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venerdì 15 marzo 2013

Che cos è l ‘innamoramento? (Michelle Hunziker)






“.... Non sai kosa sono i miei kapezzoli tra le tue dita ... tu nn sai kosa hai svegliato in me .... è sl tua la kolpa se hai fatto di me un demone ... ma mi piace bruciare nel tuo fuoko!” RP






Quando parliamo di innamoramento ci troviamo di fronte a due persone, ciascuna delle quali con una propria famiglia (coniugale o parentale non importa), con propri amici, inserita in un sistema politico, ambientale. Ciascuna di esse ha oggetti dotati di valore, una gerarchia di preferenze, desideri, aspirazioni. Nell'innamoramento però ciascuna diventa agli occhi dell'altra oggetto di valore. Qui non c'è nessun lento processo di fissazione della libido, un accumulo graduale che poi si svela. Qui l'essere come valore "appare" senza che ci siano precedenti, Una persona sconosciuta "appare", come importante, essenziale, desiderabile più di ogni altra cosa. La mente cerca di sbarazzarsene, pensa sia una infatuazione, una cosa che poi, domani, sparirà come un sogno.





Michelle Hunziker - Una delle attrici più pagate del mondo - Film Trailer






Tutti gli innamorati hanno l'impressione di potersi risvegliare da quella illusione. E invece il desiderio ritorna; quel volto, quei particolari, si impongono come oggetto pieno del desiderio. È importante notare che qui non c'è nessuna potenza del negativo che sottrae qualcosa. Prima potevamo rappresentare il campo psichico come diviso in una parte luminosa ed una oscura, con la parte luminosa che brilla sempre più forte quanto più quella oscura la comprime. Ora possiamo invece immaginarlo come una luce che scoppia nel mezzo del campo, scompare, riappare, si allarga, scompare di nuovo, riappare più forte e il resto è come un'ombra, un bordo di oscurità. Il nuovo che appare, per certi aspetti non esiste ancora; di quella persona non sappiamo nulla, nemmeno se ne siamo veramente innamorati. Eppure c'è, è una persona concreta perché ha un nome, abita in una casa, mangia.





Michelle Hunziker - Una delle attrici più pagate del mondo  - Film Trailer  2





Per certi aspetti quello che noi vediamo è puramente immaginario: siamo noi che la vediamo così, bellissima e straordinaria e lo sappiamo. Ma però essa è anche così perché una fotografia la riproduce perfettamente, non stiamo avendo una allucinazione. Per certi aspetti essa appartiene al possibile: non sappiamo se ci ama, non sappiamo se l'amiamo veramente, non sappiamo se continuerà ad apparirci infinitamente preferibile ad ogni altra persona. Ma tutti gli altri possibili, tutte le altre possibili persone non possono competere con questo possibile! Rispetto agli altri possibili si impone come un assoluto. Rispetto a ciò che abbiamo, il suo imporsi ha per effetto di ridurlo a contingente. Di solito si parte  dall'esperienza dell'innamoramento perché è quella che tutti hanno sperimentato di persona. Ma si tratta soltanto di un caso particolarissimo in questa classe di fenomeni. Proviamo ora a pensare alla conversione di qualcuno ad una nuova religione.





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Ho volutamente usato la parola conversione e non adesione. Conversione implica un improvviso scoprire che la verità, la giustezza, il pieno compimento della propria vita e del bene nel mondo sta in quella setta, in quella fede. E un vedere il mondo con occhi nuovi mentre tutta la propria vita passata, tutto ciò a cui il convertito aspirava, a cui dava importanza, gli appare singolarmente privo di valore. Non sapeva ed ora sa, era cieco ed ora vede, era infelice ed ora può essere felice. L'innamorato e il convertito appartengono, nel loro farsi, diventare, nascere, allo stesso genere di esperienze. Prendiamo ora il caso in cui una setta non ci sia, ma si formi: prima due, tre persone, poi una decina, poi molte di più, in un processo rapidissimo, come avviene nei movimenti collettivi. Ciascuno di essi si "converte" ma non si converte a una cosa che esisteva già prima. È come nell'innamoramento: gli innamorati formano una entità sociale che non esisteva prima: la coppia. Quando sono più di due, il gruppo. Ma né l'altra persona amata, né i compagni del gruppo, neppure il gruppo tutt'intero costituiscono il valore.





