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venerdì 27 luglio 2012

La donna che visse due volte




 La donna che visse due volte

  
(Vertigo) è un film del 1958 diretto da Alfred Hitchcock.
Il film è tratto dal romanzo D’entre les morts (1954), ricco di mistero, ossessioni ed acrofobia, scritto da Thomas Narcejac (1908–1998) insieme a Pierre Boileau (1906–1989); disse Michel Lebrun: «L'eroe, per loro, non deve mai potersi risvegliare dal suo incubo».
Nel 1989 il film è stato inserito fra quelli conservati nel National Film Registry presso la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al sessantunesimo posto della classifica dei cento migliori film americani di tutti i tempi mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è salito addirittura al nono posto.



La donna che visse due volte - Locandina



L'avvocato e poliziotto John Ferguson, Scottie per gli amici, soffre di vertigini. Durante un inseguimento sui tetti dei grattacieli di San Francisco, aggrappato ad una grondaia, sospeso nel vuoto, aveva visto un collega precipitare al suolo nel tentativo di salvarlo.
Dimessosi dalla polizia, un suo ex-compagno di college, Gavin Elster, divenuto grosso imprenditore nel campo dei cantieri navali, gli chiede di incontrarlo. Vorrebbe affidargli l'incarico di sorvegliare sua moglie Madeleine, vittima di strane ossessioni. La donna si identifica con la bisnonna materna, Carlotta Valdés. 


La donna che visse due volte - Kim Novak
  


Abbandonata dall'amante e privata della figlia nata dalla loro relazione, Carlotta morì suicida a ventisei anni, la stessa età di Madeleine. Scottie esita ma Elster gli mostra, durante una cena in un lussuoso ristorante, la moglie. La misteriosa bellezza della donna è tale che Scottie ne è assolutamente conquistato e assume l'incarico. Incomincia a pedinarla. Dal fioraio Madeleine compra un bouquet, al cimitero visita la tomba di Carlotta, al museo sosta a lungo davanti al ritratto dell'ava a cui somiglia in modo impressionante, nell'antica dimora della famiglia, trasformata in albergo, si è riservata una stanza in cui trascorre qualche ora pomeridiana, infine va a passeggiare sulle sponde del Golden Gate. Inaspettatamente si getta nelle acque della 


La donna che visse due volte - Kim Novak e James Stewart
  


baia. Scottie prontamente si tuffa e la salva. La conduce nel suo appartamento perché si asciughi e si riprenda. Perdutamente innamorato, tenta di convincerla ad accettare il suo aiuto per guarire. Nel parco delle sequoie anche lei dichiara di amarlo e gli racconta i propri incubi. Sperando di fugare i fantasmi che la tormentano, Scottie vuole accompagnarla nei luoghi da lei nominati, per dimostrarle che sono reali e non possono fare paura. Il paesaggio descritto in un suo sogno corrisponde alla ex missione spagnola San Juan Batista. Giunti sul luogo, Madeleine si allontana da lui e sale le scale del campanile. Scottie non la può seguire a causa della sua fobia per l'altezza. In preda ad un attacco di vertigini assiste impotente al precipitare del corpo sul tetto sottostante. Accertato giuridicamente il suicidio, ma con una malcelata reprimenda 


La donna che visse due volte - Kim Novak  2
  


del magistrato nei suoi confronti per quello che considera un vero e proprio atto di codardìa, Scottie cade in depressione, sentendosi colpevole di non aver salvato l'amata. Finisce quindi in una clinica psichiatrica, dove la sua amica Midge, innamorata di lui e non corrisposta, cerca di aiutarlo a riprendersi. Uscito dalla casa di cura, un anno dopo la tragedia, trova in Judy Barton, una commessa di negozio, bruna e appariscente, una certa somiglianza con Madeleine. La corteggia insistentemente, la convince a vestirsi, a truccarsi, a tingere i capelli, a pettinarsi come Madeleine. Judy, che è davvero la stessa donna, vorrebbe confessare la verità e sparire. Si accinge a scrivere una lettera d'addio in cui rivela di essere stata l'amante di Elster, di aver recitato la parte 


