Si tratta di amore, il termine amante non si addice, sa di volgare
e sbagliato, sono entrambi liberi e consapevoli, si completano, anche a
distanza di anni la fiamma della passione resta accesa, non si esaurisce,
l’attesa l’alimenta.
Cent’anni
ci separano dal 4 aprile 1914, data di nascita di Marguerite
Duras, personalità magnetica, spigolosa e difficilmente collocabile nel
contesto della letteratura e del cinema francesi. Milena
Vukotic dona la voce a Moderato cantabile, romanzo del 1958 tradotto in film da Peter
Brook nel 1960; con lei Roberta Di Lorenzo, che tradurrà in note quanto le
parole della scrittrice suggeriscono, attingendo al proprio repertorio e a un
brano inedito creato per l’occasione.
Biografia di Marguerite Duras |
Ma ora guardiamo il volto di Marguerite.
Un’autobiografia sconvolgente della scrittrice francese, relativa alla propria
giovinezza sfiorita precocemente. Pensando a Marguerite Duras, visualizzo
salotti parigini bohémien, ma che errore! In realtà l’immagine più consona è
quella di una nazione torturata dalla guerra alla quale va aggiunto il dramma
di una famiglia problematica. Fin dalle prime pagine l’autrice si dipinge come
una prostituta
intellettuale che cattura l’attenzione ed il desiderio di un uomo
facoltoso di etnia diversa e con parecchi anni più di lei, basando il rapporto apparentemente sul
sesso e sul denaro.
L'Amante, film di Jean Jacques Annaud del 1992 sulla vita di Marguerite Duras |
È davvero così? La famiglia è bisognosa d’aiuto in tutti i sensi. Il padre è morto giovane. La
madre, reduce da una tragica relazione extraconiugale, è affetta da disturbi psicologici non meglio precisati, per
l’autrice si tratta di pura disperazione, il mal di vivere ed hanno un rapporto
conflittuale, amore ed odio convivono. Il fratello
maggiore è la pecora nera di animo cattivo ma il prediletto della madre
che impone la miseria agli altri componenti del nucleo familiare per
mantenerlo.
Huynh Thuy Le (1906-1972) Il vero amante di Marguerite Duras |
Il fratello più piccolo, è il suo beniamino, il più sofferente di
salute, avrà vita breve. L’adolescente invecchiata
prima del tempo sogna la libertà, una vita normale e si trasferisce in Francia per coltivare la
sua unica passione, la scrittura. Con un quadro sociale del genere è difficile
uscirne indenni. È stata fin troppo brava, ha seguito il suo istinto, si è
sacrificata e ce l’ha fatta. Un giusto riscatto dopo tanto penare. Mi ha
coinvolto molto il rapporto tra i due amanti, così fisico, forte, di una
naturale intimità da imbarazzarmi, mi sentivo una spiona ma non riuscivo
proprio a staccare gli occhi da quelle scene.
L'Amante, film di Jean Jacques Annaud del 1992 sulla vita di Marguerite Duras |
Si
tratta di amore, il termine amante non si addice, sa di volgare e
sbagliato, sono entrambi liberi e consapevoli, si completano, anche a distanza
di anni la fiamma della passione resta accesa, non si esaurisce, l’attesa
l’alimenta. Il comportamento della madre fa rabbrividire, ma non è
colpa sua, è chiaramente una persona
da curare, il problema sono le conseguenze che ricadono sui figli, credo
che parta tutto dall’infanzia, l’adulto è il risultato di ciò che ha visto,
sentito e fatto nei primi anni di vita. Il difficile compito di essere
genitori. Come negli altri libri della
Duras, anche in questo mi sono scontrata con il suo tipico saltellare nello
spazio temporale, passa dalla prima alla terza persona, dal presente al
passato, dalla Francia al Vietnam; non
sempre spiega le situazioni, le da quasi per scontate o le trova insignificanti
e immeritevoli di chiarimenti.
L'Amante, film di Jean Jacques Annaud del 1992 sulla vita di Marguerite Duras |
Nel complesso è una lettura ricca di analisi,
riflessioni, a tratti passionale a tratti ingiusta e, trattandosi
di vita vera, ha tutto il mio rispetto.
La prostituta bianca
“Accade
ogni sera, nel quartiere malfamato di Cholen. Ogni sera quella piccola viziosa va a
farsi accarezzare da uno sporco cinese milionario”. Quindici
anni e mezzo, scarpe di lamé col tacco acquistate in saldo, cappello di
foggia maschile, vestito logoro di seta naturale adatto al clima torrido
dell'Indocina.
