“Ho i pantaloncini della scorsa estate ... la nostra ... mi kiedo
se ne avrò un'altra ... kn te ... folle ... km l amore di kui skrivi deve
essere ... xkè la follia è l unika forma di verità …” RP
Dall'uso delle vesti e
dall'abitudine a nascondere i genitali alla ricerca di luoghi ed occasioni
riservate per esercitare l'attività ed il rapporto sessuale il passo - sempre
in termini di millenni - può essere stato breve: quanto meno logico. Perché far
vedere le parti del corpo, che la donna desiderava tener celate a tutti, in
occasione dell'amplesso? E perché il maschio doveva esibire la propria femmina
a tutti, se poi ne temeva, gelosamente, le insidie? Ecco allora derivare la convenienza utilitaristica
(non morale) di limitare l'amplesso a momenti di solitudine, a luoghi
riservati, al buio della notte. Un altro fattore deve avere
avuto una certa importanza: la
presenza del figlio nato da una coppia.
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Nei
tempi più lontani non esisteva il problema della paternità: il bimbo nasceva
ignorato dal padre (anche perché ignorato era il rapporto tra coito e
gravidanza). Quando invece i legami sessuali raggiunsero una certa durata - pur
nelle mancate conoscenze del significato biologico dell’accoppiamento - i figli
dovettero suscitare sentimenti di dolcezza ed affetto, che aumentarono il
legame fra i genitori e favorirono la
formazione della famiglia. Qui si è cercato -
per evidenti ragioni di sintesi - di delineare schematicamente il processo di
sviluppo e di evoluzione sociale della sessualità; è certo però che, nella
realtà, le cose sono andate in modo differente, con periodi di progresso ed
altri di regresso, con un andamento pieno di contraddizioni.
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E tutto ciò non solo
per il sovrapporsi ad una
civiltà di un certo grado e tipo, di un'altra, vincitrice magari di una
guerra, ma anche per un'infinità di condizionamenti ambientali, fisici (clima,
alimentazione, ecc.), psicologici e religiosi. Tali contraddizioni e regressioni
sono continuate nel tempo, sino ai nostri giorni. Grosse modificazioni si sono certo avute nel passaggio
dalla società matriarcale a quella patriarcale e viceversa e, ancora, nello sviluppo della famiglia,
allorchè l'amore istintuale del padre verso i figli da indifferenziato si fece
specifico, rivolgendosi in particolare ai figli
maschi e corrompendosi per l'intrusione di
elementi economici, quali le questioni
della eredità, che ponevano appunto i figli maschi in una particolare
condizione di superiorità. Ad un certo momento, anche la donna avrà iniziato a
selezionare meglio i criteri della scelta del compagno, nel tentativo di
accaparrarsi non più solo un maschio
sessualmente valido e capace, ma un uomo
migliore dal punto di vista della sua potenza
sociale ed economica: a tale fine avrà fatto
ricorso a nuovi modi di seduzione.
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L'uomo
preistorico di trentamila anni fa aveva molto probabilmente già varcato la linea di
demarcazione tra sessualità animale e sessualità umana. Sentiva un certo
rispetto per la femmina e amore per i figli; aveva una famiglia basata su
qualche regola che evitava un'eccessiva promiscuità sessuale. Dalle più antiche
raffigurazioni artistiche si trae l'impressione che la coppia non doveva però
essere il nucleo familiare di base (ciò dovrebbe escludere la monogamia) mentre
risulta chiara la devozione che l'uomo ha per la donna. Nell'ultimo periodo
glaciale (15-20 mila anni fa) risulterebbero già abbastanza ben differenziati i ruoli
sessuali: l'uomo va a caccia, la donna sta a
casa; l'uomo garantisce il sostentamento del
gruppo, più che della sola famiglia, andando a caccia in gruppo, e la donna,
pur curando i propri piccoli, vive e lavora non per la sua sola famiglia ma
anche essa per l'intero gruppo.
