“ Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.
Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense! “
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.
Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense! “
(Dante Alighieri)
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Le esperienze
precoci si radicano
a fondo nella
nostra psiche, rispecchiando
un fenomeno noto come “imprinting”. Si tratta di un processo che è stato
osservato nel comportamento degli animali
superiori sin dalla
seconda metà del
1800 e il cui
studio approfondito rese popolare l’etologo austriaco Konrad
Lorenz. L’imprinting è netto nei volatili nidifugi, ma si osserva in
vario modo in molte altre specie. Durante il suo sviluppo neurofisiologico il
cervello di molti animali attraversa dei periodi in cui risulta
particolarmente plasmabile dalle
esperienze compiute nell’ambiente.
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Dopo queste finestre temporali
critiche i circuiti neurali si
irrigidiscono. Nell’uomo permane
tuttavia una notevole
plasticità residua, utile
per un apprendimento protratto. Il primo amore non si scorda
mai. Se andiamo con la memoria a
quegli istanti di vita riemerge
in noi il senso pieno della passione giovanile che scatenò tempeste di pulsioni e sentimenti. In genere,
gran parte degli anni verdi incidono
indelebilmente il nostro animo con odori,
voci, visi familiari. E' noto che alcuni
animali restano attaccati al primo essere vivente su cui posano gli occhi
alla loro nascita ; anche noi umani, in fondo in fondo, restiamo attaccati a persone o oggetti che in
particolari situazioni della vita si hanno particolarmente colpito :
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il
compagno/a del primo giorno di scuola, la prima amicizia sotto casa che
poi nel corso della vita scompare, l'insegnante delle superiori, il primo amore, un 'automobile particolare ,
il/la collega di lavoro nei primi giorni di assunzione, una casa dove
sogneresti di abitare ecc. Le esperienze della vita poi ci fanno spostare il
tiro ma questi primi "amori" non te
li scordi più. Raramente
esperienze anche potenti compiute in età più matura penetrano
così in profondità nel tessuto mentale.
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Gli psicologi affermano
che all’inizio dell’esistenza la
psiche è esposta all’imprinting. Come la definizione tecnica
lascia intendere, si tratta di un’impronta precoce che la mente subisce nell’interazione col mondo
esterno. I bambini sono
in questo senso estremamente delicati. Eventi
tragici vissuti in tenera
età possono alterare la
personalità in maniera devastante. A che si deve questa condizione rilevata in
origine da Sigmund Freud? Le
dinamiche mentali non
sono visibili o
misurabili e restano
inesorabilmente relegate
nella sfera soggettiva.
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Abbiamo tuttavia
l’agio di valutarne
alcuni riflessi neurofisiologici.
Le prime
indicazioni utili non
sono venute tuttavia
dagli studi sul cervello,
bensì
dal confronto tra
specie, dato che
la spiccata sensibilità
alle prime esperienze è un tratto
comune di vari organismi superiori. In particolare, l’imprinting è stato
osservato nella seconda metà del XIX secolo dal biologo
inglese Douglas Spalding, uno dei fondatori dell’etologia, la disciplina
che si focalizza sul comportamento
degli animali.
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Il
fenomeno assunse una
posizione eminente nelle scienze naturali solo dopo il 1940, a seguito dei suggestivi
esperimenti
eseguiti
su anatre e oche selvatiche dall’etologo Konrad
Lorenz (Nobel nel 1973). Hanno
fatto il giro
del mondo le
immagini del celebre
studioso viennese che cammina
serafico, mentre precede
una teoria di barcollanti palmipedi, quasi
si trattasse di altrettanti
cagnolini che calcano
affezionati le orme
del padrone. Molti ricercatori
hanno replicato il
risultato, testimoniando che
la devozione indotta
dall’imprinting può spingere i pennuti a volare per centinaia di chilometri dietro un soggetto umano mentre questi guida l’auto o,
addirittura, pilota un piccolo aereo.
