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mercoledì 3 luglio 2013

La sessualità di Cristo nell’arte rinascimentale






La sessualità di Cristo nell’arte     rinascimentale




Dalla fine del XIV° secolo alla metà del XVI°, il tema figurativo della nudità del Cristo con l’ostentata esibizione del sesso di Gesù ricorre costantemente negli artisti di tutta Europa.





Nel 1983 il Prof. Leo Steinberg pubblicò un saggio destinato a inaugurare un nuovo filone di ricerca nella storia dell’arte: La sessualità di Cristo nell’arte rinascimentale e il suo oblio nell’epoca moderna. Lo studio di Steinberg prende le mosse dal libro del gesuita John W. O’Malley Praise and Blame in Renaissance Rome, dedicato ai sermoni che venivano pronunciati alla corte papale tra il 1450 e il 1521





San Damiano - Assisi





Dal libro di O’Malley si desume che i predicatori rinascimentali ponevano l’accento sulla valenza salvifica dell’Incarnazione più che su quella della Passione, arrivando a definire una vera e propria “teologia incarnazionale” che, secondo Steinberg, trova il suo corrispettivo nella rappresentazione figurativa del Cristo.
Dalla fine del XIV° secolo alla metà del XVI°, il tema figurativo della nudità del Cristo con l’ostentata esibizione del sesso di Gesù ricorre costantemente negli artisti di tutta Europa. La critica d’arte aveva sempre inserito questo fenomeno nel quadro di un vago “descrittivismo naturalistico” che si sarebbe sviluppato nel corso del Rinascimento. 






Giotto - Santa Maria Novella - Crocefisso 





A questa tesi era ad esempio ricondotto anche il gesto del Bambin Gesù che tocca il mento della Vergine; tuttavia anche in questo caso Steinberg sostiene che questo gesto non sia solo un particolare giocoso e affettuoso, ma che nasconda un gesto rituale antichissimo. Nell’antico Egitto la carezza sul mento aveva una chiara valenza erotica, e sempre come gesto di corteggiamento lo si ritrova in Grecia con raffigurazioni di Amore che accarezza il mento di Psiche, e ancora nella scultura romanica, dove Erode accarezza il mento di Salomè. È quindi del tutto probabile che questo gesto dal significato erotico per gli artisti rinascimentali designasse Gesù come Sposo celeste della Vergine.






Michelangelo, Crocefisso dello Spírito Santo - Firenze





Allo stesso modo il tema del sesso di Cristo era esplicitamente trattato dall’arte rinascimentale perché si prestava particolarmente a evidenziare la realtà dell’Incarnazione, e l’ostentazione del Cristo nudo naturalmente non aveva nulla di voyeristico nel contesto di una sacra rappresentazione. A dimostrazione di questo, Steinberg chiama in causa anche un’affermazione del filosofo greco Eraclito che, a proposito dei culti dionisiaci, disse: «se non fosse perché marciano in processione e intonano l’inno al fallo in onore di Dioniso, il loro fare sarebbe di somma impudenza». Numerose sono anche le rappresentazioni dell’Adorazione dei Magi in cui lo sguardo dei Magi è palesemente rivolto al sesso del bambino. 






Il Cristo del Brunelleschi 1410






Inoltre la vergogna per le pudende era insita nell’uomo come conseguenza del peccato originale, ma da questa colpa era esente il Figlio di Dio per il quale, quindi, era insensato parlare della vergogna della nudità. Questo concetto è particolarmente evidente nella celebre statua di Michelangelo che rappresenta il Cristo risorto, completamente nudo, le cui fattezze richiamano quelle di un atleta pagano e che, comunque, si ispirava alla speranza cristiana dell’assenza di peccato concretamente incarnata. Dunque l’esibizione della sessualità di Cristo è prova della sua umanazione, e questo concetto era ribadito nel tema della Maria lactans. In tali immagini il bambino succhia il latte dalla mammella della Vergine con lo sguardo rivolto allo spettatore, quasi a dire: «vedete che mi nutro di latte materno come tutti gli esseri umani». 






