E' un mondo
maschilista in cui l'uomo deve proteggere la donna e questa deve sottostare a
tutte le richieste del marito.
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Nel
Medioevo il corpo è il luogo del paradosso: da una parte c'è il cristianesimo
che insiste nel mortificarlo, dall'altro c'è l'esaltazione del corpo martoriato di Cristo.
L'umanità cristiana si fonda sul peccato originale, che nel Medioevo diventa il peccato sessuale.
La vita quotidiana dell'uomo in questo periodo storico
oscilla tra la Quaresima e il Carnevale:
il primo periodo era caratterizzato dal digiuno, dall'astinenza sessuale e da
molti altri divieti tutti dediti a mortificare sempre più il corpo umano come
per purificarlo, mentre il Carnevale è tutto l'opposto. Durante la Quaresima
tutti i godimenti della carne in primis il sesso vengono repressi fortemente;
la Chiesa nel medioevo è fortemente sessuofoba e questo gli permetteva di
controllare la popolazione facendo credere che il peccato
originale era quello sessuale ed è per questo che la Chiesa istituì
dei divieti in ambito sessuale:
si poteva fare sesso solo durante il periodo del Carnevale, e l'uomo nei
rapporti doveva essere quello attivo, mentre la donna doveva essere estremamente passiva e
l'uomo doveva muoversi moderatamente, era vietato fare l'amore nella
posizione in cui "lo fanno i cani",
era ovviamente vietata la sodomia e
l'omosessualità (considerata al pari del cannibalismo) ed era vietato
fare sesso durante i periodi
di mestruazione della donna (altrimenti la punizione era che il figlio che sarebbe
nato sarebbe stato infetto dal morbo della peste nera), la donna non doveva assolutamente ingoiare lo sperma dell'uomo (si
credeva che fosse un atto di stregoneria per far in modo che la donna amasse
di più il marito) e in caso lo si facesse, la donna doveva scontare una pena
composta da 7 anni di
digiuno con solo pane e acqua (pena questa usata per molti altri
"crimini"); l'uomo non doveva "amare
troppo" la sua moglie altrimenti sarebbe stato considerato un
adulterio.
Lo sperma e il sangue venivano visti con una certa ripugnanza perchè erano liquidi corporei. La donna era vista come il peccato originale, era diabolica e malefica ed era considerata impura per il fatto che aveva le mestruazioni e perchè è la causa del peccato originale. La chiesa impone ai fedeli la "giusta copulazione", cioè il matrimonio. Le radici della repressione sessuale ha origine nel periodo Tardo Antico, in età Romana quindi con Marco Aurelio nel II secolo d.C in cui l'imperatore appoggiava lo stoicismo basato sull'autocontrollo della depravazione delle passioni. Come detto prima, la donna era subordinata all'uomo e per quanto riguarda il corpo, la disfatta era dunque totale.
La donna
viene considerata debole e vede nell'uomo quanto a lei può conferire
forza; la donna non funge neanche da equilibratore sociale, ma è solo un
gradino basso di una scala in cui in cima risiede l'Uomo. Il medioevo è maschio, è un mondo maschilista
in cui l'uomo deve proteggere la donna e questa deve sottostare a tutte le
richieste del marito.
Il grande rifiuto del corpo non comprende solo l'ambito sessuale, ma anche la sregolatezza nel mangiare e nel bere; è vietato infatti per la morale cristiana del medioevo ubriacarsi e abbuffarsi di cibo. La Chiesa regolamentava veramente tutti gli attimi della vita di una persona come anche il lavoro che veniva giustificato come l'affaticamento necessario per purificare l'anima; era vietato lavorare di domenica e gli altri giorni più una persona lavorava e più voleva dire che doveva liberarsi del peccato originale e solo infliggendosi pene e "morendo di fatica" allora ci si poteva salvare l'animo in paradiso.
Le lacrime venivano considerate un dono, e piangere voleva dire riconoscere la presenza di
Dio dentro di se.
