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giovedì 1 agosto 2013

Frine, la più famosa delle etere greche!








“ Ebbene, aggiunse il suo difensore, approfittando del successo del corpo nudo di Frine – se lei è colpevole, chi di voi, Ateniesi, oserà condannare a morte ciò che la natura ha fatto di già bello? Osate guardare colei di cui volete versare il sangue, e se ci riuscite, dimenticate di essere uomini. ”




Frine notizie generali - Il nome proprio di Frine era Mnesarete mentre Frine era un soprannome che significava "guance dorate". Frine era originaria di Tespie, in Beozia; verosimilmente la sua famiglia era emigrata ad Atene nel 371 a.C., l'anno in cui Tebe distrusse Tespie e ne espulse gli abitanti, non molto tempo dopo la battaglia di Leuttra. 







Il processo di Frine  - Carlo Adelio Galimberti  - dettaglio







La famiglia di origine era molto povera e Frine si adoperava per il proprio sostentamento con la raccolta dei capperi. La sua bellezza le procurò in seguito grandi ricchezze tanto che si dice che si sia offerta di finanziare la ricostruzione delle mura di Tebe, dopo che erano state distrutte da Alessandro Magno, purché sulle stesse mura fosse stata apposta questa scritta: «Alexander le distrusse; Frine, l'etera, le rifece». Frine ebbe molti ammiratori importanti fra i quali Filippo II e Alessandro Magno. Uno dei suoi amanti fu l'oratore Iperide che verso il 347 a.C. la difese davanti agli Eliasti dall'accusa di empietà per aver presieduto delle cerimonie per una nuova divinità dionisiaca (Isodaite). 







James Pradier (1790-1852) fusione in bronzo 1845 - Frine si denuda al processo - Louvre







Secondo una tradizione tarda, vedendo che le sue parole non erano sufficienti a commuovere i giudici, Iperide denudò il corpo di Frine ottenendone l'assoluzione. Verso il 365 a.C. iniziò una relazione con lo scultore Prassitele il quale la ritrasse in due statue, una posta nel santuario di Delfi, l'altra a Tespie; ques'ultima opera fu regalata alla città natale dalla stessa Frine








Gustave Boulanger - Frine 1850







Frine notizie generali altra fonte - Cortigiana greca, vissuta nel sec. IV a. C. Era nativa di Tespie in Beozia e il suo vero nome era Mnesarete: sembra che il soprannome di Frine "rospo" le sia stato dato per il suo colorito pallido. Verosimilmente venne ad Atene poco prima del 370, dopo la distruzione di Tespie da parte dei Tebani: doveva essere allora giovanissima. Verso il 365 si pone la sua relazione con Prassitele; l'artista la ritrasse in due statue, delle quali una era nel santuario di Apollo a Delfi, l'altra a Tespie accanto all'Afrodite e all'Eros pure di Prassitele; 








Elias Robert (1821-1874). Frine - Marmo, 1855. Facciata nord della Cour Carrée del Louvre






F. stessa aveva donato questa ultima statua alla sua città natale, dopo averla astutamente ottenuta dall'artista. Ha tutta l'apparenza di una leggenda la notizia secondo cui F. sarebbe servita di modello per l'Afrodite Cnidia, e così pure quella per cui avrebbe ispirato anche l'Afrodite Anadiomene di Apelle. Il fatto più famoso della sua vita è il processo in cui fu difesa da Iperide: verso il 347 (secondo una probabile congettura di P. Girard) fu accusata di aver costituito un'associazione illecita di uomini e di donne per il culto di una nuova divinità (Isodaite). 







Frine - Artur Grottger (1837–1867)







La causa d'empietà svoltasi davanti agli Eliasti si chiuse con un ben noto episodio: Iperide - secondo altri l'atto sarebbe stato compiuto da F. stessa - vedendo che le sue parole non erano sufficienti a commuovere l'animo dei giudici, denudò il corpo della sua cliente, ottenendone così l'assoluzione. Questa tradizione è stata giustamente revocata in dubbio dal Girard.








