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giovedì 18 luglio 2013

Denis de Rougemont









(nato a Couvet, 8 settembre 1906  –  morto a Ginevra,  6 dicembre 1985) è stato uno scrittore, filosofo e saggista svizzero. Famoso tra l’altro per il saggio “L’amore è l’occidente”





L'infanzia e gli studi
Nato l'8 settembre 1906 a Couvet, nel Cantone svizzero di Neuchâtel, figlio del pastore Georges de Rougemont e di Anne Sophie Bouvet, è educato rigidamente nella tradizione protestante, nel pensiero di Calvino, Lutero, Karl Barth, e, soprattutto, Kierkegaard . Frequenta, tra il 1912 e il 1918 la scuola pubblica di Neuchâtel, e da questa esperienza nascerà più tardi l'opera Méfaits de l'Instruction Publique (1929). Dal 1918 al 1925 frequenta prima il Collège latino, poi il Ginnasio di Neuchâtel. In quegli anni scopre la sua vocazione letteraria, e nel 1923 pubblica nella Semaine littéraire de Genève il suo primo articolo, "Henry de Montherlant et la morale du football". Si laurea in lettere nel 1930, completando i suoi studi tra Ginevra, Vienna e Neuchâtel (studente, tra gli altri, di Jean Piaget).






Denis De Rougemont 1947








 L'esordio come scrittore
Nel 1930 si stabilisce a Parigi, dove resterà fino al 1933. Nella capitale francese trova lavoro nelle casa editrice protestante "Je sers" come direttore letterario, e prende a frequentare gli ambienti protestanti e barthiani della città. In questo contesto entra in contatto con l'esperienza personalista, e collaborerà con Gabriel Marcel, Emmanuel Mounier, Alexandre Marc, Arnaud Dandieu,Robert Aron. Spinto da Alexandre Marc e sedotto dallo slogan Ni individualistes, ni collectivistes, nous sommes personnalistes (Né individualisti, né collettivisti, siamo personalisti), mette la sua scrittura al servizio del movimento, ritrovandosi cofondatore della rivista Hic et Nunc (una rivista di ispirazione barthiana), e collaboratore di Esprit (fondata da Mounier,) e del non-conformista Ordre Nouveau. Collabora inoltre con la rivista Plans e con la Nouvelle Revue Française, sulla quale, nel 1932, presenta un "Cahier de revendications de la jeunesse française".
Nel 1932 Rougemont scrive il suo primo libro, Le paysan du Danube e nel 1934 raccoglie in Politique de la Personne - che riapparirà nel 1946 in un'edizione riveduta e corretta - la maggior parte degli articoli scritti in quegli anni sulle pagine di Esprit. Erano gli anni dei Il tramonto dell'Occidente di Spengler, La crisi della civiltà di Huizinga e La crisi dei valori di Scheler. Gli stessi temi verranno poi ripresi e sviluppati in una seconda raccolta, Penser avec les mains, del 1936, in cui Rougemont si porrà (esplicandovi una religiosità personale sorretta dal Cristo e dal Vangelo quali riferimenti morali invariabili) il problema della cultura occidentale e della crisi del pensiero, partendo dalla constatazione che il disordine del mondo moderno ha creato una profonda dicotomia tra il pensiero e l'azione, e tra la cultura e la vita.






Denis De Rougemont 







L'anteguerra
Nel 1933 Denis de Rougemont sposa Simone Vion (dalla quale divorzierà nel 1951), dalla quale avrà due figli, Nicolas e Martine. Nello stesso anno, si chiude la prima esperienza parigina, dopo il fallimento delle Edizioni Je sers, che fa di Denis de Rougemont fino al 1935 un intellettuale disoccupato nel sud-ovest della Francia. Il periodo della disoccupazione diviene il pretesto per un'opera che verrà edita nel 1937 sotto forma di un “diario non-intimo” dal titolo Journal d’un Intellectuel en chomage, nella quale Rougemont esprime il desiderio e il gusto di provare l'esperienza di una povertà materiale che lo hanno spinto in quella direzione.
Dopo la disoccupazione, è poi il momento nel 1936 del soggiorno come lettore all'Università di Francoforte, descritto poi in Journal d’Allemagne (pubblicato nel 1938). L'esperienza nella Germania hitleriana spinge Rougemont a percepire con forza la necessità di una rinascita spirituale, e allo stesso tempo di una riforma morale e politica in grado di instaurare autorità e istituzioni capaci di formare uomini e cittadini responsabili.






