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mercoledì 8 maggio 2013

Il sesso nelle civiltà orientali (Cristina Parodi)










Kamasutra, Tantra, Taoismo, Nirvana sono le strutture di pensiero orientali che fanno del sesso una scienza, una filosofia, un’armonia, una fusione tra l’uomo e gli dei!


India
La cultura indiana può essere considerata tra le più antiche, con l’antica civiltà della valle dell’Indo che, contemporanea a quella dell’antico Egitto e dei Sumeri, si diffuse in tutta l’India e il Pakistan più di 4000 anni fa. Durante questo periodo, non si sa molto sui loro atteggiamenti sessuali mentre sono noti i riti di fertilità.





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La prima prova del loro atteggiamento verso il sesso viene da antichi testi di induismo, buddismo e giainismo, il primo dei quali, il Veda, è forse il più antico esempio di letteratura religiosa presente al mondo. Questi testi, insieme ai poemi epici dell’antica India, hanno avuto un importante effetto sulla cultura di tutto il sud-est asiatico. Alcuni testi parlano di una grande varietà di pratiche sessuali non-vaginali che, se eseguite con un uomo o una donna, erano puniti con il grado più basso di ammenda. Il rapporto omosessuale maschile, venendo trattato come un reato molto minore, lasciava intendere che era alquanto permesso. 





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In merito a quello femminile, era punito maggiormente quello tra una donna adulta ed una ragazza in caso di perdita della verginità piuttosto che il rapporto omosessuale tra due giovani o tra due donne non più vergini. Questo comportamento lascia anche capire che non c’erano molte discriminazioni tra omosessualità maschile e femminile.
L’India, con la sua religione, ebbe un ruolo significativo nella storia del sesso attraverso il primo testo scritto, il Kamasutra, che ha trattato il rapporto sessuale come una scienza. Sotto questo punto di vista, l’india è stata una pioniera nell’utilizzo dell’educazione sessuale attraverso l’arte e la letteratura, sebbene anche qui troviamo differenze di costumi sessuali tra la le caste più elevate e la gente comune, con i primi che indulgevano in uno stile di vita più edonistico.






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Il classico  Kama Sutra indiano si occupava, senza ambiguità o ipocrisie, di tutti gli aspetti della vita sessuale: eterosessualità, omosessualità, matrimonio, adulterio, prostituzione, sesso di gruppo, sadomasochismo e anche travestitismo. Il testo dona un affascinante ritratto di un’India la cui apertura alla sessualità lascia intendere uno sviluppato senso erotico e di parità.
Questi testi fanno anche capire che nell’antica India il sesso era un affare privato e, nel matrimonio, era un dovere reciproco per marito e moglie trarre uguale piacere e usare qualunque sistema per raggiungerlo. Il sesso era generalmente visto sia come un dovere morale di ciascun partner in una relazione a lungo termine come il matrimonio, ma anche come un desiderio che poteva ostacolare il completo distacco spirituale. 






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Invece, secondo certe scuole di filosofia indiana, come il Tantra, il sesso diventava un dovere sacro o un cammino per arrivare all’equilibrio ascetico o all’illuminazione spirituale. La stessa eiaculazione era vista come una forma di energia per arrivare a tale illuminazione.
In India esisteva una categoria di donne, le Devadashi, alle quali era affidato il compito di esercitare, nei templi, la funzione di “prostituta degli dei”. Il sesso come strumento per ricongiungersi a Dio. Le tavole del  Kamasutra, che illustravano le varie posizioni dell’amplesso sessuale per il raggiungimento del piacere, erano perfino poste all’interno dei templi indiani






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La poligamia era ammessa ma praticata solo dalle classi più agiate mentre come per le altre culture musulmane del Medio Oriente, le pratiche egalitarie o elitarie dell’omosessualità erano mantenute più nascoste.  Come alcuni reperti dimostrano e come il caldo clima esigeva, era normale per questo popolo tenere coperta solo la parte inferiore del corpo; solo dopo la fondazione dei sultanati di Delhiela messa a punto di diversi Stati musulmani,tra il 14.mo e 15.mo secolo, che in India i costumi islamici sulla copertura del corpo femminile e dei costumi sessuali comincia a cambiare. Successivamente, nel medio-evo,  la colonizzazione da parte di potenze coloniali tra cui il Portogallo (cattolico) e l’Inghilterra (dell’epoca vittoriana) ebbe un impatto negativo sul liberalismo sessuale ancora presente in India.    





