La storia di Tristano
e Isotta
Il primo mito medievale
(IX sec) che rompe gli schemi delle caste occidentali di Carlo Magno e sovverte l’ordine delle coppie. Insinua l’amore
passione nell’amore nunziale.
Tristano è cresciuto dallo zio, re
Marco di Cornovaglia, il quale è sottoposto al pagamento di un gravoso
incidente dal re d'Irlanda. Diventato un giovane guerriero, Tristano decide di
liberare la Cornovaglia da questa sottomissione e parte per
l'Irlanda, dove riesce a
uccidere il gigante Moroldo, fratello del re: viene tuttavia ferito con
un colpo di spada avvelenato, ma è curato dalla
figlia del re, Isotta, che non sa che egli ha ucciso suo zio. Tristano, una
volta guarito, torna in Cornovaglia.
John William Waterhouse -Tristan_and_isolde_with_the_potion |
Pressato a sposarsi per garantire al trono
una successione, re Marco decide di prendere per moglie colei a cui appartiene
un capello d'oro, portato dal mare. Tristano, ricordandosi di Isotta, parte per l'Irlanda, ma,
appena arrivato, deve combattere un terribile drago. Lo uccide, ma viene ferito
e, ancora una volta, curato da Isotta, che si
accorge allora che egli è colui che aveva ucciso Moroldo. Rinuncia tuttavia a
vendicarsi e accoglie la richiesta di sposare re Marco per sanare le rivalità
tra i due regni. Si imbarca dunque con Tristano verso la Bretagna.
Intanto la regina d'Irlanda affida all'ancella Brangania un filtro magico, da
far bere ai due sposi la notte delle nozze. Durante la navigazione, però, Tristano beve per errore il filtro, credendo che sia
vino, e lo offre a Isotta. I due cadono così preda dell'amore.
Hughes_Merle_-_Tristan_and_Isolde |
Isotta sposa comunque Marco,
facendosi sostituire da Brangania per la consumazione del matrimonio. Seguono
mesi di amori clandestini, di trucchi e menzogne, durante i quali i due
innamorati rischiano costantemente di essere ingannati dai baroni invidiosi. Un nano malvagio,
buffone del
re, tenta di farli cogliere sul fatto durante un loro appuntamento notturno nel
verziere, ma Tristano si
accorge della presenza del re nascosto tra le fronde di un pino e riesce
ad avvertire Isotta,
che inscena un dialogo del tutto innocente. Scoperti e condannati a morte, i
due riescono a fuggire e si rifugiano nella foresta del Morrois. Scoperti da re
Marco, Tristano decide di restituire la donna al re, e parte.
La morte di Tristano e Isotta - Biblioteca nazionale di Francia |
Si reca allora in
Bretagna dove sposa Isotta dalle Bianche Mani,
con la quale tuttavia non
consuma il matrimonio. Nel frattempo l'innocenza della regina è
continuamente messa in dubbio dai baroni malvagi, inducendola a reclamare un'ordalia. Tristano
si reca alla cerimonia travestito, e aiuta la regina. Più volte ancora Tristano si reca segretamente in
Cornovaglia travestito. Una volta l'accompagna il cognato Caerdino, che
offeso per l'ingiuria fatta da Tristano alla sorella (non aveva consumato il
matrimonio con Isotta dalle Bianche Mani) vuole vedere con i suoi occhi la
bellezza di Isotta la Bionda e l'intensità del suo amore. I due così fanno pace
e Caerdino si proclama amante dell'ancella della regina, Brangania. Ferito gravemente durante
una spedizione, Tristano capisce che solo Isotta la
Bionda può guarirlo e la manda a chiamare, chiedendo che vengano messe
vele bianche alla nave con cui verrà, se lei accetta di venire, e vele nere se
si rifiuta.
Boys_King_Arthur_-_N._C._Wyeth |
Ella accetta, ma la sposa di Tristano, avendo scoperto il loro
amore, gli riferisce che le vele
sono nere. Credendosi abbandonato da Isotta, Tristano si lascia morire.
La donna, arrivata troppo tardi presso di lui, muore di dolore a sua volta.
Pentita per le conseguenze tragiche della sua menzogna, Isotta dalle Bianche
Mani rimanda i corpi in Cornovaglia, facendoli seppellire
insieme.
Un mito dell'amore
Il mito si interroga sulle
cause e sulle conseguenze dell'amore, inquadrato in una società di cui trasgredisce tutte le leggi razionali, morali e sociali.
