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domenica 14 aprile 2013

Il sesso nell’antichità classica











“Ora so kn te kosa signifika essere femmina e nn sl una donna ... ero materia inerte ... poi tu l hai manipolata e le hai dato emozioni ... emozioni vere, pure, vibranti ... mi manki … VV




Antica Grecia

La situazione del rapporto numerico tra uomini e donne, quella geografica, lavorativa, ma anche quella socioculturale dell’antica Grecia, può spiegare certi costumi sessuali ben documentati accanto alla classica e diffusa eterosessualità.
Ad esempio nella regione di Sparta gli uomini erano 7 volte più delle donne e ciò avrebbe favorito l’omosessualità maschile. Viceversa nelle isole greche come quella di Lesbo le donne restavano per gran parte dell’anno senza i loro uomini impegnati nelle guerre e nei commerci: questo favorì l’omosessualità femminile





Pompei - Casa dei Vetti - Priapo con fallo ipertrofico





Ad Atene, intorno al V secolo avanti Cristo, i due tipi di omosessualità erano frequenti ma quella femminile era vista con disprezzo e come pratica aberrante. L’omosessualità maschile invece veniva considerata espressione non solo di virilità ma anche di superiorità intellettuale rispetto all’uomo comune ed alcune opere di Aristofane e di Platone confermano queste realtà. D’altro canto nell’uomo vero trionfa la ragione sugli istinti e le passioni che dominano invece l’uomo comune. La ragione viene associata al bello ed il bello al vero. A sua volta il vero coincide con il bene. Il vero bello come ideale sarebbe incarnato nella figura dell’Efebo (un giovane che ha appena raggiunto la pubertà) perché racchiude in sé la bellezza maschile e quella femminile. Allora il vero uomo cerca l’efebo e se ne fa, come un maestro, guida di vita. 





Pompei - Pittura parietale con scena erotica





Il maestro corteggiava e introduceva il giovane in società in cambio di favori sessuali. La penetrazione tuttavia era assolutamente bandita in questo tipo di rapporti in quanto considerata rozza e volgare. Naturalmente l’eterosessualità, ampiamente dominante ed assai rappresentata in opere letterarie come la Lisistrata di Aristofane, trovava spazio in fenomeni come quello della prostituzione sacra. Anche la pratica in quell’epoca di numerose devianze come la necrofilia, la zoofilia e l’incesto sono ampiamente documentate





Pompei - Pittura parietale con scena erotica  2





Gli Etruschi
Ben fatti, atletici e sessualmente attivi. Questi erano gli Etruschi. Simboli fallici di varie proporzioni e variamente disposti, svolazzano sulle pareti delle tombe di Tarquinia e sui vasi esposti al Museo Nazionale. Molti sono espliciti, altri decorati o camuffati, così ironici da far sospettare che siano stati dipinti solo per scherzo.  La perplessità aumenta se si considera che tutto questo sfarfallìo fallico si trova nelle pareti dei sepolcri che, secondo la nostra cultura, dovrebbe ispirare ben più meste immagini.
Ma gli Etruschi non soffrivano delle nostre inibizioni ed erano allegramente in grado di suscitare l'invidia dei loro contemporanei, incapaci di avere come compagne delle donne così passionali da dedicarsi ad ardenti attività erotiche collettive, fare sesso durante le gare atletiche e gli esercizi acrobatici o amoreggiare perfino alle corse dei cani. 





 Pittura parietale con scena erotica  3





Di maldicenza in maldicenza, gli storici arrivano a dire che le donne etrusche, per una forma estrema di matriarcato, ovviamente incomprensibile sia ai rozzi Romani che ai più sensibili Greci, allevassero i figli senza chiedersi chi ne fosse il padre, figura reputata non necessaria.
In effetti le
donne in Etruria godettero di una condizione particolarmente libera, mai però separata da una profonda consapevolezza della solidarietà familiare.
Quella etrusca, era una società in cui le donne contavano; donne giovani, dalla sessualità precoce, consapevoli del proprio corpo, alle quali era sconosciuta la decadenza dovuta all'età. Per gli uomini era anche meglio. La vita politica coincideva con la loro piena vita sessuale e al potere c'erano quasi sempre giovani vigoroso e attivi. Questo si evince dalle pitture parietali delle
tombe di Tarquinia, singolari ed uniche per la raffigurazione di rapporti sessuali di qualunque tipo, ben diverse dalle omologhe egizie, dove la religione ed il senso quasi parossistico della morte incombono ovunque. 





