Ha inaugurato la commedia sexy italiana e lanciato una splendida
attrice: Laura Antonelli.
Non c'é
nulla di più malizioso dell'innocenza.
Malizia è
un film del 1973 diretto da Salvatore Samperi,
girato ad Acireale.
Con
un sorprendente incasso di
oltre 5 miliardi di lire, è stata una delle più fortunate commedie
erotiche all'italiana, il modello per innumerevoli film successivi, il maggior successo
economico di Samperi e l'affermazione di Laura
Antonelli come icona erotica.
Laura Antonelli. Non c'é nulla di più malizioso dell'innocenza. |
Trama -
Acireale, fine anni cinquanta. Il commerciante di tessuti Ignazio La Brocca,
rimasto vedovo con tre figli da crescere, trova nella domestica Angela La Barbera,
assunta dalla defunta moglie e arrivata da loro il giorno stesso del funerale
della moglie, la donna
ideale da sposare: un perfetto angelo del focolare, dai modi pudichi e
dal corpo procace. L'attraente domestica suscita però anche l'interesse dei due
figli più grandi. Mentre il maggiore, il diciottenne Antonio, dopo aver visto
respinte le sue insistenti attenzioni e aver scoperto le mire del padre si fa
da parte, il quattordicenne Nino, profondamente infatuato della donna, le fa una corte incessante
e ne ostacola il matrimonio con il padre, già osteggiato dall'arcigna nonna
paterna, inventandosi le apparizioni del fantasma della madre defunta.
Laura Antonelli. Non c'é nulla di più malizioso dell'innocenza. |
In una
notte di tempesta, in assenza del "promesso sposo" Ignazio, recatosi
dalla madre per ottenerne il benestare al matrimonio, Angela, esasperata dalla
serie crescente di giochi erotici a cui Nino l'ha costretta, cede infine ai
desideri del ragazzo e si concede completamente a lui. Una volta soddisfatta la
propria ossessione adolescenziale, Nino abbandona ogni interferenza e il
matrimonio, così "benedetto", può essere celebrato.
Laura Antonelli. Non c'é nulla di più malizioso dell'innocenza. |
Critica1 -
"Malizia"
di Salvatore Sampieri é stato un caso
cinematografico negli anni '70 e '80. Ha inaugurato la commedia sexy italiana e
lanciato una splendida attrice: Laura Antonelli.
Come potrei definirla, nel ruolo di Angela? Innocenza, virtù e, soprattutto,
malizia. Non c'é nulla
di più malizioso dell'innocenza. Il personaggio di Angela, la
domestica tuttofare, che incanta il suo datore di lavoro ed i suoi figli é uno
specchio dell'Italia di quegli anni. Fondamentalmente puri e gioiosi. E qui si parla, esplicitamente,
di innocenza.
Laura Antonelli. Non c'é nulla di più malizioso dell'innocenza. |
L'innocenza di una donna, vera nella sua fondamentale onestà.
L'innocenza, maliziosetta, dei ragazzi e della gioventù. L'innocenza di un uomo
che cerca una moglie che gli ridia un senso alla vita, alla famiglia, ad un
sano modo di concepirla. Con il personaggio di Angela, Laura
Antonelli é entrata nella fantasia di tutti gli italiani, come la donna
della porta accanto, vera, con pochi grilli nella testa, ma sensualissima. Sensuale perché incarnava e
tuttora incarna una parte dell'immaginario maschile: quello della donna geisha,
pronta ai comandi, dolce e maliziosetta.
Laura Antonelli. Non c'é nulla di più malizioso dell'innocenza. |
Che sa
mostrare le calze con la riga mentre pulisce le finestre. Che spolvera
la casa pensando fantasie dolci, un pò peccaminose e alla portata di tutti.
Cosa c'é di più sexy ed
erotico se non quello di essere, fondamentalmente, puri, con qualche desiderio non troppo nascosto?
Laura Antonelli. La capostipite di tutte le attrici sexy italiane. Di una bellezza botticelliana, ma semplice e senza troppi
fronzoli. Una donna da amare. In tutti i
sensi. Brava.
Laura Antonelli. Non c'é nulla di più malizioso dell'innocenza. |
Critica2 -
La procace cameriera di un commerciante di tessuti catanese di recente
vedovanza, comincia con attrarre le attenzioni di tutti i 'masculi' di casa
(compreso il genitore che
vorrebbe impalmarla) e finisce con l'irretire l'adolescente
e inquieto Ninuzzo iniziandolo al sesso ed all'età adulta. Considerata
nell'immaginario cinematografico nostrano come l'antesignana
illustre e popolare delle commedie scollacciate, è in realtà una
intelligente e raffinata messa
alla berlina dell'ipocrita perbenismo cattolico della piccola borghesia
italica (non solo del Sud).