Non possiamo dire lo stesso per il riso: infatti ridere era severamente vietato soprattutto in ambito monastico; veniva considerato un gesto diabolico e satanico che proveniva dalle viscere e quindi era malvagio e impuro: il corpo era considerato impuro e le parti nobili erano solo il cervello e il cuore. Anche i sogni venivano tenuti sotto controllo, e per quanto riguarda i sogni erotici, c'erano anche qui delle pene da scontare. Sognare era considerato un opera di satana e quindi anche questo veniva il più possibile messo a freno. I sogni venivano comunque interpretati molto spesso al mercato dove si trovavano i nostri attuali cartomanti.
Vesti
intime del Medioevo
I
rappresentanti delle corti altomedievali dei Merovingi e dei Carolingi
conoscevano le brache, una specie di indumento intimo vicino al perizoma,
oppure un modello lungo di tela o cuoio, fatto aderire alle gambe mediante i
lacci intrecciati delle calzature. A contatto con la pelle si portavano camicie
di lino finissimo,
quasi trasparenti.
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Nel
XIII secolo l'ideale femminile di donna era
rappresentato da esili fanciulle dalle forme allungate, i
capelli lisci e chiari,
il corpo snello, in
conformità al gusto per la verticalità
dello stile gotico, che imponeva questi canoni a tutte le arti
decorative, dall'architettura alla scultura. Il 1300 sarà però, anche un secolo nero, funestato da peste,
carestie e fermenti religiosi, che insinuarono profondi turbamenti negli
animi, quindi la donna
doveva dare l'idea di virtuosa,
al fine di allontanare dagli uomini eventuali sconvolgimenti del corpo e dell'anima.
Il seno non era considerato assolutamente un richiamo erotico, al contrario invece, del piede e del polpaccio che andavano coperti perchè la loro vista incendiava l'uomo medievale, è per questo che vediamo scollature profonde contrapposte a vesti dai lunghissimi strascichi.
Il seno non era considerato assolutamente un richiamo erotico, al contrario invece, del piede e del polpaccio che andavano coperti perchè la loro vista incendiava l'uomo medievale, è per questo che vediamo scollature profonde contrapposte a vesti dai lunghissimi strascichi.
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Un'altra
parte del corpo femminile, divenuta di grande importanza era il ventre, che doveva
mostrarsi prominente, simbolo
di fertilità, in un'epoca tanto provata dagli alti tassi di mortalità e
dal calo demografico, per questo le donne iniziarono a metterlo in evidenza aumentandone le forme
con dei sacchetti imbottiti.
Sulla pelle nuda si indossava una camicia finissima, il blanchet, sotto le vesti il sotano e in alcuni
casi un busto o casso di ferro e, come
succedeva spesso, se la scollatura
arrivava fino alla vita, la si mitigava con un tassello di tessuto. Le sarabullias
invece, erano antenate dei nostri slip, e
venivano indossate solo dalle nobildonne, le popolane era già tanto se avevano un
vestito..., si narra però che quest'indumento non fosse molto amato, in
quanto si pensava non facesse prendere aria alle parti intime.
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Per
gli uomini, insieme alla camicia a pelle, l'interula,
per le gambe si indossavano calzabrache
di panno in tinte vivaci, provviste anche di suole, elemento base del
guardaroba maschile, provviste di imbottiture
se i polpacci erano troppo magri e legate in vita con dei nastri. Successivamente,
dal 1370 le calzebrache si evolsero in una
specie di collant con cavallo, unito sul dietro da una stringatura e provvisto di sportello sul
davanti.
Caro Gabry,
RispondiEliminasono Antonietta Ruggiero, ti inoltro un mio commento cui ancora non hai fatto cenno. Lo so siamo in tanti, ma vorrei vedere almeno un tuo scritto!