Frine, cortigiana d'oriente - Elena Kleus e Mario Bonnard - 1953







Frine cortigiana d’oriente  è un  film  italiano  del  1953  diretto da  Mario Bonnard  su  sceneggiatura dello stesso Bonnard e di Bruno Baratti.
Trama 
Nel IV secolo a.C. durante i primi anni di governo di Alessandro Magno, nella città greca di Tebe il reggente Osco ordina di distruggere la famiglia della bella ragazza Frine con l'inganno. Il soldato Lamaco assieme ad altri entra in casa della ragazza e poi accusa la famiglia di aver rubato una preziosa collana dal tempio di Demetra. Per questo madre e padre di Frine vengono arsi vivi, mentre la ragazza viene sbattuta in prigione. Lamaco, tradito dal padrone Osco, fugge via. 







José Frappa (1854-1904) - Frine si toglie la vestaglia e mostra i seni di fronte alla giuria. 







Dopo varie peripezie Frine riesce a fuggire dalla grinfie di Osco ma viene catturata da una donna in un bosco che la porta assieme ad altre fanciulle ad Atene per vendere al mercato. Fortunatamente da quelle parti stava passando Lamaco, ora deciso a cambiare vita, e questi, vedendola, decide di salvarla, acquistandola e facendola lavorare dignitosamente in un bordello di prostitute destinate ad allettare i politici e la gente d'alto rango. Nel frattempo Alessandro con il suo esercito ha saccheggiato Tebe, dato che si era dimostrata contraria al suo progetto di espansione per rendere Grecia e Macedonia una sola unità. 







Louis Chalon - Frine alle feste di Venere







Passato un anno dal rapimento di Frine, la ragazza è diventata veramente abile nella sua arte ed è la prostituta più richiesta della città. Tuttavia accade che un giorno uno straniero giovane e bello di nome Iperide la incontra e se innamora perdutamente dopo un breve colloquio. Per istigare la ragazza a seguirlo, l'uomo le ruba pure una preziosa collana. Frine in primo momento si mette alla ricerca del giovane, dopodiché, venuta al corrente della triste sorte di Tebe, decide di far ricostruire le mura della città con scritte alla porta tali parole: "A Tebe, distrutta da Alessandro il Macedone, amante di Frine". 








Frine alle feste di Poseidone a Eleusi - Henryk Siemiradzki 







La reazione degli arconti è di profondo scandalo e la ragazza viene arrestata durante i riti eleusini in onore della dea Demetra. Trascinata davanti all'areopago (tribunale di allora) da Lamaco, ora ridivenuto suo nemico, senza che Frine si fosse mai accorta dei suoi loschi progetti, la sorte di Frine pare che stia per capitolare quando giunge di nuovo sulla scena Iperide, pronto a dimostrare il contrario sul conto della condannata. Infatti il giovane, raccontato ai giudici del tradimento di Lamaco quando era sotto il potere di Osco, grazie alle testimonianze di alcuni superstiti tebani, riesce a far assolvere Frine e a far condannare Lamaco. 







Frine ai bagni pubblici come Venere -  Demostene schernito da Eschine - Joseph Mallord William Turner  1838 - particolare








Finalmente la città di Tebe può essere ricostruita con l'iscrizione: "A Tebe, città distrutta da Alessandro Magno e rifondata dalla grandezza d'animo del popolo".

Aneddoti su Frine - Una bellezza leggendaria, tanto da aver colpito al cuore il più grande degli scultori greci dell’antichità classica, Prassitele. Una bellezza così sfolgorante da essere assimilata,dai suoi contemporanei, a quella della dea Afrodite. Frine era la donna più ammirata dei suoi tempi, e finì per diventare la modella sia di Prassitele che di Apelle, il pittore caro agli dei, colui che un giorno dipinse un quadro con dell’uva così realisticamente che uno stormo di uccelli si fermò per beccarne gli acini. 







Jean Léon Gérôme - Frine messa a nudo davanti all'Areopago (1861)







Nata nel 360 Ac in Beozia, Frine giunse ad Atene, dove si mise immediatamente in mostra, e non soltanto per la sua bellezza. In città la sua grande capacità e proprietà di linguaggio, le sue doti di intrattenitrice, divennero proverbiali, tanto che la fama della cortigiana crebbe i maniera esponenziale. Con la fama, arrivò anche la ricchezza, che le permise di scegliersi gli amanti che preferiva. Plutarco racconta che era così ricca che si fece scolpire una statua, a grandezza naturale, in oro; un’esagerazione, probabilmente, ma che rende la misura della sua fama e della sua ricchezza. Tuttavia, la sventura era dietro l’angolo E si presentò sotto forma di un processo per empietà. Pare che Frine, in combutta con alcuni uomini e donne della città, avesse creato un’associazione segreta dedita a riti orgiastici e al culto di una nuova divinità. 