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Cina
Il confucianesimo porta l’antica Cina ad avere un comportamento alquanto sessista nei confronti delle donne, viste come merce di scambio e la cui verginità come unico valore che portava gli uomini a sposarsi con la donna prescelta dal padre e a scegliersi, poi, concubine più desiderabili dal punto di vista erotico, risorse permettendo. Accettate erano anche le pratiche omosessuali tra maschi, tenute comunque con una certa riservatezza mentre più rare quelle tra femmine, tenute in maggior segreto. 





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L’interpretazione classica del Confucianesimo ha alla base il principio secondo cui ogni uomo deve assumere nella vita un comportamento conforme al genere sessuale attribuitogli dalla natura e impegnarsi nei ruoli sessuali che sono congeniali alla riproduzione e altrettanto valeva per la donna.  Idem per il Taoismo, che pur dando molta importanza all’atto sessuale, enfatizzava il mantenimento dell’armonia naturale esistente tra le forze dello Yin e dello Yang, (sempre secondo un’interpretazione tradizionale) e quindi non poteva approvare una completa relazione omosessuale (Yang-Yang), mentre incoraggiava  atti sessuali con più donne. Fin dalla pubertà, le giovinette venivano preparate al ruolo di mogli o concubine e l’uomo a diventare un buon amatore affinché lo yang potesse nutrirsi il più a lungo possibile dello yang, raggiungendo il massimo livello di piacere durante la “fusione cosmica”. Pertanto, l’erotismo divenne una forma d’arte con la nascita di una precisa farmacopea e di oggetti atti a migliorare e favorire il piacere del sesso considerato come essenza della vita. 






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Nel Buddismo, infine, il desiderio sessuale (sia esso eterosessuale che omosessuale) era visto come un ostacolo per l’anima; come una zavorra legherebbe lo spirito al mondo reale impedendogli di raggiungere il Nirvāa e per questo, le pulsioni sessuali diventavano inappropriate. D’altra parte però risulta necessario evidenziare come nessuna di queste tre religioni cinesi condanni il comportamento sessuale così duramente come il Cristianesimo nel corso dei secoli. Se effettuassimo una comparazione tra cultura cristiana e confucianesimo, per esempio, nella lista dei peccati mortali di questo ultimo non troveremo affatto la sodomia. 





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Nel Confucianesimo, come detto, l’obiettivo prioritario era la riproduzione del nucleo sociale di riferimento, una volta adempiuto a tale dovere, restava una realtà secondaria e privata il fatto che si avessero poi relazioni sessuali o amorose con altre persone o con lo stesso sesso. Successivamente, nonostante l’interpretazione e l’orientamento delle religioni, in Cina l’adulterio e gli altri “crimini” legati alle attività sessuale ritenute “licenziose” o “promiscue”,  furono duramente puniti.






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Giappone

La fede scintoista non considera il sesso come un tabù e nell’antico Giappone erano più che altro le influenze buddiste a limitarne la pratica. Come per le antiche culture occidentali, il sesso in Giappone non era concepito in termini di moralità, ma piuttosto in termini di piacere e di posizione sociale. Qui la sessualità era governata dalle stesse forze sociali che rendono la sua cultura molto diversa da quella di Cina, Corea, India, o Europa. E’ noto che dal 15.mo secolo i cinesi, coreani e altri visitatori orientali frequentavano i bordelli in Giappone






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Le Case chiuse erano permesse dal governo che le controllava e ne traeva profitto. Inoltre, in tempi antichissimi, il Giappone ebbe il record in fatto di rapporti omosessuali. La sodomia non era vista come un peccato sia per la società che per la religione, e solo alla fine del 19.mo secolo, a cause delle influenze del pensiero occidentale le cose cambiarono. I monasteri buddisti sembrano essere stati i primi centri di attività omosessuale nel Giappone antico, dove la maggior parte dei monaci ritenevano che il voto di castità riguardasse solo il sesso eterosessuale e così i rapporti di amore e di sesso, specialmente tra monaci (nenja) e giovani accoliti (chigo) diventarono la norma. 






