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domenica 21 luglio 2013

Religiosità e amore



Religiosità e amore




Nei Vangelí Dio viene chiamato «Padre nostro» e ci si rivolge a lui con semplicità e senza paura.




Poiché la religíone evolve con l'umanítà, ci sono degli aspetti della religione che ormai, in Occidente, non comprendiamo più o comprendiamo sempre meno. Non aspetti secondari, ma essenziali. Aspetti che non vengono rifiutati solo dal nostro íntelletto, ma dal no­stro sentimento, che ci sembrano assurdi, o superati, talvolta addírittura ignobili. Per esempio quelli dí ere­sia, di ínquisizíone, di persecuzíone religiosa. Ma vi sono dei mutamenti anche nei modi dí sentire e con­cepire il sacrífícío, íl peccato, la punízíone. La collera del Dio, il tremendum. 






Rembrandt - Il sacrificio di Abramo, 1635, Olio su tela, The Hermitage






Il sacrificio è sempre stato al centro dell'espe­ríenza relígiosa. Per qualcuno, come Freud o come René Girard, ne è addirittura l'essenza. Il sacrificío è un atto di víolenza compiuto sulle primízie dei campi, sugli animali, su dei prigionieri o, come nel caso di Agamennone e Ifigenia, suí propri fígli. Ún atto di víolenza che rende quella cosa sacra, dívína essa stessa, appropríata al dio. Violenza sacra quindi, per una dívínità che desídera essere pregata, supplicata, che si compiace del sangue e della sofferenza che le vengono dedícati. Il sacrificio deve calmare la vio­lenza collerica del dío e la temíbílità della natura che non rispetta regole, patti, che è caprícciosa e spietata. 







Veronese - il sacrificio di Abramo







È per íngraziarsi questa entítà tiranníca, che l'uomo sí butta a terra, implora e gli offre la parte miglíore del gregge, le primízie, i prigioníerí. Pensiamo all'avidità dí sangue degli dei aztechi. Questo típo di sacrifício è scomparso, lo comprendiamo sempre meno. Ma gíà nella Bibbia Dio dice che non vuole più sacrifici, vuole íl rispetto della legge. Vi è anche, certo, un sacrificio per amore, la dedi­zione di una parte di sé, un dono. E chiunque amí, de­sidera donare quanto ha di più prezíoso all'amato. È ín questa forma che sopravvive oggi il sacrificío. Ma perché chiamare sacrificio un atto gíoíoso, privo di ogni violenza? Col Cristianesimo avrebbe dovuto so­pravvivere solo questo tipo di sacrificío. 







Guercino - Cristo e l'adultera






Nei Vangelí Dio viene chiamato «Padre nostro» e ci si rivolge a lui con semplicità e senza paura. Invece è restato il peccato, la punizione, l'inferno che dominerà tutta l'epoca crístiana. Il Dio del Cri­stianesímo è duplice. Da un lato è dolcezza, amore, dall'altro è un despota che punisce la più lieve ínfra­zione alla sua legge con tormenti eterni. Duplice è percíò íl rapporto con lui. O lo si ama perché illumí­nati dalla sua grazia, o lo si teme per paura degli eterni tormenti. Il peccato è offesa a Dio, una offesa che suscíta la sua collera e la sua punízíone.
Noi non abbiamo più il senso del peccato perché siamo convinti che Dio non si offende più, non si in­collerisce più. 








