Racconti erotici
Ad un certo punto, un misterioso cultore della letteratura erotica, chiese ad
Anais Nin di scrivere dei racconti molto spinti in cui, specificò, ci fosse più sesso che filosofia. E lei, un
po' per la necessità di guadagnare, un po' forse per sfida e divertimento,
accettò la sua proposta. Nacquero così tutta una serie di brevi storie (poi
riunite nei volumi intitolati "Il delta
di Venere" e "Uccellini") in cui la giovane scrittrice
affronta tutta la gamma
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delle sfumature erotiche possibili. Dall'incontro
saffico al voyeurismo, dall'incesto tra fratelli e sorelle, alle avventure di
una serie di disinvolte modelle alle prese con pittori giovani e vecchi dai
voraci appetiti sessuali. C'è la storia di Bijou,
regina delle puttane, convinta che "vivere costantemente con un pene dentro rende
affascinante una donna" e quella di Lilith "sessualmente
fredda", ma che il marito riesce a risvegliare fingendo di
somministrarle una potente dose di cantaride, portandola al desiderio
ossessivo di sperimentare ogni genere di afrodisiaco esistente. Com'è
evidente si tratta di storie variopinte e
trasgressive, a volte addirittura surreali, che Anais Nin rivendica
quasi con orgoglio nel racconto intitolato "Marianne" ( "Mi chiamerò la madame di una casa di prostituzione letteraria, la
madame di un gruppo di scrittori
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affamati che producevano letteratura erotica
per venderla ad un collezionista. Io fui la prima a scrivere per lui..."
) raggruppando i propri sogni, le fantasie e le curiosità più inconfessabili
senza falsi pudori, ma guidata dal piacere puro di fantasticare liberamente
attorno ad un tema che certo le era congeniale.
Diversamente non avrebbe riversato tanta bruciante passione nelle pagine del
diario in cui il suo amore per Henry Miller diventa protagonista assoluto (
"Henry & June" - Bompiani). Ma è infatti, proprio raccontando
in prima persona che la scrittrice riesce a sviscerare appieno tutta la
carica sensuale che la contraddistingue. I brani che seguono sono così intensi
e accorati, così vibranti di desiderio e piacere da divampare come fuochi a
distanza di ottant'anni e nonostante le
numerose riletture.
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Dal
racconto "Artisti e modelle" - IL DELTA DI VENERE - Bompiani.
"La
sollevò dal letto e la depose sul pavimento, appoggiata alle mani e alle
ginocchia, e le disse: "Muoviti". Louise incominciò a muoversi
carponi lungo la stanza, coi lunghi capelli biondi che la coprivano per metà,
e il peso della cintura che le faceva inarcare la schiena. Allora lui le si
inginocchiò dietro e inserì il pene, con
tutto il corpo sopra di lei, muovendosi a sua volta sulle ginocchia ferree e
le braccia lunghe. Dopo che l'ebbe goduta da
dietro, fece scivolare la testa sotto di lei in modo da poter succhiare i suoi seni generosi, come fosse un
animale, trattenendola in questa posizione con le mani e la bocca. Ansimavano
e si contorcevano entrambi, e solo allora egli la sollevò, la mise sul letto,
e alzò le gambe per appoggiarsele sulle spalle. La
prese violentemente e furono scossi dai tremiti mentre venivano
insieme."
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Tratto
dal “Delta di Venere” di Anais Nin
Egli le toccò
la gola e attese. Voleva essere sicuro che dormisse. Poi le toccò i seni e
Bijou non si mosse. Con cautela e destrezza Le accarezzò il ventre e con la
pressione del dito spinse la seta nera del vestito in modo da sottolineare la forma delle gambe e lo
spazio tra di loro. Dopo aver dato forma a questa valle, continuò ad
accarezzarle le gambe, senza però toccargliele sotto il vestito. Poi si alzo
silenziosamente dalla seggiola, andò ai piedi del divanetto, e si
inginocchiò. Bijou sapeva che, in questa posizione, poteva guardarle sotto il vestito e vedere che non portava niente.