Ferdinand Lepcke - Frine







Così Frine venne processata, e sarebbe stata condannata di sicuro a morte se il suo difensore, Iperide, non avesse avuto un lampo di genio. Si avvicinò alla cortigiana e le strappò un lembo del vestito, scoprendone il seno; ecco come racconta l’episodio Mercier de Compaigne “questo spettacolo inatteso produsse in tutta l’assemblea una specie di delirio; sembrò di vedere Venere stessa, che sotto spoglie mortali aveva lasciato Cipro e Amatonte per ricevere l’omaggio dei Greci e chiedere la grazia per l’accusata. La gravità dei giudici lasciò il posto al fascino vincente della meraviglia, del piacere e dell’ammirazione. La bocca non trovava l’espressione per rendere il sentimento, ma il silenzio e l’avidità degli sguardi, un grido generale di simpatia e di compassione – tutto completò il trionfo di Frine. 







Frine - Palazzo Achilleion (Corfù)







Era supplicante, piangente, curva sotto il peso dell’accusa: ma compare un seno, ed ecco che torna la speranza, lei comanda da padrona, sottomette chiunque pose gli occhi su di lei: “Ebbene, aggiunse il suo difensore, approfittando del successo del suo stratagemma – se lei è colpevole, chi di voi, Ateniesi, oserà condannare a morte ciò che la natura ha fatto di già bello? Osate guardare colei di cui volete versare il sangue, e se ci riuscite, dimenticate di essere uomini.” Così disse, e l’Aeropago, dimenticando il suo carattere augusto, riacquistò unanimemente il senso di umanità. Frine fu dichiarata innocente e portata in trionfo. Nulla si sa della sua vita successivamente al processo, se non una serie di maldicenze, alcune legate all’indubbia perfidia con cui trattò molti uomini.








Frine, cortigiana d'oriente - Elena Kleus e Mario Bonnard - 1953







Aneddoti su Frine 2 - Una delle più celebri cortigiane dell’antica Grecia, nativa di Tespia in Beozia e nata intorno al 328 avanti Cristo. Questa, almeno, è quella più nota, perché Apollodoro ci narra che ce ne furono due, e Quintiliano attribuisce a un’altra. Si tratta di questo. Frine era stata accusata d’empietà e il suo avvocato, Iperide, vedendo vani gli sforzi della sua eloquenza, le suggerì di commuovere i giudici scoprendosi loro in tutta la sua bellissima nudità (altri parla appena del seno): è forse altrettanto inutile dire che Frine fu assolta quanto che l’avvocato era perfettamente a conoscenza di quello che suggeriva, essendo da tempo l’amante prediletto di lei








Frine, cortigiana d'oriente - Elena Kleus e Mario Bonnard - 1953






Di umilissima origine, la Frine di Tespia – la sola che ci è veramente nota — divenne ricchissima e a tal punto che si vuole si dichiarasse pronta a riedificare le mura di Tebe distrutte da Alessandro il Grande, a patto che vi si ponesse la 5 iscrizione: “Alessandro distrusse, Frine l’etera riedificò”. Un altro aneddoto, celebre quanto quello del famoso gesto, è che, trovandosi Frine a un convito in mezzo a molte donne imbellettate ed essendosi — come accade — bandita una gara per la e “reginetta della festa”, ella costringesse le concorrenti a lavarsi il viso al parli di lei e vincesse facilmente la gara con la pura freschezza del suo volto. Fra gli infiniti suoi amanti, nel secolo che fu di Filippo e di Alessandro — si dice che furono più di mille — il più famoso sembra Prassitele; il quale le aveva promesso in dono la sua statua più bella, ma non si decideva mai a sceglierla e a donargliela. 