Lawrence Alma Tadema - Morte dei primogeniti in Egitto 1872






Perché non è più né un patriarca ge­loso, né una personíficazione della natura terrificante, né una elaborazíone dí paure infantili. Il peccato è svanito dal mondo con la scomparsa della paura della punízione. Peccato e punizione fanno un tutt'uno. La collera del dio, ciò che rende la nostra mancanza pec­cato, si esprime nella punizione o si estingue nel per­dono, ma non svanisce nella compassione. Invece la dívinità che oggí possíamo concepire compatisce gli uomini per la loro piccolezza di creature naturali, per la loro stupidítà. Non può prendere sul serío la loro malvagità. Noi non puniamo più con castighi corpo­rali i nostri bambiní. Non usiamo più la tortura, per­ché dovrebbe farlo Dio? Visto che noi non conside­riamo più la vendetta una virtù, perché dovrebbe es­sere vendicativo 







Il sacrificio di Isacco - Caravaggio







Dio? Nei dogmi del Cristianesimo re­sta incorporato un rapporto fra uomo e natura, so­vrano e suddito, padre e fíglío che oggi è scomparso. È per questo che le pene date da Dio, siano esse ínfer­nali o terrene, ci appaiono mostruose, íncomprensibili e perverse. E così svanísce la paura dell'ínferno, della più in­credibile costruzione teologica cristíana, tanto incre­dibíle che noí facciamo fatica ad immaginare che qual­cuno abbia potuto pensarla, crederci. La casa dell'eter­nità di Camporesíz è la descrizione del più spaventoso delirío, durato secoli, millenní. L'unica spiegazíone che ío riesco a darmene è che, in realtà, la gente non pensasse in continuazione all'ínferno, vivesse un po' come oggi e vi pensasse solo in punto di morte. In questo caso l'idea dí un premio-punízione era addírit­tura un sollievo perché consentiva di agire, di fare qualcosa. 







Jan Massys - Davide e Betsabea  1562






Pentendoti e pregando tí assicuraví il purga­torio e il paradíso.
La paura dell'inferno sostituiva, e vantaggiosa­mente, la paura della morte. Dava il vantaggio di po­ter agire! Davanti alla morte non puoi fare nulla, ma davantí all'inferno basta pentírsi e pregare, e la paura svanirà. Basta, come dice Dante, una «lagrimetta». L'inferno doveva percíò essere spaventoso per scac­ciare la più spaventosa di tutte le paure. Gli indianí hanno esorcizzato la paura della morte facendo te­mere le infinite rinascite. Il Cristianesimo facendo te­mere l'inferno. L'inferno perciò è una paura di coper­tura, sostitutiva di quella della morte. E tutte le sue terrificantí descrizioni servívano a questo scopo. 






Antonio Cifrondi - Passaggio del Mar Rosso - Chiesa di San Giorgio - Nese di Alzano Lombardo - Bergamo,







Ancora oggí, spesso, è solo in presenza della morte che la gente prega. Ma non prega certo per paura del­l'inferno o per andare ín paradiso. Prega rimettendosi nelle mani di una potenza benigna, per confídare in essa. Ma anche la gloria, la glorificazione di Dio sta cambiando significato. Perché Dío ha bisogno di lodí che cantano la sua gloria? Ne hanno bísogno il capo, il re, í guerrieri, per vedere riconosciuta la loro forza, il loro primato rispetto agli altri guerrieri, agli altri re. Ne hanno bisogno per diffondere il loro nome nel mondo, per assicurarsi la continuazione delle loro ge­sta dopo la morte. Gloria e fama sono la stessa cosa, sono il ríconoscimento del nostro valore e il suo rí­cordo. Ne aveva perciò bísogno un dío tríbale, il dio di una città e di un popolo, per affermare la sua supe­riorità sugli altri dei. Tutto questo è finíto. Della glorificazione resta la parte più profonda, essenziale, che scaturisce dal sen­timento creaturale e dall'amore. 