L'uomo guardò a lungo. Poi sentì che le sollevava leggermente l'orlo della
gonna, per poter vedere di più. Bijou si era allungata tutta sul divano con
Le gambe leggermente divaricate. E ora si scioglieva
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sotto il tocco e gli
sguardi di lui. Com'era bello sentirsi guardare, mentre fingeva di dormire, e
sentire che l'uomo era completamente libero. Sentì che la seta veniva
sollevata, le gambe scoperte. E lui le guardava.
Con una mano
gliele accarezzava dolcemente, lentamente, godendosele senza problemi,
sentendo le linee armoniose, i lunghi passaggi serici che salivano sotto il
vestito. Era difficile per Bijou rimanere assolutamente
immobile. Avrebbe voluto aprire di più le gambe. Come si muoveva lenta la mano di lui. La
sentiva seguire i contorni delle gambe, soffermarsi sulle curve, fermarsi sul
ginocchio, poi continuare. Poi si interruppe, proprio prima di toccarle il sesso.
L'uomo probabilmente Le aveva guardato il viso per vedere se era
profondamente ipnotizzata. Poi, con due dita, incominciò a toccarle il sesso,
a palparlo.
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Quando sentì
il miele che affluiva lentamente, egli nascose la
testa sotto la gonna, si nascose tra le sue gambe, e incominciò a baciarla. La sua lingua era lunga e agile,
penetrante. Bijou dovette trattenersi dallo spostarsi verso la sua bocca
vorace.
La piccola
lampada emanava una luce così tenue, che Bijou si azzardò a socchiudere gli
occhi. L'uomo aveva ritirato la testa da sotto la gonna e si stava togliendo
lentamente i vestiti. Era in piedi accanto a lei, magnifico,
alto, simile a un re africano, con gli occhi brillanti, i denti
scoperti, la bocca umida.
Non muoverti,
non muoverti, se vuoi che faccia tutto quel che vuole. Cos'avrebbe fatto un
uomo a una donna ipnotizzata, che non doveva intimorire o compiacere in alcun
modo?
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Nudo, egli
torreggiò su di lei e, circondandola con entrambe le braccia, la rigirò
delicatamente. Ora Bijou gli offriva le sue natiche
sontuose. Egli le sollevò il vestito e le allargò i due monti. Fece
una pausa, per riempirsi gli occhi. Le sue dita erano sicure, calde, mentre
le apriva la carne. Si piegò su di lei e incominciò a baciarle la fessura.
Poi Le fece scivolare le mani intorno al corpo e la sollevò verso di se, in
modo da poterla penetrare da dietro. All'inizio trovò solo l'apertura del culo, troppa piccola e stretta per
potervi entrare, poi trovò l'apertura più larga. Ondeggiò dentro e
fuori di lei per un momento, poi si interruppe.
La rivoltò di
nuovo, in modo da potersi vedere mentre la prendeva da davanti. Le sue mani
cercarono i seni sotto il vestito e li schiacciarono con carezze violente. Il suo sesso era grosso e la riempiva completamente.
Lo introdusse con tanta violenza che Bijou temette di avere un orgasmo e di
tradirsi. Voleva prendersi il suo piacere
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senza che lui lo sapesse. Lui la
eccitò talmente con il suo ritmo sessuale incalzante che, quando scivolò
fuori per accarezzarla, lei sentì arrivare
l'orgasmo. Ora tutto il suo desiderio era teso a provare un nuovo
orgasmo. Egli cercò di spingerle il sesso nella bocca semiaperta e Bijou si
trattenne dal reagire e aprì solo un po' di più la bocca. Impedire alle sue
mani di toccarlo, impedire a se stessa di muoversi, era per lei un grande sforzo. E tuttavia voleva provare ancora
quello strano piacere di un orgasmo rubato, come lui provava il piacere di
quelle carezze rubate.
La passività
di Bijou lo spinse all'orlo del parossismo. Ormai aveva toccato il suo corpo
dappertutto, l’aveva penetrata in tutti i modi possibili, ed ora si sedette
sui ventre di lei e le spinse il sesso tra i due
seni, stringendoseli intorno mentre si muoveva. Bijou sentiva i suoi peli che strusciavano contro di lei.
