Edmond
Rostand: “Cos'è un bacio? Un apostrofo rosa fra le parole ti amo”
Il Dna? “Ce ne
scambiamo di più con i baci che mangiando un Ogm” osserva provocatorio Carlo Alberto Redi, direttore del laboratorio di biologia
dello sviluppo presso l'Università di Pavia, che però esorta divertito:
«Continuate pure a baciare, il nostro patrimonio genetico non cambierà per
questo. La recente mappatura del genoma umano mostra che nel corso dei millenni
dell'evoluzione umana sono avvenuti passaggi di Dna verticali e abbiamo inglobato
ben 536 geni d'origine batterica, ma ogni giorno, mangiando, ingeriamo tanto
Dna animale e vegetale che potremmo pesarlo su una bilancia da salumiere,
eppure con la digestione ci
sbarazziamo del Dna esterno senza modificare il nostro patrimonio genetico
personale».
Gli igienisti
inorridiranno sapendo che con
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ogni bacio ci scambiamo fino a 278 tipi di batteri diversi, ma anche su questo
fronte possiamo stare tranquilli: questa vero e proprio bombardamento biologica
rafforza il nostro sistema immunitario e polmoniti virali a parte, le
patologie che possiamo trasmetterci sono relativamente poche. L'Aids, è dimostrato, non si
propaga per questa via, la possibilità che si trasmetta l'Helicobacter pylori, responsabile dell'ulcera
gastroduodenale, è remota, anzi, chi bacia poco ha forse più probabilità di
farsela venire. L'unica malattia che si può
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trasmettere con un bacio è la mononucleosi infettiva causata dal virus di
Epstein-Barr e, detta, non per caso, la malattia del bacio, ma si tratta di
una patologia rara
perché il 90% circa degli adulti è venuto in contatto con il virus e si è
immunizzata. Insomma vale la pena di correre il rischio, anche perché secondo
i biochimici durante il bacio aumenta anche la produzione di una ventina di sostanze diverse e in particolare del lisozima, un enzima che possiede proprietà
germicide.
Se
ha poca importanza da un punto di vista evolutivo, il bacio resta però uno dei
tratti peculiari del comportamento dell'uomo, che
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ne scambia circa 20mila nel
corso della sua vita e rimane l'unico animale del pianeta a godere di queste
effusioni. Tutti gli
altri si annusano, leccano, strofinano, palpeggiano e, perché no, mordicchiano.
Il fenomeno ha un che di misterioso, ma la scienza spezza le ali di Cupido e
assegna il ruolo di messaggeri d'amore a delle piccole e certamente meno
romantiche molecole che popolano il nostro cervello: i
neurotrasmettitori. Il bacio sembra infatti l'atto più semplice del mondo,
ma è un vero impegno psicofisico: lingua e labbra sono ricchissime di terminazioni nervose la cui
stimolazione sollecita una vasta porzione della corteccia cerebrale. «II
cervello» spiega Donatella Marazziti,
psichiatra presso I'Università di Pisa e autrice di "La natura
dell'amore" «libera i glucocorticoidi,
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ovvero gli ormoni dello stress.
Entra così in gioco un ulteriore meccanismo: gli stimoli che vengono dalla
periferia confluiscono verso il nervo vago e possono provocare sensazioni
d'ansia oppure, se le sensazioni olfattive e tattili sono piacevoli, optare per
il sistema parasimpatico, che regala le sensazioni di piacere. Contemporaneamente
c'è il rilascio delle endorfine come la dopamina,
sostanze simili alla morfina, ma prodotte
dal nostro stesso organismo, che diminuiscono la sensibilità al dolore e
provocano rilassatezza e piacere».
Le
ghîandole surrenali completano il lavoro producendo adrenalina.
È quest'ultimo neurotrasmettitore che scatena quella tempesta di emozioni che parte dal cervello e
scompiglia animi e corpi, ma che agisce anche da antidepressivo naturale
perché
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dopamina e adrenalina sono legate al buon umore. Da un punto di vista meramente
meccanico si mettono in moto ben 34 muscoli
facciali, senza contare quelli del collo, delle spalle e della schiena.
Quando è molto appassionato un bacio può far correre il cuore fino a 120 pulsazioni al minuto aumentando la pressione
sanguigna anche di 20-40 mmHg, con conseguente impennata della temperatura
corporea e della sudorazione. Come se non bastasse, oltre che piacevole il
bacio fa bruciare anche calorie: circa 6,4 al minuto.
Certo
non è come andare a correre, ma alzi la mano chi non lo trova più divertente.
In un recente sondaggio commissionato dalla casa editrice Harlequin
Enterprises, il 63% degli
italiani ha dichiarato di conservare un ricordo vivissimo del primo bacio.
