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sabato 30 marzo 2013

Oliver Sacks - Risvegli







Un semplice neurotrasmettitore, il levo-dopa, è in grado di risvegliare la vita, le emozioni e l’amore, nei pazienti affetti dall’encefalite letargica!



Oliver Wolf Sacks (Londra, 9 luglio 1933) è un neurologo e scrittore inglese, che vive e lavora negli Stati Uniti d'America, autore di diversi libri di successo basati sulle storie cliniche e umane dei propri pazienti e delle loro patologie neurologiche.





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Il suo libro più noto è Risvegli (Awakenings), dal quale è stato tratto il film omonimo con Robin Williams e Robert De Niro, e a cui sono seguiti i noti Su una gamba sola e L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello.
Sacks ha approfondito un genere letterario - quello delle storie cliniche - risalente alla tradizione del XIX secolo. Il suo esempio preferito di questo genere è La mente del mnemonista (Viaggio nella mente di un uomo che non dimenticava nulla) di Aleksandr Lurija.


Biografia
Laureatosi presso il The Queen's College di Oxford, è oggi il titolare di una cattedra di Neurologia presso la Columbia University. Ha vissuto a New York dal 1965, dove ha uno studio. Nei suoi libri, Sacks descrive i casi clinici concentrandosi non soltanto sulle descrizioni scientifiche delle patologie ma anche e preferenzialmente sull'esperienza personale dei pazienti.





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Molti dei casi che racconta sono incurabili, e il tema principale del racconto è quello dei diversi modi in cui le persone si adattano alle loro diverse disabilità. Nell'ottica di Sacks, tuttavia, l'adattamento non è passivo e giunge a modificare sostanzialmente la stessa base patologica. La concezione di Sacks infatti postula l'unità olistica delle strutture nervose, per cui una funzione danneggiata collocata in una certa area, può essere vicariata e in parte corretta dall'uso sinergico di altre aree. Tipico il caso dell'afasico che riesce a parlare cantando o del discinetico che si muove alla perfezione se accompagnato da musica. Nello stesso senso va inteso l'uso della narrazione così come intesa dalla narratologia.
Da un suo famoso libro, Risvegli, è stato tratto un film in cui Sacks è stato impersonato da Robin Williams e uno dei suoi pazienti da Robert De Niro. Risvegli narra l'esperienza del trattamento di pazienti post encefalitici affetti da encefalite letargica con L-DOPA durante gli anni sessanta.





Oliver Sacks 3






In altri suoi libri, descrive casi di sindrome di Tourette, degli effetti del morbo di Parkinson e di fenomeni meno conosciuti, come la visione cieca, la Sindrome di Korsakov e altri.
Tema trasversale alla sua trattazione è quello della "romantic science", ovvero la necessità di promuovere una scienza e una clinica che, pur nel loro assoluto rigore, non dimentichino mai la fondamentale attenzione alla "dimensione umanistica" (nel senso delle necessità e dei bisogni della soggettività umana), che le dovrebbe sempre criteriare.




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Risvegli
Risvegli (Awakenings) è un film del 1990 diretto da Penny Marshall, con Robert De Niro e Robin Williams.
Basato sui ricordi e l'esperienza di Oliver Sacks raccolte in un suo libro omonimo (usato da Harold Pinter come base per la sua opera teatrale A Kind of Alaska messa in scena nel 1982), è stato nominato agli Oscar per miglior film, migliore sceneggiatura non originale e miglior attore (De Niro).
Piccoli cameo del jazzista Dexter Gordon che appare come paziente e dell'allora sconosciuto Vin Diesel che interpreta un inserviente dell'ospedale.





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Trama
Il film racconta la storia vera di un dottore (Oliver Sacks, nella finzione Malcolm Sayer, interpretato da Williams) che, nel 1969, scopre l'effetto positivo di un nuovo farmaco, la L-DOPA, sulla scorta delle nuove evidenze che il farmaco stava allora acquisendo nella terapia del morbo di Parkinson. Egli somministra questa "medicina" ad un paziente affetto da catatonia. Questo stato rappresentava l'evoluzione finale dei danni cerebrali provocati, decenni prima, dall'encefalite letargica, una patologia dovuta a un virus non ancora identificato, che si manifestò come pandemia nell'arco di tempo 1917-1924.





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Il dottor Sayer osservò una somiglianza tra la condizione dei pazienti catatonici a cui somministrò la levo-dopa e l'amimìa e acinesìa tipiche dei pazienti parkinsoniani. Leonard Lowe (interpretato da De Niro) e il resto dei pazienti vengono risvegliati dopo aver vissuto per decenni in stato catatonico e si ritrovano a vivere una vita del tutto diversa dalla precedente.
Sayer ha rimosso tutti i suoi pazienti da uno stato quasi incosciente ma, col passare del tempo, capisce di non poterli fermare dal ritornare di nuovo nello stato "dormiente".





