L’intensa femminilità nelle tele di Jean Leon Gerome
Jean-Léon
Gérôme (Vesoul, 11 maggio 1824 – Parigi, 28 gennaio 1904) è stato un pittore e scultore francese.
Si oppose al movimento impressionista
iniziato da Monet
e Manet
continuando a sviluppare e conservare il neoclassicismo
francese.
Le sue opere sono principalmente di tema storico, mitologico e orientalistico portando la tradizione dell'Impero francese ad un climax.
Le sue opere sono principalmente di tema storico, mitologico e orientalistico portando la tradizione dell'Impero francese ad un climax.
Biografia
Nel 1841 si trasferì a Parigi per
frequentare l'Académie Julian, dove studiò sotto Paul
Delaroche che lo accompagnò in Italia nel 1844-1845. Al suo ritorno lo
seguì, come altri allievi di Delaroche, nell'atelier di
Charles Gleyre. Nel Salon del 1847 espose l'opera Combat de
coqs con la quale si guadagnò la medaglia di terza classe. Questo
lavoro fu visto come una summa del movimento neoclassico
formatosi fuori
dall'atelier di Delaroche e fu difeso dal critico francese Theophile
Gautier. La Vierge, L'enfant Jésus et St-Jean, Anacréon e Bacchus
et l'Amour presero la medaglia di seconda classe nel 1848. Espose Bacchus
et l'Amour ivres, Intérieur grecand Souvenir d'Italie, nel 1851; Vue de Paestum
nel 1852 e Idylle
nel 1853.
Partecipò all'Esposizione universale del 1855 con Pifferaro, Gardeur de troupeaux, Concert russe e una grande tela rappresentante Le siècle d'Auguste et la naissance de Jésus-Christ. Nel 1854 Gérôme iniziò un viaggio in Turchia e lungo le sponde del Danubio e nel 1857 visitò l'Egitto.
Partecipò all'Esposizione universale del 1855 con Pifferaro, Gardeur de troupeaux, Concert russe e una grande tela rappresentante Le siècle d'Auguste et la naissance de Jésus-Christ. Nel 1854 Gérôme iniziò un viaggio in Turchia e lungo le sponde del Danubio e nel 1857 visitò l'Egitto.
La fama di Gérôme aumentò molto dopo
il Salon del 1857,
per una serie di lavori che trattavano temi molto più popolari: La Sortie du
bal masqué, Le Duel de Pierrot, Egyptian Recruits crossing the
Desert, Memnon and Sesostris e Camels
Watering, il disegno che fu criticato da Edmond
About.
Ne La
morte di Cesare del 1859 Gérôme provò a riprendere un tema più austero, ma il dipinto
deluse le aspettative del pubblico. Poi Frine
davanti all'Areopago, Le Roi Candaule e Socrate trova Alcibiade nella casa di Aspasia 1861 diedero scandalo
per
colpa dei soggetti scelti e il suo lavoro fu demolito dalle aspre critiche
di Paul de Saint-Victor e Maxime
Du Camp. Nel Salon di quell'anno esibì The Egyptian chopping Straw,
e Rembrandt biting an Etching, due opere lavorate davvero molto
finemente.
Dal 1862 le sue tele
conobbero una maggiore diffusione, specialmente a causa del suo matrimonio con
Marie Goupil, la figlia di Adolphe Goupil, un editore d'arte rinomato. In quel
periodo dipinse numerose
scene storiche come Louis XIV et Molière (1863), Réception des
ambassadeurs du Siam à Fontainebleau (1865) e La mort du
Maréchal Ney (1868).
Gérôme fu ugualmente un abile
scultore. Rétiaire e Sagittaire sono due eccellenti statue. I
gruppi Gladiateurs, Anacréon, Bacchus et l'Amour, e la statua Omphale
(1887), Bellone
(1892) (queste
sculture, in avorio, metallo e pietre preziose, furono esposte alla Royal Academy of Arts e attirarono molto
l'attenzione) e Tanagra sono opere assai notevoli. Egli realizzzò anche
una serie di sculture di
conquistatori, lavorati con oro, argento e gemme: Bonaparte che
entra al Cairo
(1897), Tamerlano
(1898) e Federico il Grande (1899). Scolpì inoltre
la statua di Enrico d'Orléans che si trova davanti
al Chateau de Chantilly (1899).
Nel 1864 Jean-Léon Gérôme
diventò professore nell'École nationale supérieure
des beaux-arts e fu eletto membro del Istituto di Francia nel 1865.
Gérôme fu anche il maestro di molti
pittori tra i quali l'italiano Giuseppe De Nittis e gli americani Mary Cassat
e Abbott Handerson Thayer.
Morì nel 1904 e fu sepolto nel Cimitero di Montmartre, Parigi.
Gérôme fu a lungo stigmatizzato come
l'emblema di uno sterile accademismo, prima che, nel corso degli ultimi
decenni, la percezione dell'artista subisse una profonda evoluzione. Ai nostri giorni, Jean–Leon Gérôme è
considerato come uno dei grandi creatori di immagini del XIX secolo.
Ogni mostra è l'occasione per affrontare tutte le sfide contenute nella sua opera, a cominciare dalle fonti alle quali l'artista ha attinto fino all'influsso che costui ha
Ogni mostra è l'occasione per affrontare tutte le sfide contenute nella sua opera, a cominciare dalle fonti alle quali l'artista ha attinto fino all'influsso che costui ha
esercitato: il posto che Gerôme occupa nella pittura
francese del suo tempo, la sua concezione
teatralizzata della pittura di storia, il suo complesso rapporto con l'esotismo, l'uso che l'artista fa della policromia nella scultura, il suo ruolo di
insegnante, il suo rapporto con i modelli antichi, ma anche il modo in cui la
personalità di questo artista è capace di cristallizzare l'intero complesso
delle lotte anti accademiche di fine Ottocento e, infine, l'entusiasmo che Gérôme suscita presso il pubblico
e presso i collezionisti americani.