“Sono venuta nel mio studio per leggerti un po’. Chissà che fai in questo momento, forse prepari un altro post sull’amore. Ma che distanza c’è tra te e tutti gli altri uomini! Nessuno scrive cose come le tue. Lavoro nella pubblicità in un centro del napoletano e di blog simili ne leggo 100 al giorno. Tu sei ancora intatto, anche se non di primo pelo. Raccogli tutto ciò che riguarda l’amore, l’eros, la passione e si vede. Anche l’accuratezza delle situazioni. Il tuo blog non è preciso e referenziale. Non usi le tecniche che i nostri esperti adottano per accattivare i navigatori della rete. Stile asciutto, essenziale, che bada solo ad un aspetto: l’amore! Ecco perché lo leggo. Tu non devi imbrigliare nessuno. Di blog costruiti per la pubblicità ne vedo a migliaia. Ti leggo come un diario. Un libro di emozioni. E non da tanto. La foto è vera, telo dico io e tu sei autentico, non sai barare. Osservo quello che dici come se fosse un romanzo, dove accanto a una biologia asettica, ci sono pensieri immortali. Continua, mi piaci. Auguri. Non sono una ragazzina e non faccio complimenti sull’uomo, ma se dovessi incontrarti ne sarei affascinata. Mi fai vibrare con la lettura. Figurati …. Il resto! In bocca al lupo. Antonietta57”
Salve Gabry,
RispondiEliminaSono Vanna Carrera, scusami, ma con un animo più sereno, posso parlare con te. Complimenti! Credevo fossi un appassionato dell’amore, come il nostro gruppo, invece scopro, per caso, che hai un altro blog sulla Didattica da primo premio. Formidabile, stellare, ho dato una scorsa ad alcuni argomenti e li ho segnalati a delle amiche insegnanti che sono rimaste senza fiato. Premi nobel, studi sul cervello, teorie su 3 cervelli e 9 intelligenze, un vero rompicapo! Ma chi sei in realtà. Davvero uno da prendere con le molle e da conoscere fisicamente da vicino. Ha detto bene Sonia Lunardi che ti conosce da sei mesi, ti descrive intelligente, appassionato, simpatico, almeno è l’opinione corrente tra noi. Sono la più giovane del gruppo, lavoro in un istituto di ricerca e sono a mezzo tra passione e scienza. Tutte vorremmo per davvero conoscerti da vicino, ti ritengono stimolante sotto ogni punto di vista. Per ora, non appena ho dato un esame di specializzazione, ti leggerò parecchio. Poi se si scende al sud ti vogliamo un paio di giorni per noi. Sonia scende a Scalea nel mese di agosto, dove tiene una casa al mare. L’anno scorso dopo averti visto col gruppo era entusiasta della tua conoscenza. Spero che quest’anno tocchi a noi. Vanna69
Gabry,
RispondiEliminasono Serena Soriente, ho scritto della tua introduzione iniziale al blog sul “Convegno” di Alciati.
“I baci desiderati e appassionati incontrano le tinte e le atmosfere del dirompente “Il convegno” di Ambrogio Antonio Alciati (1878-1929). Un bacio voluttuoso anche se i corpi dei due amanti non possono stringersi perché separati da un’inferriata. Questo dipinto appartiene al genere della Scapigliatura, e certamente ha subito l’influenza di Tranquillo Cremona, non solo nello stile pittorico, ma anche nel soggetto rappresentato: i due amanti si avvinghiano appassionatamente come l’edera all’inferriata, che la donna, con il braccio proteso verso l’alto, sembra voler superare. Le pennellate sono vibranti e vaporose, intorno a loro domina il verde del giardino. Un capolavoro.”
Non so se lo hai letto, ma tempo fa riproposi la descrizione, oggi la sento più vibrante che mai. Ho visto che hai inserito dei post su Ambrogio Alciati e Tranquillo Cremona. Mi piaci ogni giorno di più! Serena64
Oddio ma quanto è tanta e quanto fa arrapare la bella Sabrinona!
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