Garbo, la divina!
Sedusse generazioni di appassionati di cinema con il suo carisma e
il suo fascino misterioso.
Greta Garbo,
nome d'arte di Greta Lovisa Gustafsson (Stoccolma, 18 settembre 1905 – New
York, 15 aprile 1990), è stata un'attrice svedese, fra le più celebre di tutti
i tempi. Sedusse generazioni di appassionati di cinema con il suo carisma e
il suo fascino misterioso. Per la sua bellezza e per la indiscussa bravura, venne
soprannominata la Divina.
Greta Garbo, la Divina in Mata Hari |
Biografia - Infanzia
Terza
di tre fratelli (Alva, morta giovanissima, e Sven), Greta Lovisa Gustafsson,
figlia del netturbino Karl Alfred Gustafsson e di Anna Lovisa Johansson,
contadina d'origine lappone, era una bimba dal carattere malinconico e
solitario, che preferiva restare appartata a fantasticare piuttosto che unirsi ai coetanei nel
gioco; da adulta confesserà che, pur considerandosi una bambina come tutte le
altre, le capitava spesso di sentirsi un attimo prima molto felice, e subito dopo molto depressa.
L'unico momento di svago che si concedeva, spesso da sola nella cucina di casa,
era giocare a fare teatro: si travestiva con abiti dismessi, si truccava e
organizzava personali spettacoli.
Greta Garbo, la Divina - The Mysterious Lady |
Ancora
quindicenne, alla morte del padre, dovette abbandonare la scuola per contribuire al sostentamento
della famiglia; si impiegò così dapprima in un negozio di barbiere e poi,
scontenta di quell'occupazione, come commessa e saltuariamente modella (sono pervenute a noi
alcune fotografie della già conturbante adolescente
Greta, con indosso abiti e cappelli in vendita nello stesso magazzino in
cui serviva i clienti al banco) nel più grande emporio di Stoccolma - il PUB -
dove, casualmente, nell'estate del 1922 conoscerà il regista Erik Petschler. Sarà proprio grazie
a Petschler che verrà introdotta nel mondo nel cinema, dapprima con piccole
particine e via via con ruoli sempre più importanti.
Greta Garbo, la Divina |
Il passaggio non fu
tuttavia agevole: Greta dovette infatti superare dapprima una dura selezione che le
consentì di studiare gratuitamente per tre anni all'Accademia Regia di Stoccolma; furono comunque
sufficienti sei mesi, trascorsi i quali venne chiamata a fare un provino con il
quarantenne regista finnico Mauritz Stiller. Al momento del loro incontro Greta Garbo aveva diciotto anni, mentre il regista
(che, renitente alla leva, si era rifugiato in Svezia circa vent'anni prima), a
quell'epoca godeva già d'una certa notorietà ed era considerato un innovatore della tecnica cinematografica.
Greta Garbo, la Divina |
L'artista omosessuale sarà per
lungo tempo mentore e
pigmalione di Garbo, nonché amico riservato e prezioso nei primi anni
della carriera di lei.
La nascita artistica
Fu
a questo punto della sua vita che Greta Lovisa Gustafsson, su consiglio dello
stesso Stiller e facendone espressa richiesta al Ministero degli Interni,
decise di cambiare il proprio
nome in Greta Garbo, ispirandosi a quello di Bethlen Gabor, sovrano
ungherese del XVII secolo. Anche il suo look subì dei progressivi mutamenti.
Nel tempo libero, la ragazza amava infatti vestire comodamente, in maniera
molto informale, e in tal modo inventò forse senza esserne in principio
consapevole pienamente, anche uno stile: lo 'stile
alla Garbo', caratterizzato da un abbigliamento decisamente androgino, con giacche di
taglio maschile, pantaloni, camicia e cravatta, riuscendo ad imporre un'immagine
innovativa e, nel contempo, sensuale.
Greta Garbo, la Divina - Margherita Gautier |
Nel
marzo del 1924 venne presentato a Stoccolma il film La
leggenda di Gösta Berling: apprezzato dal pubblico, fu però stroncato
dalla critica, ma Stiller decise di ripresentarlo a Berlino, dove registrò un successo
incondizionato. Nella città tedesca, Greta fece conoscenza con il regista Georg Wilhelm Pabst, che le offrì una parte nel
film La via senza gioia
(1925), pellicola che si rivelerà un classico della cinematografia e
consentirà a Garbo il lancio verso un futuro
hollywoodiano, con un contratto alla MGM.