Boys_King_Arthur_-_N._C._Wyeth 2 |
I
poeti sono consci della natura provocatoria della vicenda, tanto che tentano
spesso di ridimensionarla o di integrarla in modo accettabile nella società,
anche abolendo qualsiasi problematica etica. Ma nelle prime
versioni della leggenda,
il mito si presenta in modo inevitabile come incarnazione di un ideale amoroso,
quello della fol amor o dell'amore fatale fondato sul dolore; fin dalla
situazione iniziale, esso si connota negativamente: mette in scena l'adulterio, l'incesto, il tradimento del legame feudale;
qualsiasi vita gli amanti scelgano (all'interno della società, costretti a
continue menzogne e travestimenti; all'esterno della società, durante la vita
nella foresta; separati), essi falliscono e sono
condannati all'infelicità; l'unica via d'uscita possibile per loro è la morte. In questo esso
si contrappone alla tematica dell'amore
cortese, incarnata dalla coppia Lancillotto-Ginevra; e questo
ne segna anche l'atemporalità, la sopravvivenza nell'immaginario: se l'amore
cortese è legato alla società medievale e può essere capito solo al suo interno, il mito
di Tristano e Isotta si
pone al di fuori, tanto da essere oggetto di continue riprese, dai romantici
fino ai giorni nostri.
Edmond Blair Leighton - Tristano e Isotta |
Secondo Denis de Rougemont[3],
infatti, esso rappresenta una concezione dell'amore tipica del mondo occidentale, contrapponendosi alla letteratura
del resto del mondo nell'invenzione di un sentimento reciproco ed infelice —
concezione, questa, che ha dato origine alle più celebri storie d'amore della
nostra cultura, come Romeo e Giulietta, Piramo e Tisbe ecc. In
generale si assiste, nel susseguirsi dei testi e delle differenti versioni, a
un appiattimento delle problematiche etiche e sociali poste dagli amanti: nel Tristano
in prosa[4],
per esempio, gli episodi amorosi si perdono nelle sterminata successione di
avventure cavalleresche, e il re Marco viene ridotto
a codardo traditore in opposizione all'eroe cortese
Tristano.
Gaston Bussiere_Tristan_et_Iseult |
Il protagonista viene così integrato nella geste dei
cavalieri della Tavola Rotonda, e anzi il suo stesso amore non è più
segnato dal dolore, ma gode invece di lunghi periodi di felicità: questa
tendenza è presente già nei primi testi come quello di Tommaso d'Inghilterra, nel quale la vita
nella foresta, dura e insostenibile in Béroul, assume
caratteristiche idilliache.
Più tardi Tristano viene reso maggiormente accettabile anche dal punto di vista
della moralità cristiana, integrandolo nelle avventure della cerca del
Graal.
La critica
moderna si è interrogata sulle valenze simboliche di
singoli episodi del mito, come quello del perdono concesso
da re Marco quando egli trova gli amanti nella
foresta, addormentati ma vestiti, e separati dalla spada di Tristano:
gli oggetti che il re lascia per segnalare la sua venuta sono stati visti come
simboli di perdono, o meglio come richiami al rituale di investitura
feudale (la spada,
il guanto, l'anello). Ma più in generale la rivalità tra i due
uomini è vista come primo segnale del fallimento cui è destinato il rapporto vassallatico medievale.
Tristan und Isolde. Herbert James Draper (1863-1920 |
Si è visto nel
matrimonio con Isotta dalle Bianche Mani il profilarsi del motivo, molto
presente nella letteratura dei secoli XII e XIII,
dell'uomo tra due donne: tale motivo è lungamente sviluppato da Tommaso d'Inghilterra[1],
che "classifica" anche i protagonisti delle due coppie in base al
grado di felicità data dal possedere l'amore spirituale o l'amore fisico: Marco, per esempio, ha solo il corpo di Isotta, ed
è quindi considerato più felice di Isotta dalle Bianche Mani che non ha né il
cuore né il corpo del marito.
Anche il linguaggio
è stato frutto di analisi, per esempio nei giuramenti ambigui che costellano la
vicenda (come quello di Isotta che, dopo aver guadato un fiumiciattolo in
groppa a Tristano travestito da pellegrino, si sottopone serenamente all'ordalia giurando
di non aver mai avuto tra le gambe altro uomo che
il marito e quel pellegrino del fiume!); le continue menzogne degli
amanti li pongono in una situazione di sovversivi, in una cultura che considera
tutt'uno la parola
e l'oggetto.
