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domenica 13 gennaio 2013

Jean-Léon Gérôme L’intensa femminilità nelle tele di Jean Leon Jerome







L’intensa femminilità nelle tele di Jean Leon Gerome


Jean-Léon Gérôme (Vesoul, 11 maggio 1824Parigi, 28 gennaio 1904) è stato un pittore e scultore francese.
Si oppose al movimento impressionista iniziato da Monet e Manet continuando a sviluppare e conservare il neoclassicismo francese.
Le sue opere sono principalmente di tema storico, mitologico e orientalistico portando la tradizione dell'Impero francese ad un climax.




Jean Leon Gerome - Il bagno
 




Biografia
Nel 1841 si trasferì a Parigi per frequentare l'Académie Julian, dove studiò sotto Paul Delaroche che lo accompagnò in Italia nel 1844-1845. Al suo ritorno lo seguì, come altri allievi di Delaroche, nell'atelier di Charles Gleyre. Nel Salon del 1847 espose l'opera Combat de coqs con la quale si guadagnò la medaglia di terza classe. Questo lavoro fu visto come una summa del movimento neoclassico formatosi fuori




Jean Leon Gerome - Pigmalione e Galatea




dall'atelier di Delaroche e fu difeso dal critico francese Theophile Gautier. La Vierge, L'enfant Jésus et St-Jean, Anacréon e Bacchus et l'Amour presero la medaglia di seconda classe nel 1848. Espose Bacchus et l'Amour ivres, Intérieur grecand Souvenir d'Italie, nel 1851; Vue de Paestum nel 1852 e Idylle nel 1853.
Partecipò all'Esposizione universale del 1855 con Pifferaro, Gardeur de troupeaux, Concert russe e una grande tela rappresentante Le siècle d'Auguste et la naissance de Jésus-Christ. Nel 1854 Gérôme iniziò un viaggio in Turchia e lungo le sponde del Danubio e nel 1857 visitò l'Egitto.




Jean Leon Gerome - Bagno moresco




La fama di Gérôme aumentò molto dopo il Salon del 1857, per una serie di lavori che trattavano temi molto più popolari: La Sortie du bal masqué, Le Duel de Pierrot, Egyptian Recruits crossing the Desert, Memnon and Sesostris e Camels Watering, il disegno che fu criticato da Edmond About.
Ne La morte di Cesare del 1859 Gérôme provò a riprendere un tema più austero, ma il dipinto deluse le aspettative del pubblico. Poi Frine davanti all'Areopago, Le Roi Candaule e Socrate trova Alcibiade nella casa di Aspasia 1861 diedero scandalo per




Jean Leon Gerome - Tanagra 1890




colpa dei soggetti scelti e il suo lavoro fu demolito dalle aspre critiche di Paul de Saint-Victor e Maxime Du Camp. Nel Salon di quell'anno esibì The Egyptian chopping Straw, e Rembrandt biting an Etching, due opere lavorate davvero molto finemente.
Dal 1862 le sue tele conobbero una maggiore diffusione, specialmente a causa del suo matrimonio con Marie Goupil, la figlia di Adolphe Goupil, un editore d'arte rinomato. In quel periodo dipinse numerose




Jean Leon Gerome - Bethsabea




scene storiche come Louis XIV et Molière (1863), Réception des ambassadeurs du Siam à Fontainebleau (1865) e La mort du Maréchal Ney (1868).

Gérôme fu ugualmente un abile scultore. Rétiaire e Sagittaire sono due eccellenti statue. I gruppi Gladiateurs, Anacréon, Bacchus et l'Amour, e la statua Omphale (1887), Bellone (1892) (queste sculture, in avorio, metallo e pietre preziose, furono esposte alla Royal Academy of Arts e attirarono molto l'attenzione) e Tanagra sono opere assai notevoli. Egli realizzzò anche una serie di sculture di




Jean Leon Gerome - Bar arabo




conquistatori, lavorati con oro, argento e gemme: Bonaparte che entra al Cairo (1897), Tamerlano (1898) e Federico il Grande (1899). Scolpì inoltre la statua di Enrico d'Orléans che si trova davanti al Chateau de Chantilly (1899).
Nel 1864 Jean-Léon Gérôme diventò professore nell'École nationale supérieure des beaux-arts e fu eletto membro del Istituto di Francia nel 1865.
Gérôme fu anche il maestro di molti pittori tra i quali l'italiano Giuseppe De Nittis e gli americani Mary Cassat e Abbott Handerson Thayer.
Morì nel 1904 e fu sepolto nel Cimitero di Montmartre, Parigi.




Jean Leon Gerome - Harem pool - dettaglio



Gérôme fu a lungo stigmatizzato come l'emblema di uno sterile accademismo, prima che, nel corso degli ultimi decenni, la percezione dell'artista subisse una profonda evoluzione. Ai nostri giorni, Jean–Leon Gérôme è considerato come uno dei grandi creatori di immagini del XIX secolo.
Ogni mostra è l'occasione per affrontare tutte le sfide contenute nella sua opera, a cominciare dalle fonti alle quali l'artista ha attinto fino all'influsso che costui ha




Jean Leon Gerome - Cesare e Cleopatra




esercitato: il posto che Gerôme occupa nella pittura francese del suo tempo, la sua concezione teatralizzata della pittura di storia, il suo complesso rapporto con l'esotismo, l'uso che l'artista fa della policromia nella scultura, il suo ruolo di insegnante, il suo rapporto con i modelli antichi, ma anche il modo in cui la personalità di questo artista è capace di cristallizzare l'intero complesso delle lotte anti accademiche di fine Ottocento e, infine, l'entusiasmo che Gérôme suscita presso il pubblico e presso i collezionisti americani.