Alti
e bassi (e amarezze) si alternarono a lungo nella storia di donna e d'attrice
di Greta Garbo: scrisse spesso agli amici svedesi di sentirsi
sola e infastidita dal clamore della celebrità,
dalle incursioni di giornalisti e fotografi nella sua vita privata, e d'essere
scontenta della qualità dei suoi primi film girati nel 1926 nella Mecca del cinema -
Greta Garbo, la Divina |
La
tentatrice e Donna fatale - in cui ricopre
parti di 'vamp' provocanti, distruttive e prive di scrupoli. Dal 1927 al 1937
interpretò una ventina di film, sempre nei panni di seduttrice,
un ruolo, a suo dire, da lei «detestato». L'attrice avrebbe desiderato
interpretare la parte di Giovanna d'Arco, ma le sue aspettative di ottenere
ruoli che ella avrebbe sentito più aderenti alla sua personalità vennero
ripetutamente scoraggiate
dalla MGM. Dovette inoltre attendere quattro anni e interpretare ancora
sette film muti prima di venire impiegata in un film
sonoro. E allora, finalmente, in Anna Christie (1930),Greta Garbo
'parla' per la prima volta in una pellicola e lo fa per chiedere al barista
Larry un whisky con gingerale a parte. E non fare l'avaro!.
Greta Garbo, la Divina - Mata Hari |
I rotocalchi
dell'epoca non mancarono di salutare in maniera entusiastica l'avvenimento,
titolando enfaticamente a caratteri cubitali: Garbo talks, ovvero "la Garbo parla". Tina Lattanzi, 'voce'
italiana di Garbo, ricorda come l'attrice svedese - vista dal leggio di
doppiaggio al di qua dello schermo - emanasse un glamour
inconfondibile ed emozionante, impreziosito da una recitazione quanto
mai espressiva 'giocata' su minime sfumature.
Negli
ambienti cinematografici sono molte, e non sempre confermate da dati di fatto,
le leggende cresciute
insieme e attorno alla figura di Greta Garbo; molto si è detto sulla sua
presunta idiosincrasia a
girare in presenza di persone non strettamente qualificate come 'addetti
ai lavori', così come la stampa rosa d'ogni tempo ha accanitamente studiato al
microscopio tendenze sessuali e rapporti
interpersonali della signorina Greta Garbo,
che per i fotoreporter era possibile immortalare solo di sfuggita, mentre -
avvolta in un cappotto
lungo fino ai piedi, grossi occhiali da sole, il capo avvolto in
un'ampia sciarpa - usciva di casa per recarsi a fare la spesa, o per fare
solitarie passeggiate.
Greta Garbo, la Divina - Mata Hari |
Molto chiacchierata a Hollywood fu la storia d'amore, o quanto meno di intensa amicizia,
che Garbo ebbe con l'attore americano John Gilbert,
una delle più fulgide stelle del cinema muto. Sebbene sinceramente legata a
lui, l'attrice non esitò a lasciarlo quando questi le chiese di sposarlo; indipendente ed autonoma, Greta Garbo non desiderava
unirsi a nessuno, principio a cui tenne fede per tutta la vita. D'altra parte,
fin da quegli anni, emersero le prime testimonianze circa la bisessualità dell'attrice.
All'avvento del sonoro, la carriera cinematografica di Gilbert entrò in crisi
poiché il suo timbro vocale non si rivelò adeguato alle pellicole parlate. Ma
Garbo non lo abbandonò: nel 1933 lo impose al regista Rouben Mamoulian per un
ruolo di comprimario nel film La regina Cristina,
che si rivelò un grande successo al botteghino.
Greta Garbo, la Divina |
Durante
gli anni trenta l'attrice visse un'altra importante storia sentimentale con il
compositore Leopold Stokowsky, coronata da
una romantica fuga d'amore a Ravello, sulla costiera
amalfitana, nel 1938.
Varie
biografie confermano, invece, l'intensa relazione lesbica fra Garbo e Mercedes de Acosta,
poetessa statunitense di origine spagnola, considerata una delle 'pioniere' del
lesbismo negli ambienti hollywoodiani, che amò anche
Marlene Dietrich, la storica 'rivale' sullo schermo di Greta Garbo.
Riservata fino all'eccesso, Garbo non perdonò mai a de Acosta di aver diffuso alla stampa informazioni sulla loro storia sentimentale e,
perciò, chiuse ogni rapporto con lei. In numerose lettere la poetessa implorò
il suo perdono, ma l'attrice non cedette: de Acosta morirà sola e povera nel
1968, a New York. Sarà soltanto una delle occasioni in cui l'artista svedese
mostrerà di privilegiare il proprio riserbo e la propria indipendenza, rispetto
ad una relazione affettiva. Sul grande schermo Greta
Garbo è stata anche spia,
regina del doppio gioco, assassina, aristocratica, moglie infedele,
ammaliatrice e donna irresistibile, cortigiana e prostituta.