E finalmente
perse il controllo. Aprì contemporaneamente la bocca e gli occhi. L'uomo
grugnì di piacere, le premette la bocca contro la sua e si struscio contro di
lei con tutto
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il corpo. La lingua di Bijou batteva contro la bocca di lui,
mentre le morsicava le labbra.
All'improvviso
egli si interruppe per chiederle: "Vuoi fare
una cosa per me?"
Bijou annuì.
"Io mi
sdraierò sul pavimento e tu verrai ad accucciarti sopra di me, e mi lascerai
guardare sotto il vestito." Egli si allungò sul pavimento e Bijou si
accovacciò sopra di lui, reggendo il vestito in modo che poi cadesse
coprendogli la testa. Egli le prese le natiche tra le mani come un frutto e
le passò la lingua tra i due monti, più
volte. Poi le accarezzo il clitoride, il che fece
ondeggiare Bijou avanti e indietro. La lingua di lui sentiva ogni
reazione, ogni contrazione. Piegandosi su di lui, essa vide il suo pene
eretto vibrare a ogni gemito di piacere.
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Tratto
da "Il Delta di Venere", Anaïs Nin
Dal
racconto "Artisti e modelle":
Mi mise un
dito nel sesso. "Ora voglio che tu ti contragga intorno al mio dito. Hai
un muscolo lì, che può contrarsi e allentarsi intorno al pene.
Prova."Provai. Il suo dito era un piacevole tormento. Dato che non lo
muoveva, cercai di muovermi io, dentro alla vagina, e sentii il muscolo di
cui mi aveva parlato aprirsi e chiudersi, dapprima debolmente, intorno al
dito. Millard disse: "Sì, così. Più forte adesso, fallo più
forte."Così feci, aprendo e chiudendo, aprendo e chiudendo. Dentro era
come una piccola bocca, che si stringeva intorno al dito. Volevo prenderlo
dentro, succhiarlo, così continuai a provare. Poi Millard disse che avrebbe
inserito il pene senza muoversi, mentre io avrei dovuto continuare a
contrarmi dentro. Cercai di imprigionarlo con forza sempre maggiore. Il
movimento mi eccitava e sentivo che avrei potuto raggiungere l'orgasmo in
qualsiasi momento. Ma, dopo che l'ebbi stretto molte volte, succhiandogli il
pene, si mise a gemere all'improvviso di piacere e incominciò a spingere più
in fretta, incapace a sua volta di trattenere
l'orgasmo. Io continuai il movimento intorno e raggiunsi l'orgasmo a
mia volta, nel modo più meravigliosamente profondo, fin giù nell'utero.
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Da
"Il Basco e Bijou":
Fu costretta
a pregarlo: "Infilalo ancora dentro." Allora lui lo fece entrare
solo a metà, in modo che lei potesse sentirlo senza tuttavia poterlo
stringere, senza poterlo trattenere. E finse di volerlo lasciare così a mezza
strada per sempre. La donna voleva muoverglisi incontro, e avvolgerlo tutto,
ma si trattenne. Avrebbe voluto urlare. La carne che lui non toccava bruciava
alla sua vicinanza! In fondo al ventre c'era carne che chiedeva di essere
penetrata, si incurvava, si apriva per succhiare. Le pareti di carne si
muovevano come anemoni di mare cercando di risucchiare
il sesso di lui, che però si avvicinava solo quel tanto che bastava a
scatenare correnti di un piacere torturante. L'uomo si mosse di nuovo,
guardandola in viso, e vide che apriva bocca. La donna avrebbe voluto
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sollevarsi sul corpo e prendere il sesso di lui completamente
dentro di sé, ma aspettò. Con questa lenta tortura, il Basco la portò sull'orlo dell'isteria. Viviane aprì la bocca come a rivelare la
disponibilità del suo grembo, la sua fame, solo allora egli spinse fino in
fondo e sentì le sue contrazioni.
Dal racconto "La donne sulle dune" -
UCCELLINI - Bompiani.
"…qualunque
cosa stesse facendo con la testa tra le gambe dell'uomo, sembrava provare un
tale piacere, che le tremava il culo e le si
irrigidivano le gambe come fosse sul punto di spiccare un salto. Ogni
tanto l'uomo le posava la mano sulla testa come per rallentarne la frenesia.