Michelangelo, Crocefisso dello Spírito Santo






Steinberg ripercorre le fasi del progressivo denudamento della figura del Cristo: nell’arte bizantina il Cristo bambino è rappresentato vestito, nel XIII° secolo si avverte la tendenza a rappresentare scoperte le gambe del bambino, poi nel corso del XIV° secolo la figura è avvolta dal velo trasparente fino a quando, verso la fine del ‘300, è ormai pratica diffusa rappresentare l’infante nudo. Al tema della nudità del Cristo si affianca quello della circoncisione che avvenne nell’ottavo giorno dopo la nascita. Anche questo tema era particolarmente importante poiché, oltre a ribadire la natura umana del Cristo che soffre per l’incisione della carne, rappresentava il primo momento in cui il Cristo aveva versato sangue per l’umanità, un momento che si ricollegava idealmente alle ferite della Passione. 






Cristo ligneo di Michelangelo






A confermare quest’idea ci sono anche numerose rappresentazioni del Gesù morto in cui dalla ferita al costato scende un fiotto di sangue che, in deroga alla legge della gravità, scorre non sulla coscia destra ma verso l’inguine, per ricondurre il sangue della Passione alla prima ferita di Gesù. Non meno numerose sono le rappresentazioni del Cristo morto in cui Gesù ha la mano sull’inguine: secondo Steinberg questo gesto non è tanto dettato da senso del pudore, ma piuttosto richiama lo spettatore alla prima ferita della circoncisione. Ancora più problematiche, poi, sono le immagini in cui il sesso del Cristo, dolente o risorto, viene presentato, senza possibilità di equivoco, in erezione sotto il perizoma. Immagini di questo tipo non sono diffusissime, ma se ne trova qualche esempio per lo più in area fiamminga. 






Benvenuto Cellini, Crocifisso (Escorial, Monastero di San Lorenzo, 1556-62)






Steinberg interpreta il tema considerando la potenza del fallo maschile come simbolo della resurrezione, e supporta la sua tesi con un parallelo letterario: la novella decima della giornata terza del Decameron, dove Boccaccio narra di come l’eremita Rustico insegnasse all’ingenua fanciulla Alibech la religione cristiana, che consisteva nel “mettere il diavolo all’inferno” e nella “resurrezione della carne”, come metafore dell’attività sessuale dell’organo maschile. Non si deve pensare, infatti, che la mentalità religiosa medievale e rinascimentale fosse eccessivamente moralistica sui temi sessuali, e Steinberg osserva che la religione, quando cessa di offrire materia di facezie o anche di sonore bestemmie, è ormai devitalizzata. In effetti col diffondersi del rigorismo protestante e della speculare risposta della Controriforma cattolica, il tema della nudità del Cristo tende a scomparire, al punto che vengono anche manipolate molte immagini rinascimentali che rappresentavano il Cristo nudo, che viene opportunamente fornito di mutande.






Cristo ligneo di Michelangelo, particolare





Naturalmente la trattazione di Steinberg può essere integrata da numerose osservazioni, che vanno dall’ideale francescano del “seguire nudi il Cristo nudo”, alla riscoperta dell’arte pagana dell’antichità con eroi e Veneri che mostrano orgogliosamente la loro nudità. Le tesi di Steinberg, comunque, hanno aperto percorsi di studio stimolanti e suscettibili di ulteriori approfondimenti, sia in relazione al tema preso in esame, sia per quanto riguarda la metodologia della comparazione fra temi figurativi e temi teologici o letterari.


7 commenti:

  1. Senti Gabry,
    sono Marisa Forte, patita per i film della fabbrica del cinema nei tempi d’oro. Ascolta questo dialogo: «Ho bisogno di un uomo. Un giovane uomo», confessò Vivien Leigh a George Cukor. «Riferisco a Scotty», disse Cukor, sapendo che il marito della star era in Inghilterra e dunque impossibilitato a soddisfare Vivien e sapendo anche che Scotty avrebbe trovato la persona giusta per appagare le voglie della diva. Come si può ben intuire già da questo piccolo squarcio di verità i vizi e i peccati della Hollywood della prima ora non avevano nulla da invidiare alle donne cougar e ai toy boy, ai bunga bunga e a tutto quello che è venuto dopo. Ad eccezione del fatto che c’era più discrezione, forse meno volgarità e soprattutto c’era Scotty Bowers, l’ex marine che ha visto dal buco della serratura la vita segreta e privata delle stelle di Hollywood. E che ora confessa tutto.
    Il resto è sul mio Blog che ti invio tramite mail. Bacioni a risentirci. Marisa56

