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venerdì 7 dicembre 2012

Seduzione e fascino (Elisabetta Canalis)






 Seduzione e fascino



C’è una differenza fra fascino e seduzione. Il fascino è un modo di essere, la seduzione una attività. Il fascino è una forza attrattiva che promana dall’intera persona, è la rivelazione dell’inconfondibile unicità dell’individuo e dalla sua storia. E fascino quello dell’attrice Michelle Pfeiffer che ne



Elisabetta Canalis
  



L’età dell’innocenza fa trasparire dietro la dolcezza il segreto conturbante delle passioni proibite. Ha fascino Marlene Dietrich in Testimone d’accusa perché la sua enigmatica durezza cela l’amore. La persona dotata di fascino è portatrice di un mistero e di un incantesimo. Non comunica solo bellezza, produce emozione, pathos. 
Inoltre non dobbiamo confondere il fascino con l’attrazione prodotta dalla notorietà. Le donne sono spesso attratte eroticamente da chi emerge, da chi è applaudito, da chi è desiderato dalle altre. Perciò dal dal cantante, dall’attore, dal calciatore, dal campione,



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dal miliardario, dal politico famoso, dal celebre playboy, perfino da chi partecipa al Grande Fratello. Ciò che le attrae, in questo caso, non è il fascino personale, ma il ruolo, la corona che essi portano in testa. Per capire il fascino pensiamo invece ad attori come Gregory Peck, Gary Cooper, Robert Redford.. Ciascuno di loro è una personalità integrale, è un modello umano unico, inconfondibile ed indimenticabile. Di alcuni, come di Redford, non puoi dire nemmeno che sia bello perchè ha la pelle butterata, però ha qualcosa che ti commuove e ti attrae immediatamente. Come avveniva con attrici come Greta Garbo e soprattutto Marylin Monroe.




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La seduzione invece è una attività intenzionale e consiste nel renderti attraente, desiderabile. Quella femminile è fondata sulla bellezza, sull’abbigliamento, il trucco, ma soprattutto sull’arte di invitare e di respingere esercitata in cento modi: coprendo e scoprendo il proprio corpo, con il movimento e la gestualità, con lo sguardo che prima chiama e poi rifiuta, finchè non si ferma incantato sull’uomo prescelto e lo fa sentire una divinità. Mentre l’uomo, se non è ricco, se non è famoso, se non è molto bello, se non sa nemmeno cantare o far ridere, dovrà contare solo sulla fiducia in se stesso, sullo sguardo appassionato e soprattutto sulla parola. La parola che crea incantesimi, la parola poetica, la parola ipnotica che dice cose d’amore.






























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