Denis De Rougemont 






L'amour et l'Occident
Lasciata la Germania, tra il 1938 e il 1939 si dedica alla redazione dell'opera che gli dona la celebrità, L'amour et l'Occident, che trae spunto dal tentativo di una codificazione pessimistica del matrimonio, il quale piano piano stava perdendo la sua caratteristica religiosa per un'altra più laica, più passionale. Aspetto che poi enfatizzerà ancor di più nel 1954 quando la rielaborò per l'editore T.S. Elliot.
Rougemont sottolinea il fatto che la società e l'amore hanno due canoni diversi, ed il secondo per sopravvivere deve trasgredire alcune leggi della prima. Il rapporto amore - morte, diventa quindi una scelta di vita, affinché l'amore possa sopravvivere, almeno idealmente. In questo modo non è più soggetto a canoni di critica arbitraria, ma rimane permeato in un' aurea che lo rende, seppure impalpabile, vivo dal punto di vista della consistenza. Anche in questo caso si rende inalienabile profeta. Siamo a ridosso di un periodo di pura sensualità, con Herbert Marcuse, Norma Brown e i neo freudiani Lacan, Deleuze e Guattari, che spogliano definitivamente questo legame di ogni radice religiosa, il matrimonio come istituzione, esaltandone invece il solo legame passionale, a due, come radice primaria di sostentamento. Non più componente, ma elemento insostituibile. Esalando il suo pessimismo, il De Rougemont sintetizza la crisi del matrimonio, come la conseguenza dell'incompatibilità tra ciò che si prova e ciò che si può immaginare.







Denis De Rougemont 







Il periodo della guerra
Fino allo scoppio della guerra, Rougemont pubblica ancora numerosi articoli su Esprit, la Nouvelle Revue Française, la Revue de Paris, e su Le Figaro. I tempi che seguono il suo ritorno dalla Germania sono caratterizzati da un crescente interesse per il problema politico del nazismo, segnato dalla paura per la sorte dell'Europa minacciata da un pericolo che vede sempre più reale. Scrive sui giornali svizzeri e su quelli francesi, paragonando il totalitarismo ad una malattia infettiva che non può essere contenuta da nessuna frontiera.
Quando la Germania ha ormai coinvolto nella guerra tutta l'Europa, Rougemont sta per mandare in scena la sua unica opera teatrale, Nicolas de Flue (musicata da Arthur Honegger), con il dichiarato intento di rinforzare lo spirito civico e spirituale svizzero di fronte alla minaccia totalitaria.
Denis de Rougemont è poi luogotenente nell'esercito mobilitato del “piano Wahlen”, quando il 15 giugno 1940 le truppe di Hitler entrano a Parigi. Pubblica allora sulla Gazette de Lausanne, “À cette heure où Paris…”, un articolo in cui esprime tutta l'angoscia di quei momenti drammatici. L'articolo, scritto durante l'arruolamento, suscita proteste diplomatiche che gli costano due settimane di prigione militare (che sconta però nel suo studio).
Denis de Rougemont fonda allora la Lega del Gottardo, un gruppo svizzero di resistenza ai fascismi europei, e ne redige il Manifesto, che sarà pubblicato su settantaquattro giornali svizzeri. L'attività di Rougemont in seno alla Lega si limita ai primi tempi dell'estate del 1940, prima della sua partenza per gli Stati Uniti e prima dello sviluppo di tendenze conservatrici e nazionaliste in seno alla Lega stessa. Il tema della guerra, dell'impegno e della neutralità si ritrovano anche nei testi delle conferenze e saggi tenuti tra il 1937 e il 1940 in Svizzera, e poi pubblicati nel 1940 nella raccolta Mission ou Démission de la Suisse.







