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sabato 31 agosto 2013

Masters e Johnson, la rivoluzione sessuale








Masters e Johnson e la rivoluzione sessuale







Se oggi parliamo con disinvoltura di disfunzioni sessuali, di clitoride e di orgasmi, è solo grazie al lavoro di William Masters e Virginia Johnson.







Virginia Johnson è venuta a mancare lo scorso 25 luglio, all’età di 88 anni: era considerata una delle scienziate più influenti del secolo scorso, in quanto fu la prima donna ad interessarsi di sessuologia a livello scientifico, insieme al marito e collega William Masters. I due studiosi crearono infatti le basi su cui poté nascere la “rivoluzione sessuale” negli anni sessanta, cioè quell’evento socio-culturale che riuscì a modificare le abitudini sessuali in tutto il mondo occidentale. 







William Masters e Virginia Johnson, icone della rivoluzione sessuale








Prima di loro si era distinto nella ricerca sessuologica solo il lavoro di Alfred Kinsey, svolto negli anni Trenta e Quaranta. Kinsey, per studiare la sessualità, si era servito solo di questionari, mentre Masters e Johnson fecero un salto di qualità, studiando l’attività sessuale in situazioni di laboratorio, attraverso l’uso di strumenti tecnologici per misurare le reazioni fisiologiche durante l’orgasmo. I dati sulla sessualità non venivano più dunque semplicemente riferiti dagli interessati, ma essi venivano studiati attraverso l’osservazione diretta, nel coito e nell’autoerotismo (circa 10.000 osservazioni cliniche della fase orgasmica, su 382 donne e 312 uomini fra i 18 e gli 89 anni). Attraverso un poligrafo venivano registrati numerosi dati, come il battito cardiaco, l’attività cerebrale e il metabolismo. 







William Masters e Virginia Johnson, icone della rivoluzione sessuale







Vennero anche creati strumenti tecnologici ad hoc per compiere le ricerche, come nel caso del fallo mobile in plexiglas con telecamera incorporata, chiamato “Ulisse”. Queste loro ricerche durarono in tutto circa 11 anni. Se Kinsey aveva dunque turbato i suoi lettori raccontando che anche le donne si masturbavano, Masters e Johnson stupirono i loro, spiegando che il livello massimo di eccitazione sessuale femminile lo si raggiunge durante la masturbazione e non durante il coito, dal momento che l’organo principale del piacere nella donna è il clitoride e non la vagina (anche se la vagina è un organo sensibile che risponde alla stimolazione sessuale e che, insieme al clitoride, consente la risposta sessuale femminile). I due studiosi spiegarono che “la femmina umana spesso non è soddisfatta di una sola esperienza orgasmica negli episodi di auto manipolazione del clitoride. 







William Masters e Virginia Johnson, icone della rivoluzione sessuale







Se non vi è una tensione psicosociale che viene a reprimere l’eccitazione sessuale, molte donne mature possono godere di tre, quattro esperienze orgasmiche, prima di raggiungere un apparente senso di appagamento”. La sessualità femminile dunque, in seguito a queste osservazioni, risultava essere, per le potenzialità orgasmiche e la complessità degli organi interessati al piacere, superiore o quanto meno uguale a quella maschile. Questo concetto fu utilizzato dalle femministe per rivendicare il loro diritto alla sessualità e al piacere sessuale. (Peraltro, la stessa definizione di risposta sessuale “umana” implicava un riconoscimento di parità fra i generi). Nella terapia sessuale, Masters e Johnson enfatizzarono il possibile trattamento dei sintomi, superando così la visione freudiana, teorica e clinica, che riteneva i disturbi sessuali come una conseguenza di uno sviluppo psicosessuale problematico. 







Virginia Johnson, icona della rivoluzione sessuale








I due sessuologi non avevano la stessa formazione di base. Masters infatti era un ginecologo (si interessava di terapia ormonale sostitutiva nelle donne in post menopausa) presso la Washington University, a St Louis, mentre la Johnson non aveva titoli accademici, ma solo intelligenza, spigliatezza e buona volontà. William Masters aveva iniziato i suoi studi sull’attività sessuale negli anni cinquanta, osservando il comportamento di persone (uomini e donne) dedite alla prostituzione. Il suo interesse nasceva dal fatto che la funzione sessuale era all’epoca l’unica a non essere stata ancora studiata. 








