«Vado pazza per il sesso. Ho sempre pensato che da vecchia me lo sarei comprato. Non credevo che cominciasse così presto».
Andare a sud, cantava Vinicio Capossela, a sud di noi come fanno le tre splendide protagoniste di Laurent Cantet: Charlotte Rampling, Karen Young e Louise Portal. Rispettivamente Brenda, Ellen e Sue, tre turiste americane in "gita di piacere" ad Haiti sul finire degli anni '70.
Verso il sud - Turismo sessuale femminile |
Approdate a quella spiaggia da un passato confessato in prima persona alla macchina da presa, per quel passato cercano conforto tra le braccia di quello che oggi viene definito jinetero (il cavalcatore), una sorta di gigolo dei carabi. Una consolazione effimera, la loro, comprata da chi ha "fame" di venderla. Il sud di Brenda ed Ellen è incarnato da Legba, un giovane uomo color ebano che guadagna "cibo e sicurezza" smerciando "desiderio e amore". Legba è capace e ha stile e i suoi guadagni gli permettono di mantenere se stesso e la vecchia madre.
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Entrambe invaghite fino a pensare di condurlo via con loro, le donne arriveranno a un feroce scontro finale incapaci di riconoscere la vacuità del loro sogno sessuale. È difficile individuare le ragioni che stanno alla base del turismo sessuale, una spiegazione facile le identifica con patologie individuali, tuttavia è troppo poco per giustificare una diffusione così massiccia di questa pratica. Esteso anche tra le ladies, Cantet mette in schermo una vacanza sessuale al femminile in un mare che molte signore sognano più blu. Il regista nel suo film individua in questo fenomeno così crescente una componente socio-economica: confronta due povertà, quella sociale e quella sessuale.
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La ricerca sessuale delle sue protagoniste, più erotica e meno pornografica di quella maschile, è capace di esprimere sentimenti fortissimi come la ricerca dell'amore in età avanzata magnificamente interpretata dal Charlotte Rampling, Coppa Volpi mancata. Cantet nella sua ultima fatica non abbandona la strada intrapresa nei precedenti film A tempo pieno e Risorse umane: l’emersione delle varie forme di alienazione genera sempre il dramma individuale e sociale. In una sorta di saggio-inchiesta ad ampio raggio l’autore considerandone il valore esemplare mette sotto osservazione e privilegia comportamenti e stati d’animo diffusi : centro di interesse non è il giudizio moralistico e neppure l’algido documento bensì la lacerazione traumatica fra l’uomo animale sociale e la sua interiorità, coacervo di insopprimibili bisogni affettivi ed etici.
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Verso il sud, ispirato a tre racconti di un giornalista haitiano Lafferrière, racconta di tre donne mature e benestanti del Primo mondo che fanno shopping di bei corpi di adolescenti neri su una spiaggia incantevole di Port au Prince durante la dittatura di Duvalier negli anni ’70 e dunque parla di sessualità e prostituzione in un contesto di sudditanza economica e politica. Niente di sorprendente del resto neppure nel fatto che a rivestire il ruolo di oggetto del desiderio sia il corpo maschile. Colpisce piuttosto lo sguardo rispettoso ed acuto sulla bulimia sessual-sentimentale e sui suoi molteplici sintomi: l’erotismo ossessivo è conseguenza della solitudine dei rapporti nei luoghi di lavoro e di divertimento delle città evolute, la ricerca dell’appagamento dei sensi con l’estraneo non integrato compensa il vuoto che il convivere con il simile lascia.
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Il monologo confessione delle protagoniste attesta infatti fin troppo schematicamente come esse siano il risultato diseguale caratterialmente di un medesimo sistema di vita: ricchezza e carriera danno l’emancipazione, ma libertà ed autonomia diventano un peso ingombrante se private di occasioni autentiche. Il mito del buon selvaggio e del paradiso tropicale rimanda così al volto illusorio dello stesso universo opprimente: il giardino di delizie e i suoi angeli bambini rappresentano l’oblio e l’evasione, l’unica possibile, dall’infelicità per chi si può permettere la lunga vacanza nell’oasi.