Denis De Rougemont 







L'«esilio» negli Stati Uniti
La situazione si fa sempre più delicata, sul piano internazionale, e per la Confederazione Svizzera  diventa pericoloso tenere Rougemont in patria. Nell'ottobre del 1940 viene così inviato negli Stati Uniti per tenere delle conferenze sull'Europa e sull'hitlerismo. Quella che era prevista come un’assenza di pochi mesi, si prolunga invece fin’oltre la fine della guerra, fino al 1947. Dopo aver redatto The Heart of Europe: Switzerland, viaggia in Argentina da luglio a novembre, frequentando il circolo “Sur”, riunito da Victoria Ocampo, della quale è ospite. Rientra a New York alla vigilia dell'attacco a Pearl Harbor. Il periodo americano è marcato dalla redazione di due opere, La Part du Diable e il Journal des deux mondes, che ripercorre la vita dell'autore negli anni 1939-1940 inSvizzera e in quelli dell'esilio statunitense dal 1940 al 1946. Dal 1942 è professore alla École Libre des Hautes Etudes (Università francese in esilio) a New York, e diviene poi redattore alla sezione francese dell'Office War Information (OWI), che realizza trasmissioni in lingua francese dedicate alla Francia e ritrasmesse dalla BBC di Londra. Incontra Saint-John Perse, Saint-Exupéry, Marcel Duchamp, André Breton,  Max Ernst,  André Masson, Bohuslav Martinů, Edgar Varèse, e incontra il conte Coudenhove-Kalergi.






Denis De Rougemont - Promo libro







Il dopoguerra, l'impegno europeo e la maturità
Nel 1946 Denis de Rougemont pubblica a New York le “Lettres sur la Bombe atomique”, in seguito alla devastazione di Hiroshima e di Nagasaki, che l'hanno profondamente colpito. In aprile dello stesso anno torna finalmente in Europa, e da questo momento le sue attività letterarie e filosofiche saranno relegate ad un piano secondario, la precedenza spetterà invece all'attività politica. Dalle prime conferenze internazionali a Ginevra nel settembre del 1946, s'impegna affinché gli europei si uniscano in virtù della loro comune cultura, in un sistema federalista nel quale lo spirito sappia avere un primato sull'economia e sulla politica. Nuovamente negli Stati Uniti, nel 1947 Rougemont incontra Albert Einstein a Princeton, e con lui discute dei problemi dell'unione dell'Europa. Nel mese di luglio dello stesso anno rientra definitivamente in Europa, e si stabilisce a Ferney-Voltaire, nella casa che fu di Voltaire. Impegnato a favore della costruzione europea, Denis de Rougemont pronuncia alla fine del mese d’agosto del 1947 il discorso inaugurale del primo Congresso dell'Unione europea dei Federalisti (UEF) a Montreux, da cui nascerà il Congresso dell'Aia nel 1948, e promuove l'istituzione di un Centro europeo della cultura, di cui sarà più tardi direttore, e da cui sono uscite numerose istituzioni europee (tra cui anche il CERN). Redattore del rapporto culturale del congresso dell'Europa e del “Messaggio agli Europei” a L'Aia nel maggio 1948. Scrive e pubblica “L'Europe en jeu” e la “Suite neuchâteloise”. In novembre, è eletto delegato generale dell'“Unione europea dei Federalisti”. Nel 1949, Rougemont apre a Ginevra, sotto gli auspici del Movimento europeo, un "bureau d'études" incaricato di preparare la Conferenza europea della cultura, che si sarebbe tenuta a Losanna dall'8 all'11 dicembre 1949, sotto la presidenza di Salvador de Madariaga.






Denis De Rougemont 






Nel 1950, Denis de Rougemont prende parte a Berlino alle manifestazioni che daranno vita al Congresso per la libertà della cultura, che presiederà poi dal 1952 al 1966. Scrive all'Assemblea consultiva del Consiglio d'Europa delle “Lettres aux Députés européens” e scrive l'Appello che sarà letto a nome di 6 000 studenti europei manifestanti davanti al Consiglio d’Europa. In L'aventure occidentale de l'homme (1957) descrive i principi di coerenza, le implicazioni filosofiche e le credenze che danno un senso e una ragione d’essere alla sua cultura. Al principio distruttore dello Stato-nazione, origine di tutte le guerre in Europa, oppone un federalismo creatore, basato sui comuni e sulle regioni. La base di questa Europa è la sua cultura. Fonda nel 1963 l'Istituto universitario di studi europei (IUEE), che – dopo essere stato chiuso nel 1991 – riaprirà in seno all'Università di Ginevra con il nome di Istituto europeo dell'Università di Ginevra (IEUG).
Nel1967 riceve il Premio della Città di Ginevra. Il 17 aprile 1970 l'Università di Bonn gli conferisce il premio e la medaglia Robert Schuman per la sua opera, in particolare per Vingt-huit siècles d'Europe e Les chances de l'Europe, et e nella sua qualità di direttore del Centro europeo della cultura. Nel 1971 riceve un dottorato honoris causa dalla Facoltà di Diritto dell'Università di Zurigo. Negli anni settanta contribuisce allo sviluppo del movimento ecologista. È membro fondatore del “Groupe de Bellerive” (1977), organo di riflessione sugli orientamenti della società industriale, e autore di numerosi lavori sul pericolo del nucleare. Sempre nel 1977 in L'avenir est notre affaire esamina a fondo la crisi globale del sistema socio-politico, provocata anche da una gestione catastrofica del pianeta. Crea con Jacques Ellul il gruppo Ecoreupa e, nel 1978, la rivista Cadmos. L'11 novembre 1976 riceve un diploma delll'Accademia di Atene. Nel1981 riceve un dottorato honoris causa dall'Università di Galway in Irlanda. Nel 1982 è vincitore del Gran premio Schiller.
Muore a Ginevra il 6 dicembre 1985 ed è sepolto al Cimetière des Rois.