Greta Garbo, la Divina - Anna Karenina |
Nel 1939
Ernst Lubitsch intravide le sue ulteriori potenzialità e ne fece la
protagonista di un'esilarante commedia, Ninotchka
(1939), in cui la diva dimostrò insospettate doti di attrice brillante e
dove, per la prima volta sullo schermo, la si vide ridere (il film venne
infatti lanciato con lo slogan "Garbo laughs", ovvero "la Garbo ride").
L'addio al cinema
Dopo
la delusione per l'inatteso e clamoroso insuccesso del film Non tradirmi con me (1941), a soli 36 anni Garbo
decise di ritirarsi dalle scene e per il resto della sua esistenza sfuggì sempre la notorietà:
le sue ultime interviste, fra le poche rilasciate, risalgono al 1928, alla
scrittrice Rilla Page Palmborg, e al 1929, al cronista del New York Times
Mordaunt Hall.
Greta Garbo, la Divina - Margherita Gautier |
Greta Garbo diventò cittadina statunitense nel 1950 e nello stesso anno la rivista Variety nominò Garbo
migliore attrice dei primi cinquant'anni del secolo; un premio Oscar alla carriera le fu conferito nel 1954.
Come migliore attrice era stata candidata quattro volte dall'Academy Awards,
senza mai vincerlo. Dal ritiro dalle scene fino alla morte, avvenuta al Medical
Center di Manhattan nel giorno di Pasqua del 1990, l'attrice condusse una vita
assolutamente riservata, cercando il più possibile di evitare giornalisti e fotoreporter. Riuscì
a non rilasciare mai alcuna intervista, ma non poté impedire di essere
fotografata. Soprattutto nei suoi ultimi anni di vita, i fotoreporter
riuscirono a scattarle di nascosto delle immagini che vennero poi pubblicate
sui giornali e che testimoniarono il progressivo
sfiorire della sua bellezza con l'avanzare della vecchiaia.
Greta Garbo, la Divina |
Greta Garbo
stabilì la propria residenza a New York, in un lussuoso appartamento alle cui
pareti erano appesi alcuni quadri di Renoir, uno fra i suoi pittori preferiti.
Dal 1950 al 1979 andò spesso a Taormina, ospite del dietologo delle dive Gaylord Hauser, vivendo liberamente la propria bisessualità che,
in una città trasgressiva come Taormina, meta da due secoli di omosessuali
famosi e non, non faceva notizia. Anche Hauser era
appunto omosessuale. Garbo appartiene tuttora al mito e all'immaginario
collettivo, ben oltre quello star system dal quale aveva sempre preso le
distanze. Federico Fellini, parlando di lei,
la definì una fata severa: in cuor suo era,
senza mezzi termini, la fondatrice d'un ordine
religioso chiamato cinema.
Premi
Premio
Oscar alla carriera nel 1954 e quattro nomination come miglior attrice con Anna
Christie nel 1930, con Romanzo (sempre nel 1930), con Margherita Gauthier (nel
1937) e con Ninotchka (nel 1939).
Greta Garbo, la Divina - Inspiration |
Gabry, sono Luisa Damiani. Ma sei un mago? Gli ultimi post sono splendidi, ma questo che mi è apparso adesso su Greta Garbo mi sconvolge. Che colori sulla Divina. Gabry ti darei un bacio. Ma come fai?
RispondiEliminaGabry, sono Giovanni Del Prete, ti leggo e ti “Guardo” da un po’! Mi piace tutto quello che scrivi e le foto che cerchi, salvo qualcuna, sono tutte azzeccate. Tutte le immagini suscitano qualcosa di erotico e misterioso. Attirano la vista e il … cervello! Sono tutte soft e ritraggono i divi del cinema e dello spettacolo con dovizia di particolari. Volevo solo dirtelo. Ciao Gianni66
RispondiEliminaGabry sono Debora Valentini, un anno fa ti dissi – “Quando ti leggo mi sembra di tornare bambina e la nonna mi legge le fiabe con libri colorati e grandi immagini. Non conosco la tua voce ma me la immagino calda, chiara e suadente.” In ogni caso è per me una bella estate. Anzi da quello che leggo sono in buona compagnia. Oggi ti dico mi hai sorpreso di più in tutto l’anno, che dalle prime impressioni. Anche se di solito è il contrario per me è così. Ti saluto. Tvb Debora63
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