William Masters e Virginia Johnson, icone della rivoluzione sessuale








Ad un certo punto però il Dottor Masters sentì l’esigenza di avere una collaboratrice donna per continuare le sue ricerche (anche a causa di una sua introversione, che non gli permetteva di relazionarsi positivamente con le persone che intendeva studiare). Nel 1957 la sua scelta cadde su Virginia Johnsonquando egli la assunse come assistente di ricerca presso il Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dell'Università di Washington a St. Louis. Virginia lo colpì per la sua intelligenza, maturità ed estroversione. La Johnson, quando incontrò Masters, si era appena iscritta alla facoltà di sociologia ed era pluridivorziata (aveva sposato un politico del Missouri, matrimonio che durò due giorni, poi un avvocato più anziano di lei ed infine, nel periodo 1950-1956, George Virgil Johnson, da cui prese il cognome, un musicista dal quale ebbe due figli). In passato la Johnson era stata pianista e cantante di musica Country, con il vero nome di Virginia Eshelman, o con il nome d’arte di Virginia Gibson. Da collaboratrice, nel senso di segretaria, in poco tempo la Johnson divenne Collaboratrice scientifica del Dr. Masters e poi sua moglie (nel 1971). 








William Masters e Virginia Johnson, icone della rivoluzione sessuale








La leggenda vuole che i due abbiano fatto sesso insieme, subito dopo aver iniziato la collaborazione, su richiesta di lui, “per comprendere meglio tutto quello che poi avrebbero appreso durante l’osservazione”. L’esperienza sessuale, secondo la ricerca di Masters e Johnson, consta di 4 fasi: fase di eccitazione, fase di plateau, orgasmo e risoluzione; questi risultati cominciarono ad essere pubblicati su riviste scientifiche nella metà degli anni Sessanta, ma la notorietà arrivò con il libro “La risposta sessuale umana” (1966), scritto in freddo linguaggio medico e pubblicizzato solamente fra gli addetti ai lavori, ma che divenne subito un best seller, vendendo più di 500.000 copie in pochi mesi. Nel 1970 i due ricercatori pubblicarono un secondo libro: “Inadeguatezza sessuale umana” in cui si occupavano di disfunzioni sessuali, maschili e femminili (in particolare l’eiaculazione precoce e la disfunzione erettile nell’uomo e l’anorgasmia nelle donne), creando così le basi per la moderna scienza sessuologica. 








William Masters e Virginia Johnson, icone della rivoluzione sessuale








Il merito principale di queste ricerche è stato indubbiamente quello di rendere l’aspetto fisico della sessualità un argomento di studio, di cui si poteva parlare apertamente; il secondo merito è stato quello di aver approfondito la conoscenza della sessualità femminile, dimostrando che anche le donne hanno desiderio e eccitazione sessuale ribaltando completamente la concezione freudiana, per cui non aveva fondamento scientifico la visione dell’orgasmo clitorideo come “immaturo” rispetto a quello vaginale, che era invece quello “normale”. Il lavoro dei due sessuologi è stato anche molto criticato, specialmente quando la coppia rivolse le sue osservazioni alla sessualità omosessuale e alle relative terapie messe a punto nel periodo 1968-1977 presso il Masters and Johnson Institute, di cui erano fondatori e co-direttori. 








William Masters e Virginia Johnson, icone della rivoluzione sessuale








I due sessuologi definirono infatti un programma per rendere eterosessuali dei soggetti omosessuali (strano, ma vero, la famigerata “terapia di conversione” l’hanno inventata loro!) Queste teorie furono pubblicate nel libro Omosessualità in prospettiva, un libro criticato sia dal punto di vista etico che clinico. A questo flop ne seguì un altro: il libro di Masters e Johnson sull’epidemia di AIDS, di cui si sapeva ancora pochissimo, Crisi: Comportamento eterosessuale al tempo dell’AIDS (1988) fu giudicato inaccurato ed eccessivamente allarmista. A questo punto la comunità medica sembrò rivoltarsi contro i due pionieri della sessuologia e, di conseguenza, anche i pazienti cominciarono a diminuire, mettendo in crisi il Masters and Johnson Institute ed anche la loro vita di coppia. 








