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sabato 3 novembre 2012

Ditelo a Gabry! - Bella di giorno (Catherine Deneuve)






Ditelo a Gabry!

Ha un marito comprensivo,


un amate da urlo, ma le basta I'attenzione di un altro per innamorarsi. Compie 55anni e si sente alla fine dei sogni, che fare?


«Caro Gabry, ho 55 anni sposata con figli adulti. Lavoro in un’azienda statale (non specifico il settore, sarei troppo identificabile) e tempo fa, in ufficio, ho iniziato a provare dei sentimenti per un collega, anche lui sposato. Mi lusingavano i suoi apprezzamenti, che prima ignoravo. Così abbiamo iniziato a sentirci telefonicamente dopo il lavoro. Poi, una sera, siamo usciti insieme, di nascosto. In un'ora è accaduto di tutto. Da quella sera sono passati 10 anni ed è nata, per me la più bella storia d’amore di tutti i tempi! Col passare del tempo mio marito ha saputo tutto, io ho confessato, lui mi ha compresa, 



Catherine  Deneuve - Belle de jour
  


ma non giustificata. Nonostante tutto, ho continuato per anni la mia relazione molto passionale con quel collega, cui non potevo rinunciare! Oggi, però dopo anni, il punto è che dopo quella tremenda sofferenza mi ritrovo nella stessa situazione di prima. Questa volta ho tradito non solo il marito, ma anche il partner che amavo tanto. Mi sono giustificata dicendo che dopo tanti anni la passione era scemata e io avevo bisogno di un bagno ritemprante tra le braccia di un uomo nuovo. Ma sono spesso confusa e disorientata. Questo, diciamo, terzo uomo non ha nulla di speciale, ma mi ha fatto dei complimenti così stringenti, che a 55 anni sono come gli ultimi fuochi 


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d’artificio e non volevo perdermi queste emozioni! Una sera mi ha chiamato con la scusa di un caffè e io ci sono andata. Abbiamo fatto l’amore in macchina! Da allora sono pazza di lui e balbetto pure al telefono! Quando chiama devo fare l’impossibile, ma devo andare come se fosse l’ultima volta! So di sbagliare ma per correttezza l’ho detto almeno al mio “ex amore”! Il terzo uomo in questione è sposato con una mia collega. Da quando lavoro in questo ufficio ho I'impressione che lui mi osservi da un angolino e che mi sfiori il braccio passandomi accanto. È come se le nostre anime si "sfiorassero" e si ritraessero in continuazione, per tornare alla realtà. Cosa devo fare? Perché il fatto che un uomo mi osservi o mi fa dei complimenti mi fa piacere, ma mi fa sentire in colpa allo stesso tempo? Perché mi comporto così?». Rossella55




Catherine  Deneuve



Cara Rossella,
chissà se hai visto un fondamentale e inquietante film del 1967: Belle de jour, di Luis Bunuel. La storia non va letta in chiave letterale, ma surreale; tocca corde profonde e comuni a molte donne. Racconta la vita, tra realtà e fantasia, di una moglie apparentemente tranquilla, adorata da un marito ricco, bello, buono e blando. Severine, la protagonista, evade (o si vendica?) della sua vita "perfetta" consegnandosi a esperienze perverse vissute forse interamente nella sua testa: Tu cérchi il pericolo non facendo la prostituta aristocratica in un bordello, come Severine, ma prestandoti a passioni e giochi erotici, non solo, con uomini del tuo cerchio ristretto: ma anche con conoscenti, amici e colleghi rigorosamente sposati! Dopo diversi tradimenti a tempo, dici che 


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non sono durati più di tre anni al massimo,  e l’ultimo che continui a chiamare “unico amore”, hai dovuto confessare quasi tutto al tuo uomo, ora però, nonostante tutto, continui a di giocare col fuoco. Certamente tuo marito ti dà sicurezza, ma non emozioni. Oppure, come nel film, ci sono radici in remote molestie sessuali, che ti portano a blindarti in un amore tranquillo, dal quale evadere per rivivere ossessivamente quel trauma conturbante!
Spero di sbagliarmi, e che il tuo sia soltanto un innocuo "falenismo" (l'attrazione fatale della falena, la farfalla notturna, per la fiamma) dovuto all’ inserimento in una vita regolare e prevedibile. Non resta che vedere il film e interrogarti in profondità, prima di combinare ulteriori guai irreversibili!