Laura Antonelli. Non c'é nulla di più malizioso dell'innocenza. |
Non appesantita dall'astruso ideologismo delle
opere precedenti (pensiamo a Grazie Zia!)
l'opera di Samperi brilla per il piglio leggero e ironico, ma non meno acuto,
con cui rappresenta la stridente contraddizione tra il rispetto rituale delle
convenzioni sociali (la pedante e barocca elaborazione
del lutto, la ricerca di un consenso che venga tanto dalla Chiesa quanto dalla Famiglia, il
superamento delle barriere sociali, etc.) e le dinamiche perverse che originano
dalle inconfessabili pulsioni umane (non
solo sessuali).
Laura Antonelli. Non c'é nulla di più malizioso dell'innocenza. |
E' su questo doppio binario che si sviluppa la divertente opera
del regista veneto sempre attento nel celare sotto la superficie di quelle
convenzioni sociali la pruriginosa trama del
rapporto edipico. E' pur vero che lo fa ricorrendo ad una certa esagerazione caricaturale nella rappresentazione di
figure femminili (la vedova allegra e vogliosa, l'esuberante sorella
dell'amico, la finta sottomissione della provocante servetta) tutte intente
nell'irretire la facile
suscettibilità erotica dell'adolescente Ninuzzo, ma mantenendo il raro
equilibrio di un registro di leggera ironia che non scade mai nella volgarità o nella farsa.
Laura Antonelli. Non c'é nulla di più malizioso dell'innocenza. |
Si riconosce
all'autore una abile perizia tecnica nell'enfatizzare queste atmosfere di
irridente perversione con una dosata propensione nell'uso dei piani ravvicinati
e di dettaglio (la goccia sul labbro della maestra cui viene giocato il 'laido'
scherzo del bicchiere d'acqua) in ciò coadiuvato dalla efficace fotografia del maestro Storaro e da una colonna sonora di ammiccante ossessività.
Laura Antonelli. Non c'é nulla di più malizioso dell'innocenza. |
Il menage erotico-sentimentale tra i due protagonisti viene progressivamente
condotto al parossistico finale di una inevitabile iniziazione sessuale attraverso
una brillante sequela finale di invenzioni narrative: la 'mano ricattatoria' di
Ninuzzo che insiste tra le
gambe della Antonelli durante la cena col prete; la scena delle palle e
dei coriandoli di carta lanciati per dispetto nella stanza da riordinare; il
consapevole e malizioso
streap-tease osservato nascostamente dai due amici appostati ed infine
la torcia elettrica usata come una dolce e
perversa arma di tortura nella stanza oscurata dal temporale. Interpreti
strepitosi (tra cui un grande Turi Ferro ed
un bravo Pino Caruso) che parlano (cosa
rara) con un credibile accento siculo ed il corpo giovane e splendido di una
indimenticabile Laura Antonelli che si
consacra come icona erotica nazional-popolare. Edipico.
Laura Antonelli. Non c'é nulla di più malizioso dell'innocenza. |
Critica3 -
Vero e proprio fenomeno di costume passato
inesorabilmente di moda perché il tempo è ingrato e sotterra troppe cose,
Malizia rappresentò la definitiva consacrazione della povera Laura
Antonelli, attrice non eccelsa ma dalla presenza scenica indiscutibile.
Dietro la macchina da presa c’è Salvatore Samperi (uno di quei registi
dimenticati che sarebbe il caso di rivalutare una volta per tutte,
emancipandolo dalle porcherie
contemporanee a cui viene accostato nel calderone della commedia
erotica) che,
Laura Antonelli. Non c'é nulla di più malizioso dell'innocenza. |
avvalendosi dell’aiuto in sede di sceneggiatura di Ottavio Jemma ed Alessandro
Parenzo, si rifece a certe esperienze infantili, che, malgrado il filtro
inevitabile dell’età adulta, si notano abbastanza chiaramente nella
rappresentazione della protagonista, descritta come oggetto del desiderio
(nelle famiglie borghesi
dell’altro secolo le
servette spesso iniziavano i giovani di casa al sesso), icona di sensualità (le parti intime spiate dal basso), raffigurazione
del sogno come se fosse un fllm (le immagini spiate dalle finestre),
Laura Antonelli. Non c'é nulla di più malizioso dell'innocenza. |
Leggenda un po’ domestica e un
po’ onirica (i racconti del ragazzino all’amico grasso e ricco). Un film
certamente erotico, ma delicato e allo stesso tempo malinconico, complesso pur
nella sua semplicità immediata, non del tutto riuscito per alcune mancanze
nella narrazione poco equilibrata e non sempre appassionante, dotato comunque
di una confezione impeccabile (fotografia
limpidissima di Vittorio Storaro, scene di
Ezio Altieri, costumi di Piero Tosi) e di un pugno di attori in palla
(eccellente Turi Ferro, notevoli Lilla Brignone
e Angela Luce, bella rivelazione il
compianto Alessandro Momo).