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Anche qui, come in Grecia, il rapporto era profondo e coinvolgeva adolescenti  solo fino all’età della maturità. Entrambe le parti erano incoraggiate a trattare con serietà il rapporto e a condurre la faccenda con onore, dove spesso il giovane era tenuto perfino a sottoscrivere un voto formale di fedeltà.
Questo stretto rapporto lo si ritrova anche nell’ambiente militare (wakashūdo) dove era consuetudine per i giovani apprendisti seguire la formazione delle arti marziali dei Samurai ed affidarsi ad uno di loro. Col consenso del ragazzo il samurai lo accoglieva come suo amante fino alla maggiore età ma, con una sorta di “contratto di fratellanza”, giuramento o sodalizio che  univa i due fino alla morte.






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Non era esclusa neanche l’attività sessuale tra giovani maschi, tra giovani maschi e donne o fra donne, mentre la prostituzione era largamente accettata. Infatti, tradizionalmente, le donne erano asservite agli uomini e soprattutto ai loro mariti.
Storicamente, la nascita della pornografia giapponese (shunga) la si può far risalire a questo periodo, pornografia intesa, però, come letteratura erotica e non nel modo sessuofobico tipico del cristianesimo. Probabilmente, tale forma di erotismo trae origini dai più antichi culti shintoisti legati alla fertilità della terra e a quelli fallici di natura rurale.
Riti che ancora oggi vengono rivisitati in alcune zone del Giappone così come la pornografia contemporanea dei manga o anime trova radici nella precedente cultura edonistica.


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4 commenti:

  1. Cinque anni fa ho iniziato una relazione con un uomo più giovane di 43 anni (da notare 13anni di differenza). Mi aveva corteggiata per molti mesi, ma io facevo finta di non capire perchè era sposato ed io uscivo da un'altra storia molto dolorosa e lacerante. Sia come sia, la storia è cominciata. Io, separata da diversi anni, l'ho presa con voluta leggerezza, ma ... col tempo mi sono innamorata. (Ricorda però che lui è sposato! ndr) Grosso guaio, visto che la situazione era molto "sofferente": una delle sue due figlie era gravemente ammalata. Ma il tempo ci ha portato ad una sempre maggior unione. Si è creata intimità, confidenza, amicizia e il rispetto e stima reciproci si sono consolidati. (Ma di cosa parli questo non è Amore! ndr) dopo due anni di amore vissuto intensamente, ma solo tra le quattro mura di casa (vivo da sola) la figlia malata è morta. Son certa che non ci sia bisogno di dire cosa ha provato il "mio lui" e nemmeno cosa ho provato io. Sono quegli avvenimenti che ti mettono di fronte al senso della vita e .... non lo trovi. La nostra relazione è continuata e, col tempo, si è ulteriormente consolidata. Io, però, io ho cominciato ad entrare in crisi: mi sono resa conto che la malattia della figlia era una sorta di alibi per me: se non faceva una scelta di separazione era per sua figlia non perchè io non meritavo di essere amata veramente!!! Perciò ho cominciato ad avanzare qualche richiesta, come, ad esempio, di uscire a cena qualche volta. Lui aveva paura di essere scoperto dalla moglie, ma, a quel punto, le sue paure non avevano più grosse giustificazioni per me: dopo tanto tempo ritenevo di aver diritto anch'io ad un amore alla luce del sole. Dammi una risposta! Maria 62