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Nel caso dell'innamoramento - certo - ciascuno dice che l'essere dotato di valore è il suo amato. In realtà l'esperienza è caratterizzata da un radicale mutamento del modo di pensare e sentire. L'innamoramento profondo è uno stupore e una paura noi ci sentiamo cambiati ci è accaduto qualcosa diamo le cose in un altro modo, in realtà vediamo un "altro mondo". Attraverso il volto amato si apre davanti a noi un mondo sconosciuto, inimmaginabile prima e misterioso. Attraverso il volto amato pensiamo di potervi entrare, ne siamo attratti, affascinati. La persona amata certo è una meta, ma è anche una porta. Ci apriamo - ci troviamo ad essere aperti - a qualcosa di straordinario che ci affascina, ci promette felicità e, nello stesso tempo, ci spaventa. È veramente il fascinans ed il tremendum che Rudolph Otto attribuiva al sacro come caratteristica specifica. E un abisso che si riempie di un volto, di una persona: miracoloso l'aprirsi dell'abisso, paragonabile solo all'incomprensibile della morte, e miracolosa l'apparizione della persona: non è la morte ma vita. C'è in questa esperienza tutto il mistero del nascere e del morire; il valore non sta nell'altra persona: sta in questo "altro mondo" di cui la persona è la porta e in cui appare.





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L'esperienza della conversione è altrettanto inquietante. Vi è lo stesso stupore, lo stesso aprirsi di un abisso in cui viene trovata una guida, altre persone. E l'esperienza dello svelarsi di un mondo sconosciuto, che però è anche quello vero e in cui altri sono già entrati. Il tremendum ed il fascinans qui si presentano come propria piccolezza nei riguardi di ciò che era ignoto e ora si rivela, e nei riguardi di chi sa, il portatore del carisma a cui si ha accesso.
Ma la vicenda più drammatica si ha con la fondazione di un nuovo gruppo. Dobbiamo pensare al sorgere di una setta religiosa o di un movimento politico, in quella temperie sociale che Durkheim chiamava di effervescenza collettiva: la predicazione di Giovanni Huss a Praga o il formarsi del primo gruppo luterano a Wittenberg. In epoca contemporanea, all'esplosione del Free Speech Movement di Berkeley, all'inizio del maggio francese o al movimento di Solidarnosh in Polonia del 1980. Qui, a differenza della conversione, non c'è una organizzazione precedente, non ci sono capi consolidati, gerarchia. Il gruppo esplode spontaneamente, spesso occasionalmente e si trova impegnato in una avventura che non aveva né previsto né immaginato. Anche il leader, in questa fase, è veramente poco più di un primus inter pares, in realtà il "carisma" è diffuso, tutti sono potenzialmente dei leaders, chiunque prenda una iniziativa può determinare l'orientamento dell'azione collettiva. Il gruppo agisce e si forma per impulsi improvvisi, per illuminazioni, per decisioni rapide, attraverso continue invenzioni. Chi partecipa a questa fase iniziale del gruppo - al suo stato nascente - ha in realtà l'impressione di una vertigine. Il gruppo si espande, cresce, vi affluiscono continuamente nuove persone e per ciascuno è come una illuminazione. Ma mentre l'innamoramento è soggettivo, proprio questa apertura, il fatto che tutti possono entrare e vedere, fa sì che nel gruppo si abbia l'esperienza di una verità oggettiva.





