei l’unica persona che incarna quello che ho letto 33 anni fa su Innamoramento e amore di Francesco Alberoni! Non credevo fosse possibile dare corpo a queste parole che riporto e che sono stampate nella mia mente. «L’innamoramento introduce in questa opacità una luce accecante. L’innamoramento libera il nostro desiderio e ci mette al centro di ogni cosa. Noi desideriamo, vogliamo assolutamente qualcosa per noi. Tutto ciò che facciamo per la persona amata non è far qualcosa d’altro e per qualcun altro, è farlo per noi, per essere felici. Tutta la nostra vita è rivolta verso una meta il cui premio è la felicità. I nostri desideri e quelli dell’amato si incontrano. L’innamoramento ci trasporta in una sfera di vita superiore dove si ottiene tutto o si perde tutto. La vita quotidiana è caratterizzata dal dover fare sempre qualcosa d’altro, dal dover scegliere fra cose che interessano ad altri, scelta fra un disappunto più grande ed un disappunto più lieve. Nell’innamoramento, la scelta è fra il tutto e il nulla. […] La polarità della vita quotidiana è fra la tranquillità ed il disappunto; quella dell’innamoramento fra l’estasi e il tormento. La vita quotidiana è un eterno purgatorio.” E’ vero! Io ero in un eterno purgatorio, leggere te, i tuoi scritti, le tue raccolte, i tuoi pensieri, le tue foto, mi hanno fatto sentire non più sola. Come se mi fossi destata da un eterno letargo. Grazie, ti offro questa mia testimonianza. Giusy66 Dandolo

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  4. Ciao,
    Gabry, sono Debora Valentini. Ti seguo sempre. I tuoi post su Klimt sono sublimi. Ma i tuoi affondo sul sesso e amore nel medio evo sono straordinari e tu ne fai un una ricerca ai limiti del paradosso. Ora mi sono fatta regalare uno smarphone da mio marito, così mi connetto e non mi perdo nulla. Mi piace un casino quello che scrivi. Debora63

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