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Alla fine dell'ultima glaciazione (10 mila anni fa) la
socializzazione dell'uomo (ormai un homo sapiens del tutto simile all'attuale)
è completa, ma soprattutto la coscienza e la possibilità di capire, e a volte
dominare, i fenomeni della natura offre nuove possibilità. E' anche del tutto probabile
che nell'epoca in cui da nomade si fece stanziale, ed alla caccia sostituì
l'allevamento e la coltivazione, l'uomo abbia preso coscienza anche del
rapporto esistente tra attività genitale e riproduzione. Probabilmente quest'epoca fu dominata dalle donne (che gli
uomini in fondo imitavano cessando di cacciare e dedicandosi ai lavori stabili dei campi, vicino
alla casa) e basata sul matriarcato. A questo ha poi fatto seguito una fase patriarcale,
promossa dallo stabilirsi di nuove condizioni di vita tribale, caratterizzata
dalla proprietà dei beni,
nonché delle donne e dei figli. In questo periodo postglaciale, sino all'arrivo
dell’era storicamente (almeno in parte) controllata (3 - 4000 anni a. C.),
lo sviluppo dell'organizzazione familiare passò probabilmente attraverso tre
stadi differenti.
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Un primo monogamico naturale (conseguente alla ‘scoperta’ della maggior
soddisfazione affettiva e sessuale nell'esercizio del sesso all'interno della
coppia); un secondo poliandrico e poligamico (dovuto all'improvvisa esplosione demografica ed alla
costituzione dei primi gruppi tribali, regolati da norme riguardanti i
componenti); un terzo fondamentalmente monogamico,
istituzionalizzato però come regola introdotta
nell'interesse stesso del gruppo, che dalla poligamia e dalla poliandria aveva
visto incrementare le occasioni di liti e contrasti interni, per gelosia. Alla
fine della preistoria i popoli presentano già divisioni sociali in classi: la superiore - ricca,
potente e autoritaria - da un punto di vista sessuale è anche la più libera;
essa concede maggior potere al maschio, importante non solo politicamente ma anche nella famiglia
per i diritti di successione. L'altra classe, quella inferiore - povera e sottomessa - presenta
invece una maggior parità di diritti fra i due sessi, ed a volte una minor
libertà sessuale.
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Una certa poligamia risulterebbe presente nella classe più
elevata, mentre sarebbe mancata in quella più bassa, per la quale libertà e
poligamia sono troppo onerose. Tale divisione sociale manterrà pressoché
inalterati taluni suoi fondamentali caratteri quasi sino ai nostri giorni.
Le cose, almeno in un primo tempo, non mutarono di
molto con lo avvento dell'epoca storica, cioè del periodo in cui ogni
importante avvenimento politico, ogni grande fenomeno economico e sociale
possono essere provati con documentazioni di una certa sicurezza. Una particolarità risulta tuttavia presente nell'antico Egitto,
allora società matriarcale, caratterizzata dalla trasmissione ereditaria dei
poteri politici, della nobiltà e dei beni per linea femminile: è l'assenza di
qualsiasi condanna dell'incesto. Anzi, specie tra i potenti, l'unione ideale è la coppia
fraterna: le sorelle che sposano cioè i propri fratelli.
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Modificazioni
radicali, in questo antico e civile paese, avvennero più tardi, dapprima con
un'opposizione dei capi militari al potere politico e religioso delle donne, e
successivamente con una vera e propria rivoluzione sociale (2000 a.C.), grazie alla
quale le classi più povere acquisirono taluni diritti, fra i quali quello del matrimonio, fino ad
allora riconosciuto solo ai ceti più ricchi. Da rilevare infine che presso gli
Egizi (e quindi prima che in Israele) si usava praticare la circoncisione. come
cerimonia d'iniziazione. Presso la civiltà sumero-babilonese (2000 a.C.) esisteva una
precisa regolamentazione della famiglia. Il matrimonio era monogamico, pur
essendo legale tenere delle concubine in casa. Analoghi gli usi presso il
popolo di Israele, ove il matrimonio era finalizzato alla procreazione, tanto è vero che
se risultava sterile poteva essere sciolto.
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Questa civiltà ammetteva e regolava l'incesto, vietava le
relazioni adulterine, riconosceva la prostituzione. Nell'antica India, la fedeltà della
donna al marito era assoluta, tanto che la tradizione prevedeva il sacrificio
della moglie sopravvissuta alla morte del suo compagno; l'incesto era
rigorosamente vietato. Nella civiltà greca, la sessualità, da un punto di vista sociologico, non era
ben definibile. Ciò non solo per le naturali differenze esistenti in singoli
periodi o città (Sparta
autoritaria e sessuo-negativa, Atene democratica e piuttosto libera) né per i contrasti tra la
realtà e la leggenda o la mitologia (nella letteratura l'esercizio
dell'attività sessuale era assolutamente libero ed anzi esaltato), ma
soprattutto per una certa diffusa libertà di comportamento.