Denis De Rougemont 







In particolare Denis de Rougemont, nel suo celebre e discusso saggio  “L’amore e Occidente”,  dedica un capitolo al teorema amoroso di Stendhal. Il “De l’Amour” sarebbe una “giustificazione” al bisogno di passione; un bisogno condannato dalla ragione e dallo scetticismo del mondo. Ortega, per primo,  osserva sulla cristallizzazione “che questa celebre teoria finisce per fare dell’amore appassionato un semplice errore. […] Il caso di Stendhal è indubbio: si tratta di un uomo che non amava realmente; che, soprattutto, non fu realmente amato” (“Über die Liebe”). E Rougemont continua: “Tristano amava, Don Giovanni era amato; ma colui che del primo ha solo la nostalgia e del secondo l’incostanza si vede a definire l’amore come una malattia dello spirito.[…] la sua descrizione è mirabile per vivacità, esattezza, talvolta profondità; ma è totalmente pessimistica, poiché si tratta appunto d’un errore”.
L’amore è quindi per Stendhal  un errore di cui si rammarica e una malattia che lo rende felice. Per questo motivo rovescia le leggi naturali;  è  il dolore il fulcro della passione amorosa. Scrive sul “de l’amour”: “Poche sono, nella vita, le pene morali che non ci vengan rese care dall’emozione che eccitano”. Tuttavia, la questione è analizzata, ma non spiegata, quindi non risolta. Conclude Rougemont:
“… la verità è che Stendhal è la vittima d’un fenomeno spirituale che le sue credenze  materialistiche non sono più in grado di giustificare. Vittima felice, del resto, e questo basta a  impedirgli di spinger oltre la sua inchiesta. Cos’è infine, questo libro che ci lascia? La testimonianza di un’inquietudine provata dall’intelletto lucido dinnanzi al mito: non ch’egli davvero desideri di liberarsene, ma ne ha perduto la chiave.




Denis De Rougemont - L'amore e l'occidente


2 commenti:

  1. Gabry! Sono ancora Luca Labate. Non avevo visto bene tutti i post del tuo blog! Sono più di 300! E quante splendide figliole. Passo l’estate a guardarlo e mettere via quello che mi piace. Oggi hai postato Kim Kardashan, il lato B più maiuscolo che si conosca. E poi tutte donne mature splendide e provocanti, ci sono anche dei maschietti, che personalmente non gradisco, ma questa non è una rivista per soli uomini. Come tu dici “L'amore come non lo hai mai visto! Innamoramento, passione, psiche, arte e scienza del sentimento più antico del mondo!” Infatti ci sono articoli sul cervello da rompersi la testa. Aspetti religiosi molto impostanti. Citazioni. Biografie ecc. Proprio bello e interessante. Leggo che ci sono 170 iscritti e 107 collaboratori, anzi collaboratrici, ci sono solo 6 maschi e 101 femmine. In totale ora sono 138.750 visite! Tosto, eh! Io sono calabrese ma vivo al nord. Sono appassionato del Medioevo. E mi fa piacere che tu sia di Napoli, come mi è sembrato di capire. Ti seguo sempre. Per ottime cose. Luca58

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  2. Gabry, sono Giovanni Del Prete, ti leggo e ti “Guardo” da un po’! Mi piace tutto quello che scrivi e le foto che cerchi, salvo qualcuna, sono tutte azzeccate. Tutte le immagini suscitano qualcosa di erotico e misterioso. Attirano la vista e il … cervello! Sono tutte soft e ritraggono i divi del cinema e dello spettacolo con dovizia di particolari. Volevo solo dirtelo. Ciao Gianni66

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