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  2. Ciao Gabry,
    sono Adele Rossi, iscritta da poco e rispondo al tuo post “Perché le donne tradiscono?” del 25 apr u.s. Nel forum la russa Domitilla consiglia di schiacciare il capo a donne che tradiscono marito e amante! Non sono d’accordo! E’ tempo di imitarle dopo secoli di soprusi maschili. Anche se spregiudicate e un po’ puttane, fanno pagare agli uomini quello che hanno dispensato per lungo tempo a noi donne. La cosa che non mando giù, però, è il suo comportamento con un uomo innamorato! Perché solo un uomo innamorato, libero e da lei scelto, poteva sopportare tanta mostruosità. Doveva infierire con i mascalzoni sposati che cercano vittime giovani e indifese. Ma non credo che lei abbia il mio stesso senso combattivo e di rivolta. Una che si tiene il marito, dopo una storia di 10 anni, che lei definisce grande amore, è solo una grande stronza! Certamente il marito le serve per il suo perbenismo e forse per i suoi soldi. Deve essere una che ha solo smania di seduzione e protagonismo. Oppure una prostituta d’alto borgo, che sfrutta gli uomini in cambio di favori. Certo che se dovessi infierire contro un uomo che amo, non mi comporterei così. Lo farei solo con gli stronzi e quelli che si danno tutte quelle fottute arie! Restano a suo carico 10 lunghi anni con lo stesso uomo. Ma parlare di grande amore non sta ne in cielo ne in terra. Chi ama si mette in gioco, perde la testa, non si fa sfuggire il Grande Amore! Più che una donna innamorata sembra una Mata Hari, una che sale e scende dall Orient Express pronta e disponibile con tutti ma a tradire tutti, il marito per primo e poi tutti gli altri. Ma ha dei figli, una famiglia regolare o vive sotto copertura? Vorrei altri particolari, ma solo per dare corpo alla mia ipotesi di Gran Puttana! Una che tradisce il marito senza cercare le basi dell’amore, tradisce solo per il gusto di tradire. Amore, che poi dice di aver trovato, ma tradisce anche quello. Tali comportamenti mi ricordano tanto Madame Bovary e lei sembra solo una “Serpe nel seno”. Sono femminista e detesto gli uomini di cacca, ma che io possa sprofondare, se questo non è un comportamento di una Donna di Merda di una lontana Prima Repubblica! Adele 67

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  3. Gabry sono Giusy Dandolo e do un consiglio al tuo collega che è sbattuto in quella che chiamano Mata Hari! Non so se mi legge, ma lo invito a ragionare. Che si aspettava da una che ha decine di storie ed è sempre sposata? Una che non ha mai amato e che non si è mai messa in discussione? Una che gioca coi sentimenti ma va aletto con tutti? Non sono moralista, ma questo non è amore, è solo “cazzi propri” va bene tradire per amore o per curiosità, ma tradire per vizio mai. Lo dice pure il diavolo, errare è umano perseverare è diabolico! Ciao Giusy66

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  4. Ciao, sono Nina Volpe, ti ricordi di me, erano gli inizi del blog nell’estate scorsa? Dici pure al tuo amico che quella donna che lo fa soffrire è solo una masnadiera, una donna che non ama nessuno, egoista, falsa e spergiura. Chi ama, ama e basta! Non ho mai sentito di donne sposate, frivole che cercano l’amante per avere uno straccio d’amore! Chi ha i soldi fa questo per sport, per noia o per vizio. Una donna vera, una femmina innamorata, non baratta l’amore con un avventura. Se ha problemi in famiglia o li risolve o si innamora, ma non cerca amanti a ripetizione. Anche se dopo decine di anni. Se cerca l’amore, e dice di averlo trovato, non lo abbandona per un altro. Le storie d’amore vere non si esauriscono, si esauriscono solo le “storie” fatte di sesso, pressappochismo, noia e menzogne! Per me, io ho avuto una vita tempestosa, ma dopo ho trovato l’amore e sono 15 anni che voglio solo vivere la mia storia. Ciao Nina66

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