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La Levo-dopa infatti dà rapidamente assuefazione, da qui la necessità di un continuo incremento del dosaggio, con la comparsa degli effetti collaterali tipici come tic, movimenti involontari, allucinazioni e cambiamento dell'umore con note di aggressività e deliri persecutori. Leonard Lowe, il primo paziente ad essere "risvegliato", è anche il primo a sviluppare gravi problemi a causa degli effetti collaterali del farmaco, e tutti gli altri pazienti non vogliono arrivare alla sua stessa situazione.





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Col passare del tempo, Leonard comincia ad avere spasmi per tutto il corpo, a fare fatica a muoversi ed a parlare a causa dei frequenti tic. Leonard, comunque, chiede a Sayer di continuare a dargli la medicina, di controllarlo e di filmarlo poiché vorrebbe un giorno contribuire alla scoperta di un medicinale che potrebbe salvare la vita ad altri. Egli si interessa inoltre ad una donna di nome Paula, il cui padre è uno dei pazienti dell'ospedale.
Leonard e Sayer, inoltre, si scontrano con l'amministrazione dell'ospedale che si rifiuta di permettere loro di far uscire i pazienti. Sayer, riluttante, accetta la decisione mentre Leonard vuole cominciare a vivere la sua nuova vita dopo essere stato per molti anni addormentato.





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Presto però Leonard torna al suo stato catatonico, e ciò si rivela molto difficile da accettare per le infermiere, per Sayer, ma specialmente per la madre di Leonard. Sayer dice al gruppo di assegnazione dei donatori dell'ospedale che, sebbene il "risveglio" non possa essere totale, può essere una ripresa di vita anche solo per un piccolo periodo. Sayer, tuttavia, si sente depresso per non essere riuscito a "risvegliare" del tutto Leonard, ma Eleanor gli rivela che Leonard lo considerava il suo migliore amico. Sayer, ricordando il consiglio dello stesso Leonard di vivere ogni minuto della vita, chiede a Eleanor di uscire a prendere una tazza di caffè insieme.





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2 commenti:

  1. Caro Gabry,
    sono Nadia Luciani, ti propongo un estratto dal mio blog sulla Donna senza paura. Ottimo Blog il tuo, scoperto da poco. Mi piace un casino. In bocca al lupo. Sei bello mi piaci. Forse siamo della stessa età. Un bacione. Tua Nadia57.
    “La paura ci guida, infatti, nella distinzione degli eventi positivi da quelli negativi ed è fondamentale per riuscire ad evitare situazioni pericolose per la nostra incolumità.
    Purtroppo una 43enne americana, di cui si conoscono soltanto le iniziali del nome (S.M.), non dispone di questa capacità da quando aveva soltanto dieci anni. La signora, a causa di una rara malattia genetica, l’ipoproteinosi di Urbach-Wiethe, non riesce a provare l’emozione della paura. Non c’è alcuna situazione che la spaventi, anche le esperienze più pericolose e traumatiche non riescono a suscitare in lei questa emozione.
    La scioccante scoperta è opera del dottor Justin Feinstein dell’Università dell’Iowa, che ha esaminato il caso della signora e ha pubblicato i risultati dello studio sulla rivista scientifica Current Biology.
    L’equipe di ricercatori che ha esaminato questo bizzarro caso, ha sottoposto la donna a test molto particolari: innanzitutto le è stata fatta visitare la “casa delle streghe” più terrificante al mondo, poi è dovuta restare da sola in un negozio di rettili e ragni, che sembra abbia addirittura accarezzato ed, infine, è stata obbligata a visionare alcuni film horror di singolare brutalità.” Nadia Luciani

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  2. Gabry, sono Giovanna Lapenna, insegno Storia dell’Arte. Adoro il tuo Blog ricco, preciso e puntuale in tutto. Perfino nei Gossip che accetto per il Promo! Spettacolare i post sull’amore. Spero che la foto postata sia reale e non uno pseudonimo. Se quello che scrivi è vero, devi aver conosciuto molto bene l’amore! Eppure io leggo che questo bisogno di esternarlo è indice di insoddisfazione. Vorrei parlarti da vicino, ho la pretesa di sentire solo dai gesti e dal tono della voce quello che ti brucia dentro. Rispondimi a riguardo, se puoi, ci conto. Ho dato il tuo accesso alle mie amiche, penso ti faccia piacere. Prima ne parlavamo tra di noi quando se ne presentava l’occasione, ora se ci vediamo commentiamo i tuoi fraseggi. I post sono belli, ma “Pensieri e parole” sono personali, sono troppo diretti, colpiscono subito, sono più vissuti! Ecco perche abbiamo deciso di commentarli, a me il compito di esternare i nostri pensieri. Ti bacio!

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