“… Se pure non esistesse … la sola idea di un super orgasmo
vaginale … della durata di più di 1 minuto, mi affascina da farmi girare la testa … !” VV
Il
punto G o punto Gräfenberg, secondo il
ginecologo tedesco Ernst Gräfenberg che per primo lo ipotizzò e descrisse e dal
quale lo stesso prende il nome, sarebbe un punto particolarmente sensibile della parete anteriore
della vagina. Nonostante studi ed esami approfonditi, la quasi totalità
degli studi condotti in questo ambito smentiscono
l'ipotesi di Gräfenberg e l'esistenza del punto G. Già nella cultura
orientale era conosciuta una zona del corpo della donna che, oltre al clitoride, era determinante per il suo piacere
sessuale: negli antichi testi filosofico-religiosi quest'area era definita
"punto del sole" o "punto
del piacere".
In occidente, nella seconda metà del XVII secolo, un
medico e speziale olandese, Reigner de Graaf
(1641-1693), in un suo trattato di medicina - poi andato perduto, ma ricordato
negli scritti di vari autori suoi contemporanei - riferì la presenza di
un'area, in prossimità
della vagina, di particolare sensibilità erogena. Nei tempi moderni Ernst Gräfenberg pubblicò per primo, nel 1950, un dettagliato studio scientifico, nel
quale sosteneva la presenza di una zona, interna alla vagina, dalla quale aveva
origine il piacere sessuale femminile.
Apparato genitale femminile e punto G |
Evidenze scientifiche
Test
eseguiti su alcune donne che hanno esaminato l'innervazione della parete
vaginale dimostrerebbero l'inesistenza di un'area o un
punto di maggiore innervazione o di maggior densità di terminazioni
nervose. Lo studio ha esaminato con metodo scientifico 110 biopsie ricavate da 21 donne
concludendo che un sito di maggior innervazione o di maggior densità di
innervazione è assente nella vagina umana. Per questo motivo in ambito scientifico si ritiene che il punto G non esista.
Genitali femminili esterni |
Ubicazione
Vista
in sezione dell'apparato genitale femminile e ubicazione del punto G secondo
Gräfenberg (indicato con "4").
1.
tube di Falloppio
2.
vescica
3.
sinfisi pubica
4.
punto G
5.
clitoride
6.
piccole labbra
7.
vestibolo vaginale
8.
ovaia
9.
peritoneo
10.
utero
11.
Cavo del Douglas
12.
collo dell'utero
13.
retto
14.
ano
Apparato genitale femminile e punto G manuale |
Gräfenberg
ritenne di individuare il punto G nello spazio fra la parete anteriore della vagina e la base
della vescica, a una profondità di sei-otto centimetri
rispetto all'ingresso del canale vaginale e nella stessa zona era già
nota la presenza di un tessuto che si riteneva fosse il residuo di una
primordiale ghiandola
prostatica femminile. Più precisamente, il punto G sarebbe posto sulla
parete anteriore della vagina, nel suo terzo inferiore, corrispondente anatomicamente a un manicotto di tessuto erettile (simile ai corpi cavernosi del
pene, presente nel sesso femminile anche a livello della clitoride) che
circonda l'uretra, quindi è la proiezione vaginale di una struttura posta in
profondità (a circa 1 cm dalla mucosa).
Per individuare tale posizione si può
utilizzare come punto di repere anatomico l'osso
pubico: il Punto G si troverebbe nella vagina all'incirca a questo
livello, ma la sua individuazione
risulta piuttosto difficile, a causa delle sue ridotte dimensioni e
dello spessore della parete vaginale. La stimolazione di questa zona ne causa l'inturgidimento col meccanismo di cattura ematica,
tipico dei corpi cavernosi, e, al momento dell'orgasmo, si può accompagnare
l'emissione di un fiotto
di liquido di natura trasudatizia.