Martin  John - Le sette piaghe d'Egitto - 1823







È la lode e il ringra­ziamento a ciò che è ammirevole e perfetto, a ciò che merita ogni amore. Come nel Cantico delle creature. Si va riducendo anche la richiesta continua di una «grazia», di un favore. Come fare un buon affare, vin­cere una gara, guarire da una malattia. Perché la no­stra vita non dipende píù, come quella degli antichi, da forze incontrollabili. Ed anche perché la lungà consuetudine con la scienza ha portato un po' tutti a non cercare di infrangere l'ordine della necessítà, il corso naturale del mondo. Questo anche se, per uno spirito religioso, Dío può fare ogní cosa, anche di­struggere e ricreare l'universo e le sue «leggi naturali» in ogní istante.
La domanda dí un intervento sovrannaturale è  sempre stata una delle basi fondamentali della reli­gíone ed è stata molto spesso apparentata con la ma­gia. Il culto dei santi è quasí tutto di questo genere. Il santo si invoca per qualcosa, e poí sí ringrazia con l'ex voto. Preghiere, richieste, ringrazíamenti fattí a chi è potente, a chi controlla le forze incontrollabili del de­stino e della natura, al padrone delle tempeste e della fortuna. Richieste pressanti che assumono quasí la forma dello scambío, del “do ut des”. 







Rembrandt - L'adultera







Nel padrenostro ci si límita a chiedere il pane quotidíano, la remissione ' dei debiti se abbiamo agito moralmente, e di non in­durci in tentazione. Oggi cí vergogniamo sempre di píù a chiedere che un affare vada bene, di guadagnare del denaro. La preghiera tende a díventare una sommessa richiesta di aiuto contro il dolore, la morte, soprattutto per chi amiamo. «Liberaci dal male», si riferisce alla malva­gità altrui, ma anche alla nostra. La preghíera per una guerra assume un carattere blasfemo quando la ve­diamo sulla bocca di due popoli che si odiano e che stanno per gettarsi l'uno sull'altro. Ci ricordiamo dí quante guerre sono state fatte nel nome dí Dío e ne siamo inorriditi. Ma sono cose che gli animi più nobili della tradizíone gíudaico-cristíana hanno sempre sa­puto. E, cíoè, che a Dio non si deve chíedere íl male degli altrí, né utilità personali, né tutto cíò che ha rap­porto con la vanità e l'egoismo, neppure con la vanità e l'egoismo del gruppo a cui apparteniamo. 






Rembrant - Lapidazione







La preghiera tende sempre più ad essere una ac­cettazione fiduciosa della volontà divina, del suo piano provvidenziale, un congiungimento con lui, di­mentícando se stessi e le miserie presenti. Un doman­dare sommesso, ma senza fare ríchieste precíse, uno sperare senza però attendere la puntuale realizzazione del desiderio. Quíndi un confídare, un rímettersí alla sua benevolenza e alla sua saggezza, alla sua inten­zione nascosta, al suo amore. Bontà e amore. Gli ul­timi attributi di Dio sono questi.
La religione, oggi, è sempre meno il tremendum cioè íl terrore panico, il brívido agghiacciante, di cui parlava Rudolf Otto. È íncredibile quanto sia invec­chiata la sua descrizíone del divíno. La scienza ha dis­solto la terribilità della natura, l'ha svuotata del suo significato sovrannaturale, della sua condizione di an­gosciosa creaturalítà. L'ha raffreddata, disíncantata. Se rileggiamo la risposta che Dío dà a Giobbe, in cui esalta la sua potenza, ne restíamo irritati.   (Da F. Alberoni – Valori)


Dorè - Lapidazione





3 commenti:

  1. Gabry, i tuoi cosiddetti temi religiosi, di cui è farcito il blog, fanno a pugni con la pletora di nudi che lo affollano! Mi ricorda l’arte del Rinascimento che citi nel sesso di Cristo in un recente Post. Eppure è tanta la grazia con cui li fai convivere, che il tutto mi appare quasi naturale. E tu sai come la penso! Il tuo Blog mi piace, non riesco a staccarmene. Ora ho letto Religiosità e amore, Alberoni è sempre puntuale e convincente. E tu che cerchi tutto questo mi hai quasi stregata. Ciao. Ti leggo. Antonella Liberti