Jean Leon Gerome -  [King Candaules] (1859)    





Al di là del fascino immediato che quest'opera sprigiona e del suo essere comprensibile, è proprio la duplice natura di questo tipo d'arte, dotta e popolare al tempo stesso, che porta l'ossessione illusionista fino all'inafferrabile. Il che, ai nostri giorni, rende l'opera stessa così preziosa agli occhi degli storici dell'arte e del grande pubblico.


Jerome oggi - A Parigi, gli appassionati d'arte si dividono fra due mostre antitetiche: le ninfee di Monet al Grand Palais e la grande mostra di Jean-Léon Gérome al museo d'Orsay. Tanto le opere




Jean Leon Gerome - Mercato di schiavi a Roma 




tardive di Claude Monet rasentano il metafisico, l'immateriale, la trascendenza dalla materia ritratta, tanto i quadri del grande `pompier` accademico, nemico degli Impressionisti, sono concreti, spettacolari, cromaticamente sfarzosi, apertamente erotici e spesso centrati sullo spettacolo della violenza.
Gérome, allievo di Delaroche e di Ingres, fu considerato, in pratica, il pittore ufficiale del Secondo Impero. Nella mostra parigina, la prima dedicata a questo artista




Jean Leon Gerome - Phyrne davanti all'aeropago 




reazionario dalla morte di Gérome nel 1904, non poteva mancare il suo Napoleone a cavallo che contempla la Sfinge nel deserto egiziano. Il Settecento e la corte del Re Sole, il mondo dell'antichità greca e i suoi filosofi, i gladiatori al Colosseo, la morte di Giulio Cesare, Napoleone Bonaparte in tutte le salse, la morte del maresciallo Ney: Gèrome usava i pennelli, e la scultura, per raccontare delle storie. Molte produzioni hollywoodiane, da Ben Hur a Il Gladiatore, si sono ispirate alla sua visione iperrealista, densa di sangue, belve feroci e belle donne discinte.
Ma forse è nella veste di pittore orientalista




Jean Leon Jerome - Grande piscina di Brousse (1885)  





che Gérome lascia il suo segno più ricco di visionaria potenza. I suoi interni di moschee, i suoi harem, i suoi paesaggi orientali, i suoi mercati degli schiavi, le sue odalische, i suo cavalieri arabi, i suoi spazi ricoperti di piastrelle decorate di fregi azzurri, sono bagnati da una luce aurea, trasognata. Nei suoi viaggi in Egitto e in Medio Oriente l'austero artista, allora il più famoso di Francia, si lascia andare a una sorta di festa dei sensi e ritrae il mondo che lo circonda senza sentirsi obbligato a trasmettere lezioni di Storia, ma piuttosto delle storie. I leoni e le tigri che abbondano nelle sue tele sono sicuramente un omaggio a Delacroix.
Rapidamente scoperto dai collezionisti americani, oggi molte delle sue opere sono custodite nei musei di Dayton, Minneapolis e Baltimora. A New York collezionisti privati, che si sono innamorati dell'orientalismo quando era ancora relativamente accessibile, negli anni Sessanta, esibiscono opere di Gérome nei loro appartamenti. Nel museo di Amburgo c'è una delle sue tele più enigmatiche. La




Jean Leon Gerome - Il mercato degli schiavi




mostra di Parigi, organizzata assieme al Museo Getty di Los Angeles e al Museo Thyssen- Bornemisza di Madrid, ha opere famose, come `L'Incantatore di Serpenti`, ma forse insiste un po' troppo sui quadri di grandi dimensioni e di facile lettura. C'è anche un Gérome più sommesso ed esoterico, più segreto e ambiguo, ancora più affascinante.
Non si perdonò a Gérome il suo mettersi di traverso all'ascesa di Manet e il suo opporsi all'acquisto da parte dello stato francese dell'opera di Gustave Caillebotte. Fu un anti-modernista convinto, un reazionario monolitico. Fece un abile matrimonio, con la figlia del più grande riproduttore di opere d''arte della seconda metà dell'Ottocento in Francia, Adolphe Goupil, garantendosi la capillare diffusione della sua visione pittorica. Il suo successo ci ha fatto forse dimenticare che fu un ottimo professore all'Ecole Nationale Supèrieure des Beaux Arts, a Parigi. Fu attaccato da Emile Zola per il suo uso della fotografia come ispirazione per le sue tele ma soprattutto per l'invadenza del suo immaginario, riprodotto ovunque. Alla sua morte, nel 1904, le tele di Gérome acquistate dai collezionisti americani avevano perso almeno un terzo del loro valore.



Jean Leon Gerome





Anche se nell'aria gelida di Parigi le code sono molto più lunghe per andare a contemplare le rarefatte e quasi mistiche ultime opere di Monet, la carnalità sensuale, i colori simili a gemme preziose e le storie cinematografiche di Jean-Léon Gerome attirano, in media, cinquemila persone al giorno



1 commento:

  1. Non sono un critico d'arte però i quadri di J.L Gerome sono di una nitidezza ed una perfezione di escuzione che" incantano".
    Certo in alcuni gioca in alcuni sui nudi , che sono affascinati ma anche gli altri quadri " africani" come sono belli.Era uno che sapeva disegnare bene e la sua fama non è usurpata. Mi piacciono gli impressionisti, ma anche lui merita rispetto..
    Vi è un pittore italiano che si chiama Tafuri , ed i suoi quadri hanno la medesima coloritura, frutto di una ottima tecnica.
    Si può ammirare si a Picasso che J.L Gerome, non si devono avere ideologie preconcette

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