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Non
è l’amabilità degli
etologi a risultare
discriminante per l’insolito
feeling tra specie, ma
lo sfruttamento di
un’attitudine degli uccelli
nidifugi, quelli che
abbandonano presto il nido. Nella veloce maturazione di questi volatili
si riscontra un passaggio drastico per
lo sviluppo della
socialità. È in
tale fase che
avviene l’imprinting e che si possono
cambiare le carte
in tavola. Il
lato interessante della faccenda è che l’interpretazione dei
risultati è nei suoi principi portanti applicabile a buona parte del regno animale superiore, umani inclusi. Ma
procediamo per gradi.
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Dopo la schiusa
delle uova i neonati sono calamitati
dalla presenza di una forma grande e mobile che marchia a
fuoco la loro memoria e
che in condizioni normali corrisponde alla madre. Se
l’etologo si sostituisce ad essa i piccoli seguiranno lui sino a diventare
adulti e dopo tenderanno
persino a fargli
la corte, preferendolo ai consimili. Tuttavia, nulla di ciò accade
se il rimpiazzo viene praticato oltre un certo intervallo che in alcuni casi finisce poche ore dopo la nascita. Gli studiosi
sanno che l’apprendimento si
fonda sul consolidamento dei collegamenti nervosi in presenza di stimoli
reiterati (associazione).
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Ma l’imprinting degli uccelli non esige
ricorrenza; spesso basta un unico evento, un po’ come accade nell’impressione di una pellicola fotografica. Si
desume ch’esso dipende
da un fattore innato forte,
ma, essendo l’esperienza comunque
necessaria per stabilire l’affezione,
anche da
una notevole modellabilità
dei circuiti nervosi
acerbi. Il fenomeno
è in effetti osservabile al
microscopio ed è tecnicamente noto come plasticità
neurale. Possiamo dire che
i cervelli evoluti
dispongono di un’intelligenza intrinseca.
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Provvedere a una serie di
istruzioni genetiche che stabiliscano
per filo e per
segno come un individuo debba reagire in tutte le possibili condizioni
ambientali sarebbe un compito
troppo dispendioso per un controllo dello sviluppo; l’evoluzione ha
pensato bene, per modo di
dire, di aggirare
il problema, realizzando
un substrato cerebrale solo grossolanamente definito dalle
direttive ereditarie e che per il resto si plasma da sé in funzione del vissuto. Come abbiamo
visto, l’imprinting avviene
solo in un
periodo circoscritto e si
accompagna a un successivo irrigidimento
degli schemi reattivi.
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Il decremento della plasticità neurale, questo sì,
sembra geneticamente condizionato in un’ampia gamma di animali. Ebbene, anche
qui abbiamo a
che fare con
un processo intelligente. La strategia evolutiva
sottostante consiste nel
conferire all’individuo un’architettura
neurale stabile dopo che questi ha sperimentato varie condotte e preso confidenza con
l’ambiente. Sono ben conosciuti
nelle neuroscienze i cosiddetti periodi
critici. In essi
una pronunciata plasticità contraddistingue volta
per volta talune
porzioni cerebrali. I circuiti si comportano come se fossero una
creta malleabile che si rapprende infine in un calco perenne.
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Ad esempio, è in
un tipico periodo critico che gli uccelli canterini imparano
i loro vocalizzi.
Se un animale
cresce in esso
senza la possibilità
di ascoltare i suoni articolati dei consimili
non svilupperà mai più un canto normale.
Una condizione similare si ha nell’uomo. Si può osservare che i soggetti
bilingui attivano
aree corticali differenti
rispetto a quelli che apprendono un secondo idioma
da adulti, ( vedi “Acquisizione e apprendimento nell’ipotesi di
Krashen”) idioma che
peraltro di solito
non dominano
alla perfezione. Nei
casi drammatici in cui addirittura
le vicissitudini esistenziali ostacolino
l’apprendimento del linguaggio l’individuo
si porterà appresso
per sempre dei
disturbi di tipo espressivo.