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Ma l’eden svela la sua natura feroce di inferno quando qualcuno spinto dalla disperazione tenta, violando le regole, di interrompere il festino in maschera: la fragile Brenda non dimentica il quindicenne e solare Legba con cui ha avuto il primo orgasmo a quarantacinque anni sulla spiaggia e torna sull’isola per rivivere un romantico sogno. Ed è la premessa di una vicenda dall’epilogo inevitabilmente tragico: l’assassinio della giovane vittima, più simbolico che reale, è già avvenuto molto prima in riva al mare ad opera di una donna nevrotica e disorientata indotta dall’angoscia a vedere un’ancora di salvezza nella violenza ricattatoria perpetrata nei confronti di un minorenne affamato.
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E da lì fino ad oggi un’interminabile catena di vendette, guerre e stragi terroristiche, di amore e odio fra poveri e ricchi del mondo, ove ciclicamente si ripresenta la storia dell’impiccato diventato boia.
Contributi
- Il nero più bello dei Caraibi per il desiderio
over 50
Charlotte Rampling è una
docente universitaria di Boston dura e vorace: «Vado pazza per il sesso.
Ho sempre pensato che da vecchia me lo sarei comprato. Non credevo che
cominciasse così presto». Louise Portal è una manager di Savannah, Georgia, grassa e
accomodante. Karen Young
è una sentimentale senza più marito nè famiglia. Per tutte e tre, Ménothy Cesar
è il ragazzo nero più bello, gentile e desiderabile dei Caraibi e del mondo. Laurent
Cantet, 45 anni, è il bravo regista francese di due film sul lavoro, Risorse umane
e A tempo pieno: il suo modo di analizzare le realtà sociali è semplice e insieme molto profondo,
capace di specchiare realtà globali anche con una semplice frase o gesto.
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«Verso Sud», il sesso come potere
Dopo
un anno dalla presentazione in concorso a Venezia, esce nelle sale italiane il terzo film del regista francese Laurent Cantet: Verso Sud. Solo apparentemente Cantet si sposta,
con questa opera, dai temi cari alla sua giovane cinematografia. Le relazioni
di classe e i sistemi di potere definiscono sempre l'oggetto della sua ricerca,
che sia centrato sul mondo del lavoro (come avviene in Risorse
umane e A tempo pieno, sindacato e lavoro nella Francia contemporanea) o
sul rapporto tra i sessi. Sorta di Emmanuelle senile,
Vers le sud di Laurent Cantet, presentato a Venezia 2012, mostra la faccia
triste delle Americhe. L’apparenza erotica del turismo femminile ad Haiti cela
la sostanza socio-politica del dramma neocoloniale. Siamo infatti nella Haiti di circa trent’anni fa, quella di Duvalier e dei suoi
scherani, i Tontons Macoute. Sulle spiagge convengono, indifferenti,
un’americana della Georgia ex
schiavista (Karen Young), un’inglese che
insegna francese nell’emancipata New York della rivoluzione sessuale (Charlotte Ramplìng) e una paffuta canadese francofona
(Louise Portal). »
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Alla
fine degli Anni 70, per ritrovare l'amore carnale nella giovinezza, bellezza e
virilità degli amanti neri, tre donne mature americane arrivano a Tahiti ancora
governata dal regime violento del figlio di Duvalier. Abitano all'Hotel Petite
Anse in bungalow sulla bellissima spiaggia bordata di verde e di palme, sul
bellissimo mare, e non hanno paura di nulla: «Un turista non muore mai». »
Caro Gabry
RispondiEliminaGià inviato ad aprile, vorrei una risposta, grazie!
