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domenica 8 settembre 2013

L’amore in convento di Filippo Lippi









L’amore in convento di Filippo Lippi






"E con questa occasione (del dipinto) innamoratosi maggiormente, fece poi tanto per via di mezzi e di pratiche, che egli sviò la Lucrezia dalle monache, e la menò via il giorno appunto ch'ella andava a veder mostrare la cintola di Nostra Donna, onorata reliquia di quel castello"  (Vita di fra' Filippo Lippi di Giorgio Vasari)






Indossa un vestito bianco, leggero, che avvolge il corpo giovane e attraente, intento a volteggiare su un pavimento a intarsio. È la bellissima Salomè danzante di Filippo Lippi de Il convito di Erode in cui molti, fra cui Gabriele D' Annunzio, hanno ritrovato la misteriosa e leggiadra Lucrezia Buti, monaca e grande amore del pittore fiorentino. "A legare i due c'erano passione, fughe, scandali e bellissimi dipinti" esordisce Claudio Cerretelli, direttore dei Musei diocesani di Prato ed esperto di Lippi. 







Paul Delaroche, Filippo Lippi e Lucrezia Buti, 1822







La vita di Fra' Filippo è sempre stata costellata di intemperanze e turbolenze, come raccontava Cosimo il Vecchio che, per costringerlo a terminare un quadro, lo aveva addirittura rinchiuso in una torre. "Peccato che Filippo si fosse calato giù, per scappare, con una corda di lenzuoli annodati" racconta Cerretelli, sorridendo. "La vita di Filippo è stata sempre burrascosa" ammette. "Era nato fra via dei Serragli e il Convento del Carmine, nella contrada Ardiglione, a Firenze, nel 1406







Filippo Lippi (1406-1469)







A due anni restò orfano di padre, e fu allevato fra gli stenti dalla zia paterna che a otto lo mandò dai frati carmelitani del vicino Convento del Carmine, dove Filippo venne accolto e prese i voti nel 1421, quattordicenne" spiega. Ma la passione del Lippi era una sola: la pittura. Non era particolarmente portato per lo studio, ma era una vera spugna artistica e assorbiva tutto quello che avveniva intorno a lui. Si tende addirittura a pensare che abbia appreso l' arte degli affreschi osservando Masaccio e Masolino a lavoro sulla Cappella Brancacci" aggiunge Cerretelli. 







Filippo Lippi - Il banchetto di erode - Dettaglio di Lucrezia Buti monaca compagna di Filippo







Alla passione corrisponde anche un grande talento. Il giovane Fra' Filippo inizia a farsi conoscere e nel 1952, quando viene inviato a Prato come Cappellano di Santa Margherita, è già un pittore molto celebre. Proprio a Prato, Lippi incontra per la prima volta la bellissima Lucrezia che, sedicenne, era stata mandata con la sorella Spinetta nel monastero agostiniano di Santa Margherita. "Il padre di Lucrezia era morto e il fratello, rimasto a capo di una famiglia di undici persone, aveva preferito la strada più breve: quella del convento" chiarisce Cerretelli. I due si incontrarono fra le mura del monastero e la leggenda, riportata anche dal Vasari, vuole che Fra' Filippo rimanga folgorato dalla giovane e convinca le monache a lasciarla posare per la pala commissionata da suor Bartolommea dei Bovacchiesi, all' epoca Badessa del Convento







Filippo Lippi - Autoritratto - 1439







"Nella Madonna della Cintola in molti hanno provato a riconoscere in Maria, per cui Lucrezia aveva posato, l' avvenente giovane. Ma il profilo della Buti, che poi venne ripreso nella Lippina, adesso conservata agli Uffizi, è più simile a quello di Santa Margherita" commenta Cerretelli. La Santa è bellissima, bionda ed elegante; sembra dipinta da un uomo innamorato. La scintilla fra i due deve essere stata travolgente perché Lippi, testardo e determinato come da ragazzo, riuscì a scappar via con la giovane approfittando di una festa religiosa. "Era il 1457 e Lucrezia, con le altre suore, sarebbe dovuta uscire dal convento per andare ad assistere all' ostensione della Sacra Cintola. Invece, scappò dal convento e andò a vivere con Lippi" ricorda Cerretelli. 