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  2. Ciao Gabry,
    Ti scrivo sul far della notte. Questo è il momento in cui il pc è mio. E’ un lunedì qualunque delle mie ferie e tutti sono liberi, padri e figli! Quanti rimorsi nella vita, quanti se e quanti ma. Oggi il mio bilancio è positivo per l’aspetto famiglia, ma disastroso per gli affetti. Tutti mi vogliono “bene” ma nessuno mi ama, nemmeno la persona con cui sto, ma non è mio marito. Forse questo l’ho già detto e mi parlo addosso, ma sopportami. Tu sei diverso altrimenti non creavi un Blog sull’amore. Nessuno ha mai pronunciato per me una sola, dico una sola, delle parole o delle emozioni che spandi a tutti quelli che ti leggono. Ma mi chiedo se sei tu eccezionale e gli altri sono dei nani o (quasi tutti) sono freddi, egoisti, distratti e superficiali. O la vita è tutta qui, visto che non sono una ragazzina? Poiché io vedo le cose come le vedi tu, allora siamo solo due persone eccezionali? Non credo, ce ne sono tante altre che per paura, per convenzione, per lasciar vivere, si tirano a campare. E sprecano la vita e la fanno sprecare agli altri che la vorrebbero vivere in maniera allegra, sincera, spontanea, prorompente. Ma se lo fai, ti additano come quando hai messo le calze storte. Una vita niente di che, a me bastano le considerazioni contenute nelle tue ultime poesie o i tuoi “pensieri e parole”. Sono folle? Chiedo la luna? Non credo. Non sono nemmeno invidiosa della tua vita o delle persone che ami, chissà quanti guai pure tu! Solo che almeno tu pensi e vivi come io sogno, cosa che in casa mia è di fatto vietata, perché vengo apostrofata sognatrice, avvocato delle cause perse, bambina non cresciuta, cosa ti manca, pensa positivo ecc. e questo per tutti, compagno, amiche, figli e genitori inclusi. Non voglio un amante da tenere nella borsa come i fazzoletti e piangerci dentro quando le cose non vanno. Ne cambiare uomo ogni lustro, mentre continuo a vivere con il mio compagno. Questo no! Vorrei solo “l’Amore” e se non me lo da lui, allora voglio un nuovo amore, ma solo l’amore, un amante è solo la pillola contro l’emicrania. Rileggo le mie frasi di una volta. Forse mi ripeto. Ma è la mia vita. Non so perché dico tutto questo! Eppure sono sicura che mi capisci, ecco perché te lo dico.
    Giuliana Passera58

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  3. Gabry sono Pina Lo Russo e curo la storia della donna i costumi, l’amore e il sesso nella storia. Mi pice come hai postato i recenti post religiosi. A tale uopo ti inoltro una verifica di questo versetto sul Deuteronomio. Mi dai un tuo parere. Mi un isco alle tante persone che ho visto. Per ora ti saluto. Ciao. Pina69
    Deuteronomio 24:1-4
    Quando un uomo sposa una donna che poi non vuole più, perché ha scoperto qualcosa di indecente a suo riguardo, le scriva un atto di ripudio, glielo metta in mano e la mandi via. Se lei, uscita dalla casa di quell’uomo, diviene moglie di un altro e se quest’altro marito la prende in odio, scrive per lei un atto di divorzio, glielo mette in mano e la manda via di casa sua, o se quest’altro marito, che l’aveva presa in moglie, muore, il primo marito, che l’aveva mandata via, non potrà riprenderla in moglie, dopo che lei è stata contaminata, poiché sarebbe cosa abominevole agli occhi del Signore. Tu non macchierai di peccato il paese che il Signore, il tuo Dio, ti dà come eredità.

    P.S. Hai dei post intrisi di sesso! Non è un po’ gratuito? Non vedo la finalità. Ma ti credo. Vorrei almeno una spiegazione. Mai una critica. Spesso anche le cantanti le attrici sono riprese sempre nelle nudità più boccaccesche. Degne di Playboy. Quantunque io sia molto liberale e tollerante. Ma vedo in te un aspetto più oscuro, ti circondi di sesso, scienza,arte e religione, che a volte fanno a botte tra loro. Come mai? Però ti ammiro! Ancora ciao. Pina69

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