La rivoluzione sessuale del 3° millennio (Anna Galiena 11)

La rivoluzione sessuale del 3° millennio

Cialis, Vivans, Levitra, ecc - I nipoti del viagra

Vanno dal medico di fiducia o dal sessuo­logo, dicono con qualche giro di parole di voler ottenere "qualcosa di più". Qual­cosa che dia più sicurezza, più vigore, qualcosa che scacci il fantasma di una dé­faillance. Insomma, se possibile, una marcia in píù. I francesi la chiamano "do­page du sexe", è la tendenza a ricorrere a sostanze per evitare débàcle a letto, la vo­glia di migliorare le

  

Una splendida Anna Galiena

prestazioni a ogni co­sto, avere più durata, più erezioni e tem­pi più brevi di ripresa.

Una rivoluzione culturale è in atto: se un tempo ricorrevano a sostanze di supporto solo uomini affetti da impotenza orga­nica, ora ne fanno saltuariamente uso an­che uomini normalmente dotati, che però vogliono "qualcosa di diverso". Protago­nisti della new wave farmacologica del sesso chimico, sono giovani che ai primi approcci desiderano fare bella figura, quarantenni single che non possono per­mettersi il lusso di sbagliare in un rap­porto occasionale,

  

Pillole di Viagra

anziani che in altri tempi avrebbero accettato il declino, ma ora non si arrendono: chiedono un'altra chance, magari con l'idea di fidanzarsi con qualche bella extra-comunitaria.

Si arricchisce l'offerta del mercato e cresce il desiderio di sostanze che migliorino le prestazioni. Con poco più di 40 euro si possono trovare in farmacia pillole dai nomi evocativi: Megavir, Prolove, Afroton; medicamentí con estratti vegetali esotici: damiana, muira puama, noce di cola. Ci sono i farmaci a base di apomorfina e i gel per applicazioni locali, o i prodotti già studiati in laboratori d'avanguardia: i più

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affidabili per i casi difficili, come il Viagra, che occupa il 70 % del mercato, il Cialis, da tempo nel­le farmacie, e i meno richiesti Levitra e il Vivans. Ce n'è per tutti i gusti e ri­solvono un unico problema: quello di non farcela, di sprofondare nell'imbaraz­zo proprio nel momento in cui non c'è spa­zio per le incertezze.

Desiderio di migliorare le prestazioni, ma non solo: anche I'occhio vuole la sua par­te. Così aumentano le preoccupazioni sulle misure e cresce il numero degli uo­mini che si rivolgono ai sessuologi per chiedere 

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pareri, rassicurazioni o interven­ti chirurgici. E grazie alle nuove tecnolo­gie, sempre meno invasive, il mercato ri­sponde, pronta e attento, con mille solu­zioni. Perché il nuovo narcisismo maschi­le non è fatto solo di creme e palestre, ma investe anche la sfera genitale. "Lui", do­po essere stato oscurato dai problemi femminili, zittito dai monologhi della va­gina, è di nuovo al centro dell'interesse. La sua funzione e la sua estetica interes­sano terapie e dibattiti, se ne parla sui giornali maschili, negli studi medici, su lnternet e nelle farmacie. Sono 

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quest'ulti­me il nuovo avamposto dove i maschi cer­cano una risposta "usa e getta" a vecchie e nuove insicurezze.

«C'è stato un cambiamen­to enorme in questo cam­po. Prodotti come il Via­gra e affini sono stati per la ses­sualità maschile quella che è stata la pillala anticoncezionale per le donne», dice Roberto Tafuri, farmacista a Santa Maria Capua Vete­re, venuto alla ribal­ta tempo fa per il caso del Viagra­-fai-da-te. Tafuri è stato de­nunciato dalla Pfizer, la ca­sa farmaceutica che produ­