Filippo Lippi - Madonna col Bambino e due angeli - Ritratto di Lucrezia Buti







Il periodo idilliaco fra il frate pittore e la sua bella monaca modella durò molto poco: quando Spinetta e altre tre consorelle scappano dal convento per andare a vivere con loro, lo scandalo fu fortissimo. "Subito tornarono in convento, solo Lucrezia rimase, ma l' amore era stato consumato. Lucrezia era incinta" svela Cerretelli. La situazione si fa sempre più critica. Prato insorge a questo amore scandaloso e clandestino. "A salvare le cose ci pensò Cosimo il Vecchio. Ottenne da Pio II che il frate e la monaca fossero sciolti dai voti, ma non cambiò niente. I due non si sposarono mai e, quando morì, Lippi era ancora un frate carmelitano" conclude, con una nota d' amarezza, Cerretelli. Che lui non l' abbia mai voluta sposare, come sostengono alcuni, è solo una congettura. Quello che successe veramente è impossibile saperlo. Lucrezia uscì ed entrò nel convento, prigioniera della povertà e della sua monacanza forzata, per ben due volte. Come due furono i figli che diede a Filippo, una femmina e un maschio, il grande pittore rinascimentale Filippino







Amore o Dovere - Gabrielé Castagnola, 1828-1883, tela 1873







A ritrarre forse il punto massimo di questo amore resta il volto misterioso di una bellezza eterea che da quasi cinquecento anni danza alla corte di Erode e sorride del suo inespugnabile mistero.

La Madonna della cintola
La storia di Lucrezia e Filippo, che ai suoi tempi aveva fatto molto scalpore, ci è nota attraverso il Vasari: frate Filippo Lippi conobbe Lucrezia, monaca nel monastero di Santa Caterina di Prato, nel 1456, quando stava lavorando alla tavola della Madonna che dà la Cintola a san Tommaso, e ne rimase subito folgorato. Pretese ed ottenne dalle monache di averla come modella per il dipinto, in cui probabilmente Lucrezia prestò il suo volto alla Santa Margherita che si vede a sinistra. Filippo, del tutto incurante della loro condizione di religiosi, la rapì in occasione della processione della Sacra Cintola, come ricorda il Vasari: "E con questa occasione (del dipinto) innamoratosi maggiormente, fece poi tanto per via di mezzi e di pratiche, che egli sviò la Lucrezia dalle monache, e la menò via il giorno appunto ch'ella andava a veder mostrare la cintola di Nostra Donna, onorata reliquia di quel castello"








Filippino Lippi (1457-1504)








Il fascino della leggenda
Dalla loro unione nacque Filippino Lippi nel 1457 e nel 1465 la figlia Alessandra Lippi. La coppia scandalosa, grazie all'interessamento di Cosimo il Vecchio de' Medici, ottenne una dispensa dai voti da Pio II per potersi sposare, ma, come riporta Vasari, i due continuarono a convivere more uxorio, aumentando lo scandalo.
L'eco di questa storia fu così vasta che se ne trova traccia non solo nella novella LVIII della raccolta del Bandello, ma anche nel poemetto Fra' Filippo Lippi del poeta romantico Robert Browning e in almeno due opere di Gabriele D'Annunzio. La bellissima Lucrezia, ritratta nella celebre Lippina degli Uffizi e probabilmente, come si diceva sopra, nella Salomè affrescata da Lippi nell'abside centrale della Cattedrale di S. Stefano a Prato, produsse un'impressione così profonda sulla sensibilità esasperata del poeta, che egli espresse il desiderio di essere il secondo amante della splendida monaca e ne cantò il fascino anche nell'Elettra








Fra Filippo Lippi - Lippina







E ancora
Ogni periodo storico ha i suoi scandali. Andare contro corrente è una pratica che l'uomo in genere preferisce evitare per non incorrere nelle punizioni che la società infligge a chi fa di testa sua, tuttavia per le personalità più temerarie non pestare i piedi alle volte è proprio impossibile.
Nelle biografie degli artisti vi sono parecchi scandali, ma quello del pittore fiorentino Filippo Lippi, colpisce in modo particolare. Egli ebbe un'infanzia difficile; la madre morì di parto e a  due anni, venne affidato ad una zia paterna; ad otto anni fu messo presso i frati carmelitani trovandosi inseguito a prendere i voti a soli 15 anni. Una scelta sicuramente non personale datosi che le azioni compiute da lui dopo, lo fecero descrivere dal Vasari come un uomo scapestrato. E' evidente che la vita impostagli da un destino non clemente, gli divenne sempre più pesante da sopportare nel corso degli anni. Si dice che non rinunciò mai ai piaceri della carne, nonostante l'abito carmelitano indossato, ma a destare più scalpore nella sua condotta, fu un fatto di cui si parlò a lungo in quanto svergognò un intero gruppo di monache per l'avergli concesso la loro fiducia. 







Lippi - Madonna della cintola - Prato








Nel 1446 a cinquant'anni, fra Filippo fu nominato cappellano del convento pratese di Santa Margherita e servendogli una modella per un dipinto, scelse all'interno dell'edificio religioso con l'approvazione delle sorelle, una graziosa monaca  di nome Lucrezia Buti. Nacque una storia d'amore e la fanciulla compiacente, fu rapita dal Lippi che la portò a vivere a casa sua nel più completo disonore. Fu solo grazie all'intervento di Cosimo dè Medici estimatore dell'artista, che i due amanti riuscirono a far sciogliere dal papa Pio II, i loro voti di fedeltà alla Chiesa. 