L'Amante, film di Jean Jacques Annaud del 1992 sulla vita di Marguerite Duras |
Ha un aspetto originale che si fa beffe della ricchezza questa donna bambina di origini
francesi che già cattura gli sguardi degli uomini, un fascino naturale
fatto di contrasti, occhi sensuali e cerchiati che
sanno ancor prima di sapere. Non si fa illusioni sulla vita, glielo
impediscono lo sguardo
spento e quasi folle della madre, rovinata da speculazioni sbagliate, e
la malvagità del fratello maggiore, il prediletto, l'
“assassino senza armi”, colui che con la su vitalità malsana “ucciderà”
il fratello minore, il fratellino.
L'Amante, film di Jean Jacques Annaud del 1992 sulla vita di Marguerite Duras |
Tutti e tre amano
la madre di un amore dolente che va oltre l'amore: “Per quel che è stato
fatto a lei, così dolce, così fiduciosa, odiamo la vita e ci odiamo”. I ricordi
si accavallano in questo romanzo, c'è un prima e un dopo e poi ancora un prima,
prima e dopo “l'esperimento” con il giovane cinese, uomo consumato dalla passione per la bambina bianca. Continui
passaggi dalla prima alla terza persona, un tono disincantato che svela i
pensieri più inconfessabili, i fatti più intimi, odori, suoni e colori di una terra “che non ha primavere, non ha risvegli”:
c'è tutto questo nella memoria della scrittrice.
L'Amante, film di Jean Jacques Annaud del 1992 sulla vita di Marguerite Duras |
E
c'è la garçonnière dell'uomo di Cholen, rifugio dal presente, luogo di piaceri
proibiti dove “approfondire la conoscenza di Dio”,
dove piangere sul passato e sul futuro mescolando le sue lacrime con quelle
dell'amante. E' sola la ragazzina disonorata, sola con il suo corpo “abbandonato all'infamia di un piacere che fa morire”,
sola col suo dolore inaspettato mentre lascia l'Indocina alla volta della
Francia. Appoggiata al parapetto della nave che abbandona il porto guarda la limousine nera dell'amante
cinese e avverte il suo addio silenzioso: “E poi alla fine non l'aveva
più vista.
L'Amante, film di Jean Jacques Annaud del 1992 sulla vita di Marguerite Duras |
Era sparito il porto e poi la terra”. Quando
si dice partire col piede sbagliato, fermarsi, stabilire quale e' il piede
giusto e ripartire. Ebbene si, intendo dire di avere iniziato questo romanzo
senza capirlo. Mi riferisco allo stile, alla
"penna" in senso letterale. C'era qualcosa che non mi quadrava, non mi piaceva. Una punteggiatura a mio avviso
poco fluida, un uso di vocaboli (seppur semplici e di uso comune) anomalo ... o
forse meglio dire l'insieme di tutto questo. C'era qualcosa di ostile di ... obsoleto.
Anacronistico. Stop! Mi sono fermata. L'ho
chiuso , riaperto, guardato.
L'Amante, film di Jean Jacques Annaud del 1992 sulla vita di Marguerite Duras |
Leggo la quarta : ambientato nel Vietnam anni '30. Leggo le note sull'autrice : Saigon 1914 - Parigi
1996. Le pagine: scritte in Courier, delle
righe agli estremi del foglio a delimitare il testo, pare scritto proprio con
una vecchia macchina da
scrivere. La copertina : uno splendido
volto di una vecchia foto in bianco e nero. Mi
viene in mente la mia nonna, un rossetto rosso su
un sorriso incredibilmente bianco a sfidare il tempo passato, un abito
estivo con dei grandi ciclamini. Piccoli orecchini d'oro e perle pendenti,
racconti di oggi con parole del presente ma che appartengono al passato. Ci siamo, mi son detta , l'ho riaperto, in sintonia
stavolta.
L'Amante, film di Jean Jacques Annaud del 1992 sulla vita di Marguerite Duras |
Perche' la vedete quella foto in copertina? Questo
non e' solo un romanzo. E' memoria, questi
sono ricordi, questo e' la storia di una bambina bianca che, a 70 anni, si siede, socchiude gli
occhi, si racconta ... Ed eccoci catapultati nell'Indocina anni '30, il delta del Mekong, le pestilenze, il clima umido ed
opprimente, la foresta, i quartieri popolari, le zanzare. Una madre francese con i suoi tre figli, la
poverta', la depressione. Una ragazzina bianca
e bellissima, un giovane miliardario cinese. Una
passione per lei, un amore passionale per lui sono sentimenti vissuti in
penombra, ma con irruenza. Da leggere pian
piano, apprezzandone i colori sfocati, le parole
sussurate, come se si stesse sfogliando un vecchio album di fotografie trovato in un baule in soffitta,
impolverato.