Quando cercò di allontanarsi, lei lo leccò abilmente e gli si mise sopra, a cavalcioni sulla faccia. L'uomo non si
mosse più. Il suo viso era esattamente sotto il
sesso di lei, che gli veniva offerto dal ventre proteso. Mentre l'uomo
era inchiodato sotto il suo corpo, era la donna a muoversi per cercare la sua
bocca, che non l'aveva ancora toccata. Louise vide il sesso dell'uomo ergersi
e allungarsi, mentre cercava con
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mettersela sopra. Ma lei
rimaneva ad un certa distanza, osservando, e godendosi lo spettacolo del suo
bel ventre, dei suoi peli e del suo sesso
così vicini alla bocca di lui. Gli si muoveva contro sempre più
lentamente, con la testa lievemente piegata, osservando la bocca scomparire
tra le sue gambe. Rimasero in quella posizione a lungo."
Da
"Henry & June" - Bompiani.
"…Più
tardi una stanza piccola, scura, trasandata, come un'alcova profondamente
incassata. Immediatamente, la ricchezza della voce di Henry, la sua bocca. La
sensazione di affondare in un mare di sangue caldo. E lui, travolto dal mio calore e dai miei umori. Penetrazione
lenta, con pause e contorsioni, che mi mozzano il fiato per il piacere. Non
ho parole per esprimerla; era tutto nuovo per me…"
"…Sono
andata a farmi fare un massaggio. La massaggiatrice
era piccola e carina. Indossava un costume da bagno. Le vidi il seno
quando si piegò su di me, piccolo ma pieno. Sentii le sue mani sul mio corpo,
la sua bocca vicina alla mia. Per un attimo
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la mia testa si trovò vicino alle
sue gambe. Avrei potuto baciarle con facilità. Ero follemente eccitata.
Immediatamente mi resi conto della frustrazione del mio desiderio. Quello che
avrei potuto fare non mi sembrava abbastanza soddisfacente. Dovevo baciarla? Intuii
che non era una lesbica. Intuii che mi avrebbe umiliata. Il momento passò, ma
che mezz'ora di squisita tortura!…" (non
condivido!!! Ndr)
"…M'incammino
su per le scale. Henry mi ferma a mezza strada per baciarmi. Siamo nella
stanza. Con la sua calda risata, mi dice: "Anais, sei un diavolo."
Io non dico niente. E' così impaziente che non ho neanche il tempo di
spogliarmi. E qui vacillo, a causa dell'inesperienza, abbacinata
dall'intensità
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scatenata di quelle ore. Ricordo solo la voracità di Henry, la sua energia, la sua scoperta delle mie natiche, che
trova bellissime, e lo scorrere del miele, il parossismo di gioia, ore
ed ore di coito. L'eguaglianza! Gli abissi che desideravo tanto, le tenebre,
la finalità, l'assoluzione. Il fondo del mio
essere toccato da un corpo che domina il mio, che inonda il mio, che
insinua la sua lingua infuocata dentro di me con tanta potenza. Henry grida:
"Dimmi, dimmi quello che senti." E io non posso. Ho il sangue agli occhi, alla testa. Le parole
vengono sommerse. Voglio gridare selvaggiamente, senza parole - grida inarticolate, prive di senso, dal fondo più
primitivo del mio essere, che sgorgano dal mio ventre come il miele.
Una gioia lacerante, che mi lascia svuotata,
senza parole, conquistata, zittita. Dio, ho conosciuto una giornata
tale, una tale sottomissione femminile, un tale dono di me stessa che non può esserci più niente da dare."
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Anais Nin - Henry e June 16
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Gabry! Hai pubblicato le foto di William Levy, l’uomo più bello del mondo: uuaaaoooo!!! Che fico e che foto! Sei veramente unico, un altro uomo non l’avrebbe fatto. Sei unico insuperabile, in una parola grande!!! Grazie, le posto sul mio Samsung cosi tutte schiattano di rabbia! 3 baci e un abbraccio. Nina Volpe66
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