Al di là del fascino immediato che quest'opera sprigiona e del suo essere
comprensibile, è proprio la duplice natura di questo tipo d'arte, dotta e
popolare al tempo stesso, che porta l'ossessione
illusionista fino all'inafferrabile. Il che, ai nostri giorni, rende
l'opera stessa così preziosa agli occhi degli storici dell'arte e del grande
pubblico.
Jerome oggi - A Parigi, gli appassionati d'arte si dividono fra due
mostre antitetiche: le ninfee di Monet al Grand Palais e la grande mostra di
Jean-Léon Gérome al museo d'Orsay. Tanto le opere
tardive di Claude Monet
rasentano il metafisico, l'immateriale, la trascendenza dalla materia ritratta,
tanto i quadri del grande `pompier` accademico, nemico
degli Impressionisti, sono concreti, spettacolari, cromaticamente
sfarzosi, apertamente erotici e spesso
centrati sullo spettacolo della violenza.
Gérome,
allievo di Delaroche e di Ingres, fu considerato, in pratica, il pittore ufficiale del Secondo Impero. Nella
mostra parigina, la prima dedicata a questo artista
reazionario dalla morte di
Gérome nel 1904, non poteva mancare il suo Napoleone
a cavallo che contempla la Sfinge nel deserto egiziano. Il Settecento e
la corte del Re Sole, il mondo dell'antichità greca e i suoi filosofi, i gladiatori al Colosseo, la morte di Giulio
Cesare, Napoleone Bonaparte in tutte le salse, la morte del maresciallo Ney:
Gèrome usava i pennelli, e la scultura, per raccontare delle storie. Molte produzioni hollywoodiane, da
Ben Hur a Il Gladiatore, si sono ispirate alla sua visione iperrealista, densa
di sangue, belve feroci e belle donne discinte.
Ma forse è
nella veste di pittore orientalista
che Gérome
lascia il suo segno più ricco di visionaria potenza. I suoi interni di moschee,
i suoi harem, i suoi paesaggi orientali, i suoi mercati degli schiavi, le sue odalische, i suo cavalieri arabi, i suoi spazi ricoperti di
piastrelle decorate di fregi azzurri, sono bagnati da una luce aurea,
trasognata. Nei suoi viaggi in Egitto e in Medio Oriente l'austero artista, allora
il più famoso di Francia, si lascia andare a una sorta di festa dei sensi e ritrae il mondo che lo circonda
senza sentirsi obbligato a trasmettere lezioni di Storia, ma piuttosto delle
storie. I leoni e le tigri che abbondano nelle sue tele sono sicuramente un
omaggio a Delacroix.
Rapidamente
scoperto dai collezionisti
americani, oggi molte delle sue opere sono custodite nei musei
di Dayton, Minneapolis e Baltimora. A New York collezionisti privati, che si
sono innamorati dell'orientalismo quando era ancora relativamente accessibile, negli anni Sessanta, esibiscono opere di Gérome
nei loro appartamenti. Nel museo di Amburgo c'è una delle sue tele più
enigmatiche. La
Jean Leon Gerome - Il mercato degli schiavi |
mostra di Parigi, organizzata assieme al Museo Getty di Los
Angeles e al Museo Thyssen- Bornemisza di Madrid, ha opere famose, come `L'Incantatore di Serpenti`, ma forse insiste un
po' troppo sui quadri di grandi dimensioni e di facile lettura. C'è anche un
Gérome più sommesso ed esoterico, più segreto e ambiguo, ancora più
affascinante.
Non si
perdonò a Gérome il suo mettersi di traverso all'ascesa di Manet e il suo
opporsi all'acquisto da parte dello stato francese dell'opera di Gustave
Caillebotte. Fu un anti-modernista convinto,
un reazionario monolitico. Fece un abile matrimonio,
con la figlia del più grande riproduttore di opere d''arte della seconda metà
dell'Ottocento in Francia, Adolphe Goupil, garantendosi la capillare
diffusione della sua visione pittorica. Il suo successo ci ha fatto forse
dimenticare che fu un ottimo professore all'Ecole Nationale Supèrieure des
Beaux Arts, a Parigi. Fu
attaccato da Emile Zola per il suo uso della fotografia come ispirazione
per le sue tele ma soprattutto per l'invadenza del suo immaginario, riprodotto
ovunque. Alla sua morte, nel 1904, le tele di Gérome acquistate dai
collezionisti americani avevano perso almeno un terzo del loro valore.
Jean Leon Gerome |
Anche se nell'aria gelida di Parigi le code sono molto più lunghe per andare a contemplare le rarefatte e quasi mistiche ultime opere di Monet, la carnalità sensuale, i colori simili a gemme preziose e le storie cinematografiche di Jean-Léon Gerome attirano, in media, cinquemila persone al giorno
Non sono un critico d'arte però i quadri di J.L Gerome sono di una nitidezza ed una perfezione di escuzione che" incantano".
RispondiEliminaCerto in alcuni gioca in alcuni sui nudi , che sono affascinati ma anche gli altri quadri " africani" come sono belli.Era uno che sapeva disegnare bene e la sua fama non è usurpata. Mi piacciono gli impressionisti, ma anche lui merita rispetto..
Vi è un pittore italiano che si chiama Tafuri , ed i suoi quadri hanno la medesima coloritura, frutto di una ottima tecnica.
Si può ammirare si a Picasso che J.L Gerome, non si devono avere ideologie preconcette