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ce il Viagra, perché vende­va su ordinazione medica preparati gale­nici con il principio della pillola blu, con­fezionava cioè rimedi su misura e, più eco­nomici. ln realtà Ie preparazioni galeniche si fanno solo su ordinazione medica; a volte oc­corre cambiare il dosaggio per evitare fastidiosi effetti collaterali. I clienti sono informati e curiosi. II fatto è che oggi si vuole mantenere un'attività sessuale sempre intensa anche se lo stress, l'ansia e l'età indeboliscono le capacità. Una volta tutto questo lo si accettava, ora si fa fatica. Gli uomini cercano farmaci che migliorino le 

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prestazioni, magari solo per fare colpo. Poi c'è la questione di quelli non più giovani che si accompagnano con le ragazze straniere: ne vedo tanti che con queste pillole sperano di rinascere, ti­rano fuori il vestito buono, ingoiano la pillola e ripartono alla conquista». Secondo il Centro di andrologia e chirur­gia andrologica di Milano sono quasi 6 milioni gli italiani che hanno pro­blemi di erezione, ma ce ne sono molti di più che hanno problemi di stress e ansia da 

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relazione e scaricano sulla sessualità pau­re e fallimenti. «L'uomo non si fa carico dell'aspetto psicologico: il pene è per lui una specie di parafulmine», dice Ales­sandra Graziottin, sessuo­loga e ginecologa: “Oggi il sesso e le prestazioni ses­suali sono investiti di un si­gnificato che prima non avevano. Non esiste più il "per sempre", molte coppie stanno insieme finché c'è il sesso e questo assume allo­ra un'importanza fonda­mentale. Gli uomini, poi, non si sentono più accettati totalmente, devono negoziare e questo crea 

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un'ansia che è la prima causa dei problemi. I più af­fetti da questa sindrome sono gli uomini del Nord, dove c'è più solitudine e dove le donne hanno perso molta della loro fem­minilità morbida e ricettiva».

Da un po' di tempo il corpo maschile è aI centro di un nuovo interesse: la pub­blicità di Yves Saint-Laurent, un uomo nudo che esibisce Ia sua virilità, é stata vi­sta anche come un manifesto, un mes­saggio estetico, forse una dichiarazione di guerra. Ma se iI corpo si plasma e per­feziona, la sessualità, 

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ciò che si vive nelI'intimità, è piú che mai attraversata da mille inquietudini. «Gli uomini hanno paura di essere giudicati. E’ aumentata la promiscuità femminîle, gIi uomini temo­no Ie loro valutazioni», spiega il sessuo­Iogo Willy Pasini: «C'é un aumento dell'impotenza da prestazione e di ansia neI­!e relazioni. Molti ci chiedono farmaci “per essere  po' di più" Così si aggira piú molesto che mai iI fantasma delle misure. La chiamano "sindrorne da spogliatoio", è Ia paura di averlo troppo piccolo. Ad Antonio, 

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36 anni, un lavoro si­curo e una vita tran­quilla, questo cruc­cio ha immalinconi­to l'esistenza: “ L'ho sempre pensato, I'i­dea mi ha tormentato fin da bambino. Nemmeno una terapia psicologica mi ha tolto I'insicurezza. Le donne non hanno mai fatto commenti, per carità, ma alla fine quando il rapporto si con­cludeva io mi sentivo a disagio. Cosi ho deciso di ricorrere alI'intervento chirurgico, e il mio pene è aumentato di tre centimetri. Ora ho una fidanzata che non sa nulla e sono soddisfatto».

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Negli ultimi 15 anni nelle cliniche priva­te la domanda di questo tipo di interven­ti è aumentata deI 25 per cento. Ogni an­no 20 mila uomini entrano in una sala chirurgica per aumentare lunghezza e cir­conferenza. Anche se i sessuologi puntualizzano che per la soddisfazione fem­minile quello che conta è il diametro, gli uomini ci tengono a conquistare qualche centimetro di lunghezza. «Bisogna di­stinguere tra quelli che si informano e quelli che lo fanno realmente: sono molti di me­no», spiega Aldo De Rose, andrologo, che precisa che la misura media italiana, in stato di riposo, é di 9 centimetri: « Spesso vengono da noi, ma 

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con fotografie e tabelle alla mano riusciamo a convincerli che non ce n'è bisogno. Sono soprat­tutto i giovani, dai 20 ai 25 anni, i più sensibili al problema; Ia Ioro insoddisfazione rientra nella più generale ansia da prestazione. Spesso nei rapporti manca l'innamoramento e I'incontro si riduce aI successo "tecnico".