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  2. Gabry, come ami definirti,
    sono la Prof.sa Lea Martinelli di Milano. Leggi questa nota dei ricercatori della Texas A&M University: Problemi a letto? Ansie? Paura degli effetti collaterali della “pillola blu”? La soluzione c’è e si chiama inaspettatamente anguria, o, almeno, è questo quello che affermano i ricercatori della Texas A&M University, i quali, in seguito ad alcune ricerche, ne hanno scoperto le proprietà afrodisiache. Secondo tale studio, infatti, il frutto conterrebbe un amminoacido, la citrullina, capace di dilatare i vasi sanguigni e di facilitare, così, l’erezione. L’anguria, poi, a differenza del viagra manca di una lunga serie di effetti collaterali possibili. La pillola blu potrebbe, infatti, portare a ipertensione, a nausea, a problemi gastrici, mal di testa, e secondo alcuni addirittura alla cecità. E il cocomero? A niente di tutto questo, se non alla sola stimolazione della diuresi.
    Cosa ne pensi? Ti risulta tutto questo? Come biologa chiedo ausilio alla tua esperienza. Io ci provo, ma dammi una mano. Bello il blog e tutte le tue amiche. Posso far parte del tuo harem? Scherzo, ma se posso mi iscrivo e ti do una mano. Ora devo finire la maturità. I miei allievi dicono che assomiglio alla Pausini. E tu cosa dici? Un abbraccio. A presto. Lea72

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  3. Gabry,
    sono Veronica Ambrosio di Napoli, lavoro nel settore delle Belle Arti e voglio anch’io svelarti delle ricerche! La dantesca storia di Paolo e Francesca, da te postata il 22 luglio dello scorso anno, ha riacceso in me la curiosità e ho trovato il seguente epilogo politico. Leggilo:
    Quella di Paolo e Francesca più che una tragedia d’amore, forse fu un delitto politico. Lo ha sostenuto il prof. Antonio Montanari, nella conferenza malatestiana tenutasi nel luglio 2006.
    Ecco il passo centrale.
    Giovanni e Francesca sono stati promessi nel 1275. L’accordo comprende anche un altro futuro matrimonio: tra Bernardino fratello di Francesca, e Maddalena Malatesti, sorella minore di Giovanni e Paolo. Secondo Boccaccio, il matrimonio fra Giovanni e Francesca riconosce la fine di una lunga e dannosa guerra tra i Malatesti e i Da Polenta.
    Paolo verso il 1269 ha preso in moglie la poco più giovane quindicenne Orabile Beatrice, figlia di Uberto di Ghiaggiolo che gli diede due eredi, Uberto jr. e Margherita, nata dopo l’uccisione del padre. Anche Uberto jr. sarà ucciso (1323) dal cugino Ramberto, figlio di Giovanni.
    Anche questo matrimonio fu politico. Orabile, ultima erede dei conti di Ghiaggiolo rimasti senza discendenza maschile, fu costretta a sposare il figlio di un nemico del padre.
    D’atro canto Malatesta non voleva perdere l’investitura di Ghiaggiolo ricevuta tra 1262 e 1263, e contestatagli da Guido da Montefeltro anche a nome della stessa Orabile Beatrice di cui era zio. Infatti Guido da Montefeltro aveva sposato Manentessa sorella del padre di Orabile Beatrice.
    Il 1271 fu un anno nero per i ghibellini. Sono espulsi da Rimini. Guido da Montefeltro, mentre sta battendo i guelfi di Malatesta nelle Marche, cade da cavallo ed fu catturato: e’«Sic victor a victo devictus est», scrive un cronista piacentino. I Malatesti liberano Guido, forse per intercessione di Orabile Beatrice.
    Nel 1274 le parti si invertono. Malatesta è sconfitto due volte. Nel 1275 da Ravenna Guido Da Polenta, per cacciare i Traversari, chiede l’intervento di Malatesta che gli invia cento fanti guidati da suo figlio Giovanni. Nei pressi di Faenza avviene la disfatta dei guelfi.
    Orabile Beatrice sa che la sua gente di Ghiaggiolo è andata contro suo marito Paolo Malatesti.
    Insomma, che intrighi politici e che orrore nelle faide familiari del Medioevo, se ti interessa ho pubblicato sul mio Blog tutta la ricerca.
    Però, meglio le belle note d’amore da te pubblicate, le mie, anche se vere, mi fanno cadere in depressione. Se vedo il tuo volto e ti leggo, i miei occhi si fanno lucidi. Ho letto brandelli della tua storia sparsi tra commenti e risposte e mi affascina, come avrai capito, mi piacciono gli intrighi e i misteri da svelare. Mi piacerebbe parlarti. Ma già il tuo volto e quello che dici mi sballano un casino, ti saluto altrimenti vado troppo oltre. Ti leggo sempre. Ciao Veronica73