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L'innamorato e il convertito possono dire di aver trovato la "loro" verità. Ma nel gruppo che si espande, l'esperienza è quella di aver trovato aver trovato, o intravisto, la verità. Eppure niente è sicuro, tutto è anzi "incredibile". Il carisma diceva Weber, è affidato continuamente al successo, può svanire ogni momento. Tutto può essere una illusione, naufragare. Parteciparvi significa uscire dal mondo, distaccarsi dal mondo e poi comprenderlo da questo nuovo punto di vista e poi agire su di esso, modificarlo, nel nome del nuovo mondo che non c'è ancora.
Queste tre diverse esperienze - innamoramento conversione e nascita di un gruppo hanno in comune l'apparizione di un mondo possibile che ha più valore di quello esistente. Il mondo possibile non è delineato, è appunto solo una possibilità, eppure esso promette l'appagamento e il compimento dell'esistenza per sé e per gli altri. Non è una cosa fra le altre; neppure la persona amata è una persona fra le altre: è un principio di ordinamento, il punto di passaggio obbligato r accedere ad una regione dove le cose possono aspirare alla perfezione. Nessuna cosa compiuta è perfetta, la perfezione è qualcosa che può essere vissuto soltanto nell'andarvi verso. Un campo psichico o sociale strutturati, stabili, sono il risultato di forze contrapposte, di scelte, di limiti.





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Solo l'organizzarsi del campo, il momento in cui in esso si delinea la figura ed il senso è un'esperienza di perfezione. In misura enormemente inferiore abbiamo questo tipo di esperienza quando risolviamo un problema che, fino ad allora ci era apparso insolubile, per esempio un problema di geometria o di matematica. Il sistema incomprensibile, disordinato e ottuso che avevamo davanti presenta al suo interno i lineamenti di una soluzione. Questa dapprima ci sfugge e poi, ad un certo punto, ci appare evidente. Allora e solo allora c'è l'esperienza della perfezione. Perché quella è - delle infinite che potevamo immaginare - l'unica soluzione possibile. Risolto il problema, l'emozione scompare: ora sappiamo, il nostro conoscere e un saputo. Nelle esperienze che abbiamo ricordato è in gioco non un quesito matematico, ma l'esistenza o il senso della società.





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Quell'unica soluzione nel suo apparire promette la perfezione. Però, mentre nel caso della geometria o della matematica, la soluzione coincide con l'azione, in questo caso il mondo possibile, che appare come l'unico che promette la perfezione, non è il mondo esistente. Il mondo esistente continua ad esistere e ciò che dovrebbe essere, l'altro mondo, si giustappone al primo e gli si contrappone. Nel campo psichico o sociale si costituisce una differenza, una tensione fra ciò che dovrebbe essere e che ha valore e l'esistente. (La teoria dello stato nascente è comprensibile solo nei termini della psicologia della forma. Mi limiterò qui a citare alcune opere fondamentali sull'argomento: Kurt Koffka, ElnneBli di psicologia della forma, Boringhieri, Torino 1970; Wolfgang. Kohler, Psicologia della forma, Feltrinelli, Milano 1961; Max Wertheimer, Il pensiero produttivo. Editrice Univ. Fiorentina, Firenze 1965.)
L'oggetto pieno del desiderio non è, allora, qualcosa che manca nel mondo, ma la mancanza che scaturisce da questa differenza. La persona amata non esisteva prima dell'innamoramento, né il nuovo mondo prima del movimento. L'oggetto pieno del desiderio è la ricostituzione dell'unità di un mondo che si è sdoppiato.





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Lo sdoppiamento che abbiamo descritto - fra ciò che deve essere e ciò che esiste - non è lo sdoppiamento fra sacro e profano. E qualcosa di più elementare e che sopravvive alla scomparsa di quello. Nell'esperienza dell'oggetto che viene perso non esisteva. In questo caso l'oggetto d'amore aveva a suo complemento la potenza del negativo; il desiderio chiedeva la restituzione dell'esistente. Qui chiede un'altra cosa: che l'esistente sia trasceso, trasportato verso la sua perfezione. L'esistente è imperfetto perché confrontato con una sua possibile perfezione; il piacere è imperfetto perché confrontato con la beatitudine. Vi è un superiore ed un inferiore, una verità e una apparenza, una realtà e una contingenza. Lo sdoppiamento di cui parliamo è l'esperienza di uno sdoppiamento metafisico. Lo sdoppiamento metafisico è, perciò, una esperienza immediata, un dato immediato dell'esperienza.