Il 42% delle donne preferisce baciare il proprio partner, mentre il 47% degli
uomini preferisce che sia la compagna a prendere l'iniziativa. Di fronte a tanto
coinvolgimento
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non c’è da stupirsi se un po' dappertutto neI mondo vengono
organizzate vere e proprie gare di resistenza, per stabilire il primato di
bacio piú lungo del mondo. Imbattuto rimane quella di 50
ore e 14 minuti a Vilnius, in Iituania, tra EIdaras Bareisis e Vita
Rachkauskaite che si avvinghiarono in un unico lunghissimo bacio alle 2I .00
del 14 febbraio 1996, sera di San Valentino. L'importanza del bacio viene
percepita istintivamente in tutte Ie società perché l'incontro delle bocche è il contatto intimo per
eccellenza, piú ancora dell'atto sessuale vero e proprio.
“La
bocca è l'organo della nutrizione» osserva Massimo
Canevacci, antropologo presso l'Università La Sapienza di Roma, «il contatto
che ha il bambino con il seno materno non riguarda semplicemente la nutrizione,
ma anche il piacere di entrambi. La madre perché sollecitata neI seno e quindi
spinta aIl'allattamento, con una donazione del sé e il bambino perché
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soddisfatto nel suo desiderio nutritivo. Il
ricordo di questa sensualità Iegata aII'oralità dell'aIimentazione, secondo
Freud, si trasfigura nel bacia. Il fatto
che malti popoli come eschimesi, mongoli, polinesiani e giapponesi ignorino il bacio
dall'antichità, nasce dal fatto che la bocca e i denti erano considerati strumenti d'aggressione,
utili a dilaniare addirittura carni crude. Simbolicamente
rappresentavano una minaccia per l’altro. Con l'affermazione della bocca
durante l'atto sessuale frontale, avvenuto durante iI passaggio evolutivo dell'Homo sapiens, si perde Ia
dimensione di minaccia e si afferma quella deI piacere». Anche iI cibo
subisce una trasformazione e assume un vaIore simbolico, non solo nutritivo.
II passaggio daI crudo a cotto, rappresenta un
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elemento chiave della cultura
umana. Cuocere gli alimenti significa una serie d'azioni quali caccia, raccolta
e preparazione che afferma e accresce la funzione culturale deI cibo. Da qui
I’origine delle grandi differenze tra Ie culture umane. Tutta l'area
dell'Artico, infatti, é un'area dove il bacio è completamente ignorato: ne è un esempio l'antica
popolazione degli eschimesi,
che si definiscono "Inuit": «Quelli che mangiano il cibo crudo”, e
si strofinano i nasi come fonte di piacere. Un desiderio comune a tutto il genere
umano, eppure così diverso nel manifestarsi da popolazione a popolazione.
Conosciamo, infatti, vari tipi di bacio: alla francese, alla balinese o
all'eschimese. Per tutti, però, assicura la
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professoressa di Pisa, «le
reazioni chimiche dell'organismo sono uguali». L'unico vero discrimine sembra
essere quello con il mondo animale. Fatta una piccola eccezione per i Bonobo,
le scimmie antropomorfe che conoscono il rapporto sessuale in posizione
frontale, gli animali
ignorano il bacio. «Solo i muscoli umani» conferma Donatella Marazziti
acconsentono questo scambio affettuoso. Ci sono, però, comportamenti affettuosi
come il "grooming'; lo spidocchiare l'altro o il leccarsi, che si avvicinano
al romantìco strofinio delle labbra».
Baciare i comunque un comportamento
acquisito altrettanto innaturale che portare i vestiti» avverte Vaughn
Bryant, antropologo presso I'Università Texas A&M a Houston, negli
Stati Uniti, ma il modo in cui lo
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facciamo sembra che lo impariamo molto
presto, addirittura nell'utero. Se prima di dare un bacio inclinate la testa
leggermente a destra siete infatti in buona compagnia: quasi due terzi delle
persone nel mondo scelgono lo stesso movimento. La
preferenza per la destra, secondo Onur Gunturkun, dell'Università della
Ruhr a Bochum, in Germania, che ha esaminato il modo di baciare di 124 coppie
presentando i suoi risultati su "Nature", sarebbe infatti un retaggio
della nostra vita nell'utero. Le ecografie hanno da tempo documentato che il feto inclina spesso la testa a
destra, un'abitudine che i neonati conservano per i
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primi sei mesi di
vita. Quel lieve e inconsapevole inclinare la testa verso destra nell'atto di
baciare è un movimento noto ai ricercatori come asimmetria comportamentale.
Vi
abbiamo rovinato la poesia? Speriamo di no, anche se sono tutte cose che Edmond Rostand, I'autore di "Cyrano de
Bergerac" non osava neppure immaginare, quando scriveva: “Cos'è un bacio?
Un apostrofo rosa fra le parole ti amo”; un segreto detto sulla bocca».
La storia del bacio
I
ricercatori sostengono che I'uomo bacia da mîllenni, ma chi ne parlò per primo?
I primi documenti scritti risalgono alle scritture del misticismo Tantra nell'India del 1500 a.C. L'affermazione
del bacio come fatto erotico è però legata alla sviluppa della dimensione
visiva della cultura occidentale.