La donna che visse due volte - Kim Novak e James Stewart  2
  


della moglie, di essere stata complice dei suoi piani uxoricidi. Poi però cambia idea, straccia la lettera e asseconda Scottie.
Scottie, convinto di aver creato in Judy una nuova Madeleine e intenerito dalla sua disponibilità, può finalmente amarla e la invita a festeggiare con una cena. Indossato un abito nero da sera, lei gli chiede di aiutarla a chiudere il fermaglio della collana. Ma nel gioiello del pendente Scottie riconosce quello appartenuto a Carlotta Valdés, dipinto nel ritratto, e ha la prova dell'inganno subito. Si vendica senza pietà. Costringe Judy a tornare all'antica missione e a rivivere la scena del delitto. Vinta definitivamente la paura del vuoto, la spinge sulle scale della vecchia torre campanaria. Lei confessa il piano delittuoso ordito con Elster ma riafferma con forza l'amore che l'ha portata a rischiare consapevolmente di essere riconosciuta. Sulla cima del campanile il dramma sembra concludersi con un bacio appassionato, ma all'improvviso un'ombra misteriosa e lugubre spaventa Judy che si precipita nel vuoto come la vera Madeleine. Una suora compare e, suonando la campana, recita un requiem: «Dio abbia pietà della sua anima».

La donna che visse due volte - Kim Novak  3




Il più misterioso, astratto e doloroso dei film di Hitchcock. Anche quello che ha provocato le letture più estreme (c'è chi ha parlato di film sulla necrofilia: Stewart soffrirebbe della passione per donne morte, senza poterlo ammettere), e che rompe esplicitamente il distacco olimpico del Maestro come una sorta di confessione ininterrotta a bassa voce. Costruito quasi fino alla fine come un film fantastico, ha la ciclicità inarrestabile dell'incubo. Tutto è destinato a ripetersi senza poter essere modificato. Una volta tanto in Hitchcock, lo 


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spettatore, come nelle più tradizionali costruzioni ad enigma del poliziesco, non ne sa più del protagonista, insieme al quale condivide il riflesso doppio e ambiguo delle cose che continuano a cambiare di senso. Alla fine la scoperta del colpevole (non ci verrà detto neanche se sarà assicurato alla giustizia o meno) è totalmente indifferente rispetto a quella del disinganno e del lutto subìto a ripetizione. Noto per le sue vistose performance tecniche (la simulazione ottica delle vertigini, la famosa sequenza del sogno), ha in realtà un andamento “lento e contemplativo” scosso senza preavviso da trasalimenti, allucinazioni, accessi di colpa e riflessi mancati. E’ il più bel film di Hitchcock (con tutto il rischio che un'affermazione del genere comporta), interpretato da un James Stewart perennemente assorto e vulnerabile (“Tutti gli sforzi che compie per ricreare la donna, cinematograficamente, sono mostrati come se cercasse di spogliarla invece che di 


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vestirla”, Hitchcock) , e da una Kim Novak cui il cinema non ha offerto più niente di altrettanto affascinante e seducente. Titoli di testa di Saul Bass che pesano quasi come un'altra sequenza del film: sullo stupendo tema musicale di Herrmann, lavorano sulla grafica di spirali che ruotano, in un film in cui “tutto diventa cerchio, ma il cerchio non si chiude” (Eric Rohmer): potrà il povero Scottie passare il resto della propria vita senza continuare a cercare un’altra sosia della donna che ha perso due volte? Il regista, innocuo passante, attraversa un'inquadratura nella prima parte del film.
That's cinema!!!!!. Trattasi, senza ombra di dubbio, di uno dei più bei film di ogni tempo. In cui si fondono sapientemente l'arte (elevata qui, all'ennesima essenza) del thriller, il sentimento straziante ed il giallo. 


La donna che visse due volte - Kim Novak e James Stewart  4
  


Nonchè profondissimi e fondamentali risvolti psicologici. Il duo di attori, magistralmente diretti, è d'eccezione: Kim Novak e James Stewart, entrambi in stato di grazia. Potrei dire senza remora di smentita; 'mostruosamente' bravi. Devo dire di non aver mai amato il 'personaggio' Hithchok: tronfio, esagerato, con quell'aria da presuntuoso, e il perenne sigaro cubano in bocca. Ma davanti a film come questi, a cui possiamo aggiungere tranquillamente 'Delitto perfetto' e 'La finestra sul cortile', non si può far altro se non togliersi di cappello. Anzi, stendere, oserei, un tappeto al suo passaggio... Scherzi a parte, e in special modo la prima volta che lo si vede, la sofferenza di Stewart penetra nella pelle. E quando, assieme a lui, reincontriamo Magdalaine, come lui ce ne reinnamoriamo senza possibilità alcuna di scampo. Fatale, bellissima, fragile, ma apparentemente forte, la Nowak è qui l'incarnazione del desiderio. E, né più né meno come il 'malcapitato' James, se ne subisce il fascino magnetico. Barbara Bel Geddes offre un cameo (anche di più) preziosissimo. Diabolico il piano ideato per far fuori la consorte, 'dall'amico'. Azzeccatissime le musiche, che contribuiscono non poco all'atmosfera stracolma di tensione, mai gratuita. Quasi mistica, evanescente al limite della follia. Si rischia di impazzire, proprio come Stewart, tanto diabolico e spietato è il piano di cui resta inconsapevolmente vittima. E noi assieme a lui. Il senso di colpa, per la patologia sviluppata in un malaugurato incidente sul 'lavoro', è devastante. 'Quel campanile irraggiungibile..il peggior incubo che si possa immaginare': 'Vertigo'!. Proprio questo invalidante disturbo, le vertigini, lo costringeranno al pensionamento, e ne faranno la 'vittima' designata, perfetta del piano omicida. Il finale lascia addosso, un dolore fisico. Capolavoro assoluto, imperdibile!