Prezioso.
L'Amante, film di Jean Jacques Annaud del 1992 sulla vita di Marguerite Duras |
Sono Luisa Paleologa di Torino. Anche io ho notato, a proposito di Psicopatologia sessuale, pubblicato nei commenti dalla collega Giovanna Bianchi, che esiste una casistica aggiornata in via di definizione. Vorrei aggiungere che sul mio Blog “La sessualità deviata” ho trovato una casistica più recente del famoso volume del Dott. Richard von Krafft-Ebing, autore di “Psychopathia sexualis” Te ne mando degli stralci via mail. Non vorrei ripetermi, ma il tuo blog mi affascina. Mi piace molto… Luisa64
RispondiEliminaCaro Gabry!
RispondiEliminaSono Lella Costantini. In una precedente nota ho già detto che seguo il tuo blog sulla didattica. Ti ho contattato ad agosto per il concorso dei docenti, ma spesso mi soffermo su Amore Psiche Gabry. E’ più ricco di articoli e foto, ma c’è davvero di tutto. Dal gossip (inutile, lo accetto solo per i ragazzi in cerca di foto) alle spigolature storiche, alle biografie, all’arte ecc. Belle tue poesie dedicate a chissà chi!!! E le risposte erotiche delle tue fan. Certo per uno che ne ha viste tante scendere nell’agone del sesso e dell’amore vuol dire che hai ancora tanto da dare. Sai ho imparato, grazie a te, a usare un po’ il PC. Ma solo per cercare il tuo sito e quello didattico. Il per il resto lo usa mia figlia. Pensavo di essere vecchia per certe cose, e invece …..! Mi sono data una scossa e a 53 anni ho scoperto di essere ancora femmina ….. e mio marito non manca di puntualizzare che sto mettendo un po’ troppo la testa fuori dal sacco. Scherzi a parte queste letture sono per me una botta di vita. Mi ero già rassegnata ad essere nonna e ….. invece mi fanno perfino i fischi per strada. Quando si dice che ….. un Bolg allunga la vita. Ti dirò, mi piaci anche se credo tu sei più giovane di me o mi sbaglio. Ma dai commenti che ti fanno sei molto ricercato. Ti seguo sempre, sono una di quelle innamorate di Colazione da Tiffany’s! un sogno immortale come tu dici. Ti abbraccio. Lella59
Gabry sono Benedetta Arduino, Psicologa a Torino, ti propongo un estratto dal mio blog Le donne e l’amore! Tu che parli di tradimenti e di donne, cosa pensi del fatto che le donne tradiscono.
RispondiEliminaPER VENDETTA – Le donne tradiscono per ripicca. Anche se non è quello che realmente vogliono, vogliono farla pagare all’uomo che le ha tradite e rendergli pan per focaccia per fargli capire quanto si resta feriti. Questo perché quando una donna viene tradita, stravolge le regole.La dottoressa Bonny Weil sostiene che l’uomo infatti non è sensibile come la donna, e si rende conto del male che può aver fatto alla sua compagna solo vivendo l’esperienza sulla propria pelle.
PER IL BRIVIDO – Avere un amante dà forti emozioni, in più elimina lo stress.La dottoressa Weil ritiene che la donna sfida se stessa, vuole vedere se riesce a stare con il piede in due scarp(ette) e gestire la situazione. L’esperto di infedeltà Ruth Houston invece sostiene che la donna tende a parlare col proprio partner se ha dei pensieri, se è stressata e solo se lui ignora la richiesta d’attenzione, allora tradisce.
PER GONFIARE IL PROPRIO EGO - Anche in questo caso, tutto deriva da mancanza di attenzioni da parte del proprio compagno. Un esperto di relazioni, Ruth Meyers, ritiene che un amante corteggia la donna, la fa sentire sexy, perché deve ancora conquistarla.Se una donna si sente data per scontata, diventa più vulnerabile, e molto facilmente può rifugiarsi nelle braccia di qualcun altro.
PER LE FARFALLE NELLO STOMACO – La magia che c’è all’inizio di ogni rapporto, l’idea di scegliersi. Questa chimica sparisce mano a mano con il passare del tempo e molte donne voglio rivivere quella sensazione che è impossibile ricreare con il partner, che secondo questi esperti è traducibile nella formula “30 secondi di baci, 20 secondi di abbracci”.