Già  nel Quattrocento il talento artistico aveva iniziato a essere considerato un dono divino e perciò alla fine, Filippo Lippi fu perdonato dalla sua società che continuò a commissionargli opere pittoriche. Tuttavia lo scapestrato ex-monaco non mise comunque la testa a posto e per il resto della vita, non pensò mai di sposarsi con Lucrezia, seppure ella gli diede anche due figli, di cui uno divenne pittore con il nome di Filippino Lippi.




Filippo Lippi - Il banchetto di erode

4 commenti:

  1. Gabry! Sono Giovanna Bianchi. Ti scrivo ancora. Ribadisco quello che ho detto. Ma tu non mi mandi nemmeno un cenno.
    Ti ricordi di me? Sono la collega Giovanna Bianchi. A parte qualche sbavatura nei gossip e qualche nudo di troppo, il resto è di primordine! Forse il gossip e i torsi nudi fanno parte del folclore e del business, ma vanno accettati come la pubblicità. Ottime le foto e i commenti. Impeccabili i contenuti. Spettacolari i post su Stotia del sesso, Medioevo e religione! Ho scoperto il tuo blog di riflesso, ero su nova didattica e cliccando ho scoperto le tue notti bianche. Ti seguo da sempre. Peccato per la mia anagrafe, ma se non ti costa posso offrirti la mia amicizia. Chi si contenta gode! Ciao Vanna47

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  2. Sono una collega che insegna Psicologia, mi chiamo Giuseppina Annicchiarico. Ho le coordinate del tuo blog. Anche io ne ho uno sulla Psicologia in generale e posto degli articoli su giornali locali, ma non ho la tua diffusione. Mi dicono delle amiche che in un anno sei arrivato lontano. Come posso fare, scrivo anche romanzi e problemi d’amore, se puoi me li posti? Non ti conosco ma dalla foto sembri una bella persona. Dammi una possibilità. Ti seguo ok. Giusy70

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  3. Caro Gabry,
    tu non mi conosci sono Lucy Ferro, una collega di Scienze Biologiche e apprezzo molto la parte scientifica del tuo Blog, sempre precisa e puntuale. Perché non continui a pubblicare novità sull’argomento? Puoi approfondire queste note? Grazie.
    “A svelare il segreto dell'innamoramento e le differenze fra i due sessi è stato lo scanner cerebrale di 17 giovani. I ricercatori hanno infatti sottoposto a risonanza magnetica i ragazzi, mentre mostravano loro le immagini della persona amata, alternandole a quelle di conoscenti o amici. Così hanno scoperto che il sentimento suscitato dalla dolce metà è collegato all'attivazione del nucleo caudato destro e dell'area ventrale tegmentale destra, e alla produzione di alti livelli di dopamina. Non a caso, la dopamina è una sostanza chimica cerebrale che produce sensazioni di soddisfazione e piacere”
    Lucy64

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  4. Sono Sandro Lunardi, mi occupo di filmografia. Il tuo Blog è perfetto, ma un po’ avaro sulla cinematografia passionale ed erotica da grandi firme. Scusami! A dire il vero la suggestione dei ruoli Scienza – Cinema o viceversa è spettacolare. Chi legge il post scientifico è costretto a ricordare il film e chi si incanta con le foto del film famoso incoccia una nota scientifica. Ben fatto! Pare che tiri, ma a me che sono un purista non amo le commistioni. Vorrei un tuo parere su Attrazione fatale che tu usi come testimonial nel post sui feromoni.

    "Attrazione fatale non fa della donna passionale un vero e proprio tema, essa è soltanto un mostro in un film di mostri" (Pauline Kael).

    Recitato senza imperfezioni, in particolare da un Douglas che da quel momento sarà il naturale candidato al ruolo di "vittima" delle donne, è l'ennesima attualizzazione thriller di uno schema abusato: lui, lei e improvvisamente l’altra. La tranquilla routine di una famiglia borghese e felice viene sconvolta dall’irruzione del desiderio sottoforma di una amante, un po' dark lady un po' strega, che nel finale originale (e poi rigirato) si suicidava (e in questa versione è uscito in Giappone e in homevideo negli Usa).

    Decisamente più interessante l'effetto che produsse sull’America reaganiana e conservatrice degli anni ‘80, a riprova di come l'immaginazione criminale del genere descriva e ritrascriva in cinema la società che lo circonda: del film colpiscono l'odioso risveglio della difesa dei valori famigliari, l'atavica paura maschile del sesso debole, la personificazione della minaccia dell'AIDS. Il successo al botteghino, i dibattiti defatiganti dimostrano però che frugava, con abilità sinistra, nel profondo.

    Grazie! Sandro60

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