14 commenti:

  1. Nel commento al film “La donna che visse due volte” hai detto “E quando, assieme a lui, reincontriamo Magdalaine, come lui ce ne reinnamoriamo senza possibilità alcuna di scampo. Fatale, bellissima, fragile, ma apparentemente forte, la Nowak è qui l'incarnazione del desiderio.” Sono queste espressioni che mi fanno venire i brividi. Dette dall’uomo giusto ad una donna la sconvolgono, le fanno “girare la testa”! Ecco perché io ti leggo, perché metti insieme le cose giuste al momento giusto, “cogli l’attimo” cosa non da tutti. Deve essere bello anche solo essere presente nella vita di una persona così. Ecco perche la tua poesia “A chi” è così struggente. Scusa lo sfogo ma devo pure essere me stessa, altrimenti leggerei solo giornali di gossip. Grazie dei momenti lirici. Sonia65

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  2. Bello il post su Vertigo (La donna che visse 2 volte) Bella la descrizione su Kim Novak "irresistibile" e misteriosa, rispetto a una Marilin Monroe svampita e tutta curve! Cogli sempre nel segno. Anche io ritengo questo film il più bello di Hitchcock e forse uno dei film in cui amore e seduzione siano magistralmente resi sul set. Ciao. E' bello commentare con una persona che ti capisce. Lorenza62

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  3. “Gilda”: il mito di Rita Hayworth, ai massimi livelli, bellissima e maledettamente brava. Un film che ha uno status quasi mitico.Gabry sei mostruosamente erotico, le foto sembrano stampate oggi, non 67 anni fa! Unico.Debora63

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  4. Il personaggio di Gilda è davvero ambiguo e maledettamente ben interpretato. Vulcanica, lunatica, superstiziosa, infantile, vivacissima, capricciosa, sensuale, affamata di amore e di attenzioni, imperscrutabile, misteriosa: Gilda incarna ogni aspetto della femminilità. E’ la femmina per eccellenza, come ogni uomo la immagina. Per tutto il film le sue azioni restano enigmatiche, e l’unica cosa certa è il suo costante, ossessivo, desiderio di restare sempre al centro dell’attenzione. E tu sei peggio di lei la tratteggi con le parole, ma soprattutto con immagini sublimi. ti seguo sempre. Rosanna63

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  5. Gabry il numero finale, dove balla fasciata in un tubino nero, e si sfila i guanti è giustamente entrato nella storia del cinema, ed è un capolavoro di fascino sfrontato e provocante che fa da contraltare ad una scena precedente, dove Gilda canta la medesima canzone in modo intimo e raccolto. Sono le due facce di una donna complessa, di un personaggio che è molto più di quello che sembra. Rosalba74

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  6. Gabry il numero finale, dove balla fasciata in un tubino nero, e si sfila i guanti è giustamente entrato nella storia del cinema, ed è un capolavoro di fascino sfrontato e provocante che fa da contraltare ad una scena precedente, dove Gilda canta la medesima canzone in modo intimo e raccolto. Sono le due facce di una donna complessa, di un personaggio che è molto più di quello che sembra. Rosalba 63

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  7. Gabry, come tu sai, il numero finale, dove balla fasciata in un tubino nero, e si sfila i guanti è giustamente entrato nella storia del cinema, ed è un capolavoro di fascino sfrontato e provocante che fa da contraltare ad una scena precedente, dove Gilda canta la medesima canzone in modo intimo e raccolto. Sono le due facce di una donna complessa, di un personaggio che è molto più di quello che sembra. Mai viste foto cosi chiare e contrastate, sei un mago. Belle, belle, belle. Chissà quante foto così hai fatto ad ….. A chi? Ciao. Giuliana58