NOIA - Si può tradire anche perché la vita sessuale non è soddisfacente o peggio, è noiosa. Nel sondaggio di Ivillage l’80% delle donne intervistate ha dichiarato che la propria vita sessuale è prevedibile. Come gli uomini anche le donne vogliono avere sesso di frequente, o sperimentare cose diverse. Insomma, non è detto che il principe debba essere per forza azzurro, magari un principe cobalto può attrarre di più.
SI SENTONO SOLE – Quando un uomo e una donna non hanno più molto in comune, la donna potrebbe trovare affinità in un altro uomo, un confidente. Il problema è che poi è facile che il confidente diventi amante. Weil sostiene infatti che il tradimento allevia la solitudine.
PER ATTENZIONI O PER AVVENTURA – Una donna vuole che il suo valore sia riconosciuto dal proprio uomo, dice la dottoressa Weil. Se così non è, la donna cercherà questo riconoscimento in un altro uomo. Oppure annoiata dalla relazione, va in cerca del cattivo ragazzo.
Nonostante sembri che anche per i maschietti non vi sia scampo, la dottoressa aggiunge che qualsiasi sia il motivo, se una donna ha un marito premuroso e attento, il tradimento può essere evitato. Un altro sondaggio, condotto da AskMen.com, riporta che, mentre il 3% degli uomini ha dichiarato il tradimento, la percentuale che riguarda le donne è al 5%. Ma sarà vero che le donne tradiscono più degli uomini? I dati parlano chiaro, gli uomini sono solo poco sinceri, anche di fronte a un questionario.
Grazie Benedetta67
Gabry sono Debora Padovani, la Biologa veneta e spesso ti scrivo. Vorrei un tuo commento sulla proposta di conferire al Dott. Rizzolatti, tra gli scopritori del sistema dei Neuroni Specchio, il Premio Nobel per la Biologia. Riporto un commento dal mio Blog – “Fisiologia dell’amore”
RispondiElimina- Li chiamano "neuroni specchio", e rappresentano una scoperta ricca di conseguenze psicologiche, filosofiche e sociali. Sono neuroni funzionanti da motori della partecipazione, nel guardare i movimenti e le reazioni emotive di un altro individuo, dei medesimi centri cerebrali che si attiverebbero se noi stessi ne fossimo i protagonisti. Tale immediata empatia, esplicitamente "corporea", è estendibile al campo minato dell'amore?
- Giriamo la domanda a Giacomo Rizzolatti, direttore del dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Parma. Bello fantasticare, prima d'incontrarlo, su quello che potrebbe essere l'aspetto di uno scienziato geniale (di Rizzolatti s'è parlato spesso, negli ultimi anni, come possibile premio Nobel), e trovare un personaggio totalmente adeguato alle nostre aspettative. Capelli bianchi e mossi da troppe idee, occhi spiritosi e acuti, aria volatile di chi si aggira in qualche stratosfera inattingibile, Rizzolatti è il celebrato capofila della rivelazione dei "neuroni specchio", con tutto il loro gran bagaglio di ricaschi in ambito relazionale. Scoperti nei primi anni Novanta, testimoniano le ragioni fisiche del riconoscimento degli altri, delle loro azioni e persino delle loro intenzioni.
- Se hai proposte o nuovi elementi, mandali te ne sono grata. Debora65
Sono Adele Franco, riporto dal mio blog una discussione nata sul testo di Freud introduzione alla Psicanalisi. Vorrei un tuo parere. Grazie!
RispondiEliminaSi distinguono secondo Freud “due pulsioni principali, o specie di pulsioni o gruppi di pulsioni, in base ai due grandi bisogni: la fame e l’amore” (S. Freud Angoscia e vita pulsionale – lez.32 di Introduzione alla Psicoanalisi 1932).
Tutto ciò che viene fatto dall’uomo, tende all’autoconservazione ed alla conservazione della specie. Nella richiesta sessuologica, come in qualsiasi altra richiesta psicologica, il paziente porta una incapacità a tendere ad una o ad entrambe queste sfere. Viene ammessa in modo più o meno conscia l’incapacità a sostenere o a mantenere un rapporto costruttivo con se o con l’altro. Nel caso di una disfunzione sessuale non è soltanto una incapacità a soddisfare un proprio bisogno, ma anche una difficoltà ad entrare in relazione con il mondo degli affetti e delle emozioni e quindi una difficoltà ad entrare in relazione con uno o una, altro da sé.
Sei d’accordo con queste affermazioni? Adele66