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Lo sviluppo della visione binoculare
avviene pure in periodi critici. E così per
molte abilità motorie,
nonché per le attitudini sociali. Gli
esempi potrebbero riempire
una lunga lista
e ci fanno
capire che il
danno peggiore che un
cervello giovane può
subire è quello
conseguente a deprivazione sensoriale. Diversamente
da un computer
che ha un hardware rigido, un
cervello biochimico si modifica strada facendo. Gli stimoli durante la gioventù sono per esso un alimento cruciale. Va
sottolineato comunque che l’uomo è nella biosfera l’animale che mantiene
la più elevata
aliquota di plasticità
neurale residua. È
grazie a tale immaturità protratta
che siamo in
grado di modificare
i nostri schemi comportamentali, facendo tesoro di
ogni nuova esperienza
anche in età matura.
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Non
possiamo pretendere di
tenere il cervello
flessibile com’era agli
inizi della
vita, ma
giova ricordare le
semplici parole di Arnaud Desjardins, documentarista francese e maestro spirituale:
“Il Saggio è un bambino felice”. Oltre a farci
riflettere sulla nostra maturazione, questo punto di vista ci può aiutare
nell’educazione di figli, nipoti o allievi.
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Salve Gabriele,
RispondiEliminasono Laura Beghetto. Ho letto il tuo blog. Finalmente uno decente sull’amore! Ho visto che ci sono più di 100.000 persone che lo seguono! 80 collaboratori e 1000 commenti da tutto il mondo! Spero non mi deluderai nel tempo se ti faccio i complimenti. Ho visitato tanti siti, blog, scritti e foto sull’amore, ma nessuno mi ha preso come questo. Leggo le cose che ho vissuto, le emozioni che ho provato e che ora non provo più! Non ho paura a dire che ho 50 anni, ma ne dimostro, a detta di tanti, meno di 40. Tu quanti me ne dai? Però devi essere sincero. Guarda bene le foto, ci tengo al tuo parere. Non è per il mio ex marito o i miei ex amanti, ma nessuno che avesse osato dire una sola parola di quelle che tu distribuisci a piene mani. Ma anche il linguaggio e i contenuti sono pieni di fascino. Ti leggo incuriosita mentre cerco “Amore come passione” un saggio di Luhmann e ho incrociato “L'innamoramento profondo è uno stupore e una paura” nel tuo blog. Non ti dico, ho rivisto tutti, ma dico tutti, i miei sogni d’amore della mia giovinezza. Ho cercato le tue immagini e ho trovato un uomo maturo di bell’aspetto. Sono soprattutto i tuoi guizzi che mi fanno morire. In ogni caso mi sono detta, se esiste un altro essere vivente che la pensa così allora siamo in due. Oggi altre mie amiche che sono venute da me sono entusiaste anche se un po’ guardinghe. Ma è una meraviglia. Ho pure vinto la scommessa quando ho mostrato i tuoi “pensieri e parole”. Sono genuini e si sente. Sono più belli di tutti gli articoli. Fanno vibrare e mi entrano come se fossero miei. Come le poesie di Prevert, anzi meglio perché sono veramente per qualcuna. Ho scoperto una chicca, secondo me i “pensieri e parole” sono tuoi, gli aforismi come “Lei - L’altra” ecc sono di una tua spasimante, mentre alcuni post sono diretti a qualcuna che come dici nel testo ti ha tradito! Mi sbaglio? Poi questo fiorire di foto di Anna Galiena da settembre 2012 potrebbe significare che la tua attuale “lei” somiglia questa attrice. Sono nel giusto? Comunque, siamo tutte entusiaste, ieri sera dal parrucchiere non abbiamo letto più i gossip sui giornali, ma parlavamo di te. Sento che alcuni post appartengono a qualcuna (che invidio), ma sono contenta che condividi le emozioni con gli altri. Abbiamo pensato di fare un blog sulle “emozioni femminili” spero che tu ci dia una mano. A Pasqua aspettati una sorpresa! Non so se sei sposato, ma mi fai morire come una quindicenne. Al solo pensiero che posso vederti mi tremano le gambe e se lo sanno le mie figlie mi fulminano. Non so che dire, se penso che mi leggerai m’incanto. Un bacio e un abbraccio. Arrivederci. Laura50