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  8. Sai ho letto qualcosa su Gilda, la Hayworth venne utilizzata fino a quando non comparvero altre star più duttili di lei, e poi presto dimenticata. “Gilda” segna la nascita del suo mito, crea un personaggio che le rimarrà per sempre incollato addosso, anche fuori dal cinema: Gilda è la dea dell’amore, la femmina archetipa, bellissima, imprevedibile, bruciante di vitalità e di passione. Per la Hayworth, una maledizione: “Ogni uomo che ho mai conosciuto si è innamorato di Gilda… e si è svegliato la mattina dopo con me”. sonia65

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  9. Gabry ma tu la conosci bene Gilda anche dietro le quinte! Appare subito chiaro che Johnny e Gilda si conoscono, e si detestano. E’ interessante notare che il come ed il quando della loro reciproca conoscenza sono solo una delle molte cose che la trama del film non svela, ma lascia alla libera fantasia dello spettatore. Gilda, però, è parecchio vivace e, diciamolo pure, un po’ zoccola. Per far ingelosire Johnny o il marito, scorrazza e sculetta con ogni bel manzo le capiti a tiro, e trattandosi di Rita Hayworth è logico pensare che gliene capitino a tiro davvero parecchi. Silvia60

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  10. Ho sentito dire che le persone che hanno un rapporto di coppia duraturo hanno livelli più alti di un ormone che viene chiamato "ormone dell'amore". Riduce lo stress, aumenta la fiducia e l'empatia con il prossimo e aiuta a socializzare. E’ vero? Ne sai qualcosa. Qui da noi siamo 5 colleghe di un ufficio e ti teniamo molto in considerazione. Dicono che voi italiani la sapete lunga sull’amore. Aiutaci. Tamara57

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  11. Тамара мой друг, я дал свой блог, я не знаю, если он не может связаться с Вами. Дайте мне знать. Всегда в очереди. Irina63
    Tamara una mia amica, cui ho dato il tuo blog, non so se è riuscita a contattare te. Fammi sapere. Sempre in linea. Irina63

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  12. Sehr geehrte Gabry, hat langjährige Leidenschaft als eine Verletzung nicht als starkes Engagement oder Überempfindlichkeit gesehen worden. Augustinus 'Reflexion stattfindet um die Begriffe Liebe, Leidenschaft, dilectio, voluptas Amicitia und als Orte, wo man nicht mehr sich selbst und lassen Sie das "Ausmaß" der göttlichen Ordnung. , Mit Ausnahme der Liebe Gottes, unbedingte, unausweichlich, ewig, und dass die Renditen Exzellenz und potentia. Ich beschäftige mich mit der Geschichte des Mittelalters in Europa. Ich wünschte, wir tauschten Meinungen. Danke. Romy65

    Caro Gabry, per lungo tempo la passione è stata vista come trasgressione più che come forte impegno o eccesso di sensibilità. La riflessione di Agostino si svolge intorno ai concetti di amor, passio, dilectio, voluptas e amicitia come luoghi in cui non si è più se stessi e si esce dalla "misura" dell'ordine divino. Fa eccezione naturalmente l'amore verso Dio, incondizionato, ineludibile, eterno e che restituisce eccellenza e potentia. Io mi occupo di storia del medioevo in europa. Mi piacerebbe che ci scambiassimo opinioni. Grazie. Romy65

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  13. Gabry, Witman, poeta americano, ci fa "conoscere" quello che la quotidianità e chiuse visioni secolari… non ci consentono spesso di vedere e sentire… L’idea che emerge in modo forte e chiaro… nella visione di questo poeta… è che il piacere fisico non è un complemento bensì un elemento essenziale dell’amore… e che accanto ed insieme al vero sentimento d’amore ci consente di giungere all’estasi divina. L’eros quindi assume anch’esso una sacralità che è stata negata per millenni dai fondamentalismi religiosi… che hanno in pratica… staccato l’anima dal corpo… demonizzando quest’ultimo ed impedendo emozioni e vibrazioni di luce…. Ora alla luce di quanto ho detto vorrei un tuo illuminato parere. Cosa ne pensi?. Non puoi non essere d’accordo. Ma dalle tua esperienze mi aspetto di più. Uno per tutti, tutti per uno. Francesca64

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  14. Mi hanno dato le coordinate del tuo blog. Anche io ho un blog e posto degli articoli su giornali locali di Brescia, ma non ho la tua diffusione. Mi dicono delle amiche che in un mese sei arrivato lontano. Come posso fare, scrivo anche romanzi e problemi d’amore, se puoi me li posti? Non ti conosco ma dalla foto sembri una bella persona. Dammi una possibilità. Ti seguo ok. Giusy70

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