Innamorarsi non invecchia, parola di Nobel !
“Dimmi kos è qsta kosa ke mi toglie il respiro
.... ke mi manda in apnea ... ke mi fa piangere e ridere in egual modo ... Tu
lo kiami amore io devo invece cerkarne ankora il senso ... ma esiste 1
dizionario ke me ne spieghi il senso vero?" RP
E' un ''meraviglioso'' tuttofare, la
molecola scoperta dal Nobel
Rita Levi Montalcini.
A oltre 60 anni dalla scoperta del fattore di crescita delle cellule nervose (Nerve Growth Factor, Ngf) e' ormai sempre piu' chiaro che questa proteina entra in
gioco anche nel controllare fenomeni finora sfuggiti a ogni formula biochimica,
come l'innamoramento. L'Ngf si sta dimostrando infatti
''una molecola vitale'', che Rita Levi Montalcini ha sempre considerato
importante tanto nello sviluppo dell'individuo quanto in quello della specie
umana.
Rita Levi Montalcini - Premio Nobel per la Medicina 1986 per la scoperta del Nerve Growth Factor Ngf, detta anche la molecola degli innamorati! |
Quando l'Ngf venne
scoperto (l'11 giugno 1951, come ricordava Rita Levi Montalcini), la sua
importanza sembrava legata unicamente al sistema nervoso. Oggi le applicazioni
piu' promettenti sono quelle legate ad una possibile terapia dell'Alzheimer e i primi test stati condotti sia
negli Stati Uniti, dove l'Ngf e' stato ''impacchettato'' in un virus innocuo e
iniettato nel cervello per stimolare la formazione dei neuroni nelle aree lesionate. In
Italia la molecola si e' sperimentata sotto forma di collirio per curare le ulcere della cornea.
Allo studio anche la possibilita' di sperimentare l'Ngf contro la sclerosi multipla. Molte delle
ricerche che stanno lentamente avvicinando l'Ngf al letto dei pazienti sono
condotte nell'Istituto Europeo per le Ricerche sul Cervello (Ebri) voluto e
presieduto da Rita Levi Montalcini.
Rita Levi Montalcini - Premio Nobel per la Medicina 1986 per la scoperta del Nerve Growth Factor Ngf, detta anche la molecola degli innamorati! 2 |
Per esempio, uno dei suoi piu' stretti
collaboratori, Pietro
Calissano,
ha messo a punto all'Ebri un metodo di coltura delle cellule nervose nel quale
e' possibile riprodurre gli stessi danni prodotti dalla malattia di Alzheimer.
Sembrano esserci nuove prospettive anche per utilizzare fattori di crescita
come l'Ngf per combattere
forme di depressione particolarmente difficili da trattare con i farmaci
tradizionali. Sembra forte anche il legame fra Ngf e stress e nel 2005 il fattore di crescita e' stato sperimentato a bordo
della Stazione Spaziale Internazionale, sull'astronauta europeo Roberto
Vittori.
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L'Ngf e' infine, anche la prima “molecola degli innamorati”. Una ricerca condotta nell'universita'
di Pavia ha dimostrato che il livello di questa proteina e' piu' alto all'inizio dell'innamoramento
e molto piu' presente che in coppie
consolidate o nei single. Sono tante le vie che si stanno esplorando: dalle
arvicole, minuscoli roditori sia monogami che poligami usati come ''modello
dell'innamorato'' da utilizzare in laboratorio, fino agli studi che cercano le
basi genetiche dei diversi stili amorosi (da chi si lascia travolgere dalla passione a chi vive l'innamoramento come una
profonda amicizia, a chi lo vive solo come sessualità).
L’amore
romantico dura un solo anno
Frutto del fattore di crescita nervoso
Uno sguardo, un gesto, un sospiro ed è subito amore. E’ un
sentimento a prima vista, travolgente e incontrollabile. Per qualcuno è frutto
di una freccia di Cupido, per gli scienziati, più prosaicamente, tutto dipende
da una molecola, il fattore di crescita nervoso (NGF), la stessa molecola
che ha fruttato alla sua scopritrice, Rita Levi Montalcini, il premio
Nobel.
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In ogni caso, romantici e scienziati, concordano su un punto: l’amore romantico dura poco,
di solito un anno appena dal momento della fatidica scintilla. Secondo l'equipe
di Piergluigi Politi del Centro
Interdipartimentale for Research in Molecular Medicine (CIRMC) presso l'Università di Pavia, la
passione iniziale, che lascia inevitabilmente il posto un sentimento più stabile
anche se meno intenso, è guidata dall'NGF. La ricerca è stata pubblicata
sul numero di novembre della rivista Psychoneuroendocrinology.
I segnali tipici del nuovo amore sono euforia, felicità, ma anche dipendenza. Tuttavia, sostengono i ricercatori,
se la relazione va avanti, a questi sentimenti segue il consolidamento del
rapporto, mentre la passione
iniziale diminuisce. Tutto questo sembra corrispondere a cambiamenti
consistenti della chimica del cervello (neurochimica). I ricercatori pavesi
hanno misurato i livelli plasmatici di un gruppo di molecole importanti nella
neurochimica, le neurotrofine
(NTs).
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Tra queste ci sono
il fattore di crescita
NGF, e altre molecole identificate con le sigle BDNF, NT-3 NT-4. Gli esperti hanno misurato le
concentrazioni plasmatiche di queste molecole nel sangue di 58 innamorati che
avevano iniziato da poco
una relazione amorosa, e in altrettanti individui con una relazione di coppia stabile e
consolidata da uno o due anni, infine in altrettanti single. I
ricercatori hanno così scoperto che in piena burrasca da innamoramento, il fattore NGF è in quantità molto
superiore nel plasma.
A queste concentrazioni di NGF corrispondono chiari “sintomi”
dell’innamoramento, come le palme delle mani sudate e le "farfalline"
nello stomaco, ovvero dolori di stomaco da causa nervosa. Dopo un
anno, 39 dei nuovi innamorati (rimasti insieme e con un rapporto
consolidato alle spalle) mostrano livelli di NGF simili ai single e alle altre coppie stabili, segno che ogni differenza rispetto
al culmine iniziale del sentimento era svanita. "Da questi
studi", ha dichiarato Politi, "sembra che meccanismi
biochimici siano coinvolti nei cambiamenti di umore che intercorrono dall'inizio a quando la
relazione diviene più consolidata".
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