Frine, cortigiana d'oriente - Elena Kleus e Mario Bonnard - 1953







Frine ricorse allora all’astuzia: mandò a dire a Prassitele che il fuoco s’era appiccato alla sua casa e che quasi tutte le statue erano già investite dalle fiamme: salvasse dunque almeno le migliore e Prassitele indicò il Satiro e il Cupido, che dovette poi donare all’amica con un epigramma amoroso. Il quale Prassitele scolpi le fattezze della sua bellissima amante nella sua Venere Gnidia. Quanto ad Apelle, si vuole che una delle sue famose pitture, la Venere Anadiomene, fosse l’immagine di Frine quando, in una pubblica festa ad Eleusi, entrò in mare ignuda e coi capelli sciolti (contributo all’estetica femminile dei capelli lunghi; ma s’aggiunga che Frine era bionda). Infine, tanta fu l’ammirazione per questa donna che in Delfo fu collocata una statua di lei d’oro puro sopra una base di marmo pentelico. 







Marie Bouliard - Aspasia di Mileto 1794







Terminiamo con un altro aneddoto, che da qualcuno è però attribuito a Laide. La cortigiana aveva scommesso che avrebbe vinto la castità del filosofo Senocrate, e una sera, dopo averlo fatto bere come si conviene, andò a coricarsi con lui, stimolandolo con ogni suo mezzo. Invano, il filosofo era più freddo del marmo. All’indomani compagni pretesero il pagamento della scommessa: al che Frine rispose: “lo non vi debbo nulla, avendo scommesso che avrei riscaldato un uomo e non una statua”. Morì a cinquantacinque anni e, a quanto si dice, era ancora ricercata moltissimo!


3 commenti:

  1. Gabry, sono Maria De Angelis, ti ho già detto che apprezzo il tuo blog sull’amore. A marzo scorso mi sono sprecata dicendo che è equilibrato, tocca la psiche, la socialità, la passione, l arte e la scienza. Ripeto che tutto viene trattato con gusto ed equilibrio, rigore e professionalità, ma sempre con quella leggerezza che non sfocia mai nella pedanteria. Rischio di ripetermi, di solito i blog e i siti sull’amore o sono scientifici o sdolcinati, cioè o ermetici chiusi nella disciplina medico - psichica o mielosi - evanescenti al limite del gossip. Ora però devo dire che mi sei leggermente antipatico mentre prima mi eri simpatico. Scherzo, tutto per dire che non mi rivolgi una riga! Ma tant’è con centocinquantamila occhi addosso non sai dove guardare. Sono malignetta? No è che oggi è il mio giorno no e, forse non mi sento capita nemmeno da te, che adoro. In autunno ti mando degli scritti e ne vedrai delle belle! Ti bacio. Maria65


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  2. Gabry sono Giusy Dandolo! A marzo scorso detti un consiglio a quel “tuo amico” che si era imbattuto in quella specie di Mata Hari! Che fine ha fatto? Non ne hai più parlato. Volevo sapere se gli avevo dato un giusto consiglio. Ripeto: Non so se mi legge, ma lo invito a ragionare. Che si aspettava da una che ha decine di storie ed è sempre sposata? Una che non ha mai amato e che non si è mai messa in discussione? Una che gioca coi sentimenti ma va a letto con tutti? Non sono moralista, ma questo non è amore, è solo “cazzi propri” va bene tradire per amore o per curiosità, ma tradire per vizio mai. Lo dice pure il diavolo, errare è umano perseverare è diabolico! A te un mondo ci baci. Auguri. Ciao Giusy66

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  3. Caro Gabry,
    sono Debora, scrivo Severino per distinguermi da altre “Debore” Sto rileggendo i tuoi "pensieri e parole" sul tuo blog dell’amore. Ora è diverso, ti conosco! Ripeto la mia prima impressione del marzo scorso: - Sono bellissimi, me ne sono innamorata a "prima lettura". A chi sono dedicati? In tutta la vita, 3 fidanzati e 1 marito, che ora non c’è, non ho mai avuto o letto una roba così! Non sono ricercati, ma immediati che colpiscono dentro. Sono l’espressione di una vena poetica, che scoppia nella mente. Nessuno nota tanti dettagli in una donna! Mi fai star male! Il solo pensiero che appartengono a qualcuna mi rende livida di gelosia. Il pensiero che ci sia una fortunata che possa essere fatta oggetto di un sentimento così profondo mi fa rimanere senza parole! E' una donna bellissima? Una santa? No i dettagli del suo corpo sono troppo evidenti! Sono curiosa di sapere chi è, ci sono troppe descrizioni sensuali, ma la persona per me è la stessa! Quando esco con mio padre parlo spesso di te e delle tue assenze - presenze! Debora68

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