Laura Antonelli. Non c'é nulla di più malizioso dell'innocenza. |
Probabilmente
eccessivamente criticato all’epoca dalla critica perbenista da una parte e
forse sopravvalutato da altri (tre Nastri
d’Argento), fu un geniale colpo di fortuna per il produttore Silvio
Clementelli che incassò cinque
miliardi di vecchie lire. Andrebbe rivisto e riscoperto per una
tenerezza di fondo che fa spesso dimenticare l’assenza di un battito d’ali che
lo faccia decollare del tutto.
Gabry, come ami definirti,
RispondiEliminasono la Prof.sa Lea Martinelli di Milano. Leggi questa nota dei ricercatori della Texas A&M University: Problemi a letto? Ansie? Paura degli effetti collaterali della “pillola blu”? La soluzione c’è e si chiama inaspettatamente anguria, o, almeno, è questo quello che affermano i ricercatori della Texas A&M University, i quali, in seguito ad alcune ricerche, ne hanno scoperto le proprietà afrodisiache. Secondo tale studio, infatti, il frutto conterrebbe un amminoacido, la citrullina, capace di dilatare i vasi sanguigni e di facilitare, così, l’erezione. L’anguria, poi, a differenza del viagra manca di una lunga serie di effetti collaterali possibili. La pillola blu potrebbe, infatti, portare a ipertensione, a nausea, a problemi gastrici, mal di testa, e secondo alcuni addirittura alla cecità. E il cocomero? A niente di tutto questo, se non alla sola stimolazione della diuresi.
Cosa ne pensi? Ti risulta tutto questo? Come biologa chiedo ausilio alla tua esperienza. Io ci provo ma dammi una mano. Bello il blog e tutte le tue amiche. Posso far parte del tuo harem? Scherzo ma seposso mi iscrivo e ti do una mano. Ora devo finire la maturità. I miei allievi dicono che assomiglio alla Pausini. E tu cosa dici. Un abbraccio. A presto. Lea72
Gabry,
RispondiEliminasono Veronica Ambrosio di Napoli, lavoro nel settore delle Belle Arti e voglio anch’io svelarti delle ricerche! La dantesca storia di Paolo e Francesca, da te postata il 22 luglio dello scorso anno, ha riacceso in me la curiosità e ho trovato il seguente epilogo politico. Leggilo:
Quella di Paolo e Francesca più che una tragedia d’amore, forse fu un delitto politico. Lo ha sostenuto il prof. Antonio Montanari, nella conferenza malatestiana tenutasi nel luglio 2006.
Ecco il passo centrale.
Giovanni e Francesca sono stati promessi nel 1275. L’accordo comprende anche un altro futuro matrimonio: tra Bernardino fratello di Francesca, e Maddalena Malatesti, sorella minore di Giovanni e Paolo. Secondo Boccaccio, il matrimonio fra Giovanni e Francesca riconosce la fine di una lunga e dannosa guerra tra i Malatesti e i Da Polenta.
Paolo verso il 1269 ha preso in moglie la poco più giovane quindicenne Orabile Beatrice, figlia di Uberto di Ghiaggiolo che gli diede due eredi, Uberto jr. e Margherita, nata dopo l’uccisione del padre. Anche Uberto jr. sarà ucciso (1323) dal cugino Ramberto, figlio di Giovanni.
Anche questo matrimonio fu politico. Orabile, ultima erede dei conti di Ghiaggiolo rimasti senza discendenza maschile, fu costretta a sposare il figlio di un nemico del padre.
D’atro canto Malatesta non voleva perdere l’investitura di Ghiaggiolo ricevuta tra 1262 e 1263, e contestatagli da Guido da Montefeltro anche a nome della stessa Orabile Beatrice di cui era zio. Infatti Guido da Montefeltro aveva sposato Manentessa sorella del padre di Orabile Beatrice.
Il 1271 fu un anno nero per i ghibellini. Sono espulsi da Rimini. Guido da Montefeltro, mentre sta battendo i guelfi di Malatesta nelle Marche, cade da cavallo ed fu catturato: e’«Sic victor a victo devictus est», scrive un cronista piacentino. I Malatesti liberano Guido, forse per intercessione di Orabile Beatrice.
Nel 1274 le parti si invertono. Malatesta è sconfitto due volte. Nel 1275 da Ravenna Guido Da Polenta, per cacciare i Traversari, chiede l’intervento di Malatesta che gli invia cento fanti guidati da suo figlio Giovanni. Nei pressi di Faenza avviene la disfatta dei guelfi.