Pittura parietale con scena erotica  4





L'aspettativa di vita degli Etruschi era, in media, di quarant'anni. Essi vivevano, quindi, un tempo breve, e morivano giovani con ormoni in eccedenza. Perciò il sesso permeava ogni attività. Negli affreschi tarquiniesi, anche quando non appare esplicito, esso si rivela nel turgore delle labbra, nella languidezza degli occhi di taglio orientale, nelle capigliature folte, lunghe e ricciolute, nella muscolatura poderosa, nell'impianto fisico delle figure, nella scioltezza dei movimenti, nella disinvoltura dei rapporti, assolutamente privi di qualsiasi volgarità. Anche la riproduzione di animali, uccelli in volo, delfini che giocano tra le onde, leonesse dalle mammelle turgide, leoni dalle criniere fulve e le code ritte, tutto rimanda ad una vitalità carnosa e sessuale. L'erotismo era natura e la natura erotismo. Mangiare, ballare, suonare, compiere rituali religiosi, ogni atto aveva una pienezza di significato denso ed arcaico che avvicinava, sensualmente, l'umanità agli Dei.





Pittura parietale con scena erotica  5





I Romani
I costumi sessuali nell’antica Roma erano caratterizzati da due atteggiamenti, quasi sempre antitetici. Il primo si riferisce alla “romanità” tradizionale fatta di compostezza e rigore con un grande culto per la famiglia e la fedeltà coniugale. L’altro aspetto, invece, riguarda la sfrenata libertà sessuale che implica l’infedeltà ed anche la prostituzione a tutti i livelli sociali, nonché l’omosessualità. Quest’ultima però in forme assai diverse da quelle esistenti nella Grecia classica. I baccanali, riti orgiastici in onore di Dioniso o Bacco, in una certa epoca furono aperti anche agli uomini e si diceva che avvenissero sempre più frequentemente pratiche sessuali incredibilmente sfrenate. Al punto che, nel 186 a. C., il console Albino, con l'assenso del Senato, arrestò e processò ben 7mila baccanti. Molte furono condannate a morte, altre imprigionate. Certamente la fedeltà coniugale era esaltata. 





Pittura parietale con scena erotica  6





Si ricorderà l’episodio di Lucrezia che, moglie di Tarquinio Collatino, fu violentata dal figlio di Tarquinio il Superbo (ultimo re di Roma). Ebbene, lei non sopravvisse all’oltraggio e si uccise. I romani si adirarono a tal punto per questo spregio alla fedeltà coniugale che rivoltandosi contro il re lo cacciarono e contribuirono così all’instaurazione della Repubblica. Altri aspetti dei costumi sessuali di Roma vengono meglio spiegati dalla notevole diffusione della schiavitù. Infatti la popolazione era suddivisa tra uomini liberi e schiavi. Il padrone, avendo poteri assoluti verso i suoi schiavi, richiedeva spesso prestazioni sessuali. Altro elemento caratteristico di Roma riguardava la distinzione tra persona “attiva” e “passiva” da un punto di vista sessuale. Il vero uomo che era libero, cioè il vir, doveva avere un ruolo attivo e se fosse stato scoperto in un ruolo passivo sarebbe stato coperto di infamia; sarebbe stato cioè impudicus. Viceversa lo schiavo poteva anche rivestire un ruolo sessualmente passivo senza che questo fosse considerato anormale. 





Pittura parietale con scena erotica  7





Gli stessi rapporti sessuali passivi in una coppia venivano considerati contro natura ed infamanti, ad esempio l’omosessualità passiva maschile, e quella femminile soprattutto per le donne che avevano un ruolo attivo. Secondo Seneca, persino l’uomo che in un rapporto eterosessuale accoglieva la donna a cavalcioni su di lui veniva considerato passivo e pertanto degno di disprezzo.
La pratica della prostituzione riguardava anche le classi sociali più elevate. Giovenale racconta le dissolutezze di Messalina moglie dell’Imperatore Claudio che si recava mascherandosi nei postriboli più luridi per accoppiarsi con uomini i tutti i tipi e razze. Il poeta racconta anche di altre matrone che in mancanza di anticoncezionali ricorrevano ad un rimedio estremo: castrare i loro amanti!
A Roma l’incesto era severamente punito ma erano vietati anche i rapporti sessuali tra fratelli e sorelle, cugini, zii e nipoti, suoceri e nuore o generi. 





Pittura parietale con scena erotica  8





Esisteva poi un particolare tipo di omosessualità che era diffusa soprattutto tra i legionari e che consisteva nell’affermare da parte del vincitore la sua supremazia mediante la sodomizzazione del vinto che veniva così umiliato e degradato al livello di femmina. Questi atteggiamenti rivelano una società dai tratti crudamente maschilisti. Infine viene descritta un tipo di omosessualità letteraria in cui si vagheggiavano queste pratiche perché la tradizione letteraria spingeva ad adeguarsi ai grandi modelli greci. Nelle classi elevate vigeva anche una moda per cui un giovane poteva avere un compagno che poi lasciava definitivamente allorquando avesse contratto un regolare matrimonio.