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BELLA DI GIORNO

Moglie masochista e frigida di un medico parigino, Séverine si prostituisce dalle 14 alle 17 in una casa di appuntamenti, spinta da un ambiguo senso di colpa e da un'ansia di espiazione che non riuscirà a realizzare. Da un mediocre romanzo (1929) di Joseph Kessel, sceneggiato con J. C. Carrière, Buñuel ha tratto un film soltanto esteriormente "rosa" ed elegante, di struttura binaria, basato sulla doppia personalità della protagonista, la continua oscillazione (e confusione) tra realtà e sogno, il binomio Sade/Freud e quello sessualità/cattolicesimo. Lo governano una geniale ironia e la leggerezza del tocco. Dall'edizione italiana la censura ha tolto 3 brevi scene tra le quali l'importante flashback su Séverine bambina che rifiuta di fare la Prima Comunione. Fotografia di Sacha Vierny. Leone d'oro a Venezia 1967.
AUTORE LETTERARIO: Joseph Kessel 


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2 - LA NEVROSI E IL SESSO
E' uno dei film che preferisco. La giovane Sévérine, sposata e frigida (perché il marito non sa sbloccarla?) per vincere i suoi complessi di natura sessuale è costretta a recarsi quotidianamente in una casa di appuntamenti di Parigi. A parte l'immensa bravura del regista Luis Bunuel, che gioca sull'alternanza realtà/sogno, ritengo che questo film sia una pietra miliare per comprendere a fondo le donne. In fondo, tutte noi desideriamo staccarci da un'esistenza grigia, e volare via, e avere l'amore di molti uomini. Freud diceva che la nevrosi è causata dal sesso, da come si vede il sesso da bambini e come questo istinto è cresciuto con noi. Ecco una bellissima storia di una nevrosi femminile, causata da un problema sessuale, naturalmente. Come ho già detto, perchè il marito non riesce a sbloccarla? E' troppo per benino, mentre Sévérine sogna veramente il sesso, che è sì donazione di se stessi, ma che è un istinto a cui non si può e non si deve assolutamente rinunciare. Per questo si ammala, si abbruttisce,


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desiderando davvero abbruttirsi, coltivando fantasie sado-masochistiche, e gettandosi tra le braccia di chi capita. In fondo, Sévérine vuole solo sentirsi una donna, e sentirsi quindi desiderata ed anche posseduta. Coltiva il sogno, e lo fa diventare realtà, di andare con molti uomini. Lei vuole solo essere amata - ma amata da donna/amante, non da dolce bambolina. Catherine Deneuve, con la sua bellezza eterea, sofisticata ed apparentemente irraggiungibile, è perfetta per questo ruolo. Quest'immagine presupponeva una donna apparentemente morigerata, ma capace di veramente di scatenarsi con gli uomini. Mai scelta è stata tanto azzeccata. Rappresenta bene un certo tipo di donna, e, secondo Freud, come tutte le donne, in fondo, sognano di essere.



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3 - L'INCONSCIO E LE PAURE IN UN FILM ELEGANTISSIMO

La bella Sévérine, già bambina insidiata e, forse, abusata, vive la propria vita sessuale col marito Pierre, medico parigino assai affermato, con profondo disagio, spia di un senso di colpa mai rimosso, che rischia di rendere difficile il rapporto con lui. La donna è infelice, frigida, ha pulsioni masochistiche, che la attraggono e insieme la turbano, tanto che non osa parlargliene. I suoi sogni ricorrenti e inquietanti rivelano da subito che la scialba e incolore vita che il marito le prospetta è del tutto insoddisfacente, e che la paternalistica e paziente comprensione di lui ne aumenta il disagio. La realtà di Sévérine è quella che un amico del marito, Husson, ha ben intuito: 



