Elenco blog personale

giovedì 21 giugno 2012

D’amore si muore






D’amore si muore

Respiro affannoso, tachicardia, diminuzione dell'appetito. E poi ancora pensieri ossessivi, ansia per il futuro, repentini sbalzi d'umore. Non fate finta di non riconoscere i sintomi. Sono quelli di una malattia che ci colpisce tutti prima o poi, ma che nessun medico si sognerebbe mai di diagnosticare come tale.

Fare una diagnosi di mal d'amore era all'ordine del giorno per i medici antichi, di fronte al malessere degli amanti. Ma nella medicina scientifica dei nostri giorni, di amore come malattia non si parla più. Tanto la medicina quanto la psicologia sembrano aver rinunciato persino a rispondere alla domanda: che cos'è l'amore? A riportare la parola nel vocabolario medico ci prova Frank Tallis, psicologo clinico inglese che ha insegnato psicologia clinica e neuroscienze al King's College. Tallis nel suo nuovo libro 'Love Sick' (Arrow Books, una traduzione italiana è in cantiere per Il Saggiatore) propone una tesi paradossale e provocatoria: che l'amore sia una forma di malattia mentale. Ma una malattia necessaria, e per la quale in realtà non vogliamo nessuna cura.
Nelle prime pagine del suo libro lei accusa la medicina e la stessa psicologia di non prendere abbastanza sul serio l'amore.
"Come psicologo clinico, ho spesso l'impressione di piantare in asso molti miei pazienti, che soffrono di qualcosa che non può essere definito altro che mal d'amore. Ma nei libri di testo questo termine non compare, e così questi pazienti si ritrovano con una diagnosi ufficiale di depressione, o disturbo d'ansia. Ma questa non è una descrizione appropriata del loro malessere, che è legato specificamente all'esperienza dell'innamoramento. Una cosa fondamentale come l'amore merita sicuramente uno studio scientifico, ma la psicologia non è mai stata in grado di spiegarne né gli aspetti biochimici, né quelli emotivi. È sorprendente come medicina e psicologia si occupino così tanto di sesso, ma quasi per niente d'amore. L'amore cambia profondamente le persone, influenza il modo in cui pensano e si comportano, e quando non è felice causa un vero e proprio malessere fisico. È qualcosa per cui a tutti capita di soffrire, ma su cui la psicologia non ha molto da dire".
Al punto da considerarlo una malattia mentale?
"La diagnosi di mal d'amore è stata considerata legittima e utile dalla medicina almeno fino al Seicento. E se rileggiamo quelle antiche diagnosi, vediamo che i pazienti in questione mostravano un insieme di sintomi ricorrenti: pensiero fisso sulla persona amata, malinconia, stati di estasi, violente oscillazione di umore. Tutti sintomi che rientrano nelle diagnosi contemporanee di ossessione, depressione, mania. La vecchia diagnosi di mal d'amore coincide quasi perfettamente con una odierna diagnosi di disturbo ossessivo con alterazioni dell'umore. Ci sono molti aspetti dell'innamoramento che simulano un disturbo mentale, in modo così fedele che forse non c'è nessuna vera differenza tra l'ossessione per la persona amata e un'ossessione propriamente detta. L'esperienza dell'innamoramento è per molti di noi l'esperienza più vicina alla malattia mentale che ci capiti di provare. È la nostra occasione di flirtare con la follia."
 
Perché l'evoluzione ci avrebbe condannati a sperimentare una malattia mentale?
"L'amore è una sorta di meccanismo di sicurezza messo a punto dall'evoluzione per tutelare la specie dalla nostra stessa razionalità. Deve essere irrazionale per assicurare la procreazione e quindi la prosecuzione della specie. I nostri bambini nascono molto vulnerabili e deboli, e hanno bisogno di continue cure da parte dei genitori. E a differenza di altri animali, noi abbiamo un cervello molto sviluppato che ci permette di ribellarci contro i nostri istinti riproduttivi, e rifiutare il duro lavoro di allevare i figli. Potremmo tutti decidere di non avere figli, e la specie si estinguerebbe. Invece continuiamo ad averne. Non può essere un caso che nella maggior parte delle esperienze la fase dell'innamoramento vero e proprio duri circa due o tre anni. È il tempo che serviva ai nostri antenati per mettere al mondo e svezzare un bambino. La follia dell'amore dura quel tanto che basta perché i nostri geni passino alla generazione successiva. L'evoluzione ci ha fornito un potente coinvolgimento emotivo che ci solleva da qualunque pensiero razionale, in modo da prendere una decisione che non è nel nostro interesse ma in quello della specie".
 
Alcune manifestazioni dell'amore ne rivelano l'aspetto patologico. In particolare, la gelosia.
"La gelosia è uno stato emotivo molto complesso, che ha origine da una minaccia reale o immaginaria a una relazione sessuale. È una miscela di ansia, rabbia e depressione, che distorce la nostra percezione e a volte ci rende violenti. Ma è così potente perché è importante per la specie. La funzione principale dell'amore è cementare una relazione sessuale per un periodo di tempo sufficiente ad allevare i figli, ma non funziona sempre. La gelosia è un rimedio alle imperfezioni dell'amore, permette di difendere i propri interessi riproduttivi dai rivali. Tutti discendiamo da antenati gelosi, e la maggior parte dei tentativi moderni di superare la gelosia sessuale nel contesto di stili di vita alternativi non funzionano. Il pensiero liberale non può fare molto contro i nostri demoni evolutivi".