I
Romani distinguevano il bacio in tre categorie: (l'osculum
per il bacio del rispetto che si dà ai figli, il basium
quello dell'affetto che si dava alle mogli e il saviolum
per la libidine sessuale, riservato soprattutto alle prostitute.
Con
le prime pitture erotiche a cavallo tra il XV e XVI secolo, i primi dettagli del rapporto tra uomo e
donna diventano sempre più
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minuziosi e il bacio é sempre meglio rappresentato.
Nella
letteratura erotica del
’700, Justine e Juliette, i personaggi creati dalla penna del marchese
de Sade, si dilungano su quel “forno” che è la bocca.
L’avvento
della fotografia, in seguito, dà una forte accelerazione perché rappresenta
la verità come mai prima si era immaginata. Il cinema, poi, in qualche modo
addirittura reinventa il bacio. Basta osservare la rappresentazione del bacio
sul grande scherma dal 1910 a oggi, magari in una sensuale carrellata come
quella proposta in "Nuovo
cinema Paradiso" da Tornatore, per vedere una trasformazione radicale.
II bacio sembra non essere più la stessa cosa. Secondo Freud, l'origine del
bacio risale all'Homo sapiens, il primo che passò a rapporti sessuali frontali per osservare il piacere
dell'altro. Passando dall'erotismo basato sull`olfatto
a quello centrato sullo sguardo, e quindi sulla bocca.
Giorni felici a Clichy
Jours tranquilles à Clichy
SCHEDA DEL FILM
- Giorni felici a Clichy (1990)
Un film di Claude Chabrol - Genere Drammatico
- Produzione Italia, Germania, Francia
- Durata 105 minuti circa
Trama Giorni felici a Clichy
Dal racconto autobiografico Quiet
Days in Clichy (1956) di Henry Miller in cui il turbolento scrittore
americano rievoca il suo primo soggiorno a Parigi negli ultimi anni '30, tra
Montmartre e Place de Clichy, e le sue lussuriose esperienze. Da uno dei suoi
libri più asciutti e meno esibizionisti C. Chabrol ha cavato un film
decorativo, affastellato e persino sdolcinato, un'esuberante passerella di
eccentricità sessuali che risulta pletorica più che erotica, deprimente più che
eccitante.
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REGIA
Nome: Claude Chabrol
Data e luogo di nascita: 24 giugno
1930, Parigi
CAST
Nigel Havers interpreta Carl
Data e luogo di nascita: 06 novembre
1949, Londra
Elide Melli interpreta Rachel
Data e luogo di nascita: 29 novembre
1952, Mondavio
Data e luogo di nascita: 26
settembre 1941, Eutin
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Barbara De Rossi interpreta Nys
Data e luogo di nascita: 09 agosto
1960, Roma
Andrew McCarthy interpreta Joe
Data e luogo di nascita: 25 novembre
1962, New York City
Eva Grimaldi interpreta Yvonne
Data e luogo di nascita: 07
settembre 1961, Verona
Mario Adorf interpreta Regentag
Data e luogo di nascita: 08
settembre 1930, Zurigo
Stéphane Audran interpreta Adrienne
Data e luogo di nascita: 02 novembre
1932, Versailles
Anna Galiena interpreta Edith
Data e luogo di nascita: 22 dicembre
1954, Roma
Gabry non posso dimenticarti! Ci provo ma non ci riesco, mi macero per te! Le tue parole m'incantano! Voglio vederti!
RispondiEliminaGabry,
RispondiEliminadevo scendere da degli amici ad Acciaroli per la casa delle vacanze 2013, devo almeno guardarti. Ci pensi ci sono 37mila persone che ti cercano in tutto il mondo! Io so che te ne basta una sola, fatti almeno guardare, toccare e io starò bene. Ti faccio gli auguri, ma verrò di persona. Ti penso. Lucrezia
Gabry, Come è finita quella storia? Male? Non mi dici più niente. Come mai? Hai già trovato chi ti ha fatto guarire dal quel passato da te definito da vomito? E’ così laida questa donna dopo tanti anni? Scordala, pensa alla vita (anche un poco a me se puoi). Vorrei guarirti ma penso che sei in buona compagnia. Quando vengo dimmi tutto. Un abbraccio. Lucrezia
RispondiEliminaGabry, ho ricostruito il tuo Blog da quanto me ne hai parlato ad ottobre 2012. Agli inizi contavi 725 lettori al mese, a luglio 3135, ad agosto 5677, a settembre 5320, ad ottobre 6243, a novembre 6580, a dicembre 8987 in 28gg! In totale ti leggono in tutto il mondo al 28 dicembre 2012 36.670 lettori, con una media mensile di 9210 presenze! Notevole! Hai perso il ritmo solo quando la notizia dello schifo (come dici tu) ti frantumò l’immagine! Ma ora sei un fiume in piena! Sono stracontenta per te. Tvb Ti penso sempre. Valentina.
RispondiEliminaLo so che non dovrei, ma a Capodanno non restare solo, vieni da noi, ci faresti compagnia e io sarei contenta. Ok, ci conto. Cosi lo sanno tutti! Valentina.