Apparato genitale femminile 2 |
Le migliori condizioni per
l'esplorazione del Punto G si presentano quindi solamente quando la donna è in stato di piena
eccitazione sessuale, allorché il Punto G si inturgidisce e aumenta le proprie
dimensioni, tuttavia la complessità del meccanismo della libido femminile non
rende facilmente riproducibile questa condizione in laboratorio. Di
conseguenza, poche sono le ricerche in materia condotte con rigorosa
metodologia scientifica.
Altre ipotesi
Secondo
la ricercatrice australiana Helen O'Connel,
il punto G sarebbe in realtà la parte terminale della struttura
interna del clitoride, che può raggiungere, all'interno del corpo
femminile, una complessiva lunghezza
di 10 centimetri. Nel febbraio del 2008 il professor Emmanuele
Jannini, Docente di Sessuologia Medica dell'Università
degli studi dell'Aquila ha pubblicato, sulla rivista The Journal of
Sexual Medicine, uno studio teso a dimostrare, anche per mezzo di ecografie vaginali, la presenza - solo in alcune donne - di
un ispessimento della parete divisoria tra uretra e vagina che sarebbe da
identificarsi con il punto
G.
Ovaie, tube uterine e utero |
2 altre fonti.
Le
sarà piaciuto? Che faccio, glielo chiedo? E se sul più lei bello fa finta, come
me ne accorgo? Sono solo alcune delle domande, tipicamente maschili, che
circondano con un alone di mistero l'orgasmo femminile. Ma negli ultimi anni la scienza ha
demistificato e compreso, almeno alcuni, degli aspetti più caratteristici del
piacere di lei. Cerchiamo di fare un po' di chiarezza su alcuni aspetti
essenziali e misteriosi della sessualità delle donne.
Il punto G esiste, ci sono le prove
Il
punto G è una piccolissima zona della vagina che, opportunamente stimolata,
produce nell'interessata orgasmi intensissimi. L'esistenza
del punto G è nota e provata da decenni ma fino al 2008 nessuno era riuscito a
individuare anatomicamente la sua posizione. Ci è riuscito un team di medici
italiani capitanati da Emmanuele
Jannini, docente di sessuologia medica all'università de L'Aquila, che
lo ha localizzato in un piccolo spazio tra uretra e vagina. Nelle donne che
provano l'orgasmo sul punto G questa porzione di tessuto è più spessa che nelle
altre.
Sul più bello lei non capisce più nulla
Durante
l'orgasmo lei non è più in grado di connettere, nel vero senso della parola: la
risonanza magnetica
funzionale ha dimostrato che in quei momenti molte aree del suo cervello "si spengono", comprese quelle
dedicate alle emozioni. Negli uomini questo effetto ha una portata minore,
perchè il loro orgasmo ha una durata temporale più breve.
Molte donne non lo provano
Secondo
uno studio americano del 1999 il 43% delle donne statunitensi avrebbe problemi a raggiungere l'orgasmo.
Alcuni ricercatori hanno quindi sollevato un interrogativo provocatorio: se
quasi la metà delle donne non lo prova, non sarà che l'anorgasmia
non è da considerarsi una malattia? Nonostante questo le terapie farmacologiche
allo studio per combattere questo problema sono tante, tra cui una a base di
Viagra, che ha però dato fino ad oggi risultati non completamente
soddisfacenti.
Apparato escretorio maschile |
Il punto nodale: il punto G
Oggi
si sa che l’anatomia femminile è estremamente variabile. Nelle prime settimane di vita fetale
bimbi e bimbe sono uguali. Poi si differenziano. I maschi da adulti avranno un utero interno atrofizzato,
le femmine organi maschili più o meno atrofizzati: una
ghiandola prostatica, vasi sanguigni come nel corpo cavernoso del pene, nervi
dedicati al piacere e muscoli che si contraggono quando questa zona viene
stimolata. Il punto G,
che è residuo di questi annessi, fu scoperto nel 1950 da un ginecologo tedesco, Ernst Gräfenberg: un’area
della parte anteriore della vagina, a 1,5 - 4 cm di profondità, che,
opportunamente stimolata, sarebbe la responsabile degli orgasmi “vaginali”. Emanuele Jannini, ordinario di
endocrinologia e sessuologia medica all’Università de l’Aquila, ne ha documentato la presenza nel 20%
delle donne cui è stata fatta l’autopsia, e ha documentato con l’ecografia la differenza fra le donne con e senza
punto G.