Tristano il poeta
Tristano
viene spesso designato come poeta e cantore, fin dai primi testi francesi, e così per esempio
il lai di Maria di Francia[2]
è indicato come opera sua. Ma è soprattutto nella letteratura posteriore che si
compie l'identificazione della personalità e del destino dei due
tipi: il poeta, come Tristano, è in grado di
provare amore
vero e per esso soffre, ed è talvolta tenuto
al margine della società; non di rado poeti occitanici o romantici
si paragonano a lui, come August von Platen che vi individua
l'immagine dell'essere che ricerca la bellezza, tenta
di cogliere in essa l'infinito ma contemporaneamente dispera di
poter mai saziare il suo desiderio: e il fine definitivo di entrambi è la morte
Anna Costenoble - Tristano e Isotta |
Isotta l’adultera
Isotta
introduce un tipo nuovo nella letteratura amorosa, o meglio lo ricrea: il suo è
il dramma dell'adulterio, del quale vengono in un certo qual modo fissati
i parametri, che rimarranno immutati fino a oggi: Isotta
vive una doppia vita amorosa, quella dell'amante e quella della moglie, quella dell'amore-passione fatalmente proteso alla
morte e quello dell'amore nuziale rispettoso
della norma e della tradizione; questi due amori sono inconciliabili come sono
inconciliabili i due uomini cui sono rivolti: Tristano, sottomesso a un ordine
che pure deve tradire, e il re Marco, giusto conservatore proprio di
quest'ordine.
Questo blog sull’amore è equilibrato, tocca la psiche, la socialità, la passione, l arte e la scienza. Il tutto con gusto ed equilibrio, rigore e professionalità, ma sempre con quella leggerezza che non sfocia mai nella pedanteria. Di solito i blog e i siti sull’amore o sono scientifici o sdolcinati, cioè o ermetici chiusi nella disciplina medico - psichica o mielosi - evanescenti al limite del gossip. Inutile dire che mi sei simpatico. In primavera ti mando degli scritti e ne vedrai delle belle! Ti bacio. Maria De Angelis65
RispondiEliminaDear Gabry,
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Caro Gabry,
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Gabry,
RispondiEliminaTu sei l’unica persona che incarna quello che ho letto 33 anni fa su Innamoramento e amore di Francesco Alberoni! Non credevo fosse possibile dare corpo a queste parole che riporto e che sono stampate nella mia mente. «L’innamoramento introduce in questa opacità una luce accecante. L’innamoramento libera il nostro desiderio e ci mette al centro di ogni cosa. Noi desideriamo, vogliamo assolutamente qualcosa per noi. Tutto ciò che facciamo per la persona amata non è far qualcosa d’altro e per qualcun altro, è farlo per noi, per essere felici. Tutta la nostra vita è rivolta verso una meta il cui premio è la felicità. I nostri desideri e quelli dell’amato si incontrano. L’innamoramento ci trasporta in una sfera di vita superiore dove si ottiene tutto o si perde tutto. La vita quotidiana è caratterizzata dal dover fare sempre qualcosa d’altro, dal dover scegliere fra cose che interessano ad altri, scelta fra un disappunto più grande ed un disappunto più lieve. Nell’innamoramento, la scelta è fra il tutto e il nulla. […] La polarità della vita quotidiana è fra la tranquillità ed il disappunto; quella dell’innamoramento fra l’estasi e il tormento. La vita quotidiana è un eterno purgatorio.” E’ vero! Io ero in un eterno purgatorio, leggere te, i tuoi scritti, le tue raccolte, i tuoi pensieri, le tue foto, mi hanno fatto sentire non più sola. Come se mi fossi destata da un eterno letargo. Grazie, ti offro questa mia testimonianza. Giusy66 Dandolo
Ciao,
RispondiEliminaGabry, sono Debora Valentini. Ti seguo sempre. I tuoi post su Klimt sono sublimi. Ma i tuoi affondo sul sesso e amore nel medio evo sono straordinari e tu ne fai un una ricerca ai limiti del paradosso. Ora mi sono fatta regalare uno smarphone da mio marito, così mi connetto e non mi perdo nulla. Mi piace un casino quello che scrivi. Debora63