Orabile Beatrice sa che la sua gente di Ghiaggiolo è andata contro suo marito Paolo Malatesti.
Insomma, che intrighi politici e che orrore nelle faide familiari del Medioevo, se ti interessa ho pubblicato sul mio Blog tutta la ricerca.
Però, meglio le belle note d’amore da te pubblicate, le mie, anche se vere, mi fanno cadere in depressione. Se vedo il tuo volto e ti leggo, i miei occhi si fanno lucidi. Ho letto brandelli della tua storia sparsi tra commenti e risposte e mi affascina, come avrai capito, mi piacciono gli intrighi e i misteri da svelare. Mi piacerebbe parlarti. Ma già il tuo volto e quello che dici mi sballano un casino, ti saluto altrimenti vado troppo oltre. Ti leggo sempre. Ciao Veronica73
Gabry, stai postando certe foto da far rizzare i capelli sulla testa di un calvo! Ma ci sono attrici che mi hanno sconvolto! eppure a volte le cerco, ma le tue hanno un passo in più. Ok va bene così. Ciao Davide68
RispondiEliminaGabry, sono sempre Giusy Bianchetti!
RispondiEliminaQuella del blog sulla moda e posto degli articoli su giornali locali di Brescia, ma non ho assolutamente la tua diffusione. Ti ho già scritto ad aprile ma non mi vedi proprio. Però oggi 8 luglio 2013 hai quasi 131.500 lettori e quasi 20.000 visite al mese e più di 1000 commenti! Ma come fai? Hai 230 associati su Google+ ; 103 collaboratori e non so quanti Followers! A Brescia diverse amiche ormai parlano di te. Si, solo donne, agli uomini piaci meno a livello di critiche. Come sono tosti gli uomini più belli del mondo che pubblichi. Foto grosse, pure con attributi! Che fico quel William Levy. Da morire! Eppure quando parli di Cristo con Passione, come se fossi un missionario, mi fai rimanere senza parole. Sei un angelo o un diavolo? Forse tu metti la passione in tutto quello che dici e che fai. Deve essere bello starti vicino. Bah! Bando alle tristezze. A proposito come posso fare? Scrivo anche romanzi e problemi di cuore, se puoi me li posti? Non ti conosco ma da come appari sei un bell’uomo. Se poi metti che i tuoi contenuti mi intrigano un casino, allora dimmi tu! Ti seguo ok. Giusy70
Love is always an issue at the center of man and therefore also the object of interest in psychology.
RispondiEliminaBut what is love? You may sometimes be confused about it and ask, for example, if you feel love or just attraction, if we truly love our partners or "it's just a habit", or it can happen to feel subjugated in a report that more than love has become an obsession and suffering, or in still other cases, the relationship is a battlefield and the anger seems to be the strongest bond.
To understand what love is first of all it is important to distinguish it from falling. Do you agree on this? Because I see the love in your container is very vague. Write me, I follow the American Psychological School. Are you interesting and intriguing at the same time. Beautiful pictures. Your girls are the ones you see in the profile? Are you nice let me know. Tiffany67
Ciao, Gabry
RispondiEliminati ho già scritto l'altra volta e se non ti ricordi di me tra cinquantamila femmine, io sono Debora Zanella. Ripeto tutto quello che ho detto, dovrai pur tenermi da conto! Faccio parte anch’io del cosiddetto club di Padova, Lunardi e company. Insegno in città Psicologia al Liceo Pedagogico. Queste tue ferventi sostenitrici mi sommergono di domande strane e devo dire che leggendoti hanno ragione. La tua Psicologia è più farcita di rifermenti d’autore che la Divina Commedia! Spazi dalla Letteratura alla Poesia, dalla Psicologia alla Biochimica, dal fatto di costume alle varie teorie sull’amore. Sei un casino! Quando sembra che si viene a capo di un argomento ne tiri fuori un altro che mi destabilizza. Non che non siano documentati. Per carità ce n’è anche troppi. E’ la disinvoltura di come tratti gli argomenti più disparati che mi mette in crisi. E io per motivi di lavoro e professionali li tratto da 30 anni! Quantunque non sempre mi districo bene. Ad esempio, lo spregiudicato accostamento religioso in un blog ricco di eros e passione. Solo tu potevi conoscere “Bergmann - Anatomia dell’amore” che tratta l’amore nelle varie culture. Negli ultimi tempi sei più commerciale, ma vedo che hai superato (mi aggiorno) i 133.000 iscritti! Come vedi non si vive di solo ….. cultura! Ma a me interessa l’amore come lo descrivi tu, pertanto il tutto non fa una grinza, se serve a mantenere il Blog. Debora57