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La famiglia era tuttavia una
comunità di valore
economico e sociale; le donne facevano vita piuttosto ritirata; il matrimonio sanciva dei diritti e non dei sentimenti né delle esigenze sessuali (che si
potevano soddisfare liberamente con prostitute). L'omosessualità sia maschile
che femminile, era accettata ed anche largamente praticata. A Roma, società dapprima agricola e militare, gli uomini,
lavoratori e soldati, avevano assai più diritti delle donne e il matrimonio era
una sorta di semplice iniziazione sessuale. Più tardi, riconosciuta alle donne
una migliore posizione (per motivi essenzialmente economici, derivanti dall’istituzione
della dote portata al marito dalla sposa) il matrimonio viene istituzionalizzato, e poi riconosciuto come base fondamentale della società.
Tuttavia la separazione è consentita, prevista e regolamentata; le relazioni adulterine, sia
maschili che femminili, severamente represse.
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Col tempo si verifica anche a
Roma, come in Grecia, una certa separazione tra la ricerca del piacere sessuale
(fiorisce infatti la prostituzione) e l'amore coniugale, almeno tra i potenti e i
ricchi, in grado di pagarsi ogni soddisfazione erotica. La predicazione e le proposte cristiane arrivano
a Roma in un periodo di travaglio politico e sociale, in cui vi è una
esaltazione di tutte le filosofie più materialistiche ed edonistiche basate sul
godimento di beni terrestri, sul piacere sessuale, su certa elasticità morale.
Il contrasto è ovviamente molto aspro, poiché il senso comune del romano medio non solo respinge la
nuova fede che si basa sulla rinuncia dei beni terrestri, sulla esaltazione
della povertà, sulla necessità di una vita d'amore, ma si oppone con la
violenza all'ipotesi di una negazione di quei valori e di quelle tradizioni che
avevano fatto grande e potente Roma.
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La reazione si aggrava poi allorché la predicazione
cristiana accentua il suo ascetismo,
sostenendo la castità e la indissolubilità
del matrimonio (norme che in verità escono più che dalla predicazione di
Cristo, da quella di taluni
degli apostoli suoi seguaci), e condannando l'amore carnale come peccato. Il cristianesimo ha posto assai presto il problema di una
rigida condotta sessuale, quasi cercando di fondare buona parte della sua
autorità sulla calcolata produzione di uno stato d'ansia sessuale. Per quanto il cristianesimo possa
avere contribuito allo sviluppo sociale e culturale, la sua influenza sul
comportamento sessuale dell'uomo è stata fondamentalmente negativa, avendo da un lato
assimilato, col passare del tempo, gli elementi più autoritari dal giudaismo e dai romani.
Nel corso dei secoli ha poi spesso accentuato la sua posizione sesso-repressiva
e offerto un valido supporto alle più conservatrici ed antiliberali tesi della
società capitalistica. Scarse sono le conoscenze riguardanti il comportamento sessuale nel Medio Evo: anche da questo punto di vista si tratta di secoli oscuri, come per
una serie di altre attività umane, artistiche o scientifiche.
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Si sa che la
medicina studia, tra l'altro, i problemi posti dalla sterilità femminile e
dall'impotenza maschile. Ma il dato più grave è che si diffondono convenzioni chiaramente
sesso-repressive, come la castità dei preti
decisa nel VII secolo, ma restata assai poco praticata sino ai decreti
di Leone IX (metà dell'XI secolo) e come la condanna d'ogni rapporto sessuale fuori del
matrimonio o non specificamente ed esclusivamente rivolto alta
procreazione. In contrasto con tali principi, la vita sessuale doveva però essere piuttosto libertina,
almeno presso le classi nobili, se è vero, che nudità e prostituzione non sono
oggetto di divieti e che si impose nella società feudale il “Jus primae noctis”, cioè il diritto per il nobile
di togliere la verginità alle spose dei propri sudditi. Il Medioevo risente in modo stretto di ciò che il Cristianesimo
aveva già introdotto all’epoca dell’Impero Romano. Cambia così il ruolo della
donna e della famiglia nella società.