 Scena erotica  





Una cosiddetta donna di "facili costumi", se ha solo occasionali rapporti con il marito della matrona (un romano libero non è mai colpevole di adulterio), può ufficialmente convivere in famiglia come concubina. Il concubinato, importato con molte modifiche da Atene, diviene un istituto tipicamente romano. E' sulle concubine che, ad un certo punto della storia romana, possono essere fatti gravare i rischi del parto, evitati alle spose ufficiali, protette dal sistema sociale. 





Pittura parietale con scena erotica  9





La matrona non ha difficoltà ad accettare le relazioni del marito con schiave o donne non rispettabili. Secondo quanto riferisce Svetonio, era la stessa moglie che forniva ad Augusto donne del genere. Quando le orde dei barbari, sfondati i confini, dilagheranno in tutto il mondo romano occidentale, troveranno già molto diffusa la pia donna cristiana, una donna che forse somiglia di più alla donna-domus dei tempi arcaici.





Pittura parietale con scena erotica  10




4 commenti:

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  2. Caro Gabry,
    sono Antonietta Ruggiero, ti inoltro un mio commento cui ancora non hai fatto cenno. Lo so siamo in tanti, ma vorrei vedere almeno un tuo scritto!
    “Sono venuta nel mio studio per leggerti un po’. Chissà che fai in questo momento, forse prepari un altro post sull’amore. Ma che distanza c’è tra te e tutti gli altri uomini! Nessuno scrive cose come le tue. Lavoro nella pubblicità in un centro del napoletano e di blog simili ne leggo 100 al giorno. Tu sei ancora intatto, anche se non di primo pelo. Raccogli tutto ciò che riguarda l’amore, l’eros, la passione e si vede. Anche l’accuratezza delle situazioni. Il tuo blog non è preciso e referenziale. Non usi le tecniche che i nostri esperti adottano per accattivare i navigatori della rete. Stile asciutto, essenziale, che bada solo ad un aspetto: l’amore! Ecco perché lo leggo. Tu non devi imbrigliare nessuno. Di blog costruiti per la pubblicità ne vedo a migliaia. Ti leggo come un diario. Un libro di emozioni. E non da tanto. La foto è vera, telo dico io e tu sei autentico, non sai barare. Osservo quello che dici come se fosse un romanzo, dove accanto a una biologia asettica, ci sono pensieri immortali. Continua, mi piaci. Auguri. Non sono una ragazzina e non faccio complimenti sull’uomo, ma se dovessi incontrarti ne sarei affascinata. Mi fai vibrare con la lettura. Figurati …. Il resto! In bocca al lupo. Antonietta57”


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  3. Salve Gabry,
    Sono Vanna Carrera, scusami, ma con un animo più sereno, posso parlare con te. Complimenti! Credevo fossi un appassionato dell’amore, come il nostro gruppo, invece scopro, per caso, che hai un altro blog sulla Didattica da primo premio. Formidabile, stellare, ho dato una scorsa ad alcuni argomenti e li ho segnalati a delle amiche insegnanti che sono rimaste senza fiato. Premi nobel, studi sul cervello, teorie su 3 cervelli e 9 intelligenze, un vero rompicapo! Ma chi sei in realtà. Davvero uno da prendere con le molle e da conoscere fisicamente da vicino. Ha detto bene Sonia Lunardi che ti conosce da sei mesi, ti descrive intelligente, appassionato, simpatico, almeno è l’opinione corrente tra noi. Sono la più giovane del gruppo, lavoro in un istituto di ricerca e sono a mezzo tra passione e scienza. Tutte vorremmo per davvero conoscerti da vicino, ti ritengono stimolante sotto ogni punto di vista. Per ora, non appena ho dato un esame di specializzazione, ti leggerò parecchio. Poi se si scende al sud ti vogliamo un paio di giorni per noi. Sonia scende a Scalea nel mese di agosto, dove tiene una casa al mare. L’anno scorso dopo averti visto col gruppo era entusiasta della tua conoscenza. Spero che quest’anno tocchi a noi. Vanna69

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  4. Ho scritto della tua introduzione iniziale al blog sul “Convegno” di Alciati.
    “I baci desiderati e appassionati incontrano le tinte e le atmosfere del dirompente “Il convegno” di Ambrogio Antonio Alciati (1878-1929). Un bacio voluttuoso anche se i corpi dei due amanti non possono stringersi perché separati da un’inferriata. Questo dipinto appartiene al genere della Scapigliatura, e certamente ha subito l’influenza di Tranquillo Cremona, non solo nello stile pittorico, ma anche nel soggetto rappresentato: i due amanti si avvinghiano appassionatamente come l’edera all’inferriata, che la donna, con il braccio proteso verso l’alto, sembra voler superare. Le pennellate sono vibranti e vaporose, intorno a loro domina il verde del giardino. Un capolavoro.”
    Non so se lo hai letto, ma tempo fa riproposi la descrizione, oggi la sento più vibrante che mai. Ho visto che hai inserito dei post su Ambrogio Alciati e Tranquillo Cremona. Mi piaci ogni giorno di più! SerenaSoriente64

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