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  4. Gabry, stai postando certe foto da far rizzare i capelli sulla testa di un calvo! Ma ci sono attrici che mi hanno sconvolto! Eppure a volte anche io le cerco, ma le tue hanno un passo in più. Ok, va bene così. Ciao Davide68

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  5. Gabry, sono sempre Giusy Bianchetti!
    Quella del blog sulla moda e posto degli articoli su giornali locali di Brescia, ma non ho assolutamente la tua diffusione. Ti ho già scritto ad aprile ma non mi vedi proprio. Però oggi 8 luglio 2013 hai quasi 131.500 lettori e quasi 20.000 visite al mese e più di 1000 commenti! Ma come fai? Hai 230 associati su Google+ ; 103 collaboratori e non so quanti Followers! A Brescia diverse amiche ormai parlano di te. Si, solo donne, agli uomini piaci meno a livello di critiche. Come sono tosti gli uomini più belli del mondo che pubblichi. Foto grosse, pure con attributi! Che fico quel William Levy. Da morire! Eppure quando parli di Cristo con Passione, come se fossi un missionario, mi fai rimanere senza parole. Sei un angelo o un diavolo? Forse tu metti la passione in tutto quello che dici e che fai. Deve essere bello starti vicino. Bah! Bando alle tristezze. A proposito come posso fare? Scrivo anche romanzi e problemi di cuore, se puoi me li posti? Non ti conosco ma da come appari sei un bell’uomo. Se poi metti che i tuoi contenuti mi intrigano un casino, allora dimmi tu! Ti seguo ok. Giusy70

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  6. Love is always an issue at the center of man and therefore also the object of interest in psychology.
    But what is love? You may sometimes be confused about it and ask, for example, if you feel love or just attraction, if we truly love our partners or "it's just a habit", or it can happen to feel subjugated in a report that more than love has become an obsession and suffering, or in still other cases, the relationship is a battlefield and the anger seems to be the strongest bond.
    To understand what love is first of all it is important to distinguish it from falling. Do you agree on this? Because I see the love in your container is very vague. Write me, I follow the American Psychological School. Are you interesting and intriguing at the same time. Beautiful pictures. Your girls are the ones you see in the profile? Are you nice let me know. Tiffany67

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  7. Ciao, Gabry
    ti ho già scritto l'altra volta e se non ti ricordi di me tra cinquantamila femmine, io sono Debora Zanella. Ripeto tutto quello che ho detto, dovrai pur tenermi da conto! Faccio parte anch’io del cosiddetto club di Padova, Lunardi e company. Insegno in città Psicologia al Liceo Pedagogico. Queste tue ferventi sostenitrici mi sommergono di domande strane e devo dire che leggendoti hanno ragione. La tua Psicologia è più farcita di rifermenti d’autore che la Divina Commedia! Spazi dalla Letteratura alla Poesia, dalla Psicologia alla Biochimica, dal fatto di costume alle varie teorie sull’amore. Sei un casino! Quando sembra che si viene a capo di un argomento ne tiri fuori un altro che mi destabilizza. Non che non siano documentati. Per carità ce n’è anche troppi. E’ la disinvoltura di come tratti gli argomenti più disparati che mi mette in crisi. E io per motivi di lavoro e professionali li tratto da 30 anni! Quantunque non sempre mi districo bene. Ad esempio, lo spregiudicato accostamento religioso in un blog ricco di eros e passione. Solo tu potevi conoscere “Bergmann - Anatomia dell’amore” che tratta l’amore nelle varie culture. Negli ultimi tempi sei più commerciale, ma vedo che hai superato (mi aggiorno) i 133.000 iscritti! Come vedi non si vive di solo ….. cultura! Ma a me interessa l’amore come lo descrivi tu, pertanto il tutto non fa una grinza, se serve a mantenere il Blog. Debora57

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