A noi non succederà, ci amiamo e non ci tradiremo mai.
Quante
volte, in assoluta sincerità, ci siamo trovati a pronunciare frasi come questa,
e invece... all'improvviso è successo. Dopo tanti sguardi e sorrisi; dopo i
segreti condivisi e gli scherzi a due; dopo le sere in famiglia e le notti di
passione; dopo aver voluto, amato e allevato i bambini; dopo le belle
esperienze accumulate nel corso di ore, mesi, anni di risate e lotte in coppia, ci siamo svegliati a fianco di un partner diverso,
entrando a pieno diritto nell'ormai vastissimo "club dei traditori".
Forse è colpa di un'inquietudine spinta da correnti nascoste nella psiche
umana, o l'effetto di quelle profonde forze riproduttive che si sono sviluppate
in millenni di accoppiamenti quotidiani, un fatto è certo: l'infedeltà, prima e durante il matrimonio, è molto
diffusa.
Beautiful 1987 |
Secondo
un gruppo di studiosi (soprattutto americani) di antropologia darwinistica, di
psicologia evoluzionistica e di ecologia dei comportamento, uomini e donne sono
"costretti" in senso biologico, a tradire.
Infedeli per istinto
Una
delle principali
sostenitrici di questa teoria è Helen Fisher,
ricercatrice del Dipartimento di antropologia dell'American Museum of Natural
History di NewYork.
Irrequietezza coniugale
«Le
avventure extra coniugali sono comuni a tutte le culture, in tutto il mondo,
anche là dove I'adulterio è ancora punito con la morte», afferma l'antropologa.
«Ci si corteggia, ci si innamora, ci si sposa, ma l'individuo umano è incline a
essere sessualmente infedele al compagno. La generale tendenza alle relazioni
extra coniugali sembra essere il trionfo della natura sulla cultura.
L'adulterio
nasce dunque principalmente da un ímpulso biologico? L'antropologa ne è
convinta. «L'uomo è naturalmente promiscuo per la necessità genetica primaria
di spargere il proprio seme
tra più donne, e quindi massimizzare le possibilità di riprodursi. La
donna, a sua volta, ha la necessità di acquisire cibi e altri beni per sé e per
i figli, e lo fa scegliendo di
essere fedele a un solo uomo oppure di dedicarsi al sesso clandestino
con altri uomini per avere
vantaggi da ognuno di essi. Questi sono comportamenti inconsci che
abbiamo ereditato dai lontani antenati nel corso della nostra lunga storia
evolutiva.
Katherine Kelly Lang |
Ancora
più drastico il parere dell'esperto di psicologia
evoluzionistica Robert Wright, che nel suo ultimo saggio, L'animale
morale, sostiene: «La mente umana, come ogni altro organo, è fatta per
trasmettere i geni alla generazione successiva. In questo contesto l'irrequietezza
coniugale può essere vista come una forma di selezione naturale».
Tra gibboni e scimpansé
La
necessità biologica del tradimento, è spiegata da Wright paragonando l'uomo ad
altre due specie di primati: gli
scimpanzé (in cui le femmine sono molto promiscue) e i gibboni (veri modelli di
fedeltà).
«Nei
primi il peso relativo dei testicoli rispetto al corpo è molto elevato, al
contrario dei secondi. Perché - spiega Wright - quando una femmina si accoppia
con molti partner i geni maschili producono più seme per battere i rivali nella riproduzione. Nel caso
dell'uomo questo peso è a livelli intermedi, e ciò suggerisce che le femmine
dell'uomo sia pure non libertine come quelle degli scimpanzé, sono comunque inclini
all'avventura».
La
concezione di adulterio come inevitabile necessità fisiologica è condivisa
anche dall'inglese Robin Backer, docente di Zoologia alla Scuola
di scienze biologiche dell'Università di Manchester. Secondo Backer, l'adulterio
esprime una tendenza biologica connessa con la "competizione spermatica,
ossia la gara tra spermi di diversi maschi che si contendono il
"premio" di fecondare gli ovuli prodotti da una singola femmina.
Ronn Moss |
In
pratica, se una donna ha
rapporti sessuali con due uomini nel corso della settimana, il seme di
entrambi può sopravvivere in lei e rivaleggiare con quello dell'altro perché uno solo (il più
"forte") giunga alla "conquista" dell'ovulo. La vera
"guerra dei sessi" si combatte dunque sempre fra maschio e femmina,
ma su scala microscopica, all'insegna della darwiniana selezione naturale per
il miglioramento della specie. «Scatenando, con la sua infedeltà, la
competizione spermatica», dice Backer, «la donna si mette in condizione di essere fecondata dal
maschio geneticamente più forte. Nell'uomo
esiste il desiderio inconscio di battere con il suo seme ogni rivale in amore
e nella donna quello complementare di assicurarsi un patrimonio genetico di
qualità. Ciò è dimostrato dal fatto che nel mondo, dal 4 al 10 per cento dei bambini vengono
concepiti tramite competizione spermatica, ossia mentre l'apparato
riproduttivo della madre contiene
il seme di due o più uomini Ancora oggi, nel nostro mondo di efficienti
contraccettivi e di letali malattie trasmesse sessualmente, questa competizione
tra spermatozoi rimane una forza spietata quanto lo era in un remoto passato.