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dietro l’algida bellezza, nasconde inconfessabili desideri sessuali, dei quali ha paura. Sarà proprio Husson a indicarle la via d’uscita, lasciandosi sfuggire con nonchalance l’indirizzo di una casa di appuntamenti, prontamente colto da lei che ci andrà, esitando, per prostituirsi e trovare le risposte che cercava, riuscendo a rendere più sereno anche il rapporto con Pierre. Col nome fittizio di Bella di giorno, Sévérine per un po' riuscirà a celare a tutti la sua doppia vita, finché, per effetto della passione violenta (e ricambiata) di Marcel, un cliente malavitoso che la vorrebbe solo per sé, la sua vita familiare ne verrà coinvolta. Marcel le piace molto per la brutalità istintiva del suo approccio 


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amoroso, ma non costituisce per lei un'alternativa al marito, poiché la donna ha compreso che amore e piacere si possono tenere separati, ma soprattutto perché non intende affatto barattare la rispettabilità borghese, che il marito le assicura, col ruolo di donna di un gangster. La violazione della legge non scritta dell' appartenenza sociale è, quindi, davvero, ciò che non può essere tollerato: Husson, attraverso i cui "buoni uffici" era avvenuta la "liberazione sessuale" di Sévérine, decide di parlarne a Pierre solo quando comprende che la trasgressione di lei ha passato il limite accettato nell'ambiente della borghesia parigina. L'ambiguo "lieto fine" non può illudere che le cose si siano aggiustate: il marito Pierre ha aperto gli occhi e si è


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sbloccato, dopo il colloquio con Husson, ma i sogni inquietanti di Sévérine persistono: la vita "normale" non le piace, se non per i vantaggi prestigiosi che gliene possono derivare. Buñuel tratta un tema molto scabroso con un'eleganza ineguagliabile, che impedisce alla torbida materia rappresentata di debordare nella volgarità. Molte delle scene più discusse e famose, che hanno dato adito a mille interrogativi e a mille risposte sono, secondo me, da ricondurre al gusto simbolista e surrealista del grande regista e forse richiedono spiegazioni abbastanza semplici: il contenuto della scatola nera del cliente orientale, è, forse, l'oscurità del nostro inconscio che non dobbiamo temere (no paura, ripeterà l'uomo più volte alle prostitute che rifiutano), anche se ci 


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ricorda la nostra animalità (il ronzio da insetto petulante e insidioso che proviene dal suo interno). La sessualità senza inibizione, in cui violenza, piacere e tenerezza si fondono, trasforma l'amore in un potentissimo strumento di conoscenza di sé e del mondo, non alla portata di tutti (Che cosa ne sai tu?, dirà Sévérine alla cameriera che la compiange per l'incontro appena concluso). L'invito a non avere paura si ripeterà più volte ed è forse la chiave di lettura più importante di tutto il film. Grande film, interpreti indimenticabili.


3 - Tratto dall'omonimo romanzo, "Bella di giorno" è uno dei migliori film di Luis Bunuel, capace di parlare anche di un argomento scomodo (come era il sesso negli anni '60) con la stessa eleganza che caratterizza le sue opere. Come Marnie, la


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protagonista di un famoso film (1964) di Alfred Hitchcock, anche la bionda Severine (interpretata da una superba e indimenticabile Catherine Deneuve) è frigida, e i suoi problemi nei confronti dell'erotismo sono dovuti ad un trauma dell'infanzia. Ma ella non ha per marito un Sean Connery che s'improvvisa psicanalista per cercare di ricostruire lo strappo psicologico che l'ha tanto segnata, bensì un Jean Sorel che la maltratta, come nella scena iniziale in cui la donna è violentemente frustata. Un capolavoro memorabile, vincitore del Leone d'Oro a Venezia e insignito di un divieto - poi revocato - ai minori di 18 anni. Del film esiste anche un seguito firmato da Manoel De Oliveira, in cui ricompare Michel Piccoli e, al posto della Deneuve, c'è Bulle Ogier.





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