Nel suo libro, lei propone una spiegazione anche per il fatto che l'amore ci faccia comportare spesso come bambini.
"Per gli esseri umani è molto importante formare da piccoli un forte legame con chi si prende cura di loro, preferibilmente la madre. Questo ovviamente ha un grande vantaggio evolutivo, ed è forse il più importante comportamento scritto nei nostri neuroni. Probabilmente l'attaccamento infantile alla madre e quello alla persona amata dipendono dagli stessi sistemi neurali fondamentali. In qualche modo, il legame tra madre e bambino è il modello originale di tutti i legami profondi. La madre e il bambino, per esempio, passano molto tempo guardandosi negli occhi e toccandosi il viso, proprio come gli innamorati. Con un neonato facciamo versi e smorfie e cantiamo e, in modo spesso decisamente imbarazzante, facciamo lo stesso con la persona che amiamo".
Che cosa avviene nel cervello quando ci innamoriamo?
"A livello chimico, la cosa più simile che abbiamo scoperto alle frecce di Cupido è l'ossitocina. È un'endorfina, cioè una di quelle sostanze chimiche simili agli oppiacei che nel nostro cervello regolano piacere e dolore. L'ossitocina ha un ruolo già nella comparsa del desiderio sessuale verso una persona, ma i suoi livelli salgono drammaticamente man mano che acquistiamo intimità con lei. È responsabile della sensazione di euforia legata alla vicinanza della persona amata, e ha effetti importanti sulla memoria, consolidando l'immagine dell'altro in modo che serva a tenere vivo il legame anche quando si è distanti".

Se l'amore è davvero una malattia mentale, dovremmo preoccuparci di curarla?
"In parte succede già. Come ho detto, molte persone che in realtà soffrono di mal d'amore si ritrovano con una diagnosi ufficiale di depressione, e vengono curati con antidepressivi. E spesso la terapia funziona, perché anche la sofferenza d'amore, come la depressione, sembra avere a che fare con un calo dei livelli di serotonina, a cui questi farmaci rimediano. Non si può escludere che nei prossimi anni, con il progresso delle conoscenze biochimiche sull'amore, ci vengano proposti farmaci specifici per contrastare i sintomi di una delusione amorosa. Ma di per sé l'amore è una malattia per cui probabilmente non vorremo mai una cura. Piuttosto, si può provare a vivere l'amore in modo più sano di quanto spesso non facciamo. Senza aspettarsi troppo, ma anche senza sottovalutare le sue conseguenze. In questo senso, dobbiamo guardarci da due insidie profonde della nostra cultura, che sono l'eccesso di romanticismo e il modo troppo disinvolto di vivere il sesso".
Eccesso di romanticismo?
"L'idealismo romantico, quello celebrato dai poeti, è un fenomeno tipicamente occidentale, che ha avuto profonde conseguenze sulla nostra cultura, facendo dell'amore una forma di religione secolare che ci porta ad aspettative del tutto irrealistiche. A un certo punto abbiamo iniziato a cercare in altri esseri umani quella trascendenza che prima cercavamo nella religione. E naturalmente siamo condannati al fallimento, perché le persone sono piene di difetti, e non possono fornirci questa profonda ed eterna felicità semplicemente avendo una relazione con noi. In questo senso alcuni aspetti della tradizione orientale, in cui l'innamoramento non viene santificato come da noi e in cui i matrimoni sono persino combinati, si rivelano sorprendentemente più sani". (Non sono d’accordo ndr)

Parliamo di sesso.
"Quando facciamo sesso con qualcuno, questo produce cambiamenti a livello chimico nel nostro cervello, che faranno sì che troviamo quella persona più attraente, e che probabilmente sentiremo verso di lei una forma di attaccamento emotivo. Fare sesso occasionale vuol dire giocare con il fuoco, con meccanismi evolutivi molto potenti. Rischiamo di innamorarci e formare un legame con una persona non adatta a noi, quando in realtà sarebbe meglio cercare qualcuno con cui abbiamo più cose in comune, con cui condividiamo una visione del mondo, che ci dà stimoli intellettuali. Forse per la nostra salute sarebbe meglio rispolverare i lunghi corteggiamenti, che servono ad accertarsi di avere di fronte una persona con cui siamo compatibili. Il sesso probabilmente confonde le cose, perché libera sostanze chimiche che distorcono la percezione. Come ho detto, questo ha una precisa ragione evolutiva, è molto vantaggioso per la specie, ma non sempre per noi individui".

Se il mal d'amore è una malattia, allora dovremmo cambiare la nostra idea della malattia mentale?
"Direi proprio di sì. In qualche modo capire quanto l'amore somigli a una malattia mentale dovrebbe evitarci di stigmatizzare chi soffre di disturbi come schizofrenia. Più che parlare di persone normali e persone malate, dobbiamo capire che le emozioni estreme sono un continuum, e noi siamo tutti collocati lungo di esso. Nessuno di noi è del tutto immune dalla malattia mentale, se non altro perché nessuno di noi può evitare di innamorarsi".

3 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

      Elimina
  2. AVVISO AI NAVIGANTI!!! - Per leggere il post completo, anche coi commenti, non appena digitate su Google "amore psiche gabry" e si visualizza il blog, cliccate subito nell'archivio il post desiderato. Solo allora compaiono post, commenti e risposte! Ho cambiato anche la visualizzazione iniziale. Quando si apre il blog non si caricano tutti i post del mese contemporaneamente, ma solo 1. Questo consente una maggiore fluidità dell'azione. E non bisogna attendere molto per caricare le foto e lo scritto dalla rete. Buona visione. Gabry

    RispondiElimina