Hunter Tylo |
E
qui Backer porta la sua tesi alle estreme conseguenze: «Anzi, io affermo che
questa "guerra" è l'elemento base di ogni comportamento sessuale e
non solo umano. Infatti gli ecologi comportamentisti osservano che la
competizione spermatica è un fenomeno pressoché universale che ha influenzato
la sessualità di quasi tutte le specie animali».
È
quindi filologicamente inevìtabile soggiacere al fascino della conturbante
vicina di casa o all'occhiolino del capufficio?
Sì e no.
Secondo
l'evoluzionista Randolph Nesse, «è vero che
I'uomo commette adulterio sotto l'impulso fortissimo di spargere i suoi geni
"egoisti" nell'utero di giovani donne, e che la donna diventa
adultera sotto l'impulso, altrettanto forte, di migliorare la qualità della
prole accoppiandosi con partners diversi da quello abituale; ma è altrettanto
vero che l'uomo è in grado di
comprendere da solo che la sua "voglia di novità" sentimentale o
sessuale non è tanto il segno che ha
scelto la compagna sbagliata, quanto un impulso prevedibile da inibire,
nella gran parte dei casi, per
il bene della coppia».
Numerosi
studiosi accusano Helen Fisher e i suoi colleghi di aver offerto una
legittimazione al tradimento sostenendo la totale "naturalità"
dell'adulterio.
Ma
l'antropologa si difende precisando che l'adulterio è naturale tanto quanto naturale è la tendenza umana alla monogamia,
alla famiglia, a creare quel vincolo morale che unisce, per lungo tempo, un
solo uomo a una sola donna.
Katherine Kelly Lang 2 |
Infedeli ma monogami
«La
monogamia però non implica la fedeltà», puntualizza, «anzi, spesso monogamia e
adulterio vanno di pari passo, come si osserva comunemente anche tra maschi e
femmine di uccelli e mammiferi che più o meno stabilmente fanno vita di coppia,
e perciò si possono definire monogami.
È
anche la nostra società a non essere adatta alla monogamia, sottolinea Giacomo Dacquino, psicologo e psichiatra,
docente universitario di Torino. «II tradimento coniugale è diventato un bene di largo consumo
anche nel nostro Paese, tradizionalmente molto casto sotto il profilo del
matrimonio e dei rapporti di coppia in generale», prosegue l'esperto. «I
costumi sono cambiati al punto da aver reso l'adulterio il peccato più confessato dagli italiani,
quello che supera tutte le altre trasgressioni erotiche».
E
in fondo il partner assolutamente fedele e le storie d'amore a prova di tradimento
non esistono, perché tutti tradiamo con il pensiero, tutti abbiamo l'istinto di
"rapina" e quindi desideriamo relazioni "extra", almeno con
la fantasia.
Katherine Kelly Lang e Susan Flannery |
È una questione di scelte
Ma
perché dal desiderio si passi all'azione è necessario che nella coppia scatti
un meccanismo preciso, quello
del disamoramento. Prima che il tradimento si consumi, molto di
frequente si crea il silenzio
sessuale, e prima ancora la perdita di fiducia, la disistima, l'indifferenza o
l'intolleranza», sostiene Dacquino, affermando inoltre che se c'è l'amore non si pensa proprio
a tradìre, si prova solo il "piacere della fedeltà". Può darsi
che I'impulso all'adulterio abbia anche un fondamento genetico,, conclude lo
psichiatra, «ma le ipotesi, poiché solo di ipotesi si tratta, esposte da Helen Fisher e da Robin Backer circa le
radici biologiche dell'infedeltà, non devono far credere che quanto è scritto nei geni sia del tutto
incontrollabile. La fedeltà è una scelta volontaria, ma si deve essere
allenati al dominio di sé, al duro lavoro quotidiano fatto di chiarimenti,
sublimazioni e inevitabili mediazioni.
Se è vero che infedeli si nasce, fedeli si
diventa.
L'AVVENTURA COMINCIA TRA I 25 E I 30 ANNI
Secondo
i dati dell'Onu, I'età più a rischio di adulterio è, per entrambi i sessi, tra
i 25 e i 29 anni. La
maggioranza delle relazioni extraconiugali dura al massimo cinque anni.
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