William Masters e Virginia Johnson, icone della rivoluzione sessuale








Il loro matrimonio terminò infatti nel 1992, quando Masters decise di lasciare Virginia per sposare una vedova che lui, a seguito di un flirt estivo avvenuto nel 1938, considerava l’unico vero amore della sua vita. Altre ricostruzioni dicono che la Johnson fosse stanca di pensare sempre al lavoro e che, al contrario del marito, preferisse godersi la famiglia e il tempo libero. I due rimasero sempre in buoni rapporti e continuarono a collaborare insieme, ma la loro separazione fu sicuramente clamorosa: dopo aver condotto personalmente terapie di coppia a tantissime coppie con problemi sessuali, dopo aver formato schiere di terapeuti della coppia, ora anche Masters e Johnson si separavano… 








William Masters e Virginia Johnson, il film inchiesta








Come dichiararono in un’intervista, i due sessuologi si divertirono molto al pensiero che la gente potesse pensare che loro stessi avessero avuto un problema sessuale. Il Masters and Johnson Institute fu chiuso (1994), e Virginia Johnson si mise in proprio nel Virginia Johnson Masters Learning Center a Creve Coeur, nel Missouri, nel quale continuò a studiare le disfunzioni sessuali. William Masters morì nel 2001, a 85 anni dopo essersi ammalato di Parkinson. La coppia ha avuto anche due figli (uno dei quali è stato recentemente protagonista di uno squallido fatto di cronaca). A parte le luci e le ombre su questi due scienziati, di una cosa possiamo essere comunque certi: se oggi parliamo con disinvoltura di disfunzioni sessuali, di clitoride e di orgasmi, è solo grazie al lavoro di William Masters e Virginia Johnson. In America, a Settembre, verrà trasmesso un film special sulla più famosa coppia di sessuologi del mondo, dal titolo “Master of sex“: speriamo di poterlo vedere presto anche in Italia.




William Masters e Virginia Johnson, il film inchiesta


4 commenti:

  1. Gabry mi dai una risposta su quanto ti comunico?
    “Avidi di novità e pronti ad esplorarle, temerariamente proiettati verso l'esterno, o timorosi, prudenti e timidi? Due tipologie di temperamento opposte, che oggi sappiamo dipendere dalla grandezza del cervelletto. La prima categoria ce l'ha particolarmente sviluppato, la seconda di dimensioni sensibilmente minori. Almeno questo è il risultato di uno studio realizzato da ricercatori dell'I.R.C.C.S. Fondazione S. Lucia e dell'Università "Sapienza"di Roma che "certifica" come il cervelletto giochi un ruolo chiave nella determinazione e delle differenze individuali di personalità.”
    Sei d’accordo? Mi puoi fornire le tue capacità di biologo? Tvb Lucia Di Dato
    I miei dati ID e Password li conosci!

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Gabry, sono Anna Stabile, una nuova cattura del tuo Blog, che ritengo sublime! Mai vista tanta dovizia di particolari e precisione nei commenti! Traccia un po’ il pensiero di Andrea Cappellano.
    Tu sai che Andrea Cappellano (1150 – 1220) è stato un religioso francese. Quello che ti espongo presumo sia il suo pensiero. Che cosa dici al riguardo? Lui riteneva che i presupposti del “De Amore” fossero:
    1 Il vassallaggio nel rapporto d'amore e la relativa subordinazione del cavaliere alla sua dama.
    2 Il vero rapporto amoroso deve avere sempre luogo fuori dal matrimonio.
    Sono ancora validi questi schemi, che a suo tempo anticiparono l’Amor Cortese?
    Rispondi, grazie. Anna64

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  4. Gabry sono Rebecca Baldi. Grazie per aver pubblicato parte del mio lavoro su Gesù!

    “Gesù di Nazaret era sposato? Molto probabilmente no. Praticava il celibato? Quasi sicuramente sì, vista la sua vicinanza alla setta ebraica degli esseni. Ma che amasse le donne è un fatto accertato dagli storici: non solo le amava come persone, ma riconosceva loro anche dignità e rispetto. Secondo la teologa americana Elisabeth Schussler, che ha approfondito forse più di tutti i rapporti fra Gesù e il sesso femminile, le donne di oggi devono sapere che il primo femminista fu, oltre 2 mila anni fa, proprio lui, il Messia.”

    Parecchi mi inviano mail e comunicazioni sul lavoro. Puoi pubblicarne un altro mentre mi organizzo? Tvb Rebecca67

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