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Il Cristianesimo
primitivo elevò lo standard morale e sessuale della donna. Il rigetto
della poligamia, della prostituzione e dell’omosessualità, tutte pratiche
comuni nella cultura pre-cristiana, spinsero infatti ad un ruolo più importante della donna nella società. Il modo stesso
in cui Gesù trattava le donne era in stretto contrasto con le culture che
circondavano l’Impero Romano. L’episodio in cui egli approcciò la Samaritana o salvò la prostituta dalla
lapidazione o ancora nelle nozze di Cana quando
prepara il miracolo spinto da una precisa richiesta della madre sono esempi del modo in cui il
Nazareno valorizzava le donne. La madre di Cristo poi ebbe un posto speciale nella storia della salvezza mentre ad
esempio la cultura islamica negava decisamente un qualsiasi spazio a Maria pur
riconoscendo a Gesù il ruolo di grande profeta. Oltre
ad un Medioevo cristiano, però, va considerato un Medioevo
islamico caratterizzato da un deciso
maschilismo, una diffusa poligamia e naturalmente la costituzione dell’harem.
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Qui le donne erano rinchiuse e sorvegliate dagli eunuchi. Possiamo facilmente
pensare i tipi di frustrazione anche sessuale che vivevano. Ciò tuttavia non
impedì probabilmente un immaginario erotico ricco come testimoniano produzioni
letterarie raffinate del livello di testi come Le
mille e una notte (la traduzione letterale dall’arabo è Mille
notti e una notte ancora). Tuttavia, anche
il Medioevo cristiano era segnato da tratti
evidenti di maschilismo, soprattutto nei
tempi successivi a quelli delle origini. Il culto della castità e della verginità nonché dell’astinenza
sessuale divennero valori sempre più importanti. Da S.
Paolo a S. Ambrogio, passando per S.Agostino,
queste virtù divennero nei secoli un fondamento della cultura cristiana. La
scissione platonica tra anima e corpo trovò continuazione ed ulteriore forza
nella svalutazione della sessualità in favore della vita spirituale e di quella
contemplativa in particolare.
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Un'esasperata spiritualità non evitò d’altra
parte che nel Medioevo esistessero case di tolleranza statali o comunali persino assoggettate
ad imposte e che interi quartieri o vie venissero adibite alla prostituzione. E
neppure che nelle comunità chiuse come conventi e monasteri ci fosse l’omosessualità o l’eterosessualità tra monaci e
monache. Livelli elevati di corruzione venivano anche combattuti con forza ed
alcuni episodi paiono esserne una chiara conferma. Ad esempio Attone vescovo di Vercelli dal 924 in una lettera pastorale interviene
scrivendo che “… alcuni sacerdoti sono schiavi della libidine al punto che
permettono a sconce prostitute di abitare sotto il loro stesso tetto…” Ci fu nel corso del Medioevo
una diffusione
importante della prostituzione
al punto che molte erano al seguito degli eserciti nelle campagne belliche.
D’altra parte la sifilide
dilagò per oltre due secoli. In quei tempi era una malattia mortale ed assai diffusa in Europa
nonostante fosse già chiaro il legame con rapporti sessuali.
Caro Gabry,
RispondiEliminasono Antonietta Ruggiero, ti inoltro un mio commento cui ancora non hai fatto cenno. Lo so siamo in tanti, ma vorrei vedere almeno un tuo scritto!