5 commenti:

  1. Ciao, Gabry,
    sono Elena Venturini. E’ proprio vero che i sentimenti sono quasi scomparsi. Se ciò che dici è vero sei una mosca bianca! La foto però fa sognare. Hai delle labbra da baciare …. E io di labbra me ne intendo! Sembri felice tra i rami degli alberi. Ho letto tutto il tuo blog e ogni giorno cerco un nuovo post. Ho anche io un blog e se vuoi ti do le coordinate via email. Spero che il tuo nome sia Gabriele visto che ti posti Gabry. Dalla foto devi essere un cinquantenne deluso come me. Un bacio e un abraccio. Elena60

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  2. Bonjour Gabry,
    Françoise Legrand sont. J'ai déjà posté ce commentaire sur les pensées et les mots de poste, mais vous ne pensez pas de moi du tout. Maintenant, c'est de nouveau, bonjour, pensant à vous. «Avez-vous changé votre photo de profil. Maintenant, je peux te voir dans son intégralité. Vous êtes un bel homme! Pas en contradiction avec les belles paroles que vous utilisez dans le poste. Intéressant de nom et de fait. Agréable ce blog. Mais vos aphorismes beaux et ceux qui les reçoivent. Je vous suivre Françoise67 "


    Ciao Gabry,
    sono Françoise Legrand. Ho già inviato questo commento sul post pensieri e parole ma tu non mi pensi affatto. Ora lo inoltro di nuovo, ciao, ti penso. “Hai cambiato le tue foto del profilo. Ora posso vederti per intero. Sei proprio un bell’uomo! Non smentisci le belle parole che usi nei post. Interessante di nome e di fatto. Bello questo blog. Ma bellissimi i tuoi aforismi e chi li riceve. Ti seguo Françoise67”


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  3. Gabry! Ti ricordi di me? Sono la collega Giovanna Bianchi. A parte qualche sbavatura nei gossip e qualche nudo di troppo, il resto è di primordine! Forse il gossip e i torsi nudi fanno parte del folclore e del business, ma vanno accettati come la pubblicità. Ottime le foto ed i commenti. Impeccabili i contenuti. Spettacolari i Post sulla Storia del sesso, il Medioevo e quelli sulla Religione. Ho scoperto il tuo blog di riflesso, ero su Nuova didattica e cliccando ho visitato le tue “notti bianche”. Ti seguo da sempre. Peccato per la mia anagrafe, ma se non ti costa, posso offrirti la mia amicizia. Chi si contenta gode! Ciao Vanna47

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  4. Caro Gabry,
    A proposito del post sull’inquietudine, turbamento e sensualità, visti da lei” ricordo di aver letto qualcosa su Gilda, la famosa Rita Hayworth, venne utilizzata fino a quando non comparvero altre star più duttili di lei, e poi presto dimenticata. “Gilda” segna la nascita del suo mito, crea un personaggio che le rimarrà per sempre incollato addosso, anche fuori dal cinema: Gilda è la dea dell’amore, la femmina archetipa, bellissima, imprevedibile, bruciante di vitalità e di passione. Per la Hayworth, una maledizione: “Ogni uomo che ho mai conosciuto si è innamorato di Gilda… e si è svegliato la mattina dopo con me”! Come vedi tutte vogliono essere amate per se stesse e sono gelose perfino del personaggio che interpretano. Ti seguo sempre. Giuliana70

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  5. Ma chi non vorrebbe andarci a letto con la bona Michelle??

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