Apparato sessuale maschile |
Tutta questione di geni
Secondo
uno studio condotto nel 2005 in Gran Bretagna, il
45% delle variabili capaci di influenzare l'orgasmo
femminile sarebbe di origine
genetica. Molte donne non raggiungono l'orgasmo durante il rapporto
sessuale, mentre altre non lo raggiungono con la masturbazione:
le variabili ambientali e culturali influiscono sicuramente su questo aspetto
della sessualità femminile, ma la componente ereditaria sembra essere
fondamentale.
La tecnologia dà una mano
Il
rimedio estremo all'anorgasmia è tutto tecnologico e si chiama "Orgasmatron",
come il famoso marchingegno che compare nel film Sleeper, di Woody Allen. Si tratta di un impianto spinale che stimola la donna "al momento giusto" e
si controlla con un telecomando. È stato
ideato nel 2006 dal
dottor Dr. Stuart Meloy,
un medico americano che qualche anno prima aveva impiantato alcuni elettrodi
nelle vertebre lombari di una paziente per curare un dolore
cronico alle gambe. La stimolazione elettrica aveva però scatenato nella donna reazioni... piacevolmente inattese.
Nonostante le difficoltà inziali a trovare dei soggetti disposti alla
sperimentazione, il dispositivo e il protocollo terapeutico ad esso associato
sono attualmente in fase di sviluppo.
Il mistero continua
Dal
punto di vista evolutivo l'orgasmo femminile rimane
comunque un mistero. Perchè le donne lo provano? Perchè alcune lo raggiungono solo con la masturbazione? Secondo la ricercatrice Elisabeth Lloyd ciò significherebbe che il piacere
della donna è solo un "incidente evolutivo" come i capezzoli dell'uomo. Che
resistono solo perchè non c'è nessuna buona ragione per farli sparire.
Gabry sono Giusy Dandolo e do un consiglio al tuo collega che è sbattuto in quella che chiamano Mata Hari! Non so se mi legge, ma lo invito a ragionare. Che si aspettava da una che ha decine di storie ed è sempre sposata? Una che non ha mai amato e che non si è mai messa in discussione? Una che gioca coi sentimenti ma va aletto con tutti? Non sono moralista, ma questo non è amore, è solo “cazzi propri” va bene tradire per amore o per curiosità, ma tradire per vizio mai. Lo dice pure il diavolo, errare è umano perseverare è diabolico! Ciao Giusy66
RispondiEliminaCiao, sono Nina Volpe, ti ricordi di me, erano gli inizi del blog nell’estate scorsa? Dici pure al tuo amico che quella donna che lo fa soffrire è solo una masnadiera, una donna che non ama nessuno, egoista, falsa e spergiura. Chi ama, ama e basta! Non ho mai sentito di donne sposate, frivole che cercano l’amante per avere uno straccio d’amore! Chi ha i soldi fa questo per sport, per noia o per vizio. Una donna vera, una femmina innamorata, non baratta l’amore con un avventura. Se ha problemi in famiglia o li risolve o si innamora, ma non cerca amanti a ripetizione. Anche se dopo decine di anni. Se cerca l’amore, e dice di averlo trovato, non lo abbandona per un altro. Le storie d’amore vere non si esauriscono, si esauriscono solo le “storie” fatte di sesso, pressappochismo, noia e menzogne! Per me, io ho avuto una vita tempestosa, ma dopo ho trovato l’amore e sono 15 anni che voglio solo vivere la mia storia. Ciao Nina66
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