“Sono venuta nel mio studio per leggerti un po’. Chissà che fai in questo momento, forse prepari un altro post sull’amore. Ma che distanza c’è tra te e tutti gli altri uomini! Nessuno scrive cose come le tue. Lavoro nella pubblicità in un centro del napoletano e di blog simili ne leggo 100 al giorno. Tu sei ancora intatto, anche se non di primo pelo. Raccogli tutto ciò che riguarda l’amore, l’eros, la passione e si vede. Anche l’accuratezza delle situazioni. Il tuo blog non è preciso e referenziale. Non usi le tecniche che i nostri esperti adottano per accattivare i navigatori della rete. Stile asciutto, essenziale, che bada solo ad un aspetto: l’amore! Ecco perché lo leggo. Tu non devi imbrigliare nessuno. Di blog costruiti per la pubblicità ne vedo a migliaia. Ti leggo come un diario. Un libro di emozioni. E non da tanto. La foto è vera, telo dico io e tu sei autentico, non sai barare. Osservo quello che dici come se fosse un romanzo, dove accanto a una biologia asettica, ci sono pensieri immortali. Continua, mi piaci. Auguri. Non sono una ragazzina e non faccio complimenti sull’uomo, ma se dovessi incontrarti ne sarei affascinata. Mi fai vibrare con la lettura. Figurati …. Il resto! In bocca al lupo. Antonietta57”
Salve Gabry,
RispondiEliminaSono Vanna Carrera, scusami, ma con un animo più sereno, posso parlare con te. Complimenti! Credevo fossi un appassionato dell’amore, come il nostro gruppo, invece scopro, per caso, che hai un altro blog sulla Didattica da primo premio. Formidabile, stellare, ho dato una scorsa ad alcuni argomenti e li ho segnalati a delle amiche insegnanti che sono rimaste senza fiato. Premi nobel, studi sul cervello, teorie su 3 cervelli e 9 intelligenze, un vero rompicapo! Ma chi sei in realtà. Davvero uno da prendere con le molle e da conoscere fisicamente da vicino. Ha detto bene Sonia Lunardi che ti conosce da sei mesi, ti descrive intelligente, appassionato, simpatico, almeno è l’opinione corrente tra noi. Sono la più giovane del gruppo, lavoro in un istituto di ricerca e sono a mezzo tra passione e scienza. Tutte vorremmo per davvero conoscerti da vicino, ti ritengono stimolante sotto ogni punto di vista. Per ora, non appena ho dato un esame di specializzazione, ti leggerò parecchio. Poi se si scende al sud ti vogliamo un paio di giorni per noi. Sonia scende a Scalea nel mese di agosto, dove tiene una casa al mare. L’anno scorso dopo averti visto col gruppo era entusiasta della tua conoscenza. Spero che quest’anno tocchi a noi. Vanna69
Gabry,
RispondiEliminasono Serena Soriente, ho scritto della tua introduzione iniziale al blog sul “Convegno” di Alciati.
“I baci desiderati e appassionati incontrano le tinte e le atmosfere del dirompente “Il convegno” di Ambrogio Antonio Alciati (1878-1929). Un bacio voluttuoso anche se i corpi dei due amanti non possono stringersi perché separati da un’inferriata. Questo dipinto appartiene al genere della Scapigliatura, e certamente ha subito l’influenza di Tranquillo Cremona, non solo nello stile pittorico, ma anche nel soggetto rappresentato: i due amanti si avvinghiano appassionatamente come l’edera all’inferriata, che la donna, con il braccio proteso verso l’alto, sembra voler superare. Le pennellate sono vibranti e vaporose, intorno a loro domina il verde del giardino. Un capolavoro.”
Non so se lo hai letto, ma tempo fa riproposi la descrizione, oggi la sento più vibrante che mai. Ho visto che hai inserito dei post su Ambrogio Alciati e Tranquillo Cremona. Mi piaci ogni giorno di più! Serena64
A quanto pare alla signora Cristina Parodi piace veramente moltissimo farci vedere le sue generose grazie. Ma un po' di pudore? Non si vergogna? Con queste tette (chiaramente rifatte) che ha sempre in così gran bella mostra! Sì bella Cristina abbiamo capito che hai un fisico ancora così molto molto bono e che sei ancora così tanto piacente e davvero parecchio attraente, però sei sempre mezza nuda con le tette di fuori o comunque le hai in vista! Vabbè che ti sporgono tantissimo però ogni tanto copritele che altrimenti se no tutti te le guardano eccome!!
RispondiEliminaNella foto 2 con quel reggiseno bianco che le sostiene le tette bella Cristina sei da sturbo madonna quanto sei bella di viso ma così mezza nuda ma quanto sei così bona e levatelo quel reggiseno Cristina facci vedere le tue tette rifatte che non le hai mica piccole anzi hai davvero due belle poppe Cristina faccele vedere dai così bella creatura sei fatta bene ti piace farti vedere eh? caxxo che gran bella donna che sei
RispondiElimina