Sono i gîovani i più angosciati: se nelle pa­lestre riescono a forgiare iI corpo e a gon­fiare i muscoli, non capîscono perchè pro­prio "li" non possono migliorare. "Credo che 

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questa angoscia sia dovuta anche alle immagini che Ii circondano: basta andare su Internet e i modeIli in cui ci si imbatte hanno misure eccezionali», dice Gian Ma­ria Madella, direttore di "Men's Health": «DaI mio osservatorio mi sembra però che l'uomo sia in una fase di transizione: pri­ma macho a tutti i costi (ed era un falso sicuro di sé); poi messo in crisi dalle danne; ora a caccia di ri­scossa». Mentre iI maschio cerca nuove confer­me e altre vittorie cresce iI business sulle sue debolezze. In un articola pub­blicato suI giornale inglese "Indepen­dent" si prevede che il mercato mon­diale dei farmaci 

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per curare I'impo­tenza raggiungerà nel 2015 i 12 miliar­di di doIlari: uno dei settari piú in espansione. Grandi e piccoli af­fari: se Ie case farmaceutiche fanno investimenti record per iI Iancio di un nuovo prodotto (360 milioni di dollari l'anno scorso per iI Viagra, Cialis ecc budget che quest'anno verrà raddoppiato per con­trastare la concorrenza in arrivo) su In­ternet per pochi euro si vendono illusio­ni. `”FaIIogrosso.lt", "Peneinforma.lt" "Ejaculaziane.Precoce.com" offrono manuali e propongono esercizi per migliora­re le 

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misure, correggere la curvatura, da­re aI proprio pene piú personalità for­giàndo, per esempio, iI glande a testa di serpente. E portano a esempio la gloriosa tribù dei Karamajong, in Uganda, che grazie solo a esercizi e pesi Io allungano fino a 45 centimetri. Se ci sono riusciti Io­ro, c'è speranza per tutti.

Piccola cola Grandi risultati

Il tam tam è scattato con un semplice passaparola tra un gruppo di immigrati africani e un altro di italiani in cerca di emozioni forti. Si chiama "petit cola" la nuova frontiera del sesso: un seme che assomiglia a una mandorla e che, ingerito, garantisce effetti da fare impallidire il Viagra. Così almeno giura chi I'ha provato. E

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a Milano sono in tanti, a giudicare dalla moda che si è creata intorno al nuovo frutto della passione. È amaro come il fiele, ma chi è riuscito a masticarlo racconta meraviglie. Nei manuali di botanica è schedato come "kola bitter": appartiene alla famiglia delle garcinie guttifere e cresce nella fascia dell'Africa occidentale tra Sierra Leone, Congo e bassa Guinea. I suoi poteri afrodisiaci sono noti tra gli estimatori, ma il mondo scientifico non si è ancora pronunciato: i medici non ne conoscono gli effetti. Difficile da trovare e spesso confuso con la noce di kola che ha proprietà medicinali, il petit cola viaggiava di tasca in

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tasca, dono di immigrati ai loro amici italiani. A fame un business sono stati i cinesi, che vendono le mandorle del sesso nelle botteghe di alimentari esotici. Nascosti tra cous-cous e guaranà, i semi di cola sono sugli scaffali di via Paolo Sarpi, la Chinatown milanese. Modici i prezzi: 2 euro per una manciata di 7-8 mandorle. Ma si trovano anche alla Stazione centrale, da venditori ambulanti. Semplice la posologia, almeno secondo gli africani che ne fanno uso: una dozzina al giorno, come arachidi da accompagnare all'aperitivo. Effetti collaterali, assicurano, nessuno.