“Sono Lucia Libovi sempre ossessionata dai tuoi post sul sesso e la Bibbia. Prendo a prestito il caso di Lot e le figlie Splendido il corredo iconografico per ciascun personaggio. Hai cercato nella Storia Sacra i migliori artisti. Ma insinuare l’incesto in un libro sacro è troppo forte. Ho cercato sui testi in rete ma la realtà è sempre la stessa. Ci sono dei soggetti e dei temi che nel corso dei secoli, o magari in certi particolari periodi sono stati utilizzati dagli artisti per dei, diciamo così, secondi fini. Il concetto è sempre più o meno il solito: nei secoli passati gli artisti non potevano rappresentare liberamente soggetti erotici o comunque contrari alla morale cristiana dominante e perciò lo facevano utilizzando dei sotterfugi e dei pretesti. In pratica ogni occasione era buona per farlo, bastava trovare il soggetto giusto. Per esempio l’episodio biblico di Lot e delle sue due figlie si prestava particolarmente e non a caso veniva utilizzato di frequente per rappresentare quello che non si sarebbe potuto rappresentare. Per prima cosa ecco in sintesi la storia che si trova nel libro della Genesi (non è peraltro l’unica con risvolti scabrosi). Lot fu l’unico abitante di Sodoma, assieme alle due figlie, che si salvo dalla distruzione della città punita per la malvagità dei suoi abitanti. I tre si rifugiarono in una caverna. Dopo qualche tempo le due figlie cominciarono a desiderare di avere dei figli, ma visto che nella regione non c’era più nessun uomo ad eccezione del padre, decisero di farlo ubriacare e poi di accoppiarsi con lui per avere una discendenza. Ovviamente dei vari momenti della vita di Lot questo fu uno dei più gettonati dai pittori. Il punto è che in molti casi gli artisti sfruttarono questo ghiotto pretesto per raffigurare corpi nudi e riferimenti più o meno espliciti all’atto sessuale. In linea di massima lo schema è sempre il solito: sullo sfondo si vede la città di Sodoma in fiamme, mentre in primo piano appaiono Lot con una o con tutte e due le figlie nell’atto di gozzovigliare con brocche di vino bene in evidenza. Di solito le due donne sono in abiti discinti, o talvolta senza nulla addosso. Poi ci sono artisti che si spingono oltre come Albrecht Altdorfer o Hendrik Goltzius che non ci nascondono quasi nulla ed anzi direi che ne approfittano per dare sfogo ai loro bassi istinti. Addirittura i Musulmani credono che Lot sia un profeta, al contrario degli ebrei e dei cristiani. La notizia che Lot abbia fatto concepire le proprie figlie in stato di ebbrezza (Genesi 19,30-36) non è menzionata nel Corano, anzi la si considera una calunnia. Il Corano dice che dal popolo di Lot erano state bandite e avevano insistito alla pratica omosessuale. Mi chiedo perché inserire nel Libro Sacro un episodio così abominevole. Non serve nemmeno per le popolazioni che si crearono dalla progenie dei bambini nati dalle 2 perverse sorelle. Come vedi ti leggo sempre anche se sei pieno di nudi e di gossip. Eppure tu sei come sei, e io ti voglio così. Continua, ti voglio bene! Lucy56”
Caro Gabry,
RispondiEliminasono Antonietta Ruggiero, ti inoltro un mio commento cui ancora non hai fatto cenno. Lo so siamo in tanti, ma vorrei vedere almeno un tuo scritto!
“Lavoro nella pubblicità in un centro del napoletano e di blog simili ne leggo quasi 100 al giorno. Tu sei ancora intatto, anche se non di primo pelo. Raccogli tutto ciò che riguarda l’amore, l’eros, la passione e si vede. Anche l’accuratezza delle situazioni. Il tuo blog non è preciso e referenziale. Non usi le tecniche che i nostri esperti adottano per accattivare i navigatori della rete. Stile asciutto, essenziale, che bada solo ad un aspetto: l’amore! Ecco perché lo leggo. Tu non devi imbrigliare nessuno. Di blog costruiti per la pubblicità ne vedo a migliaia. Ti leggo come un diario. Un libro di emozioni. E non da tanto. La foto è vera, telo dico io e tu sei autentico, non sai barare. Osservo quello che dici come se fosse un romanzo, dove accanto a una biologia asettica, ci sono pensieri immortali. Continua, mi piaci. Auguri. Non sono una ragazzina e non faccio complimenti sull’uomo, ma se dovessi incontrarti ne sarei affascinata. Mi fai vibrare con la lettura. Figurati …. Il resto! In bocca al lupo. Antonietta57”
Gabry sono Angelo Martini,
RispondiEliminaun Neurologo con la passione per la linguistica. Mi affascina il tuo variopinto Blog, fatto di Manifestazioni affettive (vedi amore) Studi linguistici (vedi area Broca) Studi letterari e artistici, Psicologia, Anatomia funzionale, Settima arte ecc Praticamente una specie Omnia sull’amore umano! Quando accendo il PC spesso faccio una capatina da te e ne esco sempre meravigliato! Come fai a gestire 150.000 presenze? Vorrei vedere come lavori! Il mio Blog è così di nicchia che riguarda solo il mio lavoro. A volte non ci entro nemmeno io. Dammi, se vuoi, il tuo tel voglio sentirti! Ciao Angelo50